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Il Modello di Basilea per l’analisi contrastiva delle particelle additive

2. La segmentazione pragmatica del testo

2.3 Le particelle additive in italiano e in spagnolo

2.3.1 Il Modello di Basilea per l’analisi contrastiva delle particelle additive

Come si è visto (§ 2.2.3), lo statuto informativo di una particella discorsiva, ossia la sua colloca- zione entro le Unità di Nucleo, Quadro o Appendice, costituisce un fattore decisivo per la determina- zione delle funzioni discorsive, dei valori d’impiego e della portata dei suoi operandi. Sebbene la

52http://www.dpde.es/#/entry/encima1 Si osservi che nel DPDE (Briz, Pons e Portolés 2008) ci sono due voci per encima, dove la differenza sostanziale sta nel diverso orientamento argomentativo dell’elemento introdotto dall’avverbio: la prima voce rimanda ai casi in cui l’avverbio introduce un elemento co-orientato argomentativamente rispetto alle alternative, le quali vengono però retroattivamente caratterizzate come sufficienti per condurre alla (stessa) conclusione a cui porta l’elemento introdotto da encima; la seconda voce, invece, rimanda ai casi in cui l’avverbio introduce un elemento che inverte l’orientamento argomentativo, portando a una conclusione non prevedibile dal cotesto precedente. In entrambi i casi, l’elemento introdotto da encima è caratterizzato come eccessivo o esagerato.

lingua di applicazione del Modello di Basilea sia l’italiano, diversi studi (De Cesare e Borreguero 2014; Borreguero 2014) dimostrano la validità del modello anche per l’analisi contrastiva dei con- nettivi in spagnolo e in francese. Entrambe le ricerche adottano una prospettiva semasiologica – che parte dal segno per arrivare alla funzione (§ 1.3.1.1) – e si concentrano su una classe particolare di lessemi che condivide, anzitutto, la proprietà di operare sia come avverbi focalizzanti sia come con- nettivi testuali (§ 2.3). Tuttavia, non è questa l’unica caratteristica in comune, infatti, le particelle analizzate condividono pure un certo grado di polifunzionalità quando operano come connettivi (fun- zioni additive, additive e scalari, ma anche riformulative o concessive) oltre a una diversa portata dei loro operandi quando operano come avverbi, incidendo tipicamente su un sintagma della frase. Tutte queste differenze collocano questa classe di parole fra gli elementi della lingua dotati di polifunzio- nalità paradigmatica, la cui spiegazione non può prescindere da un’analisi del loro statuto gerarchico- informativo (Borreguero 2014: 51).

Nello studio contrastivo realizzato da De Cesare e Borreguero (2014: 57) vengono analizzati i lessemi «It. anche, Fr. aussi e Sp. también», i quali condividono un valore semantico di base che è additivo, e un duplice sfruttamento testuale che comprende sia usi come avverbi focalizzanti (focus

adverbs) sia usi interfrasali come connettivi testuali (discourse connectives), sebbene in maniera di-

suguale nelle tre lingue. Le funzioni e le interpretazioni co(n)testuali di questi lessemi possono essere spiegate sulla base dell’interazione tra il valore semantico di base, la collocazione sintattica preferen- ziale e lo statuto informativo (De Cesare e Borreguero 2014: 59). Si è visto (§ 2.3) che gli avverbi it.

anche e sp. también hanno una diversa distribuzione sintattica: tendenzialmente più libera per la par-

ticella spagnola che per quella italiana. Per quanto riguarda l’avverbio fr. aussi, la sua collocazione preferenziale è quella di post-modificatore, specie quando opera su sintagmi verbali. La posizione di post-modificatore è invece obbligatoria quando aussi modifica un elemento all’inizio della clausola. Questa restrizione sintattica ha peraltro una funzione disambiguante, dal momento che la collocazione all’inizio della clausola conferisce a aussi un valore di connettivo che attua una relazione perlopiù consecutiva (De Cesare e Borreguero 2014: 61).

