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ANALISI E COMMENTO DI REALTÀ E VALORE

3. Metodologia e criteri filologic

Prima di passare all’analisi e al commento critico dell’opera speculativa di Claudi, è necessario esporre la metodologia adottata per lo studio dei manoscritti, chiarendo i criteri filologici adottati. Per la ricostruzione del corpus degli scritti ci siamo serviti degli strumenti della filologia d’autore, ponendoci l’obiettivo di decidere la lezione da mettere a testo tramite la ricostruzione genealogica delle correzioni che hanno condotto l’autore a redigere la parte finale dell’opera. Come affermano Paola Italia e Giulia Raboni, il testo viene considerato dalla filologia come un «organismo in evoluzione»1, ossia come «espressione di una ricerca, il cui prodotto finale

è soltanto il risultato delle progressive “approssimazioni a un valore”»2. I criteri di analisi dei

manoscritti sono stati definiti quindi a partire dalla struttura e dalla genesi dei testi dell’autore. In questo senso il metodo scelto per interpretare e comporre l’apparato critico è stato quello di natura genetica, che consiste in «una rappresentazione grafica delle correzioni che si sono depositate successivamente su un testo manoscritto»3. A differenza dell’apparato di natura evolutiva, il

lavoro è stato quindi condotto a ritroso, ossia prima è stato stabilito il testo autografo e successivamente sono state ricostruite le fasi che hanno condotto l’autore a propendere per quella versione definitiva. Questo procedimento si è rivelato molto importante per rappresentare «nel modo più preciso, chiaro e sintetico, il manoscritto e le sue correzioni»4, cercando di aiutare il

lettore a comprendere la volontà dello scrittore, rendendo così «un oggetto visivo e iconico, – ossia il manoscritto – in un testo dinamico»5. Ciò non può prescindere dal contesto storico entro

cui l’autore vive ed opera. In tal senso abbiamo preso in esame i diari scritti da Claudi, attraverso cui è stato possibile ricostruire il suo quadro storico chiarendo così alcuni concetti della sua speculazione. Come emerso infatti dalla ricostruzione biografica, i diari svolgono la funzione di “zibaldoni”6, ossia vengono concepiti come quaderni di lavoro in cui si possono trovare appunti

e digressioni su concetti e tematiche che andranno poi a confluire in scritti più sistematici, come ad esempio Realtà e valore7.

La filologia, quindi, si è rivelata imprescindibile per chiarire scientificamente la modalità compositiva propria dell’autore, caratterizzata da una continua revisione dei propri scritti e da redazioni di diversa natura di uno stesso saggio. La valenza della ricostruzione genealogica ci ha

1 P.ITALIA - G.RABONI, Che cosa è la filologia d’autore, Carocci, Roma 2016, p. 11. 2 Ivi.

3 Ivi, p. 45. 4 Ivi, p. 68. 5 Ivi.

6 Come emerso nella ricostruzione biografica, Claudi conia l’espressione “Filorafia” termine composto dall’unione

di filosofia e biografia.

122 permesso di comprendere che l’attività speculativa di Claudi è contraddistinta dallo sviluppo e dall’inverarsi storico e biografico di un’intuizione originaria che si esprime in varie modalità e in vari ambiti, escludendo così un’interpretazione sincretica ed eclettica della sua produzione intellettuale. In ultimo la filologia è stata necessaria per riconoscere e ricostruire l’autenticità degli elaborati di Claudi, questione che si complica ulteriormente se si considera che alcuni scritti possano essere stati modificati dal fratello Vittorio durante le fasi iniziali della costituzione dell’Archivio. Ciò è stato evidente in particolare per lo studio e l’analisi di Realtà e valore.

3.1. La scrittura di Claudi: Realtà e valore. (Riflessione intorno alla

filosofia)

In questo contesto Realtà e valore si presenta come un saggio esemplificativo della scrittura di Claudi e della tipologia dei suoi documenti; in archivio ne esistono infatti diverse versioni:

• una trascrizione di 67 pagine numerate, scritte in recto verso: contiene la versione completa ed autografa del saggio. Questa redazione è contenuta in un quaderno di colore grigio di dimensioni 31×20 datata 29 ottobre 1949 - Roma 30 giugno 1951. In questo quaderno il titolo viene riportato in quest’ordine Riflessione intorno alla filosofia. (Realtà

e valore). Il testo si compone di VI capitoli e di un indice analitico. L’introduzione è stata

redatta su un foglio sciolto presente nel quaderno.

