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L’UOMO ED IL SUO AMBIENTE

4.5 MODELLI ENERGETICI SEQUENZIALI E SISTEMIC

Questi modelli, sviluppati nei primi anni ’80, considerano l’infortunio sul lavoro come un effetto indesiderato del sistema, generato da perturbazioni del normale processo di lavoro. Allargando ed arricchendo il metodo di investigazione riescono ad

affrontare lo studio dei percorsi, delle misure e dei mezzi possibili da progettare per la prevenzione.

I modelli energetici hanno lo scopo di:

• evidenziare le catene di eventi che portano agli infortuni;

• studiare le condizioni (o fattori) che hanno contribuito al loro verificarsi affrontandole come il prodotto delle interazioni

• tra l’uomo, l’ambiente e la macchina.

Anche se ispirati all’approccio sistemico, questi modelli cercano di riconoscere l’influenza giocata dai fattori e dalle condizioni tecniche del lavoro sulla probabilità d’infortunio. Essi affrontano l’organizzazione del lavoro in un quadro dinamico. Le lesioni sono viste come il risultato del trasferimento di energia fra l’ambiente di lavoro e l’uomo a causa di una perturbazione4 nell’equilibrio del sistema. Questo deriva dal fatto che in teoria un organismo vivente non può essere fisicamente danneggiato senza che vi sia uno scambio di energia fra l’organismo stesso ed una sorgente di energia (un oggetto).

I modelli cercano di mettere in evidenza il tipo di energia scambiata nel corso dell’infortunio e, analizzandolo dal momento in cui avviene la perturbazione fino alle lesioni, introduce una ricostruzione temporale degli eventi. L’energia (meccanica, chimica, elettrica, termica o radiante) viene considerata come l’agente causale della lesione.

4 Nell’ambito temporale per perturbazione si intende il punto di partenza per l’identificazione della

situazione che ha determinato l’evento infortunistico.E’ il primo avvenimento che crea uno squilibrio in una catena degli eventi che si conclude con una lesione. Benner (1973)

Il modello energetico rapportato al fattore tempo permette di dividere la catena degli eventi in tre fasi distinte:

1. l’apparizione dell’energia; 2. la liberazione dell’energia; 3. l’assorbimento dell’energia.

I modelli energetici, affrontando un metodo di analisi

sequenziale, permettono di stabilire con più precisione

l’identificazione dell’inizio e della fine di una sequenza infortunistica migliorando l’affidabilità del metodo.

I modelli più rappresentativi sono quello finlandese5 e quello dell’

OARU (Occupational Accident resarch Unit).6

4.5.1 Modello Finlandese o Tuominen e Saari

Prendendo in considerazione, nell’ordine cronologico con cui si presentano, i cambiamenti osservati nello stato del sistema e che hanno condotto ad un contatto incontrollato energia-individuo, un infortunio può essere facilmente e chiaramente analizzato. L’analisi è centrata essenzialmente sulla postazione lavorativa e risponde a tre obiettivi:

1. fornire un metodo di approccio alla sicurezza che sia applicabile a tutte le postazioni lavorative ed utilizzabile in tutte le situazioni;

5 ideato da Tuominen e Saari nel 1982 ( Università di Tecnologia di Tampere) 6 elaborata da Kjellen e Larsson nel 1980 del reale Istituto di Tecnologia Svedese

2. facilitare la prevenzione degli infortuni dello stesso tipo; 3. permettere di evidenziare i fattori che aumentano la probabilità di accadimento di numerosi tipi di infortunio.

L’infortunio, come si è già detto, non è altro che una sequenza cronologica di eventi legati al processo produttivo ove si possono classificare i fattori che influenzano il prodursi degli eventi. Come evidenziato in figura 5 il modello analizza tre fasi cronologicamente sequenziali:

1. “latente”: quella in cui il processo produttivo può essere considerato come normale;

2. “energetica”: quella in cui si ha l’infortunio. Descrive le azioni compiute dal lavoratore oltre che l’emergere ed il presentarsi della sorgente di energia che lo espone a rischio,

3. “lesiva”: comprende una descrizione della lesione subita

e del ‘contatto’ (scambio di energia).

Il modello analizza anche gli eventi o le situazioni associate all’uomo o al suo ambiente che potenziano o provocano la comparsa degli eventi o che portano al contatto l’uomo con l’energia. Tali eventi, secondo gli autori, non sono altro che quei fattori intermedi che si innestano od intervengono dopo l’evento ma prima dello scambio di energia e che aumentano la probabilità di infortunio. Pertanto l’impiego di questo modello, avrebbe permesso di capire che cosa era accaduto e perché l’infortunio si era verificato e di conseguenza quali azioni erano necessarie al fine di limitare il ripetersi di incidenti simili.

Figura 5 Modello Tuominen e Saari

Stato normale Fase infortunistica Fase della lesione

Tempi

Stato normale ed obiettivo del processo

produttivo Fattori Contributivi Fattori Iniziatori Fattori Contributivi Fattori Contributivi Fattori Iniziatori Fattori Iniziatori N-esimo avvenimento precedente Ultimo avvenimento precedente Avveniment o di contatto Fattori di aggravamento Fattori di attenuazione Avvenimento della lesione Miglioramento Sede della lesione Durata/Inabilità Natura della lesione Accumulo di energia Lesiva Liberazione di energia lesiva Fattori influenzati causa/conseguenza Fattori contributivi Sorgente e tipo di energia Luogo

Dai risultati ottenuti scaturì che la sorgente di energia, causa della lesione, era quasi sempre associabile alle condizioni strutturali del processo tecnico di produzione, mentre le perturbazioni improvvise o movimenti dell’operatore erano in minoranza. Tale modello però non permetteva di avere le informazioni dei fatti che avevano preceduto la lesione. Inoltre, l’indagine da svolgere per documentare una relazione causale era troppo complessa e di difficile gestione per essere applicata nell’industria.

4.5.2 Modello OARU

Il modello dell’OARU, che considera il processo infortunistico come una catena di deviazioni di durata più o meno lunga, affronta il metodo d’indagine cercando di:

 mettere in evidenza la sequenza degli eventi che portano ad un infortunio rilevando le deviazioni o le catene di deviazioni che l’hanno preceduto (livello sequenziale);

 mettere in evidenza le condizioni del processo

produttivo che sono o possono essere legate all'infortunio (livello di condizionamento);

Nel livello sequenziale, affrontato a ritroso, possiamo individuare tre fasi in cui si può articolare un evento infortunistico:

1. la fase del traumatismo. Vi è un trauma od una lesione