Le maggiori differenze di uso tra it. anche, fr. aussi e sp. también si osservano quando operano come connettivi, agendo dunque al livello testuale, per coordinare due o più argomenti che portano a una medesima conclusione (De Cesare e Borreguero 2014: 65). Per estendere la loro portata all’intera proposizone, anche e aussi si manifestano di norma dopo il predicato, diversamente da también che può comparire anche in posizione preverbale e all’estrema periferia sinistra della frase (De Cesare e Borreguero 2014: 66). Tra il cotesto precedente e quello successivo, questi connettivi esprimono re- lazioni logiche di tipo consecutivo e, in minor misura, di addizione e di motivazione (De Cesare e Borreguero 2014: 68). Per esprimere la connessione additiva a livello interfrasale, infatti, l’italiano ha a disposizione altre forme, come inoltre, in più, pure, in aggiunta ecc., mentre in francese si ricorre di preferenza a en plus, de même, pareillement ecc. Soltanto lo spagnolo, quindi, ammette tipicamente

l’uso di también con un valore simile ad además (De Cesare e Borreguero 2014: 69).

Se la sintassi svolge un ruolo importante nell’individuazione delle funzioni associate ai lessemi it.

anche, fr. aussi e sp. también, un altro livello di osservazione altrettanto pertinente è costituito dal

loro statuto informativo, più precisamente, dalla combinazione tra (i) l’Unità Informativa in cui si collocano (Nucleo, Quadro o Appendice) e (ii) le modalità con cui si manifestano: saturando senza residui l’Unità o insieme ad altro materiale linguistico (De Cesare e Borreguero 2014: 71). Quando compaiono nel Nucleo dell’enunciato, operano principalmente come avverbi focalizzanti e sono quindi caratterizzati da una portata locale che si limita al fuoco dell’avverbio (De Cesare e Borreguero 2014: 72-73). Quando, invece, compaiono nel Quadro Informativo, la loro funzione testuale di av- verbi o di connettivi dipende dall’eventuale presenza di altro materiale linguistico. Più precisamente, quando anche, aussi e también si trovano nel Quadro accompagnati da altro materiale linguistico, essi operano come focalizzatori la cui portata si limita al fuoco dell’avverbio. Ciononostante, a differenza della collocazione nel Nucleo, gli avverbi focalizzanti nel Quadro Informativo, proprio per la natura di tale Unità, hanno una funzione più testuale, cioè: «much more discourse-oriented as they primarily serve to construct the ongoing text» (De Cesare e Borreguero 2014: 75). Diversamente, quando satu- rano senza residui il Quadro Informativo, essi operano tipicamente come connettivi, veicolando rela- zioni logiche che possono comprendere spazi testuali più o meno ampi, ossia Enunciati, Movimenti Testuali o interi Capoversi (De Cesare e Borreguero 2014: 77). È a questo livello che si osservano le differenze più macroscopiche fra i tre lessemi. In generale, anche appare di rado come connettivo all’inizio della frase, cioè tende a non saturare da solo un Quadro Informativo, mentre quando aussi compare da solo nel Quadro tende a esprimere una relazione semantica consecutiva, e non additiva. Solo también, pertanto, satura tipicamente il Quadro per veicolare una relazione logica di tipo addi- tivo (De Cesare e Borreguero 2014: 78).

Quando it. anche, fr. aussi e sp. también si trovano nell’Appendice insieme ad altro materiale lin- guistico, operano come avverbi focalizzanti e hanno, pertanto, una portata locale limitata al fuoco dell’avverbio (De Cesare e Borreguero 2014: 80). Diversamente, quando saturano senza residui l’Ap- pendice, i loro effetti semantici e testuali dipendono dal tipo di Unità a cui si agganciano e dalla natura semantica degli elementi su cui operano. Più precisamente, quando saturano un’Appendice che si lega un Quadro, anche, aussi e también operano come connettivi e sono caratterizzati da un alto livello di organizzazione testuale, ossia veicolano una relazione logica – additiva, consecutiva o di motivazione – che risente dell’ampia portata testuale dell’Unità di Quadro a cui si agganciano (De Cesare e Borreguero 2014: 81). Invece, quando saturano un’Appendice che si lega a un Nucleo, alla funzione connettiva si può associare, in base alla semantica degli elementi nucleari, un’interpreta- zione scalare, che è attivata con frequenza da anche, più di rado da aussi e solo marginalmente da

también (De Cesare e Borreguero 2014: 82). Rispetto al Nucleo a cui si legano, dunque, possono

testuali.

