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La peschiera di Media Playa, o Sa Puntiscedda, è un’altra delle peschiere reali messe in vendita con il pubblico manifesto del 1772. Nel 1775, è concessa ad Ambrogio Conti, in enfiteusi perpetua, insieme all’uso delle armi gentilizie e con l’obbligo di mantenere in efficienza il secondo ponte dello stagno, sotto pena che la reale Azienda faccia svolgere i lavori necessari a spese del concessionario173. Il negoziante genovese paga 7.500 lire una tantum e un canone annuo di 40 lire. Nella primavera del 1777 tratta con l’Intendenza generale, a Cagliari, per impiantare una salina insieme al marchese di Neoneli, don Emanuele Ripoll174, nelle paludi poste tra le loro rispettive peschiere di Media Playa e Piscina Lunga; ma viene scavalcato da un altro Genovese, Michele Ciarella, residente a Cagliari come lui, che si rivolge direttamente al sovrano a Torino, dove si trova per affari ed ottiene la concessione dello stesso sito.

Conti e Ripoll ricorrono al Tribunale del regio Patrimonio, sia contro Ciarella che contro il regio Fisco patrimoniale, ma alla fine le parti accettano la soluzione proposta dall’Intendente generale. Con Carte reali del 21 settembre 1777, Vittorio Amedeo III autorizza Conti e Ripoll a formare una salina nello stagno posto tra le loro peschiere175 e Michele Ciarella in uno stagno tra il ponte della Scaffa e la

173 A.S.C., Intendenza generale, Diplomi, Carte reali, Patenti e Privilegi, vol. 42, cc. 52-57, Carta

reale 24 gennaio 1775.

174 Quando, nel 1792-1793, la Francia attaccherà la Sardegna, don Emanuele Ripoll (1750-1802) sarà

uno dei principali artefici della difesa dell’isola. Il 4 gennaio 1793, farà parte della rappresentanza dello Stamento militare, che si reca dal viceré Balbiano per sollecitare la chiamata delle milizie alle armi e l’adozione di altre misure urgenti. Combatterà a fianco dell’avvocato don Girolamo Pitzolo, suo cognato, responsabile delle operazioni nel territorio di Cagliari. Cfr. F. LODDO CANEPA, La

Sardegna dal 1478 al 1793. II. Gli anni 1720-1793, cit., p. 400 e sgg.; G. MANNO, Storia moderna della Sardegna dall’anno 1773 al 1799 cit.; V. DEL PIANO, Giacobini moderati e reazionari in Sardegna. Saggio di un dizionario biografico (1793-1812), Cagliari, 1996, alla voce Ripoll Don

Emanuele; F. FLORIS, Feudi e feudatari di Sardegna, cit., p. 615.

peschiera di Piscina Lunga, in terreni del marchese di Neoneli176. La concessione di Conti e Ripoll, per impiantare la salina sui terreni che già possiedono in enfiteusi perpetua, è venticinquennale; quella di Ciarella è per diciott’anni.

Non appena si iniziano i lavori, risulta tuttavia evidente che il terreno non è adatto, in quanto composto da banchi di alghe e sabbia, che lo rendono estremamente permeabile, al punto da assorbire tutta l’acqua che si fa entrare nelle caselle. I concessionari, che contavano sulle entrate della prima raccolta del sale per rifarsi, in parte, delle spese sostenute, sono costretti invece a sostituire il fondo delle caselle, per la profondità di almeno un palmo, con terra trasportata su carri da altre località. La prospettiva di veder lievitare i costi, senza poter contare nell’immediato su un’entrata certa, spaventa don Emanuele Ripoll, il quale cede al socio genovese la sua quota di società, nel giro di un anno, facendosi rimborsare le spese che risultano dal libro contabile 177. I due negozianti genovesi, invece, sfruttano abilmente le difficoltà incontrate. Da un lato minacciano velatamente di abbandonare un’impresa che rischia di essere antieconomica e dall’altro sottolineano che gli stagni malarici non garantiscono utili alle finanze regie. In questo modo riescono ad ottenere la trasformazione delle concessioni in enfiteusi e l’esenzione dal canone per i primi tre anni (1780 - 1782)178.

In questa fase, i comportamenti dei due connazionali sono analoghi, ma ognuno opera autonomamente. A breve, Michele Ciarella sposa Antonia, figlia minore di

176 A.S.C., Intendenza generale, Diplomi, Carte reali, Patenti e Privilegi, vol. 41, cc. 138 v. - 142.

Oltre al canone dovuto alla reale Azienda, Ciarella dovrà, dunque, pagare 10 scudi annui a Don Emanuele Ripoll.

177 Nella documentazione si cita l’atto, rogato il 20 dicembre 1778 dal notaio Giuseppe Cossu, ma

non se ne conserva copia. Sarebbe stato interessante vederlo per conoscere le spese effettivamente sostenute, ma non è stato possibile reperirlo, né tra gli atti stipulati presso l’Intendenza, né nel fondo degli Atti notarili.

178 Michele Ciarella ottiene l’enfiteusi perpetua con Carta reale del 5 settembre 1778, in

quest’occasione, il canone passa da 24 a 25 scudi per casella salifera. Gli è concessa l’esenzione triennale con Carta reale del 3 aprile 1781. Ambrogio Conti ottiene enfiteusi ed esenzione triennale dal canone con Carta reale del 31 luglio 1779. A.S.C., Intendenza generale, Diplomi, Carte reali,

Ambrogio Conti ed erede della salina; cosicché, dalla morte del suocero (1785) fino al 1827 è lui ad amministrare i due impianti. Per uso della salina, Michele Ciarella acquista anche il 50% di tre battelli (nel 1777, 1779 e 1780) e, nel 1781, ne cede il 25% al suocero179.

Il prodotto. Le due saline pagano un canone di 25 scudi per ogni casella salifera. Per

Media Playa è prevista la realizzazione di diciotto caselle, di conseguenza, il canone annuo è di 1.125 lire dal 1783 al 1803 quando, come vedremo, le gravi difficoltà del mercato costringono le autorità ad una revisione dei canoni. Le diciotto caselle progettate non saranno mai costruite: nel1786 ne sono state realizzate soltanto nove; mentre sono undici nel 1803, quando si rinnova il contratto e dodici dal 1805.Per La Vittoriail canone inizia ad essere pagato nel 1785: 687 lire, per le undici caselle già realizzate; nel 1790 il canone è di 937 lire, per quindici caselle. Dal 1791 al 1803 il canone è di 1.000 lire, ma le caselle sono sedici.