• Non ci sono risultati.

Marcello Bianchi - Mario Ubigli

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1976 (pagine 55-66)

Premessa (*).

I confini della provincia di To-rino si snodano per un perimetro di 492 km e racchiudono un comprensorio di 6 8 3 0 k m q sud-diviso, comunemente, in tre zo-ne: montagna ( 5 2 , 3 0 % ) , collina ( 2 1 , 0 8 % ) e p i a n u r a ( 2 6 , 6 2 % ) .

Dalla tabella 1 — tratta dal volume I V - bestiame del 2° censimento generale dell'agricol-tura — è possibile d e d u r r e che i bovini allevati nella provincia torinese sono 3 3 6 . 9 4 5 , ripartiti nelle tre zone succitate. Gli indi-rizzi produttivi dell'allevamento bovino v a r i a n o in relazione alla zona, in cui l'azienda è situata, ed alla razza; come avviene nella maggior p a r t e del Piemonte, an-che in provincia di T o r i n o sono c o n t e m p o r a n e a m e n t e seguiti due o più indirizzi produttivi: so-vente u n o di questi prevale.

La p r o d u z i o n e del latte inte-ressa in maggior o m i n o r misura tutta la provincia, fatta eccezione della fascia collinare sud-orien-tale confinante con la provincia di Asti e della p a r t e di p i a n u r a del Canavese confinante con la provincia di Vercelli. Altra pro-duzione è quella del vitello da latte o « s a n a t o », s o p r a t t u t t o nel-la zona di m o n t a g n a , nelnel-la fascia collinare p e d e m o n t a n a e in u n a vasta area di p i a n u r a : il Cana-vese; la p r o d u z i o n e del vitellone

è prevalente sugli altri indirizzi nella fascia collinare di confine con la provincia di Asti. La pro-duzione di bestiame da rimonta (manze gravide e torelli) assume peso solo in alcune zone: a Vi-g o r e e nell'AVi-gro di Poirino, dove è allevata la razza Piemontese; zona di Quincinetto e di T o r r e Pellice, caratteristica della Val-dostana p.r.

C o n s i d e r a n d o che la razza Piemontese e la razza Valdosta-na p.r. rivestono un ruolo di primaria importanza nell'ambito dell'allevamento bovino della provincia torinese, ci è parso in-teressante effettuare u n ' i n d a g i n e sull'attitudine alla p r o d u z i o n e l a t t e o - b u r r i e r a di questi due gruppi etnici: la V a l d o s t a n a p.r. è, notoriamente, la razza italia-na a più spiccata attitudine latti-fera; la razza Piemontese, ancor-ché diffìcile da considerare latti-fera, fornisce tuttavia produzioni

non indifferenti e rappresenta, c o m u n q u e , l'entità etnica più nu-merosa del patrimonio bovino della provincia torinese.

La presente indagine è stata condotta sulla scorta dei dati re-periti presso la sede dell'Associa-zione provinciale allevatori di Torino: si f a riferimento alla produzione latteo-burriera di bo-vine periodicamente controllate, che h a n n o chiuso la lattazione nel periodo 1° gennaio-31 dicem-bre 1972; il c o m p u t o concerne soltanto le bovine con lattazione effettiva superiore ai 200 giorni (questo limite, « come indicazio-ne di massima, vorrebbe diffe-renziare le lattazioni chiuse fisio-logicamente da quelle interrotte per cause varie »).

(*) Lo studio è stato svolto nell'ambito dell'Istituto di zootecnica speciale della Fa-coltà di agraria dell'Università di Torino, diretto dal professor Antonio Ubertalle.

TABELLA 1. — C O N S I S T E N Z A E D I S T R I B U Z I O N E D E I B O V I N I A L L E V A T I N E L L A P R O V I N C I A DI T O R I N O

C A P I — Montagna Collina Pianura

Bovini di m e n o di 1 a n n o 6.764 21.182 51.807

M a n z e e giovenche da allevamento 6.161 10.196 27.319

Vacche totale 28.075 43.120 93.601

di cui d a latte 24.711 22.817 47.946

Torelli e lori da r i p r o d u z i o n e 363 1.022 4.239

Bovini destinati al macello 2.500 9.859 30.692

TABELLA 2 . — R I S U L T A T I D E L L ' E L A B O R A Z I O N E M A T E M A T I C O - S T A T I S T I C A S U L L A P R O D U Z I O N E L A T T E A D E L L !

