ANALISI E COMMENTO DI REALTÀ E VALORE
1. Gli studi intorno alla figura di Claud
All’indomani della morte, i familiari e gli amici hanno espresso il desiderio di conservare la memoria di Claudio tramite lo studio e la diffusione dei suoi scritti. La madre Anna intraprende una serie di contatti con alcune delle figure intellettuali da lui conosciute per iniziare la raccolta delle testimonianze e dei commenti critici, così da avviare la ricostruzione biografica e lo studio dell’attività del figlio scomparso. In una bozza della lettera scritta dalla donna ad un professore sconosciuto, emerge l’intenzione di raccogliere e di pubblicare le carte del figlio, un’operazione resa particolarmente difficile dal suo carattere schivo e solitario che lo ha portato a celare sempre i suoi scritti1. Un’esigenza, questa, fatta propria anche da alcuni suoi amici, come emerge ad
esempio da una lettera del 6 giugno del 1973 in cui Werther Angelini chiede ad Anna di riprodurre «in copia fotostatica un pezzo di ottima prosa di Claudio, un racconto (il migliore?), La statua, che potrà essere molto gradito a tutti gli amici, almeno quanto le sue stupende poesie»2. Oltre alla
richiesta di Angelini, Giacinto Spagnoletti nel 1973 raccoglie nel volume Poesie i componimenti scritti fra il 1950 e il 1968, probabilmente guidato dalla presenza costante e attenta della madre3.
Inoltre, sempre negli stessi anni, vengono riunite in un piccolo plaquette intitolato Omaggio a
Claudio Claudi Poeta pensieri e ricordi degli amici da lui frequentati4. Questa pubblicazione ho
1 «Sono lusingata dalle sue autorevoli ed affettuose parole nei riguardi delle poesie di mio figlio, io non le conoscevo
come pure tutti gli amici. Mai parlava di cosa scrivesse… sempre di notte al mattino poi chiudeva a chiave [il] suo studio. Quindi abbiamo trovato un’enorme quantità di scritti, che mi consigliano di pubblicare un po’ alla volta» (F.C., Lettera di Anna Claudi ad un prof e a una signora, B. COR. AN.23). La parte finale della lettera è scritta sul
verso di un’altra che si trova in F.C., Lettera di Anna Claudi a Elga, a un professore e a un destinatario non comprensibile, (B. COR. AN.22). Rispetto alla mole degli scritti di Claudi, riportiamo anche un passaggio di un’altra
bozza della missiva scritta da Anna sempre ad un professore anonimo: «Il mio povero Claudio ha tenuto nascosti tutti i suoi scritti anche agli amici. Dopo la sua scomparsa ci siamo trovati volumi manoscritti di filosofia, saggistica, ecc. Questo piccolo libriccino scritto tanti anni fa venne pubblicato di nascosto, tanto che andò su tutte le furie quando * gliene portò alcune copie» (F.C., Lettera di Anna Claudi ad un professore e a destinatari sconosciuti, B. COR. AN.21). Analogo commento della produzione di Claudi viene riportato anche da De Libero: «Leggeva e studiava, teneva segreto il suo scrivere saggi e racconti, ancora più segrete le poesie, e non ne parlò mai neanche con i familiari che, soltanto dopo, trovarono sigillato il grosso pacco dei suoi scritti. E le poesie, uscite or ora in volume, diranno d’una esistenza guadagnata giorno dopo giorno con pazienza dolorosa, ricavandone almeno quell’alto salario da pagarci l’obolo per un traghetto all’altra vita, finalmente della poesia» (DE LIBERO, Fidanzato con la morte, in
Omaggio, p. 19).
2 F.C., Lettera di Werther Angelini ad Anna Claudi, 6 giugno 1973, (C. COR. II.34).
3Nella Prefazione all’opera Spagnoletti scrive: «Presentare le poesie di un amico scomparso, specie se egli non ebbe
il tempo di manifestare in pieno il suo talento (o non lo desiderò mai), potrebbe sembrare – a parte l’arbitrio della scelta – un fatto del tutto privato, legato alla commozione, qualcosa di ben diverso da un invito alla lettura, da un discorso critico. Vorrei subito avvertire che questo non è il caso di Claudio Claudi» (SPAGNOLETTI,Prefazione, in
Poesie, p. 5). Rispetto al ruolo giocato da Anna nella genesi e nella diffusione della raccolta il critico scrive: «Con la
calma disperazione di chi non può tacere, la madre mi ha mostrato mucchi di manoscritti ritrovati nei cassetti; e fra essi alcune centinaia di poesie, da cui sono state estratte quelle che qui vengono stampate. Mi auguro di non aver rimorsi in seguito verso una scelta che comunque conserva un carattere personale» (Ivi, p. 6).