• una trascrizione di 3 fogli non numerati, scritti in recto verso: compare in un quaderno di dimensioni 31×20 di colore celeste con etichetta bianca, datato in copertina 21 settembre 1955. La data probabilmente è stata riportata dal fratello Vittorio perché il

ductus non è riconducibile a Claudi. Il testo è seguito da un diario datato Roma 16

dicembre 1953 - Roma 21 settembre 1955. Il titolo compare da solo in prima pagina e l’ordine delle parole viene inverto rispetto al manoscritto precedente: REALTÀ E

VALORE (Riflessione intorno alla filosofia). In questo testo possiamo trovare varie

annotazioni a lapis riportate nella pagina iniziale da Vittorio. Di questa trascrizione possediamo anche una copia fotostatica.

• una trascrizione di 2 fogli non numerati, scritti in recto verso con varianti differenti rispetto alla precedente versione del 1955: compare in un quaderno di dimensioni 31×20 di colore grigio privo di datazione. L’ordine del titolo corrisponde a quello riportato nella seconda trascrizione. Nel quaderno è presente anche il saggio La circolarità della vita.

123 • due trascrizioni dattiloscritte di 143 fogli sciolti non numerati dattiloscritte sul recto con inchiostro nero. Diversamente dalla prima versione manoscritta del 1949-1951, non viene riportata la divisione in capitoli del testo e il titolo viene modificato da Riflessione

intorno alla filosofia in Riflessioni intorno alla filosofia.

• una trascrizione dattiloscritta di 143 fogli sciolti numerati e dattiloscritta sul recto con inchiostro nero. La numerazione dei fogli è stata inserita con penna blu. In questa trascrizione troviamo molte variazioni con penna blu rispetto alla versione del 1949- 1951. Anche in questa trascrizione il testo non è suddiviso in capitoli e il titolo viene modificato da Riflessioni in Riflessione. Nel testo possiamo trovare i numeri delle pagine inseriti a lapis che corrispondono alla prima versione manoscritta del 1949-1951. Di questa trascrizione possediamo anche una copia fotostatica.

• due copie digitali redatte del fratello Vittorio che corrispondono all’ultima versione dattiloscritta. Le due versioni differiscono solo per la dimensione del carattere; in archivio sono conservati anche due floppy disk contenti la trascrizione del saggio.

Quali criteri si potrebbero adottare per analizzare e riordinare le varie versioni cercando di far emergere la volontà dell’autore?

La trascrizione che abbiamo considerato come definitiva e autografa è la prima versione manoscritta datata 1949-1951. Il testo, infatti, è stato scritto sicuramente da Claudi poiché il

ductus corrisponde a quello di altri manoscritti ed inoltre possiamo trovare la firma alla fine del

saggio. Le successive versioni manoscritte sono autografe ma parziali, in quanto possono essere considerate variazione del primo capitolo inerente la verità e il suo rapporto con l’autocoscienza. Queste, quindi, rispetto alla versione del 1949-1951, devono essere considerate come revisioni e approfondimenti della prima redazione e pertanto vanno concepite come “appendici” alla prima versione.

Per quanto riguarda le trascrizioni dattiloscritte, abbiamo ravvisato delle problematiche di natura diversa rispetto ai manoscritti. Innanzitutto nel dattiloscritto non sono presenti dei riferimenti oggettivi rispetto all’originalità del saggio, come ad esempio la firma originale dell’autore. Inoltre, rispetto alle molte variazioni introdotte nel testo a penna oppure in lapis, non è stato possibile attestare con sicurezza se queste possano essere ricondotte a Claudi oppure al fratello Vittorio. Nel testo sono state trascritte molte parti che nel manoscritto sono evidentemente cassate oppure espunte. La scrittura di Claudi, infatti, tende a cassare il testo e ad espungerlo tramite parentesi quadre. Nel dattiloscritto vengono riportate porzioni di testo che sono state espunte e ciò rende difficile l’attestazione dell’autenticità della versione. Infine, tutte le versioni dattiloscritte sono prive sia della divisione in capitoli sia dell’indice analitico, presenti invece nella

124 prima versione manoscritta. Quanto riportato ci ha condotto a valutare come testo definitivo ed autografo il manoscritto del 1949-1951, le trascrizioni manoscritte come “appendici” alla prima versione e i dattiloscritti come non autografi in quanto privi di conferme empiriche.

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