In breve, lo studio di De Cesare e Borreguero (2014) dimostra che la collocazione di it. anche, fr.

aussi e sp. también entro il Nucleo dell’Enunciato ne favorisce un’interpretazione come avverbi fo-

calizzanti. La medesima interpretazione si ha quando essi si manifestano nel Quadro Informativo accompagnati da altro materiale linguistico di origine denotativa, diversamente dai casi in cui satu- rano senza residui tale Unità, acquisendo una funzione connettiva: additiva, nel caso di también e, solo marginalmente, di aussi e anche, oppure consecutiva nel caso di aussi. Ancora, l’occorrenza in Appendice insieme ad altro materiale linguistico ne favorisce un’interpretazione come avverbi foca- lizzanti, mentre quando saturano senza residui tale Unità operano tipicamente come connettivi, specie nel caso di también, oppure come avverbi focalizzanti che possono attivare, oltre alla funzione addi- tiva, un’interpretazione scalare, più frequente per anche e aussi, solo marginale nel caso di también. Anche lo studio realizzato da Borreguero (2014) segue un approccio semasiologico (§ 1.3.1.1) e ricorre al Modello di Basilea per la segmentazione dell’Enunciato in Unità discorsive. La sua ricerca contrastiva verte sui connettivi additivi, nello specifico, sulla corrispondenza tra la particella dello spagnolo incluso e i suoi equivalenti in italiano: anche, addirittura e perfino/persino. Oltre alle re- strizioni sintattiche esistenti fra incluso e i suoi possibili traducenti in italiano (§ 2.3), la studiosa osserva la correlazione fra l’Unità Informativa in cui è collocato incluso e le conseguenti restrizioni nella scelta degli equivalenti in italiano.

Come osservato anche da De Cesare e Borreguero (2014; cfr. supra) rispetto a it. anche, fr. aussi e sp. también, la collocazione di sp. incluso nel Nucleo Informativo è associata alla funzione di av- verbio focalizzante e non a quella di connettivo testuale (Borreguero 2014: 26).La sua collocazione all’interno del Nucleo è piuttosto libera, il che equivale a dire, in termini informativi, che può collo- carsi sia a ridosso (prima o dopo) del Comment, quindi accanto al Fuoco dell’Enunciato, sia, seppur con minor frequenza, a ridosso (prima o dopo) del Topic. In questa posizione enunciativa, gli avverbi focalizzanti dell’italiani perfino e persino funzionano allo stesso modo, tuttavia, essi compaiono con maggior frequenza come pre-modificatori del Fuoco del Nucleo (Borreguero 2014: 27). Diversa- mente, l’avverbio italiano addirittura, specie se a sinistra nel Nucleo, tende a estendere la sua portata su tutto l’enunciato e non solo sul sintagma adiacente, pertanto, anche in assenza di estrazione me- diante virgole, si considera che addirittura non sia integrato nel Nucleo, bensì costituisca un elemento prosodicamente, quindi informativamente, indipendente (Borreguero 2014: 28).

Nei casi in cui il Nucleo non abbia una struttura predicativa, bensì eventiva o presentativa, sia

perfino/persino che addirittura sono equivalenti di incluso (Borreguero 2014: 31). Inoltre, vi sono

casi in cui incluso ha un uso olofrastico, ossia satura senza residui il Nucleo, ad esempio, come rispo- sta affermativa enfatica a interrogative totali. In questo caso, l’italiano ammette unicamente l’uso di

addirittura (Borreguero 2014: 32). Infine, quando incluso è attiguo al verbo, la sua portata si estende

dell’avverbio, pertanto, tale posizione favorisce il valore di connettivo su quello di avverbio focaliz- zante. Si tratta, perciò, di un caso liminare in cui, nonostante la collocazione nel Nucleo, sembrerebbe attivarsi una funzione più tipicamente rappresentata dall’inserzione nel Quadro (Borreguero 2014: 33). In questo caso, ancora una volta, l’italiano ammette soltanto il ricorso ad addirittura che, proprio come sp. incluso, consente sia la posizione preverbale sia l’estensione della portata su tutto l’enun- ciato (Borreguero 2014: 34).