113 lo scopo di raccogliere i vari commenti critici scritti in seguito alla diffusione da parte dalla madre dell’edizione curata da Spagnoletti5.
Nel giugno del 1974 Fabio Ciceroni pubblica in “Il Leopardi” una breve analisi della sua opera intitolata Leopardismo di Claudi, in cui sottolinea il legame con il poeta recanatese evidenziando «una tale sorprendente affinità di emozioni umane esterne e di reazioni intime tra le due condizioni poetiche, che la lettura di Claudio Claudi obbliga a scivolare nelle ricordanze dell’altro»6. Sempre nello stesso anno esce un commento a Poesie in “Le ragioni critiche” di G.
Antonio Brunelli7 e nel 1975 troviamo una recensione del volume in “Corriere del giorno” scritto
da Piero Mandrillo8.
Oltre a queste brevi recensioni, la ricezione e lo studio degli scritti di Claudi non riescono però a raggiungere un adeguato approfondimento critico e letterario. Dopo un primo impegno condotto tenacemente dalla madre, la ricostruzione della sua opera viene condotta dal fratello Vittorio. Singolare, in tal senso, è la corrispondenza intrattenuta da quest’ultimo nel 1982 che ha come oggetto prevalente la diffusione e la conoscenza dell’opera del Nostro. L’intellettuale settempedano Alberto Pellegrino, in una lettera del 30 gennaio, esprime una stima sincera per la poesia di Claudi, manifestando il proposito di organizzare eventi per la divulgazione e lo studio della sua figura9. Un desiderio che riaffiora anche in un’altra lettera scritta da Guglielmo Cascino
a Vittorio il 5 aprile dello stesso anno:
Perché non fare nulla per Claudio? Penso a Gabriele Armandi, di Falconara, che sul Giornale d’Italia, ha fatto articoli per poeti miei amici, di gran lunga inferiori a Claudio. Di Claudio avevo cominciato la distribuzione delle poesie negli istituti da me ispezionati. Non occorre inviare i suoi volumi a una lista corredata[?] di università, enti e persone? E far sì che – e in più direzioni – veramente si parli di lui10?
Libero, A. G. Ferrara, Jean-Claude Ibert, Leo Magnino, Paolo Marletta, Ercole Patti, Guglielmo Petroni, Marino Piazzolla, Leonardo Sinisgalli e Giuseppe Tucci.
5 Come emerge da una lettera scritta da Sinisgalli ad Anna in cui è contenuto anche il testo pubblicato in Omaggio:
«Carissima signora Anna, grazie del libro e della lettera. Vedo che c’è poco tempo e le rispondo queste poche righe di ricordo». La lettera scritta 8 aprile 1973 non è stata ancora archiviata ed è conservata nella corrispondenza di Claudi. Oltre a Sinisgalli il ruolo della madre per la diffusione dell’opera di Claudi è confermato anche da Ercole Patti: «Adesso leggo il volume postumo di Poesie che lei mi ha gentilmente mandato e sono lieto di trovarvi un autentico poeta che non aveva mai voluto farsi avanti preferendo isolarsi e lavorare in silenzio con la sua sofferenza» (E.PIATTI, Lettera alla madre, in Omaggio, p. 26).
6 F.CICERONI, Leopardismo di Claudi, “Il Leopardi”, III (giugno 1974), p. 1.
7 G.A.BRUNELLI, Claudio Claudi. Poesie, “Le ragioni Critiche, IV, 12 (aprile-giugno 1974), pp. 252-253. 8 P.MANDRILLO, Le “poesie” postume di Claudio Claudi, “Corriere del giorno”, (6 aprile 1975).