Lattazioni 1 2 3 4 5 6 7 8 9

Media in kg 1.744,54 2.118,50 2.265,42 2.405,45 2.366,91 2.492,91 2.527,66 2.614,27 2667,46

Scarto quadratico medio ( ± ) 470,13 603,75 639,19 688,32 668,16 659,20 600,54 652,26 658,97

Estr. probabile superiore 2.214,67 2.722,25 2.904,61 3.093,77 3.034,30 3.152,11 3.128,20 3.266,53 3.326,43

1

Estr. probabile inferiore 1.274,41 1.514,75 1.626,23 1.717,13 1.697,98 1.833,71 1.927,12 1.962,01 2.008,49

Coefficiente di variabilità % 26,94 28,49 28,21 28,61 28,23 26,44 23,75 24,94 24,70

Frequenze 238 244 232 181 127 87 59 37 32

Produzione lattea della razza bo-vina piemontese.

Per la produzione lattea di 1270 bovine sono stati conside-rati i dati, separatamente rag-gruppabili, nella serie dalla la

alla 12a lattazione: nella tabel-la 2 sono riepilogati i risultati dell'inerente elaborazione mate-matico-statistica.

Un attento esame dei valori relativi consente di constatare che:

a) la produzione media di

latte presenta il suo valore più basso in la lattazione (1744,54 kg) e il massimo in 10a lattazio-ne ( 2 7 6 4 , 9 3 kg);

b) lo scarto quadratico

me-dio assume i valori minori in la

ed 11a lattazione (rispettivamen-te ± 4 7 0 , 1 3 e ± 494,31) e va-lori maggiori nelle altre;

c) l'estremo probabile su-periore rivela il suo valore più alto in 10a lattazione ( 3 5 6 0 , 0 5 kg) e il m i n i m o in la lattazione (2214,67 kg);

d.) l'estremo probabile infe-riore oscilla da un m i n i m o di

1274,41 kg in 1a lattazione ad un massimo di 2 1 0 0 , 2 9 kg in 12a lattazione;

e) il coefficiente di

variabi-lità assume i valori minori in l la e 12a lattazione e maggiori in tutte le altre.

I dati primitivi sono anche stati sottoposti all'analisi della varianza al fine di verificare l'in-fluenza dell'ordine di lattazione sull'entità della produzione.

Dal valore trovato (per P = 0,05), la differenza tra le medie, relative alle singole lattazioni, appare significativa nei seguenti casi:

— tra la produzione media della la lattazione e tutte le altre;

— tra la produzione media della 2a lattazione e tutte le ri-manenti, eccettuata la 3a;

— tra la produzione media della 3a lattazione e quella della

la, 6a, 7a, 8a, 9a, 10a, 12a; — tra la produzione media della 4a lattazione e quella della

la, 2a, 8a, 9a, 10a, 12a;

— tra la p r o d u z i o n e media della 5a lattazione e quella della

1°, 2a, 8a, 9a, 10a, 12a;

— tra la p r o d u z i o n e media della 6a lattazione e quella della

la, 2", 3a, 9a, 10a, 1 la;

— tra la produzione media della 7a lattazione e quella della

la, 2a, 3a, 10a, 1 la;

— tra la produzione media dell'8a lattazione e quella della la, 2a, 3a, 4a, 5a, 1 la;

— tra la produzione media della 9a lattazione e quella della la, 2a, 3a, 4a, 5a, 6a, 1 la;

— tra la produzione media della 10a lattazione e quella della

la, 2a, 3a, 4a, 5a, 6a, 7a, 1 la; — tra la produzione media della 1 la lattazione e quella della la, 2a, 6a, 7a, 8a, 9a, 10a, 12a;

— tra la produzione media della 12a lattazione e quella della

la, 2a, 3a, 4a 5a, l la.

Produzione lattea della razza bo-vina valdostana p.r.

I rilievi effettuati si riferiscono a 1007 bovine controllate per il 1972. Dalle schede è stato possi-bile rilevare i dati riguardanti la produzione lattea di 542 bovine allevate in aree s u b m o n t a n e e m o n t a n e (comprese nella zona A) e di 2 0 3 capi appartenenti ad al-levamenti condotti in piano (zo-na B): per e n t r a m b e le zone fino alla 7;' lattazione (fig. 1).