La collocazione di sp. incluso nel Quadro Informativo incide sulla sua portata, sulla sua funzione e sul suo valore pragmatico, favorendo in generale un’interpretazione come connettivo e non come avverbio focalizzante (Borreguero 2014: 35). Tuttavia, vi è una differenza importante fra l’occorrenza di incluso insieme ad altri elementi lessicali e la sua saturazione senza residui dell’Unità di Quadro. Nel primo caso, la funzione paradigmatizzante è attiva e opera sugli elementi linguistici che lo ac- compagnano nel Quadro, che costituiscono, del tutto o in parte, il suo fuoco; nondimeno, il suo uso è molto vicino a quello di un connettivo, dato che la natura informativa del Quadro proietta i suoi effetti anche sulle successive Unità di Nucleo che compongono l’enunciato (Borreguero 2014: 36). In questi casi, tutte le particelle additive scalari dell’italiano possono essere considerati equivalenti di incluso. Inoltre, la collocazione nel Quadro insieme ad altro materiale linguistico, specie nel caso di strutture condizionali, può attivare, oltre al valore additivo, una sfumatura concessiva, valida per perfino/per-

sino ma non per addirittura (Borreguero 2014: 37-38). Nel secondo caso, ossia quando incluso satura

senza residui l’Unità di Quadro, la sua funzione paradigmatizzante cede interamente il posto a quella di connettivo testuale che così: «enlaza el enunciado en que se encuentra con los que le preceden indicando que entre ellos existe una relación de coorientación argumentativa» (Borreguero 2014: 39). Dato che sp. incluso ha una funzione additiva e intrinsecamente scalare (§ 2.3), l’unico traducente italiano che condivide sia la funzione di connettivo sia una semantica additiva e scalare è addirittura. Altre forme dell’italiano che siano equivalenti a sp. incluso quando satura il Quadro, sono i connettivi additivi inoltre e in più, tuttavia, il loro valore scalare non è intrinseco, bensì va determinato su base contestuale (Borreguero 2014: 41).

Per ultimo, la collocazione di sp. incluso nell’Unità di Appendice determina funzioni diverse a seconda che esso sia accompagnato da altro materiale linguistico oppure no. Quando incluso compare insieme ad altre forme linguistiche all’interno dell’Appendice, funziona tipicamente come avverbio focalizzante il cui fuoco è costituito, del tutto o in parte, dal materiale linguistico che lo accompagna. In questo caso, sono equivalenti accettabili in italiano tutti gli avverbi validi anche per il Nucleo, ossia

perfino/persino, anche e addirittura (Borreguero 2014: 42-43). Quando l’Appendice si trova a destra

nell’enunciato, sp. incluso può acquisire, specie se posposto al resto del materiale linguistico, una funzione riformulativa. Questa funzione può essere espressa in italiano, oltre che da addirittura e

casi in cui incluso non sia accompagnato da altro materiale linguistico, cioè saturi senza residui l’Ap- pendice, la sua funzione discorsiva dipende dall’Unità a cui si aggancia l’Appendice. Quando essa si lega al Quadro, la funzione di incluso è tipicamente discorsiva, non differendo in modo significativo dalla funzione che svolge quando satura un Quadro. In questa posizione enunciativa e per veicolare una semantica scalare inerente, in italiano è ammesso solo l’uso di addirittura, come nel caso della saturazione del Quadro Informativo (Borreguero 2014: 45). Diversamente, quando l’Appendice di- pende dal Nucleo, incluso ha una funzione di focalizzatore, tuttavia, il carattere parentetico dell’Ap- pendice conferisce all’avverbio un tono meno enfatico rispetto a quello che ha quando è integrato nel Nucleo. Anche in questo caso, l’equivalente più vicino in italiano è costituito da addirittura e, in misura minore, da perfino/persino (Borreguero 2014: 46).