9 Cfr. F.C., Lettera di Alberto Pellegrino a Vittorio Claudi, 30 gennaio 1982, (E. COR. VA.10). Interessante anche
la lettera del 6 ottobre 1982 scritta da Gualberto Piangatelli, direttore della “Galleria d’Arte Moderna Comunale” di San Severino Marche, che riferisce a Vittorio di voler allestire un’esposizione dei quadri di Anna con alcune letture delle poesie di Claudi (Cfr. Lettera del prof. Gualberto Piangatelli a Vittorio Claudi, 6 ottobre 1982, E. COR. VA.13). La diffusione delle opere delle poesie di Claudi è confermata anche da un’altra lettera scritta dalla biblioteca comunale di San Severino Marche cfr. F.C., Lettera della Biblioteca Comunale "F. Antolisei" a Vittorio Claudi, 9 settembre 1982, (E. COR. VA.12).
114 Guglielmo Cascino è molto legato alla famiglia Claudi, come evidenziato in una sua lettera del 1 gennaio 1990 a Vittorio, nella quale riconferma la sua intenzione di approfondire lo studio dell’opera del Nostro, abbozzando un progetto editoriale dei suoi scritti:
Per Claudio formulo l’ipotesi di una più opportunamente organizzata distribuzione del suo volume “Poesie”. Fino al 1978, anno del mio collocamento a riposo, avevo cominciato a darlo per le biblioteche scolastiche ad alcuni presidi da me ispezionati. Il dono veniva anche giustificato dalla mia presenza nel volume stesso [Omaggio], quale presentatore dell’Autore per il settore che più direttamente mi riguarda o riguardava. Se possibile, si dovrebbe procedere ad una diversa organizzazione di tutte le poesie di Claudio, con particolare riferimento a quelle che si ritrovano solo nei suoi manoscritti (ricordo bene certe difficoltà anche economiche). Il volume ciclostilato dell’“Anatra Mandarina” potrebbe eventualmente essere alleggerito con opportuni estratti o raccordi. Ma se le possibilità economiche lo consentissero, l’optimum sarebbe quello della realizzazione di un’“opera omnia”, comprendente anche articoli stampati e non. È un dovere la cui esecuzione spetta a Claudio, o gli spetterebbe, in funzione sia del suo carattere schivo, sia del carattere stesso di una malattia che lo tenne troppo a lungo lontano da ogni più confacente rapporto sociale11.
L’intenzione di Cascino viene raccolta da Vittorio che inizia la sistemazione e la trascrizione dei manoscritti del fratello. Nel settembre del 1999 istituisce a Roma la “Fondazione Claudi”, con lo scopo di custodire e mantenere il carattere unitario delle carte di Claudio e dei quadri di sua madre Anna12. Come emerge dalla Relazione illustrativa degli scopi della
Fondazione, l’intenzione che spinge Vittorio a costituire la Fondazione travalica la semplice
custodia dei beni appartenenti alla sua famiglia:
Nell’arco della nostra vita, che abbraccia quasi l’intero secolo, abbiamo conosciuto troppo spesso uomini di alto intelletto e di inflessibile rigore morale, vivere soli in gelide angustie economiche proprio nella parte più debole della loro esistenza. I
11 F.C., Lettera di Guglielmo Cascino a Vittorio Claudi, 1 gennaio 1990, (E. COR. VA.16).
12 Per maggiori informazioni: http://www.fondazioneclaudi.it/cosa/ (28 agosto 2018). La Fondazione viene iscritta
nel Registro delle Persone Giuridiche della Prefettura di Roma il 6 giugno del 2001. Come definito dall’articolo 3 dello Statuto, la «Fondazione ha lo scopo di:
a) custodire e mantenere il carattere unitario dell’archivio dei manoscritti di Claudio Claudi e dell’opera pittorica di sua madre Anna e di quanto ulteriormente pervenuto alla Fondazione, onde porli in condizione di essere consultati da parte di quanto hanno interesse alla ricerca e allo studio;
b) promuovere ricerche e studi sull’opera, la vita e il pensiero di Claudio Claudi;
c) promuovere ricerche e studi filosofici, politici storici e poetici, caratteristici della formazione intellettuale di Claudio Claudi e di quelli artistici della madre Anna;
d) diffondere i risultati della propria attività attraverso pubblicazioni, periodiche e non, che riflettano il contenuto morale, letterario, poetico del pensiero del Claudi e storico- artistico della madre Anna. Queste potranno essere direttamente edite dalla Fondazione, ovvero edite da altri per conto della stessa;
e) svolgere nell’ambito del pensiero morale, filosofico, culturale e poetico attività di formazione e di aggiornamento destinata sia a docenti delle scuole di ogni ordine e grado, sia a ricercatori e a docenti universitari;
f) dare un sostegno economico ad alcuni “Principi morali” di età avanzata. Essi potranno essere scelti tra poeti, pensatori, artisti, scienziati di elevata statura morale, anche se di limitata risonanza» (http://www.fondazioneclaudi.it/missione/ 28 agosto 2018).