! ' I N E DI R A Z Z A P I E M O N T E S E 10 11 12 P = 0,05 d.m.s. CI764,93 2 . 2 9 1 , 4 4 2 . 6 3 0 , 6 6 1 6 6 , 1 5 ^ 7 9 5 , 1 2 4 9 4 , 3 1 5 3 0 , 3 7 5 5 6 0 , 0 5 2 . 7 8 5 , 7 5 3 . 1 6 1 , 0 3 8 6 9 , 8 1 1 . 7 9 7 , 1 3 2 . 1 0 0 , 2 9 2 8 , 7 5 2 1 , 5 7 | 2 0 , 1 6 15 9 6 Z O N A A

La tabella 3 riassume i risulta-ti dell'elaborazione matemarisulta-tico- matematico-statistica istituita sulla base dei dati raccolti nei confronti delle

bovine di razza Valdostana p.r. allevate nella zona A. Dall'esa-me di detta tabella è possibile constatare che:

a) la produzione media

pre-senta il suo valore minimo in la

lattazione (2516,05 kg) e tocca il suo valore massimo in 5a e 7a lat-tazione (rispettivamente 3114,87 kg e 3107,42 kg);

b) lo scarto quadratico

me-dio assume valori minimi in la e in 7a lattazione (rispettivamente ± 529,74 e ± 527,44) e valori maggiori nelle altre lattazioni;

c) l'estremo probabile su-periore palesa il suo valore più alto in 3a lattazione (3728,82 kg) ed il suo valore più basso in la

lattazione (3045,79 kg);

d) l'estremo probabile

infe-riore risulta massimo in 7a latta-zione (2579,98 kg) e minimo in la lattazione (1986,31 kg);

e) il coefficiente di

variabi-lità rivela valori maggiori nelle prime quattro lattazioni e valori minori nelle altre.

I dati primitivi, sottoposti an-che all'analisi della varianza, hanno consentito di constatare che la differenza fra le produ-zioni medie relative alle singole lattazioni è significativa (per P = 0,05) nei seguenti casi:

— tra la produzione media della la lattazione e tutte le altre;

— tra la produzione media della 2a lattazione e quella della la, 3a, 5a, 6a, 7a;

. Provincia di Torino , Delimitazione di Zona

TABELLA 3. — R I S U L T A T I D E L L ' E L A B O R A Z I O N E M A T E M A T I C O - S T A T I S T I C A SULLA P R O D U Z I O N E L A T T E A D E L L E B O V I N E DI R A Z Z A V A L D O S T A N A

(zona A)

Lattazioni 1 2 3 4 5 6 7 P = 0,05 d.m.s.

Media kg 2.516,05 2.843,97 3.067,52 2.882,86 3.114,87 3.070,38 3.107,42 192,23

Scarto quadratico medio ( ± ) 529,74 616,66 661,30 616,50 611,78 538,37 527,44

Estr. p r o b . superiore 3.045,79 3.460,63 3.728,82 3.499,36 3.726,65 3.608,75 3.634,86

Estr. p r o b . inferiore 1.986,31 2.227,31 2.406,22 2.266,36 2.503,09 2.532,01 2.579,98

Coefficiente di variabilità % 21,05 21,68 21,55 21,38 19,64 17,53 16,97

Frequenze 114 137 91 75 58 34 14

— tra la produzione media della 3a lattazione e quella della la, 2a;

— tra la produzione media della 4a lattazione e quella della lA ,a 5 u ì ' 3 a 7a

-— tra la produzione media della 5a lattazione e quella della la, 2a, 4a;

— tra la produzione media della 6a lattazione e quella della

la 2a

-— tra la produzione media della 7a lattazione e quella della la, 2a, 4a.

I risultati cui si è giunti

evi-denziano una produzione lattea che va sensibilmente aumentan-do dalla la alla 3a lattazione, in-di presenta una brusca flessione in 4a e tende poi a stabilizzarsi nelle ultime lattazioni.

L'indagine relativa all'analisi della varianza, è valsa a mettere in evidenza l'esistenza di una spiccata significatività della dif-ferenza tra le singole lattazioni e, in modo particolare, della dif-ferenza fra le ultime e le prime.

