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Manifestazioni religiose antisistema tra sette e nuovi movimenti religiosi

Negli ultimi decenni, in tutto il mondo occidentale, si è assistito al proliferare di piccoli gruppi o vere e proprie comunità organizzate ispirate a forme di religiosità non solo sconosciute, ma del tutto nuove. Si tratta delle c.d. sette o culti. «Setta: [si] dic[e] unione di persone che in alcune opinioni e passioni sono divise da altri. (…) La setta è divisa dal resto della società o da opinioni o da odii, celati o non. Questa voce aveva in antico senso buono; ma il senso odierno è sinistro, perché la società che non solo si distingue, ma che troppo si divide in società minori, non può camminare bene in sua vita»105. Così, acutamente, Niccolò Tommaseo nel suo Dizionario dei

sinonimi descriveva l’etimologia del concetto di setta e ne sottolineava il suo «mal senso», cioè

il significato peggiorativo, quando non diffamatorio, di cui il termine è andato sempre più caricandosi. Oggi, anche per evitare il significato spregiativo che la nozione ha assunto, si preferisce adoperare l’espressione “nuovi movimenti religiosi”106 , ma il significato ultimo non cambia: si tratta di movimenti che si pongono per contenuti dottrinali e stili di vita al di fuori del mainstream costituito, nelle liberal-democrazie occidentali, dalla tradizione ebraico- cristiana107. Tali gruppi si dividono in due filoni: il primo abbraccia la spiritualità che si potrebbe

105 Voce N. Tommaseo, Fazione/Setta (voce), in Nuovo Dizionario de’sinonimi, Bari, 1840, n. 1478.

106 Fino al Concilio Vaticano II molti studiosi, per lo più cattolici, utilizzavano il termine setta per indicare

un qualunque gruppo religioso al di fuori della Chiesa cattolica, ricomprendendovi nel significato anche l’eresia o lo scisma. Anche nel mondo protestante, sette venivano chiamate anche tutti quei gruppi religiosi che non appartenevano ai filoni originari della Riforma, vale a dire al luteranesimo, all’anglicanesimo e al calvinismo. Battisti e Metodisti, ad esempio, che oggi costituiscono la maggioranza relativa all’interno della compagine protestante negli Stati Uniti, erano fino a ad anni recenti considerate sette. Anche per questo è invalsa la nuova espressione.

Un tentativo definitorio è stato portato avanti tanto dalla psicologia, quanto dalla sociologia e dalla teologia. La prima insiste in particolare su criteri sincronici, come la certezza di possedere la verità e di costituire l’unico ambito di salvezza, il proselitismo aggressivo, l’ansia escatologica, la dipendenza da un guru. Si tratta di modelli che non tengono conto né dell’evoluzione del gruppo nel tempo, né del fatto che le stesse caratteristiche possono trovarsi anche all’interno di Chiese tradizionali. I modelli sociologici, invece, prendono in considerazione i culti in prospettiva diacronica, secondo il loro divenire, secondo il loro darsi. In questa prospettiva, il criterio del rapporto con la società diventa così decisivo nelle teorie che si ispirano alla sociologia della devianza (cfr. H. Desroche, Dieux d’Hommes. Dictionnaire des Messianismes et Millénarismes

de l’Ère Chrétienne, Paris, Mouton, 1969): i movimenti religiosi rimangono sette fintanto che sono percepiti

come antisistema. Questa impostazione, se ha il pregio di porre l’attenzione sulla condotta dei gruppi, trascurano gli elementi dottrinali, rimettendo ogni valutazione all’opinione di maggioranza.

107 Molte sono state le spiegazioni formulate riguardo l’ascesa di questi movimenti da sociologi, psicologi e

antropologi: la diffusa aspirazione a stabilire un contatto con la realtà trascendente più diretto e genuino di quello consentito dalle grandi Chiese ritenute troppo burocratizzate, il tentativo di recupero della dimensione misteriosa, forse mistica, dell’esistenza, la continua ricerca di valori assoluti e assolutizzanti, che si oppongano al relativismo imposto dalla continua trasformazione dei sistemi sociali.

31 definire new age, all’interno della quale si trovano gruppi come Scientology o i Rajastanani; altri gruppi si originano, invece, dal radicalismo protestante e assumono come progetto quello di gettare le basi sociali e dottrinali per un’alternativa cristiana al moderno ordine secolare, incidendo in ambiti tra loro anche molto diversi, dalla scienza, all’economia, dalla società fino al diritto (Testimoni di Geova, Esercito della Salvezza, ecc.).