115 riconoscimenti, se ci sono stati, sono venuti dopo. A quegli uomini, che noi definiamo “Prìncipi Morali” la Fondazione vorrà portare sollievo economico e conforto13.
Negli ultimi anni della sua vita, Vittorio non svolge alcuna attività istituzionale, ma si dedica alacremente alla trascrizione e alla sistemazione del materiale storico-documentale. All’indomani della sua morte, Franco Angeli pubblica nel 2007 L’anatra Mandarina e altri scritti – l’opera rifiutata dalla Einaudi nel 1954 – in cui vengono rieditate anche Lettere tibetane e Iter
ad occultum. Dal 2008 viene stipulata una convenzione con l’Università degli Studi di Roma “Tor
Vergata” per iniziare una prima sistemazione dei documenti dell’autore e per studiare la sua produzione poetica. Frutto di questa collaborazione è stata la pubblicazione di due saggi critici da parte della ricercatrice Cristina Ubaldini: La poesia di Claudio Claudi pubblicato in “Sincronie” nel 2008 e Il silenzio e la sperduta Orione. Dieci poesie inedite di Claudio Claudi editato in “Sinestesie” nel 201214. I lavori di sistemazione del Fondo sono proseguiti nel 2012 dal dott.
Gabriele Codoni che si è occupato di ordinare il materiale degli altri membri della famiglia. Nel 2015 la Fondazione, in collaborazione con la Regione Marche, ha cofinanziato una borsa di dottorato con l’Università degli Studi Urbino per approfondire e pubblicare gli scritti filosofici dell’autore. Nel 2017 la dottoressa Giovanna Lullo, coordinata dalla professoressa Carla Carotenuto dell’Università degli Studi di Macerata, ha iniziato un primo studio dell’opera narrativa di Claudi redigendo una tesi di laurea in letteratura italiana contemporanea dal titolo
Sulle tracce di Claudio Claudi: per un’edizione critica dei testi inediti. Sempre nello stesso anno
la critica d’arte Stefania Severi e il dott. Gabriele Codoni hanno iniziato l’approfondimento e lo studio dei documenti di estetica e di critica d’arte.
13 F.C., V.CLAUDI, Relazione illustrativa degli scopi della Fondazione, 27 dicembre 1999.
14 Tra i lavori recenti intorno alla figura di Claudi si segnalano: C.UBALDINI, La poesia di Claudio Claudi,
“Sincronie”, 12 (gennaio-giugno 2008), pp. 195-210; ID, Claudio Claudi, in S.SEVERI -C.UBALDINI (a cura di), Il
canto della terra, Edilazio Letteraria, Roma 2011, pp. 11-28; ID, Il silenzio e la sperduta Orione. Dieci poesie inedite di Claudio Claudi, in “Sinestesie”, 1 (settembre-ottobre 2012), pp. 175-189; ID, Silenzio e lontananze siderali: la fede negata di Claudio Claudi, in S.SEVERI (a cura di), La fede poesia e libri d’artista, Edilazio Letteraria, Roma,
2013, pp. 42-43; ID, Paradigmi del silenzio nella lirica di Claudio Claudi, in S.SEVERI -M.L.CALDOGNETTO (a
cura di), Voci del silenzio, Editions Convivium, Luxembourg, 2014, pp. 14-20. Nell’articolo Il silenzio e la sperduta
Orione, Ubaldini presenta dieci componimenti inediti contenuti in Quaderno nero in cui possiamo trovare anche
116