Z O N A B

L'elaborazione matematico-statistica dei dati primitivi

ri-guardanti le bovine allevate in zona B ha messo in evidenza (ta-bella 4) quanto segue:

a) la produzione media

pre-senta il valore minimo in la lat-tazione (2334,75 kg) e raggiunge il valore massimo in 7a lattazio-ne (3171,00 kg);

b) lo scarto quadratico

me-dio assume il valore minimo in 2a lattazione ( ± 472,57) e massi-mo in 6a lattazione ( ± 977,71);

c) l'estremo probabile supe-riore rivela il valore minimo in

la lattazione (2881,91 kg) ed il TABELLA 4. — R I S U L T A T I D E L L ' E L A B O R A Z I O N E M A T E M A T I C O - S T A T I S T I C A S U L L A P R O D U Z I O N E L A T T E A D E L L E B O V I N E D I R A Z Z A V A L D O S T A N A (zona B) Lattazioni 1 2 3 4 5 6 7 P = 0,05 d.m.s. Media in kg 2.334,75 2.580,14 3.141,02 2.905,93 3.111,00 2.887,45 3.171,00 347,36 Scarto q u a d r a t i c o m e d i o ( ± ) 547,16 472,57 819,37 768,73 787,13 977,71 581,80 Estr. p r o b . superiore 2.881,91 3.052,71 3.960,39 3.674,66 3.898,13 3.865,16 3.752,80 Estr. p r o b . inferiore 1.787,59 2.107,57 2.321,65 2.137,20 2.323,87 1.909,74 2.589,20 Coefficiente di variabilità % 23,43 18,31 26,08 26,45 25,30 33,86 18,34 F r e q u e n z e 62 41 41 29 9 11 8

Kg. 3200 3000 2800 2600 2400 2200 2000 1800 1600 R. P i e m o n t e s e R . V a l d o s t a n a Z o n a A R. V a l d o s t a n a Z o n a B .

\ /

V

III IV V VI VII V i l i IX X XI XII L A T T A Z I O N I

Fig. 2 . - P r o d u z i o n e l a t t e a in 3 0 5 g i o r n i ( v a l o r i m e d i ) . valore più alto in 3a lattazione

(3960,39 kg);

d) l'estremo probabile in-feriore oscilla da un minimo di 1787,59 kg (in la lattazione) ad un massimo di 2 5 8 9 , 2 0 kg (in 7a lattazione);

e) il coefficiente di

variabi-lità presenta valore minimo in 2a

lattazione (18,31) e valore massi-mo in 6a lattazione (33,86).

All'analisi della varianza, la differenza f r a le produzioni me-die relative alle singole lattazio-ni è siglattazio-nificativa, per P = 0,05, nei seguenti casi:

— f r a la produzione media della la lattazione e quella della 3a, 4a, 5a, 6a, 7a;

— f r a la p r o d u z i o n e media della 2a lattazione e quella della 3a 5a 7a

-j > j » ' ì

— f r a la produzione media della 3a lattazione e quella della

la 2a

-— f r a la p r o d u z i o n e media della 4a lattazione e quella della

la;

— f r a la p r o d u z i o n e media della 5a lattazione e quella della

la 2a

-1

? ^ »

— f r a la p r o d u z i o n e media della 6a lattazione e quella della

ia;

— f r a la p r o d u z i o n e media della 7a lattazione e quella della

l

a

, 2

a

.

I risultati ottenuti d i m o s t r a n o che la p r o d u z i o n e lattea va sen-sibilmente a u m e n t a n d o dalla la

alla 3a lattazione con punti di flessione accentuata in corrispon-denza della 4a e 6a lattazione. L'esiguo n u m e r o delle osserva-zioni p o t r e b b e essere la causa delle sensibili differenze di pro-duzione lattea (fig. 2) che carat-terizzano l ' a n d a m e n t o delle

lat-tazioni comprese tra la la e la 7a: di n o r m a , in queste lattazioni, la razza in esame raggiunge l'apice ed una certa stabilizzazione (sia p u r e in decrescendo) della pro-duzione lattea; a tal proposito, r i m a n d i a m o a n c h e alle osserva-zioni fatte per la V a l d o s t a n a p.r. in zona A.

L'indagine relativa all'analisi della varianza, c o m p i u t a con lo scopo di i n d i v i d u a r e l'influenza dell'ordine di lattazione sull'en-tità della p r o d u z i o n e lattea, è valsa a porre in evidenza l'esi-stenza di u n a spiccata significa-tività delle differenze fra le sin-gole lattazioni e, in particolar m o d o , della differenza della pro-d u z i o n e mepro-dia per la 1" e per la 2a lattazione e quella per tutte le successive.

Percentuale di grasso nel latte delle bovine di razza piemon-tese.

