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La Mesa Agraria: una agenda alternativa alla modernizzazione neoliberista

Le federazioni ecuadoriane di Vía Campesina, per quasi un decennio, si sono riunite in una piattaforma unitaria nazionale, denominata Mesa Agraria.

In effetti, in Ecuador, dalla fine degli anni Novanta si configura la Mesa Agraria, uno spazio nazionale che riunisce federazioni contadine, indigene e di lavoratori agricoli. L'idea è quella di uno spazio di coordinamento sufficientemente forte per affrontare la minaccia dell'impellente firma di nuovi trattati commerciali con gli Stati Uniti, i cui impatti avrebbero affossato definitivamente il comparto contadino. D'altronde la possibilità di avviare processi di formazione e di confronto che conducono alla definizione di obiettivi politici comuni è individuata fin dall'inizio come un'opportunità da percorrere.

Agli inizi vi partecipano la federazione contadina interculturale (la Fenocin), l'alleanza tra il coordinamento contadino e la federazione sindacale-mutualistica (la Confeunassc-Cnc) e una delle principali organizzazioni indigene della Sierra;83 qualche anno dopo, nel 2005, si

unirà anche il sindacato agrario (la Fenacle).84

La Mesa Agraria viene definita quale "spazio di concertazione" dalle stesse realtà promotrici, a sottolineare la non fusione e il mantenimento della libertà d'azione di ciascuna federazione, in forma individuale o anche all'interno di ulteriori reti85, rispetto alle tematiche

individuate come condivise. In effetti, l'obiettivo diviene quello di costruire, collettivamente, una comprensione ed una grammatica comuni intorno alla questione agraria, come passo propedeutico allo stabilimento di un'agenda politica, da cui far scaturire un repertorio di azioni condivise.

La Mesa Agraria, fino alla sua dissoluzione nel 2009, è scandita dal continuo susseguirsi di periodi d'intensa cooperazione e di fasi di congelamento, queste ultime dettate per lo più da circostanze politiche esterne che influiscono sulle organizzazioni e le distanziano. Il distanziamento è operato in qualità di scelta consapevole, che la stessa Mesa Agraria definisce come congelamento; quest'ultimo rappresenta una strategia che viene agita a

83L'organizzazione indigena è l'Ecuarunari, filiale della Conaie e non legato a Vía Campesina, a differenza

delle altre federazioni. Esso fuoriesce dalla Mesa Agraria nel 2003, per confluire in altri spazi di coordinamento.

84 Nel 2007 la federazione sindacale-mutualistica (la Confeunassc) riduce sostanzialmente la sua

partecipazione, anche a seguito della spaccatura con il coordinamento contadino (la Cnc).

85 Durante l'esistenza della Mesa Agraria, le federazioni collaborano anche in altre reti impegnate in tematiche

affini, come il Foro de Recursos Hidricos e il Colectivo Agrario (dal 2007) o in tavole rotonde promosse da ONG, come Cafolis.

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tutela dello spazio di articolazione, laddove le dinamiche di conflitto potrebbero emergere e predominare rispetto a quelle di possibile concertazione.

Anche in questo caso è valido il ragionamento suggerito da Melucci (1987) intorno all'unità come ricercata ed edificata, dunque frutto invece che preludio dell'azione collettiva: nel nostro caso le compagini organizzative vengono costituite e perpetuate, anche attraverso momentanee disattivazioni, al fine di conservarne la viabilità futura.

In questo modo, tale rete, durante la sua persistenza, riesce a coniugare e porre in dialogo diverse dimensioni. Innanzitutto quella territoriale, poiché impianta un flusso cooperativo e bidirezionale tra le leadership nazionali e le militanze locali, con l'obiettivo di produrre e convalidare proposte ed azioni congiunte. Essa riesce così a raccogliere i contributi delle federazioni nazionali e delle organizzazioni di base ad esse affiliate nei diversi territori, ossia diverse centinaia di realtà decentralizzate. Ciò permette, tra l'altro, di mettere a dialogo fra loro diversi territori nelle tre regioni del paese, le cui geografie si caratterizzano per una ricca diversità sociale e culturale, dunque diverse costruzioni "identitarie", alla luce delle significative diversità tra le federazioni in termini di auto- rappresentazione,86 rappresentatività, copertura geografica ed affinità a partiti politici.

La Mesa Agraria ha dovuto spendere notevoli sforzi nella costruzione degli accordi interni sufficienti a forgiare l'azione collettiva unitaria, che ha assunto per lo più due dimensioni. Da una parte, la mobilitazione di protesta e, dall'altra, quella del dialogo e della negoziazione con le istituzioni per influenzarne le politiche, privilegiate a seconda delle mutevoli congiunture politiche, in maniera similare a quell'ambivalenza già evidenziata nel caso di Vía Campesina (Borras 2010).

