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Nella Regione Toscana è istituita una struttura organizzativa, il “Gruppo Rischio Clinico (GRC)” il cui referente, il “Clinical Risk Manager”, che per le motivazioni espresse nella prima parte della Deliberazione del Direttore Generale n. 329 del 03/11/2011, propone di recepire la Delibera della Giunta Regionale n. 578 del 11/07/2011 “Attestazione di buone pratiche per la sicurezza del paziente. Integrazione D.G.R. n. 267/2007” con la quale si integrano ulteriormente le buone pratiche approvate con la Delibera G.R. n. 267 del 16/04/2007 e s.m.i. recepita con Delibera Aziendale n. 238/2009, con le seguenti buone pratiche mirate a realizzare un sempre più completo sistema di gestione del rischio clinico nelle Aziende Sanitarie:

Gestione della relazione e della comunicazione interna con il cittadino e/o familiari per gli eventi avversi

La comunicazione degli eventi avversi, è una comunicazione difficile per definizione in quanto si tratta di gestire la relazione con persone che hanno subito un danno alla salute provocato da chi avrebbe invece dovuto favorirne la guarigione. La letteratura internazionale e gli indirizzi di politica sanitaria nazionale evidenziano la possibilità e la necessità di definire politiche di gestione del rischio clinico che promuovano la trasparenza e lì apertura ai cittadini, ritenute le strategie migliori da un punto di vista etico e funzionale per la riduzione dei rischi e del contenzioso (National Patient Safety Agency – UK, Harvard Hospitals – USA).

Elemento fondamentale di queste politiche è la definizione di modalità di gestione della comunicazione degli eventi avversi sia per quanto riguarda la comunicazione interna all’organizzazione sanitaria che quella esterna con il cittadino e l’opinione pubblica.

In coerenza con la letteratura internazionale e nazionale, la Regione Toscana con la Delibera GRT 225/2006 – azioni di coordinamento e sviluppo delle attività del GRC ed il DGR n. 704 del 08/10/2007 – gestione eventi sentinella, ha fornito alle aziende indicazioni su come gestire gli eventi avversi anche più gravi quali gli eventi sentinella.

Tali atti prevedono inoltre che le aziende si attivino per comunicare tempestivamente con i pazienti e i familiari. L’obiettivo della buona pratica è quello di definire, in coerenza con gli atti sopra citati, gli elementi base di una buona pratica per la gestione della comunicazione interna all’azienda ed esterna degli eventi avversi.

La buona pratica si ispira ad alcuni principi di fondo: l’empatia, il tempismo, l’approccio non colpevolizzante e non difensivo, la trasparenza, l’alleanza con il cittadino, la fiducia, l’impegno per il miglioramento, la collaborazione ed il coinvolgimento.

I percorsi di gestione della comunicazione di un evento avverso possono essere differenziati in relazione ai tempi di identificazione dell’evento: in alcuni casi è possibile che gli operatori si rendano conto immediatamente conto che qualcosa è andato male e che si attivino per porvi rimedio e limitarne le conseguenze, in altri casi l’evento può essere identificato a posteriori a seguito della segnalazione spontanea ed anonima da parte degli operatori, oppure a seguito di denuncia o reclamo.

Anche i tempi della comunicazione dell’evento avverso sono pertanto differenziati a seconda delle capacità e delle fonti d’identificazione del problema. I requisiti della buona pratica vanno quindi strutturati sulle diverse casistiche che possono presentarsi.

Check list di Sala Operatoria

I dati relativi ai sinistri e derivanti dall’analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) ed il risultato degli studi sugli eventi avversi, dimostrano che l’area chirurgica è quella a maggior rischio e genera di conseguenza numerose richieste di risarcimento da parte dei cittadini.

91 Per incidere favorevolmente su un processo complesso come l’atto chirurgico, che vede coinvolti molteplici operatori, è dunque necessario intraprendere un cammino che porti da un lato all’analisi partecipata degli eventi avversi mediante Audit Clinici ed M&M (Stead J. & Sweeney G. 2001; Tartaglia et al. 2005b) e dall’altro all’elaborazione di procedure ed alla costruzione di strumenti di lavoro che presidino i passaggi maggiormente a rischio.

La Check list di Sala Operatoria è uno degli strumenti proposti dalla WHO all’interno della campagna “Safe Surgery Saves Lives” (2008).

Laddove correttamente impiegato tale strumento è in grado da solo di ridurre la morbilità e la mortalità dei pazienti chirurgici (Haynes A.B. et al., 2009).

Responsabili della compilazione della Check list sono tutte le figure coinvolte nel processo e quindi Chirurghi, Anestesisti, Infermieri (strumentisti, di anestesia, di sala, di degenza) ciascuno per la propria parte di competenza.