Variazioni in rapporto all'ordine di lattazione

I dati primitivi — raccolti a n a l o g a m e n t e a quelli concernen-ti la lattazione — sono staconcernen-ti sot-toposti all'analisi della varianza.

La differenza tra le percentua-li medie di grasso relative alle singole lattazioni è significativa, per P = 0,05, nei seguenti casi:

— f r a la percentuale media della 1° lattazione e quella della 6a, 7a, 8", 9", 10", 11°, 12a;

— fra la percentuale m e d i a della 2" lattazione e quella della 6", 8", 9a, 10", 11";

—• f r a la percentuale media della 3a lattazione e quella della 8a, 9a, 10a, 1 la;

— fra la percentuale media della 4a lattazione e quella della 8a, 9a, 10a, 1 la;

— fra la percentuale media della 5a lattazione e quella della 8a, 9a, 10a, 1 la;

— f r a la percentuale media della 6a lattazione e quella della la, 2a, 9a, l la;

— fra la percentuale media della 7a lattazione e quella della la, 9 \ 10a, 1 la;

— f r a la percentuale media della 8a lattazione e quella della

la, 2a, 3a, 4a, 5a;

— f r a la percentuale media della 9a lattazione e quella della

la, 2a, 3a, 4a, 5a, 6a, 7a, 12"; — f r a la percentuale media della 10a lattazione e quella della

la, 2a, 3a, 4a, 5a, 7a, 12a;

— f r a la percentuale media della 1 la lattazione e quella della la, 2a, 3a, 4a, 5a, 6a, 7a, 12a;

— f r a la percentuale media della 12a lattazione e quella della la, 9a, 10a, 1 la.

Come è possibile constatare la significatività dell'indice F è

mo-tivata dalla differenza esistente tra le percentuali medie per le prime cinque lattazioni e quelle per le ultime. Si può ancora os-servare che la percentuale di sostanza grassa è inversamente proporzionale (fig. 3) alla quanti-tà di latte prodotto, a conferma di una n o r m a sancita dalle ricer-che di numerosi sperimentatori, tra cui ricordiamo quelle di A-ghina (1953), Ubertalle e Bono-mi (1956).

Variazioni nell'ambito di una stessa lattazione

La elaborazione matematico-statistica, condotta allo scopo di esaminare la variabilità del te-nore in grasso del latte prodotto dalle bovine comprese nello stesso ordine di lattazione, ha fornito i risultati riepilogati nella tabella n. 5.

Dal loro esame è possibile osservare che:

a) il contenuto medio di

grasso varia da un massimo del 3 , 7 4 % in la lattazione (fig. 3) ad un m i n i m o del 3 , 4 8 % in l la

lattazione;

b) lo scarto quadratico

me-dio si manifesta massimo in 3a

lattazione ( ± 0,38) e minimo in l f ( ± 0 , 1 7 ) ;

c) l'estremo probabile supe-riore rivela il valore più alto in 12a lattazione (4,14) ed il valo-re più basso in l la lattazione (3,65);

d) l'estremo probabile

infe-riore presenta il valore massimo in la e 2a lattazione (3,41) ed il valore minimo in 12a lattazione (3,12);

e) il coefficiente di

variabi-lità oscilla da un minimo del 4 , 8 8 % in l la lattazione ad un massimo del 1 4 , 0 4 % in 12a lat-tazione.

Percentuale di grasso nel latte delle bovine di razza valdo-stana p.r.

Z O N A A

Variazioni in rapporto all'ordine di lattazione

I dati primitivi concernenti il contenuto percentuale in grasso del latte secreto — ricavati con-temporaneamente a quelli riguar-danti le lattazioni — sono stati sottoposti all'analisi della varian-za, per verificare un'eventuale

TABELLA 5. — R I S U L T A T I D E L L ' E L A B O R A Z I O N E M A T E M A T I C O - S T A T I S T I C A D E L C O N T E N U T O % IN G R A S S O D E L L A T T E D E L L E B O V I N E DI R A Z Z A P I E M O N T E S E Lattazioni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 P = 0,05 d.m.s. Media 3,74 3,72 3,69 3,70 3,67 3,62 3,63 3,55 3,51 3,53 3,48 3,63 0,09 Scarto quadratico m e d i o ( ± ) 0,33 0,31 0,38 0,33 0,33 0,33 0,36 0,33 0,33 0,26 0,17 0,51 Estr. p r o b . superiore 4,07 4,03 4,07 4,03 4,00 3,95 3,99 3,88 3,84 3,79 3,65 4,14 Estr. p r o b . inferiore 3,41 3,41 3,31 3,37 3,34 3,29 3,27 3,22 3,18 3,27 3,31 3,12 Coefficiente di variabilità % 8,82 8,33 10,29 8,91 8,99 9,11 9,91 9,29 9,40 7,36 4,88 14,04 F r e q u e n z e 238 244 232 181 127 87 59 37 32 15 9 6