Queste federazioni, negli anni, riescono a interloquire e raggrupparsi attorno ad una condivisa ed innovativa agenda agraria, grazie ad un permanente processo di negoziazione e di costruzione di "unità nella diversità", peculiare anche per Vía Campesina (Borras 2008; Desmarais 2008, 2009; McMichael 2008). Questo processo, non privo di problemi, conduce ad obiettivi, pratiche discorsive ed azioni comuni che politicizzano ed integrano diverse prospettive sulla questione agraria e che, nell'insieme, rispecchiano la diversità socio- culturale ed ecologica del paese.

Già agli inizi degli anni Novanta, come abbiamo visto, le federazioni contadine studiate, assieme alle due principali organizzazioni indigene del paese, la Conaie e la Fei, avevano dato vita ad uno spazio di coordinamento similare mirato alla deliberazione politica ed azione congiunta, la Coordinadora Agraria Nacional. Eppure, con la Mesa Agraria, a

86 Indigena e contadina, la Fenocin; per lo più contadina, la Confeunassc e la Cnc-Ea; sindacalista agraria, la

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distanza di un decennio, l'orizzonte delle lotte muta: la battaglia non è più per l'inclusione contadina nel modello agrario dominante, non rincorre la logica della "modernizzazione e sviluppo delle economie indigene e contadine" (Coordinadora Agraria Nacional 1994). Aspira, invece, ad una transizione verso la sovranità alimentare come alternativa alle politiche neoliberiste.

Qui, dunque, la proposta di Vía Campesina opera come orizzonte politico sufficientemente capiente e flessibile da poter mettere al centro la difesa del modo contadino pur rinnovando le rivendicazioni sociali ad esso connesse.

Fue, viendo bien, fue reeditar un poco, en otras condiciones, más democráticas, con un poquito más de autonomía, la misma agenda anterior. Otra vez el tema del crédito, del agua, del acceso al mercado, otra vez lo mismo. Pero me parece que ya no era sin beneficio de inventario (...) primero hay un conjunto de criterios que no es como decir estamos sentando las bases de otras sociedades, pero si es la defensa de la agricultura familiar campesina. Allí comenzamos a decir este es el sector que tenemos que defender porque produce los alimentos (...) la soberanía alimentaria es las prácticas de nuestras familias en el campo. Entonces allí encuentras vos los elementos de la identidad que se reflejan, entonces tienes: autonomía, producción autónoma porque no necesitabas semillas ni tecnología de nada, era una producción absolutamente autónoma, autosuficiente, diversificada, complementaria (...) y solidaria porque nadie se muria de hambre. (...) hay que estudiar la agricultura ecuatoriana de los años anteriores y allí encuentras vos que el policultivo que se practicaba en la Sierra no lo diseño el INIAP sino que tiene tres mil años, y lo mismo con los sistemas agroforestales de la costa, y así, ¡son históricos! Entonces ese discurso de Vía Campesina es asumido aquí [Intervista n.20, testimone privilegiato]

Dal 2000 in poi le riunioni tra le federazioni si intensificano e alcune Ong vi aderiscono per sostenere finanziariamente il neonato coordinamento e partecipare al dibattito politico interno. Ad ogni modo, la rappresentatività politica così come la deliberazione, secondo le regole di funzionamento approvate dalla Mesa Agraria, restano una prerogativa delle federazioni.87 In questo quadro, la fondazione Terranueva viene incaricata della segreteria

tecnico - operativa della Mesa Agraria, ma con l'obbligo di operare sulla base del mandato politico stabilito dalle federazioni.

Questa tipologia di alleanza con le Ong, ha rappresentato un elemento di continua tensione dentro la Mesa Agraria ed ha assunto una duplice valenza per le federazioni. Da una parte, l’interazione tecnica e politica tra organizzazioni sociali e Ong è riconosciuta come importante, un valore aggiunto di una cooperazione di questo tipo, poiché espande le capacità di analisi, di proposizione e di azione collettiva. Dall'altra, però, è considerata portatrice di rischi per l'autonomia organizzativa, specie qualora le Ong esercitino

87 Negli anni, la Mesa Agraria ha ricevuto il sostegno di varie organizzazioni non governative ecuadoriane,

come Acción Ecológica, FMLGT, Heifer Ecuador, Terranueva e di organizzazioni internazionali come le italiane CRIC e Terra Nuova e le europee Intermón Oxfam e SAL.

