Franco Testore
4. Operazioni complementari alla filatura
Mentre non si registrano sensibili progressi nei modelli di binatrici, eccezione fatta in certe ver-sioni particolari per usi speciali, incessantemente studi e ricerche vengono dedicati alla realizza-zione di miglioramenti sulle roccatrici automati-che. Caricatori per alimentare spole di qualsiasi f o r m a t o b u t t a t e alla rinfusa in vasti contenitori, annodatori adatti anche per titoli molto grossi,
oppure possibilità^ di rifornire in continuo le teste di roccatura con confezioni cilindriche prove-nienti dai filatoi open-end, fino all'ormai genera-lizzato scarico automatico della rocca, alla pre-cisa misurazione della lunghezza avvolta, e al go-verno di gruppi di macchine a mezzo di un elabo-ratore elettronico centralizzato, costituiscono i perfezionamenti che più h a n n o colpito il visi-tatore.
Le roccatrici di precisione per fili continui, sovente messe in serie con la filiera ed u n succes-sivo treno di stiro per orientare le molecole ed assicurare resistenza e stabilità dimensionale del semilavorato, sono gioielli di automazione con elevatissime produttività. A sviluppi dell'ordine di 3000, e fino a 4 0 0 0 metri al minuto, si uni-scono dispositivi per compiere automaticamente, senza f e r m a r e la testa, la levata delle rocche pie-ne e la sostituziopie-ne di esse sui mandrini con tubi vuoti.
Tra i numerosi sistemi per ritorcere fili e filati, si accentua il predominio della doppia torsione, sia come produttività, sia come automatismo, sia come versatilità.
Di particolare interesse i dispositivi per distri-buire l'avvivaggio, in maniera u n i f o r m e e perfet-tamente dosabile, sul filo un attimo prima che si inizi ad impartirgli la torsione, q u a n d o la ten-sione è ancora assai modesta; inoltre geniali ed ammirati gli automatismi per infilare il capo rotto nel fuso, e perfino annodarlo con il filato già Toc-cato. La ritorcitura a doppia torsione è entrata ormai a m p i a m e n t e anche nel c a m p o dei fili con-tinui, superando iniziali difficoltà tecnologiche, e a p p o r t a n d o v i i vantaggi ben noti di produtti-vità elevata e di grandi confezioni senza nodi.
Una segnalazione specialissima merita una fi-latrice-torcitrice di concezione non convenziona-le: essa, alimentata da u n nastro di stiratoio, for-nisce u n a rocca di ritorto a due capi, c o m b i n a n d o in maniera assai originale i due principi della fi-latura centrifuga e della ritorcitura per auto-torsione.
In questo comparto della trasformazione tes-sile sono sempre più numerosi i tentativi felice-mente riusciti nel compiere in sequenza più fasi di lavorazione: due esempi significativi sono co-stituiti u n o dai ritorcitoi per fili continui compo-sti da torcitoi a piantello che alimentano bina-trici-ritorcitoi ad anello, con possibilità di impar-tire ai semplici e al ritorto qualsiasi torsione; l'altro da u n treno di macchine che compiono la
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Fig. 6 a - Costruzione e funzionamento del fuso magnetico Heberlein.
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Fig. 6 c - Schema del fuso Heberlein a frizione esterna.
Fig. 6 b - Schema del fuso He-berlein a frizione interna.
gomitolatura, la fascettatura, la stampigliatura delle fascette, l'impaccatura di un numero pre-determinato di gomitoli in un sacchetto di poli-tene, e la saldatura di questo.
Nelle aspatrici, tendenza a sviluppare le ma-tasse giganti cosiddette stratificate, nelle quali la corsa del guidafilo non si estende per tutta la lar-ghezza della matassa, ma si limita ad uno spazio di pochi centimetri, spostandosi progressivamen-te, come nei cops; ciò rende assai più agevole e rapida (fino a 1200 metri al minuto) la dipana-tura successiva che, come è ben noto, costituisce tuttora un'operazione particolarmente costosa.
Un notevole ulteriore passo verso l'automatiz-zazione delle operazioni, generalmente fatte a mano, di dividere le matasse in filzuoli e anno-dare i capi del filo separatore, è stato compiuto da una ditta italiana con un interessante carro mobile appeso a rotaie.
Nonostante tali progressi, è nettissima la ten-denza a superare la confezione in matasse per compiere certe operazioni, adottando procedi-menti che partono da rocca, e, senza passaggi in-termedi, terminino con una rocca.
Ci si riferisce soprattutto alla mercerizzazione in continuo, che ha compiuto grossi passi in avan-ti negli ulavan-timi quattro anni, e alla retrazione e stabilizzazione dei filati, specialmente acrilici HB; quest'ultimo procedimento era presentato in
nu-merose versioni adatte a molteplici usi, ed una novità era costituita da un'autoclave per la retra-zione sotto pressione dei filati per tappeti, con lo scopo di dare ad essi la necessaria gonfiezza, oltre alla stabilità dimensionale.