influenza dell'ordine di lattazio-ne su tale parametro; dal con-fronto tra il valore F delle tavole e quello calcolato, risulta la non significatività di questo valore: pertanto, ci sembra sia da esclu-dere una particolare influenza dell'ordine di lattazione sul con-tenuto in grasso.

Variazioni nell'ambito stessa lattazione

di una

Nella tabella 6 sono rias-sunti i risultati dell'elaborazio-ne matematico-statistica effettua-ta allo scopo di indagare circa la variabilità del tenore in grasso del latte prodotto dalle bovine comprese nello stesso ordine di lattazione.

Dall'esame di detti risultati è possibile rilevare che:

a) il valore medio

percen-tuale relativo al contenuto in grasso oscilla, dalla la alla 7a lat-tazione, da un minimo di 3,66 in 5!1 lattazione ad un massimo di 5,76 in 2a;

b) lo scarto quadratico

me-dio assume il valore minimo in 7a lattazione ( ± 0 , 1 7 ) ed il va-lore massimo in 4a lattazione ( ± 0,42); 4 , 0 0 3 , 8 0 3 , 6 0 3 , 4 0 3 , 2 0 3 , 0 0 2,80 2 , 6 0 2 , 4 0 . R. P i e m o n t e s e R. V a l d o s t a n a Z o n a A . R. V a l d o s t a n a Z o n a B . I IV V VI VII V i l i IX X XI XII L A T T A Z I O N I

Fig. 3. - Percentuale di grasso prodotto in 305 giorni di lattazione (valori medi).

e) l'estremo probabile supe-riore rivela il suo valore più alto in 4a lattazione (4,13) ed il suo valore più basso in 5a e 7a latta-zione (3,88);

d) l'estremo probabile

in-feriore varia da un minimo di

3,29 in 4a lattazione ad un mas-simo di 3,54 in 7a lattazione;

e) il coefficiente di variabi-lità oscilla da un minimo di 4 , 5 8 % in 7a lattazione ad un massimo di 11,32% in 4a latta-zione. TABELLA 6. — R I S U L T A T I D E L L ' E L A B O R A Z I O N E M A T E M A T I C O - S T A T I S T I C A D E L C O N T E N U T O % IN G R A S S O D E L L A T T E D E L L E B O V I N E DI R A Z Z A V A L D O S T A N A (zona A) Lattazione 1 2 3 4 5 6 7 P = 0,05 d.m.s. Media 3,72 3,76 3,73 3,71 3,66 3,71 3,71

Scarto quadratico medio ( ± ) 0,22 0,26 0,30 0,42 0,22 0,24 0,17

Estr. p r o b . superiore 3,94 4,02 4,03 4,13 3,88 3,95 3,88

Estr. p r o b . inferiore 3,50 3,50 3,43 3,29 3,44 3,47 3,54

Coefficiente di variabilità % 5,91 6,91 8,04 11,32 6,01 6,46 4,58

Z O N A B

Variazioni in rapporto all'ordine di lattazione

I rilievi effettuati riguardano gli stessi capi già considerati per le lattazioni: ai fini dell'elabora-zione, i dati primitivi sono stati sottoposti all'analisi della varian-za per verificare un'eventuale in-fluenza dell'ordine di lattazione sul contenuto di grasso del secre-to mammario.

La differenza tra le percen-tuali medie di grasso relative alle singole lattazioni è significativa, per P = 0,05, nei seguenti casi:

— f r a la percentuale media della la lattazione e quella della 6a, 7a;

— fra la percentuale media della 2a lattazione e quella della 6a, 7a;

•—• f r a la percentuale media della 3a lattazione e quella della 6a;

— f r a la percentuale media della 4a lattazione e quella della 6a;

— fra la percentuale media della 5a lattazione e quella della

6a;

— f r a la percentuale media della 6a lattazione e quella della la, 2a, 3a, 4a, 5a;

— f r a la percentuale media della 7a lattazione e quella della la, 2a.