Di entrambi i filoni, ciò che qui interessa sono le possibili ricadute nel mondo del diritto che derivano da quello che è stato chiamato il «presentimento che, nella controversia intorno ai nuovi movimenti religiosi, siano in gioco principi fondamentali»108. Questa osservazione apre alla possibilità di un intervento statale per tutelare i diritti umani – visti come componenti essenziali dell’ordine costituzionale – e l’interesse generale e pubblico. È noto, infatti, da una parte, che alcuni di questi movimenti sono stati accusati di ledere i diritti fondamentali dei loro aderenti sotto molteplici profili: vengono imputate tecniche di proselitismo scorretto basate sull’indottrinamento forzato, sul completo isolamento del fedele dall’ambiente sociale d’origine e sulla compromissione della sua autodeterminazione, ecc.109. Dall’altra, alcuni di questi gruppi risentono ancora di un’impostazione teocratica di fondo, tipica soprattutto del fondamentalismo protestante di fine Ottocento, che li porta a disconoscere in diverso grado i margini tra religione e legge, cioè tra comunità religiosa e quella politica110. È difficilmente sostenibile, oggi, che la maggior parte dei gruppi religiosi (anche quelli più controversi) sposino intenzioni teocratiche e sono senza fondamento le voci secondo le quali le visioni più radicali dei nuovi movimenti religiosi attentino ai fondamenti ultimi dell’ordine costituzionale vigente ed attentino alle libertà civili. I numeri e la natura di tali movimenti ne impedirebbero, anche laddove vi fosse, ogni velleità. Più convincente, invece, è l’argomentazione secondo la quale alcuni di questi movimenti sarebbero ben lieti di stabilire una propria egemonia culturale, ponendosi come una vera e propria religione civile111.

108 J-F. Mayer, Sectes nouvelles. Un regard neuf (1985), trad. it. Le nuove sette, Genova, Marietti, 1987, 128. 109 Pur non essendo possibile entrare nel merito di tali accuse, si rimanda sul punto alle due raccomandazioni

1178/92 (sette e nuovi movimenti religiosi) e 1202/93 (Tolleranza religiosa nella società democratica) del Consiglio d’Europa e al Rapporto in materia di sette del Comitato per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, adottato anch’esso in forma di Raccomandazione il 22 giugno 1999 dall’Assemblea (1412/99).

110 J. Casanova, Public Religions in the Modern World (1994), trad. it. Oltre la secolarizzazione. Le religioni alla

riconquista della sfera pubblica, Bologna, Il Mulino, 2000, riporta le origini del progetto teocratico cristiano alla

dottrina fondamentalista sorta in ambito protestante e poi ripresa anche oggi da molti nuovi movimenti religiosi di ispirazione cristiana. Come ricorda l’A., con riferimento al movimento puritano fondato da Gary North (che è preso solo come un esempio dell’intera compagine fondamentalista) «Ogni tipo di pluralismo, sia esso religioso o morale, culturale o politico, equivale al politeismo e, pertanto, è un’idolatria» (286).

111 Negli Stati Uniti, dove il ruolo dei nuovi culti (dalle decine di migliaia di gruppi anabattisti ai mormoni),

è estremamente influente, gli studi hanno accertato l’esistenza di questo tentativo di ricristianizzare il deismo illuminato dei padri fondatori. Ancora J. Casanova, Oltre la secolarizzazione, cit., 285 afferma: «Non v’è dubbio che il progetto politico legato alla mobilitazione fondamentalista implichi qualche fora di restaurazione. Le parole “restaurare”, “ritornare”, “ristabilire” appaiono frequentemente nelle dichiarazioni pubbliche di Jerry Farwell e di altri leader [fondamentalisti] (…). I fondamentalisti vogliono restaurare una Chiesa protestante istituzionalizzata, una religione civile protestante o l’etica protestante». L’A. propende poi per la prima ipotesi.

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A fronte di questa poliedrica natura anti-sistemica di alcuni dei nuovi movimenti religiosi, da una parte vi è la forte richiesta, proveniente da alcuni strati della popolazione, di richiedere interventi diretti a disciplinare l’organizzazione interna e l’attività di questi movimenti in senso più conforme a principi e valori condivisi112; dall’altro vi è la considerazione – che il giurista non può eludere – che tale questo controllo rischierebbe un’intollerabile immissione dei pubblici poteri nel complesso di dottrine e di pratiche del gruppo religioso.