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un'influenza diretta sulle scelte adottate dalla rete, o dalle federazioni sue integranti, facendo perno sulle risorse messe a disposizione per le attività comuni.

Como Fenacle siempre habíamos dicho que había interés no solamente a veces de la organización particular de sobresalir, de tener más fuerza, de tener más votación, sino también había muchos intereses de parte de ONG que estaban dentro de la alianza y esas decisiones fue que influyó mucho en parte de su ruptura . Tal vez algunas ONG de influenciar en una organización social: que si me haces caso, que yo te apoyo a ti y aparte de poner plata en la Mesa, que es por gusto, a ustedes les puedo dar pero para presionar más al gobierno. [Intervista n.13, Fenacle]

Patrick Clark88 suggerisce che "the adoption of the language of FS in Ecuador by rural

social movements has its origins, at least partially, as a buzzword of international and national NGOs". Dal nostro punto di vista, ciò è incorretto. Da una parte, è certo che alcune Ong, nazionali ed internazionali, hanno contribuito alla diffusione della proposta della sovranità alimentare all'interno delle federazioni, in particolare attraverso il sostegno finanziario a corsi di formazione e alla sperimentazione di pratiche ispirate ad essa, portate avanti da organizzazioni locali. Allo stesso modo, le Ong partecipanti alla Mesa Agraria hanno sostenuto, con argomenti tecnici e politici, le federazioni nel loro impegno per produrre un'agenda agraria calibrata al contesto ecuadoriano, ma basata sui principi della sovranità alimentare. Dall'altra, però, consideriamo che, fin dall'inizio, l'adozione della proposta della sovranità alimentare sia una scelta politica operata in autonomia dalle federazioni, nel quadro della loro partecipazione a Vía Campesina; disconoscerlo implica negare la capacità innovativa che tali organizzazioni hanno esercitato intorno alla proposta della sovranità alimentare. Tra l'altro, alcune di esse parteciparono agli spazi in cui Vía Campesina elaborò e poi lanciò pubblicamente la proposta della sovranità alimentare. Quest'ultima, d'altronde, si fonda su principi e pratiche proprie del modo di produrre contadino, che le federazioni contadine ecuadoriane già in precedenza praticavano e difendevano.

Dati gli impatti in termini di approfondimento dell'emarginazione economica e produttiva del comparto contadino, l'opposizione ai trattati di libero commercio è stata una priorità che ha visto impegnata la Mesa Agraria per il periodo che va dal 2001 al 2006. Durante quel quinquennio l'intero paese è attraversato da mobilitazioni sociali che coinvolgono settori indigeni, urbani e rurali nell'opposizione alle politiche statunitensi di integrazione economica, intorno prima alla firma dell'accordo regionale, l'Acuerdo de Libre Comercio por las Américas (ALCA) e poi, dal 2004, alla sua versione bilaterale, il Tratado de Libre Comercio (TLC), tra Stati Uniti ed Ecuador (Acosta e Falconí 2005).

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In entrambi i casi, gli accordi commerciali rispondevano al tentativo di riaffermare un’egemonia statunitense nella regione, di fronte all’emergere di nuovi equilibri globali a carattere multipolare. La loro firma avrebbe aggravato la marginalizzazione della piccola e media produzione agroalimentare, in particolare quella dedita a coltivazioni di ciclo corto (riso, mais e soia) nella zona costiera ecuadoriana. Infatti, tali settori, già tradizionalmente esclusi dall'accesso ad investimenti pubblici, tutti concentrati verso le grandi agro- esportazioni, si caratterizzavano strutturalmente per una significativa vulnerabilità di fronte a calamità di origine antropica e naturale (inondazioni e siccità), così come per l'assoggettamento subordinato agli interessi dell’intermediazione commerciale. Ciò lasciava presupporre la loro incapacità a sostenere la concorrenza dei prodotti sussidiati importati dagli Stati Uniti, che avrebbero invaso in forma massiva il mercato nazionale, attraverso la liberalizzazione prevista dagli accordi di libero commercio.

Oltre all'effetto dumping, l’implementazione di tali trattati faceva presupporre la definitiva consacrazione del paese quale fornitore di prodotti esotici (frutta tropicale e fiori) per il mercato internazionale, minando le già vulnerabili capacità di produzione nazionale per il consumo interno. I settori contadini, nelle tre regioni del paese, ne avrebbero sofferto i maggiori impatti, in quanto non competitivi sul mercato "esotico", a causa sia degli alti costi di produzione sia delle scarse capacità di investimento; d'altronde sarebbero stati colpiti dal prevedibile aumento del costo degli input agricoli, operato dai monopoli agroindustriali. Pesava anche la presumibile progressiva perdita di controllo sui semi e su altre risorse naturali, legata tanto alle drastiche trasformazioni nei modelli produttivi, quanto alle aggressive politiche di promozione dei diritti di proprietà intellettuale previste da tali trattati: tanto l’ALCA quanto il TLC contemplavano, infatti, in un quadro più generale di privatizzazione di servizi e risorse, alcune misure mirate specificamente a facilitare l’accesso delle corporation statunitensi al patrimonio megadiverso nazionale.89