La significatività dell'indice F si direbbe motivata dalla diffe-renza esistente f r a le percentuali medie delle prime cinque latta-zioni e quelle delle restanti due.

Variazioni nell'ambito di una stessa lattazione

La elaborazione matematico-statistica condotta allo scopo di esaminare la variabilità del te-nore in grasso del latte prodotto dalle bovine comprese nello stes-so ordine di lattazione, ha forni-to i risultati riepilogati nella ta-bella 7.

Dal loro esame è possibile os-servare che:

a) il contenuto medio di

grasso oscilla da u n m i n i m o del 3 , 3 5 % in 6a lattazione ad u n massimo del 3 , 6 8 % in 2a latta-zione (fig. 3);

b) lo scarto quadratico

me-dio si palesa massimo in 4a

latta-zione ( ± 0,34) e minimo in 5a

lattazione ( ± 0,16);

c) l'estremo probabile supe-riore rivela il valore più alto in 2a lattazione (3,95) ed il valore più basso in 6a lattazione (3,64);

d) l'estremo probabile

in-feriore presenta il valore massi-mo in 2a lattazione (3,40) e il valore minimo in 6a lattazione (3,06);

e) il coefficiente di

variabi-lità oscilla da un minimo del 4 , 4 7 % in 5a lattazione a u n mas-simo del 9 , 5 4 % in 4a lattazione.

Osservazioni e considerazioni.

R A Z Z A P I E M O N T E S E

La razza bovina Piemontese ha subito, nel corso degli ultimi trenta anni, tre diverse variazio-ni di indirizzo zootecvariazio-nico — tra-mite l'opera di selezione — in-dotte dalle esigenze del consu-mo dei prodotti da essa ricava-bili.

Il 23 luglio 1958, per appro-vazione ministeriale si sanciva: « la selezione della razza bovina Piemontese si propone la produ-zione di bestiame sano, fecondo,

TABELLA 7. — R I S U L T A T I D E L L ' E L A B O R A Z I O N E M A T E M A T I C O - S T A T I S T I C A D E L C O N T E N U T O % IN G R A S S O D E L L A T T E D E L L E B O V I N E DI R A Z Z A V A L D O S T A N A (zona B) Lattazioni 1 2 5 4 5 6 1 7 d.m.s. P = 0,05 M e d i a 3,65 3,68 3,57 3,56 3,55 3,35 3,45 0,14 Scarto quadratico m e d i o ( ± ) 0,27 0,27 0,27 0,34 0,16 0,29 0,25 Estr. p r o b . superiore 3,92 3,95 3,83 3,90 3,71 3,64 3,70 Estr. p r o b . inferiore 3,37 3,40 3,30 3,22 3,39 3,06 3,20 Coefficiente di variabilità % 7,56 7,49 7,55 9,54 4,47 8,67 7,21 F r e q u e n z e 62 41 41 29 9 11 8

di robusta costituzione, precoce, nel quale l'attitudine del latte sia adeguatamente integrata con quella della carne ». Otto anni dopo, il 30 maggio 1966 veniva stabilito: « la selezione della raz-za bovina Piemontese si propone la produzione di bestiame sano, fecondo, di robusta costituzione, precoce, nel quale l'attitudine della carne sia adeguatamente in-tegrata con quella del latte». L'approvazione ministeriale del 24 gennaio 1970 dichiarava infi-ne che: « la selezioinfi-ne della razza bovina Piemontese si propone la produzione di bestiame sano, fe-condo, di robusta costituzione, precoce, nel quale la preminente attitudine della carne sia inte-grata con quella del latte ».

In tempi recenti, il 4 febbraio 1972, la Commissione tecnica di-rettiva del libro genealogico ap-proda ad una nuova impostazio-ne delle finalità selettive, cosi de-finendole: « la selezione si pro-pone di produrre bovini a spic-cata attitudine alla produzione della carne; tale attitudine è in-tegrata da una adeguata produ-zione lattea ». Stabilisce, altresì, le misure somatiche minime e l'area di allevamento. Per quanto riguarda il domani della razza Piemontese, già da alcuni anni, l'Associazione nazionale alleva-tori bovini di razza Piemontese (che ha responsabilità giuridica del libro genealogico) ha dato inizio al controllo delle discen-denze tramite le « prove di proge-n i e » e di « p e r f o r m a proge-n c e t e s t » , onde pervenire ad un organico miglioramento dei bovini di que-sta razza, ai fini della creazione di « linee » con caratteri stan-dards per la produzione della carne.