Il problema della politica legislativa da seguire per la disciplina di questi gruppi è materia che fuoriesce dall’obiettivo del presente lavoro. L’aspetto che ci si è posto qui di indagare sotto un profilo pubblicistico è quello del limite esterno della libertà di associazione religiosa di tali gruppi e quindi della ratio di eventuali restrizioni nei confronti di queste forme di religiosità collettiva.

Si tratta di ragioni diverse da quelle che abbiamo visto per l’islamismo. Qui, infatti, l’accento viene posto soprattutto sui pregiudizi che essi causerebbero alle persone che vi aderiscono. La principale criticità che riguarda alcuni nuovi movimenti religiosi è, infatti, l’attività di proselitismo rispetto ai soggetti esterni al gruppo che ne entrano a far parte e le pressioni psicologiche che esse esercitano sui loro membri. È straordinariamente difficile stabilire quando si sia in presenza di tecniche di “programmazione” (c.d. “lavaggio del cervello”) e non raramente alcune di queste tecniche sono molto simili a quelle, del tutto lecite, praticate nelle religioni tradizionali (si pensi al caso dell’Opus Dei o alle rigide regole monacali di alcuni ordini). Oltre all’aspetto che riguarda la salute mentale degli adepti (o dei futuri adepti) vi è il problema dei precetti, cioè di quel contenuto della dottrina che può essere dannoso per la salute fisica o mentale degli aderenti: tra i casi più noti, il divieto di trasfusione dei Testimoni di Geova, il mandato di allontanamento da tutti quei familiari che non appartengono alla congregazione, le mutilazioni o le automutilazioni113, addirittura casi di prostituzione114 .

C’è poi il blocco di accuse che riguardano la mancanza di libertà degli adepti. Si pensi al caso della c.d. Fundamentalist Church of Jesus Christ of Latter Day Saints (Chiesa Fondamentalista di Gesù

Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni), una setta che, staccatasi negli anni Ottanta dal Mormonismo,

fonda la propria dottrina sulla superiorità razziale, la discriminazione di genere e una radicale opposizione ideologica all’ordinamento costituzionale statunitense. Nonostante le molte denunce di abusi, stupri e matrimoni forzati, la Chiesa continua ad operare nello Stato dello Utah115.

112 In questo senso spingono le varie organizzazioni di ex-membri fuoriusciti o di familiari di membri che

paventano una manipolazione mentale dei loro congiunti.

113 Nella sentenza Swann v. Pack, 527 s.w. 2d 99 (Tenn. 1975), la Chiesa della santità proponeva come parte

della propria dottrina il libero maneggio di serpenti velenosi. La Corte americana ne ha riconosciuto il pericolo per l’interesse generale dello Stato.

114 È il caso del cd. flirty fishing dei Childern of God, che utilizzano la seduzione come mezzo per ottenere

finanziamenti per il gruppo. Cfr. D. E. van Zant, Living in the Childer of God, Princenton, Princenton University Press, 2014, 46 ss.

115 Cfr. https://www.splcenter.org/fighting-hate/extremist-files/group/fundamentalist-church-jesus-

33 Un’ultima linea di analisi, ancora in larga parte trascurata dalla dottrina giuridica, andrebbe individuata nei tentativi di alcuni gruppi protestanti radicali di far pressione sul potere politico per un’iniezione di elementi cristologici nell’impianto costituzionale del Paese in cui operano. È il caso del Brasile in cui una parte dei deputati evangelici al Congresso (che già rappresentano quasi il 20% dell’intero organo) hanno dichiarato che la loro «missione» è quella «di servire Gesù, non il popolo [brasiliano] in Parlamento»116. Si tratta, in questi casi, di affermazioni lecite che tutta via rivelano, oltre ad una dinamica di de-privatizzazione della religione, una vera e propria difficoltà a condividere i presupposti della modernità117.

In tutte e tre le esperienze che si è scelto di esaminare si è manifestato il problema dei movimenti settari e delle eventuali restrizioni da applicarsi, ma solo quella euro-convenzionale ha cercato di definire criteri discriminanti di tipo oggettivo per delineare i principi da salvaguardare e il relativo equilibrio politico-giuridico. Le tre Raccomandazioni adottate dal Consiglio d’Europa (raccomandazioni n. 1178/92 “Sette e nuovi movimenti religiosi”, n. 1202/93 “Tolleranza religiosa nella società democratica” e n. 1412/99 “Sulle attività illegali delle sette”), pur giudicando inopportuna la possibilità di una legislazione speciale per le sette così come una loro definizione giuridica, hanno riconosciuto che esse rappresentano un problema per la società, ma che ogni risposta deve concentrarsi non sulla loro esclusione dalla categoria delle confessioni, ma sulla compatibilità delle loro concrete attività rispetto agli ordinamenti e ai principi degli Stati firmatari118.