Il declino delle matasse appare irreversibile so-prattutto come confezione ideale nella tintura dei filati per maglieria e per tappeti; infatti l'elevata incidenza della mano d'opera in aspatura e nella successiva dipanatura sul costo globale della tin-tura rende sovente antieconomica tale lunga serie di manipolazioni e passaggi discontinui, e pertan-to giustificati gli investimenti in macchinari che richiedono confezioni su rocche o focacce o cilin-dri spiralati, o che consentono la tintura in continuo.
Le stribbie elettroniche, complementi ormai essenziali di ogni roccatrice automatica, erano presentati in modelli ancor più perfezionati, so-fisticati, versatili e ad alto grado di affidabilità. In particolare è ormai generalizzato anche il ri-levamento e l'eliminazione dei tratti fini, come si sta estendendo il collegamento, attraverso ter-minali, delle teste con u n elaboratore, il che per-mette di classificare statisticamente i vari tipi di difetto, e di porre il responsabile della qualità in grado di intervenire prontamente sulle macchine a monte. Ai potenziali compratori era proposta una gamma assai ampia di macchine
testurizza-triti, con modelli che offrivano dalla messa in se-rie di tutte le vase-rie fasi del ciclo, ad economia di spazio, ad altissime velocità, a controlli opera-tivi ultra sofisticati.
Una nuova era nella tecnologia della testuriz-zazione, in cosi rapida evoluzione, è nata con la recentissima comparsa dei fili preorientati P.O.Y. (abbreviazione di pre oriented yarns), con i quali è possibile riunire in una sola macchina le due operazioni di stiro e di testurizzazione, e com-pierle simultaneamente o sequenzialmente.
Oltre alle ovvie economie di spazio e di mano d'opera per eliminazione del passaggio da una macchina all'altra, si ottiene pure un risparmio notevole, dell'ordine del 3 5 % circa, sul consu-mo di energia nel ciclo tra polimero e filo testu-rizzato e fissato.
11 classico fusello di falsa torsione, guidato su cuscinetti ad aria, raggiunge ormai 1.250.000 giri al minuto, cioè oltre 20.000 al secondo, ma produttività ben maggiori si ottengono con il de-ciso miglioramento qualitativo realizzato dallo sviluppo del sistema di impartire la falsa torsione a mezzo della frizione con dischi; ciò consente di raggiungere velocità di rotazione del filo di vari milioni di giri al minuto.
La differenza qualitativa tra i due tipi di te-sturizzati, cioè ottenuti con fusello o con frizione, era sensibile fino ad epoca recentissima, soprat-tutto in relazione all'aspetto finale del manufatto con essi prodotto, ma oggi tale remora sta pro-gressivamente e rapidamente cadendo, sia per i perfezionamenti tecnologici dei dispositivi di fri-zione, sia per il miglioramento qualitativo dei fili preorientati forniti dai produttori.
Si può pertanto affermare che almeno per molti usi finali gli odierni testurizzati, ottenuti
per frizione, possono assimilarsi, come qualità e mano, ai fili ottenuti con il classico procedimento di falsa torsione.
Gli sviluppi sono passati dai 50-80 metri al minuto del 1968 ai 150-200 del 1973, ai 600 e perfino 1000 del 1975, e ciò non soltanto per i titoli relativamente grossi, intorno ai 150 denari, ma anche per quelli assai più fini. Si assiste per-ciò ad un fenomeno di obsolescenza che non ha riscontro in alcun altro settore dell'industria tes-sile, compensato però in gran parte dal parallelo, e vertiginoso, accrescersi dei costi delle nuove macchine che oggi raggiungono cifre dell'ordine di 200 milioni.
Le altissime velocità obbligano a costruire for-netti di riscaldamento sempre più lunghi, per as-sicurare un tempo sufficiente di permanenza in essi del materiale, e geniali sono le soluzioni per soddisfare tale esigenza, senza richiedere troppo spazio.
Molti studi, con brillanti successi, sono stati volti a ridurre il livello sonoro, che, come è noto, raggiunge nei fuselli frequenze altissime, sovente nella gamma degli ultrasuoni; l'adozione genera-lizzata di sistemi di controllo individuale della velocità dei fuselli consente un netto migliora-mento qualitativo, con l'abolizione dei noti di-fetti, rilevabili soltanto dopo tessitura e tintura sul capo confezionato, e non riparabili. Inoltre gruppi di macchine possono essere dotati di un programmatore centralizzato, con stampante, che registra ed autoregola entro limiti assai ristretti le oscillazioni, nel tempo, delle principali varia-bili, quali la temperatura dei fornetti. il numero di giri dei fusi, lo sviluppo delle bobine di raccolta.