L’economia altoatesina
2.5 Fabbisogni linguistic
2.5.2 Mediatori linguistici interni ed estern
La presenza di traduttori interni nelle aziende altoatesine è limitata alle aziende di dimensioni più grandi o alle filiali di aziende estere, mentre è piuttosto comune che le aziende si rivolgano a professionisti esterni oppure gestiscano le proprie esigenze di mediazione linguistica con personale interno non specificatamente qualificato. Le tre principali politiche adottate dalle aziende altoatesine emergono da uno studio preliminare (Chiocchetti 2011) effettuato con il coinvolgimento di diverse aziende e di altrettanti traduttori, interpreti o agenzie di traduzione site nel territorio altoatesino (Chiocchetti 2011: 6-7):
1. Gli incarichi di routine o di volume contenuto sono gestiti internamente, mentre i lavori più onerosi e voluminosi sono affidati ad agenzie di traduzione o a traduttori freelance.
2. Le necessità in ambito traduttivo sono coperte esclusivamente da personale interno, o perché ci sono dei professionisti in house, oppure perché ci si affida comunque al proprio staff, anche quando i collaboratori non sono esperti mediatori linguistici. Sovente vengono gestiti così i cataloghi delle merci, la documentazione interna e la documentazione di prodotto non diretta a un ampio pubblico, bensì a profili tecnici
56
(es. installatori, manutentori), che viene non solo redatta ma spesso anche tradotta dai tecnici stessi (es. progettisti, ingegneri).
3. Diversi responsabili oppure un reparto specifico (es. il marketing o la comunicazione) coordinano e controllano i lavori commissionati quasi esclusivamente a traduttori freelance o a delle agenzie di traduzione, ove le agenzie di solito sono contattate quando si richiedono più lingue di arrivo.
Mentre i traduttori assunti in house e i professionisti esterni sono prevalentemente in possesso di una laurea o formazione specifica (cfr. Chiocchetti 2011: 7), quando le traduzioni sono affidate a impiegati bilingui, le competenze traduttive sono spesso considerate secondarie. Ad esempio, si affidano i lavori di traduzione a persone in possesso di una maturità linguistica oppure ad addetti che provengono dal Paese in cui si parla la lingua richiesta, applicando così la falsa credenza che basti conoscere una lingua per saper tradurre. La mediazione linguistica viene dunque relegata al ruolo di attività collaterale da gestire, ad esempio, assieme a quella principale di segreteria o centralino (cfr. Zanoni 2012: 144, Sandrini 2002: 28). Alcune aziende ricorrono a traduttori esterni più per mancanza di tempo che per acquistare un determinato tipo di competenze e un livello di professionalità di cui non dispongono internamente. Diversi traduttori professionisti lamentano che i committenti si aspettano da loro una vastissima competenza terminologica specialistica, senza considerare i vari ambiti e livelli di specializzazione. Ne deriva anche la scarsa capacità dei committenti di valutare i livelli di difficoltà degli incarichi e i tempi necessari per svolgerli (cfr. Chiocchetti 2011: 10-11). Manca sovente la cultura della cooperazione con i mediatori linguistici, siano essi traduttori o interpreti, poiché la visione delle aziende altoatesine spesso è altamente pragmatica, economica e a breve termine. Si tralasciano di conseguenza le considerazioni a lungo termine sull’opportunità di condividere lo stile, la visione e la terminologia aziendale con dei mediatori linguistici professionisti, ad esempio, allegando dei testi di riferimento, facendo briefing prima o dopo un incarico importante, ecc. Inoltre, i testi prodotti da traduttori non di rado vengono cambiati senza che ne venga data comunicazione e motivazione, perdendo così l’occasione di migliorare il risultato degli incarichi futuri (cfr. Chiocchetti 2011: 12).
Dall’indagine preliminare (Chiocchetti 2011) emergono alcuni fattori, sia positivi sia negativi, che portano complessivamente a un buon livello di fidelizzazione del rapporto tra
57
aziende e traduttori esterni. Un fattore sicuramente positivo consiste nella soddisfazione per il lavoro svolto dai traduttori, con una certa disponibilità a non cercare la tariffa più bassa a discapito della qualità. Si riscontra in questo caso una differenza rispetto al settore pubblico, che è obbligato a rispettare i risultati dei bandi e a orientarsi verso l’offerta economicamente più vantaggiosa. Un fattore intrinseco è dato dal volume di traduzioni. Se le esigenze di traduzione risultano complessivamente contenute e sporadiche, la relativa voce di bilancio incide poco sui costi complessivi dell’azienda. In tal caso le aziende spesso mantengono il contatto con uno o due traduttori già noti e, a meno di gravi carenze nel servizio fornito, non sussiste l’interesse o l’immediata necessità di rivolgersi a dei concorrenti. I fattori che possiamo considerare di tipo negativo riguardano la limitata conoscenza del mercato della traduzione e l’eccessiva importanza data ai tempi di consegna. La poca dimestichezza con il mercato traduttivo porta alcune aziende, soprattutto di piccole dimensioni, a non saper valutare i costi e i tempi necessari per soddisfare le proprie richieste o a restare legati a un fornitore di servizi di traduzione per carenza di alternative note o di offerte da parte dei concorrenti. Infine, l’imprescindibile puntualità in fase di consegna è un fattore particolarmente segnalato dai traduttori, non perché non sia una garanzia fornita da tutti i professionisti, bensì perché questa sovente risulta – almeno dal punto di vista dei fornitori di servizi traduttivi – quasi più importante della qualità dei servizi offerti (Chiocchetti 2011: 10).
In sintesi, tre su quattro fattori elencati indicano una necessità di maggiore informazione e pubblicità da parte dei mediatori linguistici. Questo potrebbe essere affidato alle associazioni dei professionisti presenti sul territorio (Unione provinciale traduttori, Associazione interpreti Bolzano) e/o svolto, ad esempio, in cooperazione con le associazioni degli imprenditori e artigiani (Assoimprenditori Alto Adige, Associazione provinciale dell’artigianato, Unione commercio turismo servizi Alto Adige) e la Camera di commercio di Bolzano. Alle agenzie locali che non lo fanno già è infine consigliato di espandere la propria rete di contatti con altre agenzie a livello nazionale ed internazionale per poter offrire un pacchetto di servizi completo di tutte le lingue richieste dai committenti per non rischiare di perdere incarichi a livello locale.