7.1 Due esempi che ci riguardano da vicino: Scientology e i Testimoni di Geova Nell’ambito di questa complessa ed articolata fenomenologia giuridica, che non concerne qualsiasi minoranza religiosa ma solo quelle che si pongono come nemiche dell’ordinamento democratico, la Chiesa di Scientology rappresenta indubbiamente uno dei fenomeni più controversi della storia moderna.

Il movimento di Scientology nasce nel 1951 con la costituzione dell’Hubbard Association of

Scientologists a Phoenix (USA) e nel 1953, a Los Angeles, diverrà la Chiesa di Scientology. Punto di

116 J.E. Chemin, A Secular Nation under God’s Protection, in Journal of Religion and Society, 8, 2016, spec. 9, online

su https://pdfs.semanticscholar.org/97d4/0b5da9e9314096b4101a174657a173f16c50.pdf.

117 Si intende qui come modernità l’ordine liberale consacrato nella costituzione o nelle Carte internazionali

dei diritti.

118 Si veda, ad esempio, i §§ 2 e 5 della Raccomandazione 1412/99: «L’Assemblea conferma il suo

attaccamento alla libertà di coscienza e di religione (…). Considera la neutralità dello Stato ed una protezione eguale davanti alla legge come garanzie fondamentali per evitare ogni discriminazione ed invita quindi le autorità statali ad astenersi dal prendere provvedimenti fondati su un giudizio di valore relativo alle credenze»; «L’Assemblea è giunta alla conclusione che non è necessario definire ciò che sono le sette, né di decidere se esse sono o non sono una religione. Tuttavia i gruppi designati sotto tale nome suscitano una certa inquietudine, sia che essi si descrivano come religiosi, esoterici o spirituali, e ciò deve essere preso in considerazione (…). D’altronde [l’Assemblea] ritiene che bisogna vigilare sul fatto che le attività di tali gruppi, sia che essi siano di carattere religioso, esoterico o spirituale, siano conformi con i principi delle nostre società democratiche e segnatamente con le disposizioni dell’art. 9 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e siano egualmente legali».

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partenza dell’ideologia della setta fondata da Ron L. Hubbard (e perciò definita anche “hubbardista”) è un manoscritto distribuito fra gli amici, fotocopiato, che circola di mano in mano fino alla sua pubblicazione nel 1950, considerato il testo fondamentale dei seguaci della Chiesa: Dianetics - la forza del pensiero sul corpo. Il libro dovrebbe essere atto – nelle intenzioni di Hubbard – a potenziare le risorse inesplorate della mente attraverso la “liberazione dell’anima”119. Per fare ciò è necessario sviluppare il potenziale umano liberando lo spirito (il c.d. Thethan) dagli engrammi, immagini negative della mente frutto di esperienze dolorose di questa vita o di precedenti reincarnazioni dello spirito. La liberazione dell’anima da questi fardelli meta-psicologici e la sua ascesa graduale attraverso i vari livelli di conoscenza è dunque accompagnata, o meglio condizionata, dalla frequentazione a titolo oneroso delle sessioni di

auditing o purification, dallo studio dei materiali e dalle rivelazioni progressive delle conoscenze

esoteriche di Hubbard120. Si tratta certamente di un credo dogmatico, non nel senso che sia fondato su una specifica dottrina, ma nel senso che sia fondato su un insieme di credenze e pratiche propedeutiche alla liberazione dell’essenza dello spirito umano.

In Europa Scientology si diffonde a partire dagli anni Settanta attraverso l’apertura di vari istituti e benché nel proprio statuto si autoqualifichi come Chiesa ciò non è valso a farle riconoscere automaticamente la qualifica di organizzazione religiosa. Vedremo come il rapporto con lo Stato sia stato diverso in Germania, in Italia e in Russia (lo si vedrà attraverso la lente dei criteri euro-convenzionali) e come questa diversità di rapporto sia stata condizionata proprio dal diverso modo di interpretare la difesa democratica contro un certo associazionismo religioso antisistema. Si capisce, pertanto, perché la qualifica confessionale è divenuta centrale nelle vicende processuali che l’hanno riguardata sia sotto il profilo penale che tributario.

