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CENSIMENTO DELLE IMBARCAZIONI STORICHE E D’INTERESSE NAVIGANT

SCHEDA RACCOLTA DATI SCHEDA ANALISI SISTEMI COSTRUTT

2.6. MEZZI DI DIFFUSIONE

Particolare importanza rivestono i mezzi di comunicazione dell’iniziativa del censimento. Obiettivo fondamentale è che notizia dell’avvio dell’attività giunga capillarmente sul territorio. Altrettanto importante è l’individuazione dei giusti canali per dare risalto all’iniziativa, al fine di favorirne la visibilità. In particolare, potranno essere di notevole efficacia, le comunicazioni orientate alle seguenti realtà:

− cantieri nautici − darsene − rimessaggi − porti

− associazioni di classe e sportive − circoli velici

− lega navale − marina militare − musei

− enti organizzatori di eventi dedicati a imbarcazioni − riviste di settore

− privati armatori

Sono inoltre state previste e in continua fase di esecuzione, attività di invio mirato di mail, creazione di brevi scritti in riviste di settore e comunicazione nell’ambito di convegni e seminari.

Per le precedenti attività è stato creato un account di posta elettronica dedicato il cui indirizzo è: censimentoimbarcazioni@gmail.com

2.7. ANALISI DEI DATI ACQUISITI

I dati acquisiti, provenienti dalle schede di ventotto imbarcazioni, forniscono interessanti informazioni, pur nella consapevolezza che il campione di dati raccolto non puó tuttavia essere ritenuto rappresantivo della popolazione relativa al patrimonio marittimo nazionale a causa del ristretto numero di unitá censite.

Dalle analisi sin qui svolte emergono i seguenti risultati:

− il 93% delle imbarcazioni non presenta una dichiarazione d’interesse di “bene culturale oggetto di tutela”;

− tutte le imbarcazioni sono attualmente utilizzate per diporto. Tuttavia il 47% presentava originariamente una diversa destinazione d’uso successivamente convertita;

− il 92% delle imbarcazioni è a vela, principalmente con armo Marconi (57%);

- il 68% delle imbarcazioni censite è stato costruito in Italia. Tuttavia una percentuale rilevante pari al 14% proviene del Regno Unito.

- l’82% della popolazione è rappresentato da imbarcazioni storiche. La maggior parte delle unità censite é stata costruita negli anni ’60 e nei primi anni ’70, come si evince dalla seguente tabella.

Classificazione Anni Percentuale

Inoltre, con riferimento riguardo alle componenti, il loro sistema costruttivo e lo stato di conservazione si sottolinea come:

− il 57% delle unità censite ha chiglia in stato ottimo. Di queste il 75% è originale, principalmente in legno massiccio per il50% dei casi;

− il 53% delle barche censite ha le ordinate in ottimo stato. Di queste 86% è originale e non restaurata. Il sistema costruttivo con stato di conservazione ottimo più frequente è il lamellare. Ottimi stati di conservazione sono anche registrati per le imbarcazioni con ordinate in legno massiccio costruite negli anni ‘60 e ’70;

− gli stati di conservazione migliori si registrano nei fasciami a corsi incollati (36% del totale) accompagnati da quelli a corsi calafatati. Tuttavia quest’ultimo sistema costruttivo evidenzia anche casi più frequenti di conservazione mediocre;

− la maggior parte delle coperte, il 50% del totale, è costruita con tecnica mista compensato teak o solo teak. Nei casi di coperte realizzate in soli listoni di teak, il 28,5% è in stato di conservazione mediocre. Il 49% del totale delle coperte delle unità censite è originale;

− l’armo in legno è presente nel 75% delle imbarcazioni censite e risulta in ottimo stato nel 62% dei casi. L’alluminio risulta in ottimo stato nel 40% delle imbarcazioni. Il 47,6% degli armi in legno sono costruzioni cave mentre il restante 52,4% sono costruzioni massicce. La differenza in termini di stati di conservazione, seppur per pochi punti percentuali, risulta a favore del sistema costruttivo dell’armo in legno massiccio.

I dati statistici sopra riportati indicano come stato di conservazione più frequente l’ottimo e il buono. Questo dato non può essere ritenuto univocamente rappresentativo dell’intera popolazione del patrimonio marittimo, in quanto è chiaro come imbarcazioni in stato d’abbandono o trascurate dai propri proprietari non siano sicuramente state censite. I dati riguardanti lo stato di conservazione, se analizzati invece in relazione alle singole componenti, possono fornire interessanti informazioni.

Innanzitutto si può notare come le caratteristiche di durata, ottenuta grazie a materiali scelti3 e lavorazioni accurate, proprie della componente della chiglia, siano esplicitate

da un valore considerevole dello stato di conservazione ottimo e da un’alta percentuale d’originalità della componente (75%).

La percentuale di ordinate in ottimo stato è di poco inferiore rispetto alla componente della chiglia; il loro sistema costruttivo è quello lamellare4; questo poiché la tecnica

costruttiva lamellare è tipica di imbarcazioni costruite in periodo posteriore rispetto a quelle tecniche con più tradizionali come il massello, che di fatto è la tecnica tipica delle unità censite più datate. Al massello (piegato o segato) è comunque attribuibile un giudizio positivo in termini di durata. Il sistema costruttivo più tradizionale, se associato a trattamenti protettivi della costruzione classica, dimostra stati di conservazione ottimi per le ordinate in massello delle imbarcazioni costruite nel ventennio ’60-’70. In queste costruzioni, le ultime prima dell’avvento della vetroresina, si può riscontrare l’incontro tra il know-how della tradizione costruttiva del passato e i vantaggi offerti dai materiali (acciaio inox per ferramenta) e prodotti di protezione del legno (pitture e impregnanti sintetici e bicomponenti), cosa che ha garantito realizzazioni dalla lunga durata, come i dati confermano.