Le conclusioni cui giungono gli sperimentatori, tra cui Malet-to e Raimondi (1973) — alle

quali riteniamo possa essersi av-vicinata anche la serie di conclu-sioni tratte da questa nostra inda-gine — , possono cosi sintetizzar-si: la razza bovina Piemontese — pur mantenendo un'adeguata produzione lattea, « allo scopo di realizzare un'organica linea vac-ca-vitello » — gode di una spic-cata attitudine alla produzione della carne; nonostante il chiaro e netto indirizzo selettivo, non pare tuttavia mortificata la secre-zione lattea se, come avvertono Rossi (1971) e Raimondi (1974), nella provincia di Cuneo è dato osservare che la produzione lat-tea di bovine a spiccata attitudi-ne alla carattitudi-ne non è inferiore alle produzioni ottenute dalle nor-mali vacche di razza Piemontese.

R A Z Z A V A L D O S T A N A p . r .

Se esaminiamo, nell'ambito della razza Valdostana, la zona A e la zona B riscontriamo che la produzione annua dei capi alle-vati nella prima è di 2877 kg e

quella delle bovine presenti nel-la seconda è di 2729 kg: entram-be rapportate ai 305 giorni della lattazione tipo.

Carbone e Raimondi (1970) riferiscono, per la stessa lattazio-ne convenzionale, i risultati di una loro ricerca protrattasi per oltre un trentennio di selezione su bovini di razza Valdostana p.r.; i dati ottenuti provengono da indagini su bovine che hanno goduto di « attente cure igieni-che ed opportuni trattamenti pro-filattici », di un razionamento a base di « foraggi di vario tipo (freschi, affienati ed insilati) in-tegrati con miscele di concentra-ti » (nella primavera e nell'autun-no condotte al pascolo).

Sintetizziamo, qui di seguito, i valori medi delle produzioni del latte (per le prime sette lat-tazioni) delle bovine allevate e selezionate dall'Istituto zootecni-co e caseario per il Piemonte e di quelle (che indichiamo con zona A e B) oggetto della nostra indagine:

Lattazione Ist. Zootec. Cas. Zona A Zona B

la k g 2.618,53 kg 2.516,05 kg 2.334,75 » 3.310,32 » 2.843,97 » 2.580,14 3a » 3.778,32 » 3.067,52 » 3.141,02 4" » 4.053,54 » 2.882,86 » 2.905,93 5" » 4.302,31 » 3.114,87 » 3.111,00 6a » 4.290,44 » 3.070,38 » 2.887,45 » 4.285,85 » 3.107,42 » 3.171,00

Per meglio cogliere la possibi-lità di miglioramento dell'attitu-dine lattifera delle bovine Valdo-stane p.r. — intuibile dalla dif-ferenza di produzione che si ri-scontra fra quella delle bovine allevate in condizioni ottimali e quella delle bovine allevate in condizioni normali (si parla di valori medi) — riportiamo i dati allineati in rappresentazio-ne grafica (cfr. fig. 4),

premet-tendo che è interessante il con-fronto che si stabilisce fra i capi allevati dall'Istituto zootecnico e caseario e quelli della zona B in quanto trattasi, in entrambi i casi, di allevamenti condotti in pianura. Dal confronto fra gli istogrammi del grafico è facile osservare che l'andamento delle produzioni, nel susseguirsi delle lattazioni, è analogo per tutti e tre i gruppi (maggiormente, però,

Kg. 4 3 0 0 4 0 0 0 3 5 0 0 3 0 0 0 2 5 0 0 2000 1 L A T T A Z I O N I

R. Valdostana dell'Istituto Zootecnico Caseario [7] R. Valdostana Zona A

R. Valdostana Zona B g ì

Fig. 4. - Produzione lattea in 305 giorni di lattazione (valori medi). per le bovine dell'Istituto

zoo-tecnico e caseario e quelle della zona A).

Se si indica in termini quanti-tativi la differenza tra le produ-zioni medie delle bovine allevate secondo i migliori criteri e le produzioni medie di quelle alle-vate in condizioni normali, avre-mo i seguenti valori:

Lattazioni con zona A Differenza con zona B Differenza

la kg 102 kg 284 2a » 467 » 730 3a » 711 » 637 4a » 1.171 » 1.148 5a » 1.178 » 1.191 6a » 1.220 » 1.403 7a » 1.178 » 1.114

da cui ci pare si possa evincere

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1976 (pagine 55-66)