Lo scopo dell’applicazione di tale strumento è quello di prevenire procedure chirurgiche in paziente sbagliato o su parte del corpo sbagliata e la ritenzione di garze, strumenti o altro materiale all’interno del sito chirurgico, come previsto dalle Raccomandazioni del Ministero della Salute.

I requisiti della buona pratica sono strutturati su due percorsi entrambi attestabili come tali: - PERCORSO DELL’INTERVENTO CHIRURGICO: Check list di sicurezza di sala operatoria.

Requisito: Adozione Check list OMS adattata e fornita dal centro GRC (requisito valido per l’accreditamento istituzionale)

- PERCORSO DEL PAZIENTE CHIRURGICO: Check list di sicurezza del paziente chirurgico. Requisito: Adozione Check list del percorso chirurgico elaborata e fornita dal Centro GRC (requisito valido per l’accreditamento all’eccellenza).

Il progetto dell’Azienda ASL n. 8 “SICUREZZA IN SALA OPERATORIA: RACCOMANDAZIONI E CHECK LIST” recepisce appieno le direttive sopra citate, facendo suo il “PERCORSO DEL PAZIENTE CHIRURGICO: CHECK LIST DI SICUREZZA DEL PAZIENTE CHIRURGICO”, con una lista di controlli che vanno dall’ingresso in reparto al rientro del paziente in camera di degenza, proponendo di individuare nei Blocchi Operatori della Azienda USL n. 8 gli standard minimi che permettano ai cittadini che ne abbiano necessità la migliore fruibilità e la migliore sicurezza possibile.

I riferimenti normativi sono i criteri di accreditamento delle Strutture Sanitarie della Regione Toscana e gli obiettivi declinati dal Manuale per la sicurezza in sala operatoria pubblicato nel novembre 2009 dal Ministero della Salute che recepisce le indicazioni del programma Safe Surgery Saves Lives che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato nel 2008.

Sono coinvolte nel progetto tutte quelle strutture che partecipano al processo chirurgico con l’obiettivo generale di garantire la sicurezza del percorso peri-operatorio negli ospedali dell’Azienda USL n. 8, indipendentemente dalle modalità e dai punti di accesso che il cittadino utilizza per la fruizione dei servizi.

Il servizio dedicato all’area qualità e sicurezza dell’ASL 8 che si è preso carico del risk management, garantisce la definizione, il mantenimento e lo sviluppo di un sistema integrato di processi gestionali orientati alla qualità, alla sicurezza ed al miglioramento continuo, alla rilevazione della customer satisfaction, alla conformità a norme e standard rilevanti. Gestisce le politiche di formazione e sviluppo delle professionalità, delle competenze e delle capacità degli operatori al fine di garantire una qualificata ed efficace erogazione dei servizi di formazione; le competenti strutture di staff coordinano il network di operatori aziendali, allo scopo di favorire la migliore integrazione delle logiche di cooperazione collaborativa.

Come obiettivi specifici il piano di lavoro dell’ASL 8 si propone:

 individuare il livello strutturale, professionale, organizzativo esistente nelle sale operatorie dell’Azienda, promuovendo interventi di miglioramento contestualizzati e coerenti con i dati del monitoraggio e con le criticità individuate in sede locale;

92  elaborare uno strumento di prevenzione proattivo rappresentato dalla SURGICAL SAFETY CHECK LIST (SSCL), adattato alle esigenze locali che preveda il controllo delle fasi e dei passaggi critici della procedura chirurgica, consentendo di intercettare i pericoli prima che si verifichino veri e propri incidenti;

 diffondere ed aumentare la cultura della sicurezza nelle sale operatorie ed uniformare i sistemi di controllo sull’applicazione degli standard di sicurezza;

 introdurre lo strumento di prevenzione (Check List) nelle procedure ordinarie delle sale operatorie dell’Azienda USL n. 8.

Tutte le attività sono svolte da un apposito gruppo di lavoro interaziendale composto da: Anestesisti, Chirurghi, Infermieri Coordinatori, componenti della Direzione Sanitaria.

Il gruppo di lavoro è suddiviso in vari sottogruppi con specifici compiti e le attività sono coordinate dal Responsabile dell’U.O. Medicina Peri-operatoria, che svolge la propria azione sulle indicazioni del Dipartimento di Area Critica.

Lo stato di attuazione del progetto è verificato nei vari steps attraverso specifici indicatori (N. procedure introdotte, N. strutture che aderiscono al progetto, N. Check List eseguite/N. interventi chirurgici, etc.).

Attraverso il cronogramma di seguito illustrato vengono analizzate tutte le attività svolte dai gruppi di lavoro che hanno partecipato al cammino di elaborazione applicazione e revisione della lista di controllo per la sicurezza del paziente chirurgico utilizzata nei percorsi chirurgici della ASL 8.

5.4 - Dalla creazione alla diffusione della Check list – Cronogramma