L’organizzazione che oggi conosciamo con il nome di Testimoni di Geova, invece, nasce negli anni Settanta dell’Ottocento negli Stati Uniti in ambito protestante, ma presto se ne distacca per diversità di principi e dottrina. Il suo fondatore, Charles Taze Russell, attivo nei dibattiti neo-avventisti del suo tempo, nel 1879 fonda una rivista attraverso la quale diffondere le proprie idee teologiche e persino le date relative all’avvento del Regno di Dio. La rivista, inizialmente, chiamata Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence, e attualmente 119 La dottrina principale di Scientology riguarda la liberazione dell’anima, chiamata “thetan”, e la piena

espressione delle sue potenzialità. Il “Thetan” individuale è un essere immateriale, potenzialmente onnipotente e senza limiti che costituisce la fonte della vita dal momento che si è più volte reincarnato nel corso della storia. Ciò che frena la piena realizzazione del “thetan” sono le immagini mentali negative e traumatiche chiamate “engram”. Il modo per liberare la mente dagli engram è la “tecnica” principale usata dalla Chiesa di Scientology, l’auditing. Durante l’auditing, il fedele è posto davanti a un “auditor”, che nella maggior parte dei casi usa un macchinario chiamato “E-meter” (essenzialmente un misuratore di carica elettrica collegato a due elettrodi che sono in mano a chi effettua l’auditing) per individuare e localizzare gli engram. Attraverso una serie di domande e di pratiche (ad esempio ripetizione di parole), l’engram viene eliminato. Attraverso l’auditing e lo studio del materiale di Scientology come gli scritti di Hubbard, il fedele avanza lungo una scala ben definita fatta di livelli crescenti di difficoltà (di impegno, di tempo richiesto) a cui i membri si riferiscono a volte come “percorrere il Ponte verso la totale libertà” (“il Ponte”).

120 Cfr, il sito di Scientology Italia, reperibile su https://www.scientology.it/what-is-scientology/basic-

principles-of-scientology/, nel quale si può notare l’impegno sociale della setta volto a “liberare” le persone da una grande varietà di problemi concreti, dalla droga alla mancanza di istruzione.

35 conosciuta come The Watchtower Announcing Jehovah’s Kingdom (la Torre di Guardia), rappresenta l’oggetto e lo strumento di proselitismo più efficace della confessione. È ormai accertato che, l’intenzione originaria di Russell non fosse quella di fondare un nuovo gruppo con un’identità religiosa distinta da altri gruppi cristiani121. Il nome Testimoni di Geova fu introdotto nel 1931 ad opera del successore di Russell, Joseph Franklin Rutherford. Durante i suoi venticinque anni di presidenza, dal 1917 al 1942, Rutherford ristrutturò profondamente quest’organizzazione introducendo, oltre al nuovo nome, altri tratti distintivi che oggi associamo ai Testimoni di Geova, in particolare, oltre la nota predicazione porta a porta, la forma organizzativa gerarchica, l’omologazione delle pratiche nelle diverse congregazioni nonché quegli elementi di chiusura settaria che ha portato ad una crescente tensione tra la

Watch Tower Society e il mondo circostante122.

Il rigido separatismo rispetto alla società e la “disobbedienza alle leggi”, conseguenza dei conflitti di lealtà cui l’appartenenza alla confessione può dare origine, hanno contribuito ad alimentare l’idea che questa formazione religiosa nutra un’ostilità nei confronti dello Stato e delle sue leggi. Le principali critiche che si appuntano sulla dottrina e le pratiche dei Testimoni di Geova, e che sono anche alla base della profilazione delle accuse di antisistemicità, sottolineano la mancanza di autonomia degli adepti che può arrivare talvolta ad un vero e proprio controllo mentale da parte dei cd. Anziani, nonché la rigidità di alcuni dogmi e di una escatologia teocratica con vaghi tratti totalitari: tra i divieti a cui i Testimoni sono sottoposti, ad esempio, c’è anche quello delle trasfusioni di sangue123. Contrariamente a chi ritiene che tali scelte rappresentino solo battaglie per il rafforzamento della consapevole obiezione di coscienza dei propri aderenti, alla luce del riconosciuto controllo autoritario sugli affiliati dell’organizzazione, non è irragionevole ritenere che le azioni dei suoi membri siano piuttosto una mera e del tutto acritica esecuzione di direttive provenienti dall’alto.