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Market power e barganining power: squilibri tra suppliers e buyers

5. Il “caso indivia”: nuove prospettive circa il ruolo dell’associazionismo

1.1. Market power e barganining power: squilibri tra suppliers e buyers

Analizzando i rapporti di forza all’interno di relazioni contrattuali risulta necessario, a livello metodologico, precisare alcuni elementi chiave, posto che numerosi sono stati e saranno i riferimenti a concetti quali potere contrattuale, potere di mercato o, nelle accezioni inglesi maggiormente in voga in dottrina, bargaining e market power. È infatti possibile distinguere da un lato il concetto di market power (la cui accezione più estrema si configura con la condizione di monopolio) definibile come il potere di una o più imprese di alzare e mantenere il livello del prezzo al di sopra di quello praticato in regime di libera concorrenza e, dall’altro, quello di bargaining power, individuabile come il potere di ottenere concessioni dalla controparte tramite la minaccia di ripercussione (ad esempio aumento di un costo o venir meno di un beneficio) qualora la controparte non garantisca la sua prestazione286. Ancora, ponendosi in un’ottica fornitore-acquirente, si distingue tra buyer power definibile come il bargaining power ma esercitato da parte di un compratore (la tipica condizione di monopsonio che caratterizza il mercato agricolo)287 e countervailing power identificato come l’abilità di far fronte e compensare il market o

bargaining power di un altro soggetto288. Ebbene, volendo utilizzare il “gergo” appena proposto, si può affermare che l’associazionismo economico si inserisce come strumento necessario per aumentare il countervailing power dei produttori agricoli rispetto ad un

market power dei trasformatori-distributori sproporzionato e prevaricante, il tutto tramite

286 VELAZQUEZ B., BUFFARIA B., “About farmers bargaining power within the new CAP”, in Agricultural and Food Economics, 2017, p. 3.

287Il buyer power può anche essere definite come la condizione per cui un buyer “can credibly threaten to

impose a long term opportunity cost (i.e. harm or withheld benefit) which, were the threat carried out, would be significantly disproportionate to any resulting long-term cost to itself” (OCDE, “Buyer Power of Large Scale Multi-Product Retailers”, Background Paper for the OECD Roundtable on Buyer Power, 1998).

un rafforzamento del bargaining power dei primi che possa far fronte alla forza del buyer

power dei secondi.

Come più volte ribadito, i mercati agricoli si caratterizzano per l’elevata frantumazione dell’offerta dei prodotti alimentari, solitamente realizzata da una moltitudine di imprese agricole di piccole-medie dimensioni le quali, per definizione, non possono vantare un potenziale economico e contrattuale elevato. Questo microcosmo produttivo viene ad interfacciarsi con un secondo stage della filiera agro-alimentare caratterizzato invece da un’alta concentrazione della domanda di prodotti agricoli, con la presenza sul mercato di soggetti economici molto più solidi ed economicamente attrezzati i quali peraltro non subiscono, quanto meno in via diretta, i rischi di produzione tipicamente legati alla realizzazione di prodotti alimentari289. Tale condizione implica una struttura dei mercati agricoli, valida pressoché per tutte categorie di prodotto offerte ed aree geografiche considerate, che vede i produttori spesso costretti ad interfacciarsi con poche controparti contrattuali o addirittura con un unico soggetto, che domina il lato della domanda del prodotto da loro offerto, con l’impossibilità pertanto di reindirizzare la loro offerta verso soggetti diversi ed a condizioni economicamente più vantaggiose.