La Mesa Agraria fa proprie alcune delle rivendicazioni espresse a livello continentale e regionale,90 promuove iniziative di formazione e sensibilizzazione tra le sue basi sociali,

organizza campagne mediatiche, manifestazioni di piazza ed occupazioni simboliche di enti pubblici. Le sue mobilitazioni si affiancano a numerose altre promosse da variegati attori sociali ecuadoriani, tra cui l'organizzazione indigena Conaie ed una piattaforma denominata Ecuador Decide.

89 Per approfondimenti si veda: Acosta e Falconí 2005; UTEQ et al. 2007.

90 In eventi come l' "Encuentro Hemisférico de Lucha Contra el ALCA" (La Habana, Novembre 2001),

quello andino denominato "El ALCA y sus impactos económicos y ecológicos" (Quito, Marzo 2001), il Terzo Congresso della Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo-CLOC (México, Agosto 2001) o, anche, il World Social Forum a Porto Alegre (Brasile, Febbraio 2002).

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A partire dal 2002, la Mesa Agraria avvia un processo interno di analisi e dibattito, che conduce all'elaborazione dell'Agenda Agraria de las Organizaciones del Campo del Ecuador. Il documento si basa sul paradigma della sovranità alimentare e reclama le misure necessarie ad una transizione agroalimentare, così come il relativo ed imprescindibile accesso ai fattori produttivi. All'elaborazione programmatica fa seguito, tra il 2003 e il 2006, una campagna in seno alla Mesa Agraria, decentralizzata e diretta in particolare alle leadership delle organizzazioni locali appartenenti alle federazioni nazionali, per la diffusione dell'Agenda assieme al miglioramento delle abilità di influenza politica.

L'Agenda Agraria viene riconosciuta come referente nell'elaborazione del piano governativo Minga para el agro, lanciato da Luis Macas, leader indigeno storico, fondatore della Conaie e Ministro dell’Agricoltura tra il Gennaio e l'Agosto del 2003, durante la presidenza di Lucio Gutiérrez. In quella fase si costituisce un tavolo di dialogo tra attori sociali e il Ministero, dove si discutono i testi della Ley General de Semillas e della Ley de Seguridad Alimentaria y Nutricional. La prima legge, promossa in origine dal settore agro- industriale a tutela dei relativi interessi, viene ritirata grazie alle pressioni esercitate dalle organizzazioni sociali, compresa la Mesa Agraria, con l'obiettivo di difendere i diritti degli agricoltori all'accesso ai semi ed evitare l'introduzione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM). La seconda legge, invece, riguardante un sistema nazionale a favore della sicurezza alimentare, è approvata nell’aprile del 2006 con un testo che inaugura l'uso del termine sovranità alimentare nella legislazione ecuadoriana. Tale inclusione, ovviamente, era stata sostenuta anche dalle organizzazioni della Mesa Agraria.

Nell'Agosto 2003 il collasso dell'alleanza tra Sociedad Patriotica, il partito dell'allora Presidente Lucio Gutiérrez, e il Movimento Pachakutik,91conduce la rete in esame a

transitare verso una nuova fase. Da quel momento in poi, fino al 2006, la Mesa Agraria si ritrae dagli spazi di dialogo con il governo e riorganizza il suo repertorio, concentrandolo intorno alle mobilitazioni contro il TLC, alla formazione interna e alla diffusione dell'Agenda Agraria, a livello nazionale e locale.

In vista delle elezioni presidenziali del 2006, però, la Mesa Agraria elabora una proposta ed invita i candidati al dialogo: è in questo quadro che nel settembre dello stesso anno i presidenti delle federazioni firmano un accordo con il candidato presidenziale Rafael Correa. Con esso, il candidato presidenziale s'impegna a promuovere, in caso di vittoria, una Rivoluzione Agraria per democratizzare l’accesso alla terra, evitare la privatizzazione

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dell’acqua e, in generale, favorire l’accesso alle risorse necessarie alla riattivazione produttiva del settore contadino.

Agli inizi del 2007, con il governo Correa già in carica, la Mesa Agraria partecipa alla promozione dell'Assemblea Costituente, passaggio al centro delle rivendicazioni anche per molti altri attori sociali ecuadoriani.