I fasciami a corsi incollati, tecnica molto frequente negli anni ‘50-’60, risultano il sistema di rivestimento dello scafo più durevole. Sicuramente la tipologia di fasciame calafatato è svantaggiato, sul piano dello stato di conservazione, dalla maggior datazione delle imbarcazioni così realizzate. È tuttavia anche possibile attribuire una migliore

conservazione del fasciame incollato a una sua più semplice manutenzione5 e gestione

(anche da parte di operatori meno specializzati) e all’effettiva efficienza strutturale (rigidità e stabilità dimensionale della struttura), ottenuta con l’incollaggio dei comenti che ha assicurato minori sollecitazioni alle imbarcazioni così realizzate.

Le coperte delle unità censite dimostrano maggiori problemi di conservazione essendo queste originali per meno del 50%, con buone percentuali di strutture ricostruite. Questi dati sono sinonimo delle criticità della struttura in relazione ai rischi d’infiltrazioni d’acqua piovana, di carie (dei compensati o delle tavole in massello) e dall’erosione causata dall’uso. Ulteriore conferma viene anche dal dato sulla conservazione delle coperte realizzate in listoni di teak massello, presenti in imbarcazioni antecedenti agli anni ’60, per le quali è espresso uno stato di conservazione mediocre.

L’armo in legno è il più frequente nelle imbarcazioni storiche e si può affermare che la tecnica costruttiva tradizionale in massiccio è circa frequente quanto quella più recente con armo cavo. In entrambi i casi lo stato di conservazione è ottimo per una percentuale molto alta, sinonimo del relativo basso degrado in cui incorre questa struttura. È tuttavia da sottolineare come lo stato di conservazione dell’armo massiccio sia migliore rispetto a quello cavo, nonostante il sistema costruttivo del primo sia tipico di imbarcazioni più datate. Questo fatto è probabilmente causato dal maggior dimensionamento della costruzione in massello, sicuramente struttura meno fragile e soggetta a infiltrazioni. La disponibilità futura di più dati garantirà crescenti possibilità comparative e l’interrogazione delle schede di censimento con maggior efficacia e attendibilità. In appendice sono allegate le schede e un’immagine delle singole unità finora censite.

2.8. PROSPETTIVE E PROBLEMATICHE DELL’INIZIATIVA DI CENSIMENTO

Il numero ancora esiguo di dati raccolti dipende principalmente dal fatto che l’avvio dell’iniziativa ha potuto avvenire solo in data piuttosto recente (1/5/2013) e in secondo luogo dalla diffidenza che alcuni armatori nutrono verso la condivisione online di dati inerenti le loro imbarcazioni. Il genere d’iniziativa richiede invece grande collaborazione di chi possiede e gestisce le barche ed è per questo che è ancora ridotto il flusso di dati in entrata. Si prevede dopo la conclusione della fase di ricerca, un’attività di contatto personale con gli armatori, tramite i mezzi di diffusione già citati, finalizzata a incrementare il numero imbarcazioni censite.

La creazione delle schede di raccolta dati, la loro verifica con esperti di settore, la necessaria implementazione con i già citati strumenti informatici, hanno richiesto un grande dispendio in termini di energie e di tempo. A queste si sono aggiunte difficoltà per l’elaborazione e il finanziamento del sito internet dedicato, che hanno portato alla pubblicazione del lavoro verso la metà dell’ultimo anno del dottorato.

L’attività tuttavia non concluderà con il termine del dottorato ma rimarrà attiva per procedere con la raccolta dati, essendo di fatto evidente la necessaria presenza di un numero maggiore d’imbarcazioni censite per l’ottenimento di dati veritieri.

La passione e l’interesse che spingono gli armatori all’inserimento dei dati riguardanti le proprie imbarcazioni, sono le stesse che generano l’attenzione verso quei beni; questa stessa attenzione si rispecchia poi anche in un’azione di scrupolosa manutenzione, sia ordinaria sia straordinaria, dei beni in questione. Il rischio molto elevato è che soltanto queste realtà virtuose siano censite falsando di gran lunga i risultati dell’iniziativa. Un’imbarcazione in stato d’abbandono difficilmente sarà censita dal proprio proprietario, ammesso che ne abbia uno, ed è per questo che sarà necessario interrogarsi circa il metodo da adottare affinché anche questa categoria di beni figuri quale parte attiva del censimento a incrementare la completezza e l’utilità dei dati raccolti.

Questo fattore non può non essere trascurato in un’attività il cui scopo principale è l’analisi e la comprensione dell’entità e della qualità del patrimonio marittimo. L’indagine di questi dati e le loro modalità d’acquisizione potrebbe essere uno degli interessanti sviluppi futuri della presente ricerca.

In ultimo va sottolineata l’importanza del carattere inclusivo dell’iniziativa. Estendere l’attenzione anche nei confronti di categorie che esulano dalle già quotate imbarcazioni d’epoca può generare fenomeni positivi verso altre categorie più trascurate; ad esempio, l’eventuale applicazione delle linee guida della presente ricerca a quelle categorie, potrebbe essere garanzia d’interventi consapevoli e di una maggior tutela anche di quelle imbarcazioni alle quali, altrimenti, non sarebbe riservata.