Borreguero (2014: 50) propone una tabella in cui sono riassunte le principali funzioni discorsive associate a sp. incluso e ai suoi equivalenti in italiano caso per caso, che riportiamo qui (Tabella 5):

UNIDAD INFORMATIVA FUNCIÓN DISCURSIVA OCURRENCIAS DE

INCLUSO EQUIVALENTE ITALIANO Unidad de Núcleo

Focalizador con foco explícito

Ha venido incluso Juan Perfino/persino Addirittura Anche Focalizador con foco

inferido He hecho la cena y he la-vado los platos. ¡Incluso! Addirittura! Anche! Focalizador con alcance

sobre todo el enunciado Incluso ha dicho que me va a regalar un coche Addirittura

Unidad de Marco

Focalizador con foco explícito

Incluso en invierno, se baña en el mar todas las mañanas

Perfino/persino Addirittura Anche Focalizador con alcance

sobre una estructura temporal o condicional y valor concesivo

Incluso cuando no tengo que ir a trabajar, me le- vanto a las seis

Perfino/persino Anche

Conector aditivo Incluso, algunos manifes- tantes fueron encontrados inconscientes sobre la cal- zada

Addirittura Inoltre In più

Unidad de Apéndice

Focalizador con foco explícito

Todos, incluso los abuelos, se animaron a bailar

Perfino/persino Addirittura Anche Reformulador

(pospuesto al foco) La comida estaba fría, he-lada incluso Perfino/persino Addirittura Anzi (¿?) Conector aditivo

(pospuesto al Marco)

Desde entonces, incluso, me envía una caja de bom- bones por mi cumpleaños

Addirittura Inoltre In più Focalizador con foco

implícito

(pospuesto al Núcleo)

Trabajamos mucho. Los jefes, incluso, van a la ofi- cina los sábados por la tarde

Addirittura Perfino/persino

Tabella 5. “Incluso: funzioni discorsive ed equivalenti in italiano (Borreguero 2014: 50)”

Da questi due studi contrastivi sulle particelle additive, realizzati da De Cesare e Borreguero (2014) e da Borreguero (2014), emerge un dato significativo: nonostante il valore semantico di base comune, ossia l’addizione, nelle diverse lingue prese in considerazione (italiano, spagnolo e francese) i lessemi

presentano una serie di differenze che sono sia di ordine quantitativo, legate cioè alla frequenza d’uso, sia di ordine qualitativo, ossia relative al valore semantico e agli effetti pragmatici (De Cesare e Bor- reguero 2014: 89). Queste differenze possono essere spiegate sulla base di tre parametri: (i) il pro- cesso di grammaticalizzazione (più o meno compiuto) intrapreso da ciascun lessema, e la conseguente de-semantizzazione e ri-funzionalizzazione pragmatica; (ii) la presenza di «linguistic competitors», ossia di altre forme linguistiche con significato e funzioni simili; e (iii) la natura stessa della connes- sione additiva che, da una prospettiva di organizzazione del discorso, può risultare un’operazione ridondante o innecessaria, e che favorisce quindi l’attivazione di altri valori, come quello scalare e quello consecutivo, che costituiscono atti illocutivi più rilevanti e per i quali è necessaria una codifica esplicita (Idem).

In definitiva, il livello di articolazione gerarchico-informativa dell’Enunciato consente alla descri- zione delle particelle polisemiche e polifunzionali una particolarizzazione che la sola semantica e la sintassi lineare non sono in grado di offrire. Infatti, lo statuto informativo in cui è calato un lessema permette, da una parte, di predire il valore semantico d’impiego (denotativo vs procedurale) e, dall’al- tra, di delimitarne la portata (locale vs testuale). Inoltre, relativamente alla polifunzionalità, la collo- cazione entro le Unità Informative di Nucleo, Quadro e Appendice consente di prevedere, con un buon grado di approssimazione, la relazione logica veicolata. Da ciò deriva la grande produttività del Modello di Basilea come strumento euristico e descrittivo per l’analisi delle particelle dotate di poli- funzionalità paradigmatica, anche in una prospettiva contrastiva.