289 FAŁKOWSKI J., CIAIAN P., “Factors Supporting the Development of Producer Organizations and their Impacts in the Light of Ongoing Changes in Food Supply Chains: A Literature Review”, DG Joint Research Centre, European Commission, 2016, p. 14 e ss. Per un’analisi dettagliata delle condizioni di disequilibrio a livello di market power presenti nelle filiere agro-alimentari in UE (e non solo) si veda il Report OECD, “Competition Issues in the Food Chain Industry”, OECD Policy Roundtables, DAF/COMP(2014)16, reperibile online. Il documento pone particolare attenzione ai livelli di concentrazione del settore di retailing e distribution dei beni alimentari, indicandolo appunto come altamente concentrato e in ulteriore fase di concentrazione. In generale il Report (pp. 23-25) pone in evidenza come l’elevatissima complessità del sistema di inter-relazioni che caratterizzano i mercati agricoli ed in particolar modo la presenza di numerose possibilità di vertical restrictions, renda estremamente complesso ottenere evidenza di natura empirica della presenza di buyer power non sia così scontato ed in particolar modo risulti complicato individuare nessi di causalità che dimostrino un abuso di tale potere di mercato, alla luce delle disposizioni dell’art. 102 TFUE. Un ruolo determinante in tale contesto è svolto dalle grandi catene di distribuzione (i supermercati, la Grande Distribuzione Organizzata) che tanto a livello europeo quanto a livello globale hanno dimostrato un’elevata capacità di penetrazione dei mercati, ritagliandosi market shares sempre più significative a danno in particolar modo dei piccoli negozi o

Questo assetto dei mercati, che secondo la teoria economica si configura come una condizione di oligopsonio o, a seconda dei casi, monopsonio290, ha spesso e volentieri ricadute per quanto riguarda il processo di trasmissione di prezzi lungo la filiera alimentare il quale assume connotazioni negative tanto per i produttori che non hanno la possibilità di ottenere migliori condizioni di vendita per il proprio prodotto, tanto per quanto concerne i consumatori che spesso e volentieri pagano un prezzo al consumo più elevato di quello che potrebbero ottenere interfacciandosi direttamente con il soggetto realizzatore del bene acquistato291.

Bisogna precisare però come tale ultimo rilievo non sia sistematicamente vero e necessiti un chiarimento. È in effetti dimostrato come il buyer power detenuto ed esercitato dai distributori (o dai trasformatori) possa effettivamente contribuire positivamente rispetto agli interessi dei consumatori finali i quali ricevono prezzi di acquisto del bene più convenienti grazie alle migliori condizioni di acquisto della materia prima ottenute a monte dal distributore tramite un esercizio del suo potere di mercato sul produttore, grazie all’elevato grado di concorrenza esistente con i distributori-competitors nei livelli intermedi della filiera alimentare, nonché grazie ad una maggiore capacità delle grandi catene di distribuzione di sfruttare economie di scala interne abbattendo costi altrimenti riversabili sul prezzo di consumo finale. Nel lungo periodo però una serie di concatenazioni causata dalla riduzione dei prezzi di vendita a cui i produttori sono costretti porta da parte loro innanzitutto ad una riduzione quantitativa del prodotto realizzato, che ricade in termini di minor offerta ai consumatori e, in secondo luogo, ad una possibile riduzione di investimenti, con una conseguente riduzione dei profili di innovazione e miglioramento qualitativo del prodotto292. Non solo, il buyer power può essere esercitato dai distributori anche nei confronti della concorrenza più debole. I produttori possono infatti utilizzare come “benchmark” le migliori condizioni contrattuali ottenute con buyers più potenti e cercare di imporle a buyers più deboli i quali possono però non essere in grado di sostenerle. In tal modo la concorrenza nel settore del retailing

290 In merito, a titolo di esempio, si veda OECD, “Monopsony and buyer power”, OECD Policy Roundtables, OECD, Paris, 2008.

291 VELAZQUEZ B., BUFFARIA B., op. cit., pp. 3-4.

verrebbe a ridursi e non per una mancata efficienza dei buyers esclusi, ma solo ed esclusivamente per uno sfruttamento per così dire “indiretto” del market power dei

competitors più potenti. Di conseguenza, data la ridotta concorrenza nel mercato, i retailers avrebbero in tal caso minore interesse a trasferire ai consumatori, in termini di

riduzione di prezzo all’acquisto, tali benefici ottenuti ed il tutto senza necessariamente ottenere una posizione di oligopsonio o monopsonio293.