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Il motoscafo-spazzino del mare di Capr

Il fu o rib o rd o , rosso con il m otore al minimo girava tra le barche a ll’o rm eggio, avvicinandosi alle murate, scivola nd o sul mare piatto appena smosso d all’elica. A bordo, l’uom o che non era al tim one si chinava per ra cco g lie re qualcosa sul fo nd o della barca e per p orge rla poi qua e là a quelli che erano sulle altre im barcazioni.

Un o m a gg io ai tu risti? Un nuovo modo, fra i tanti — co rte sti ed o rig in a li — , con cui Capri, per la sta­ gione 1974, intendeva a ccogliere i forestieri?

C ertam ente sì, se si considera che quelli che veni­ vano d is trib u iti erano sacchetti di plastica che sareb­ bero d ovu ti servire (e sono serviti) per la raccolta dei rifiu ti di bordo da scaricare a terra e non da gettare in mare, in quel mare blu che « c i avresti rie m pito la s tilo g ra fic a » , com e dice Marotta.

Eravam o agli inizi, o quasi, della stagione ormai passata. Il fu o rib o rd o che d istribu iva contenitori per i rifiu ti era u n ’idea « c o m b in a ta » tra assessorato re­

gionale al turism o e azienda di s o g g io rn o per dare un altro efficace giro di vite alla soluzione del p ro­ blema del mare p ulito. L ’iniziativa ha dato i suoi frutti, ed ha assunto carattere d e fin itivo : verrà ri­ presa nella prossim a estate. L ’idea è risultata validis­ sima anche perché a b ordo del m otoscafo, oltre al­ l’om ino gentile che porgeva sacchetti, c ’era un vigile per individuare gli « s p o rc a c c io n i » ed elevare senza pietà contravvenzioni a tu tti q uelli che venivano sor­ presi a gettare in mare rifiu ti.

O riginale, utile, fu nzio na le , dunque, il « m otoscafo- spazzino ». Ma tu tto qui l’im pegno per fare del mare di Capri un « mare p u lito »?

Ovviamente no. Q uella del m otoscafo è solo l’ul­ tim a trovata, un d ettag lio di una a ttività e di una o r­ ganizzazione — a m onte di essa — che risale al 1935; epoca in cui le parole « e c o lo g ia » e « c o lib a t­ teri » erano note soltante a poch issim i iniziati e la gente si tuffava beata nel lim p id o mare di Capri.

A ppunto nel 1935 fu ro n o installate le «vasche di se dim entazione» che ora sono di com plem ento (per i casi di emergenza) ad uno degli im pianti di depu­ razione di cui è dotata l’isola. Di questi im pianti a Capri ne esistono ben due: il prim o serve la parte m eridionale d e ll’isola, il secondo la parte se tte ntrio ­ nale. Q uest’ultim o, che è a n c h ’esso fra i più m oder­ ni, viene già co nside rato con distacco dagli am­ m inistratori locali, i quali parlano di « im pianto tra d i­ zionale » con vasche di sedim entazione, g rig lia g g io e tutto il norm ale « a rm am entario » di cui sono dotate queste attrezzature, già perfettissim e che, con l’ul­ tim a fase del trattam e nto — la c lo ra z io n e —, danno veramente u n ’acqua « da bere ». L ’im pianto di cui i capresi — anche se non lo d ic o n o apertam ente — vanno fieri è, invece, l’altro, q ue llo della zona Sud: ultram oderno, « ad ossigenazione totale », con « tra t­ tam ento b io ch im ico ». Una « d ia vole ria » da der-

nier cri in materia. Provvede a rendere innocuo qualunque germe patogeno che, una volta tale, ap­ pesantito, precipita sul fo n d o delle vasche: l’acqua, perfettam ente p ulita ed asettica, to rn a al mare.

Ci sarebbe dunque già da d o rm ire fra due guan­ ciali (cosa che certam ente p otran n o fare quanti hanno intenzione di tu ffa rsi a M arina Grande o a M arina P iccola o in qualsiasi altro tratto di mare prospiciente l’isola). Ma gli a m m in istra to ri regionali e locali non si a ccon ten ta no facilm ente, cercano la perfezione: stanno « inventando » un ulteriore si­ stema di decantazione prim a della im m issione dei li­ quami negli im p ian ti; e ancora la costruzione di un co n d o tto s o tto m a rin o che porterà le acque trattate a sfociare a seicento m etri dalla riva e ad una p ro fo n ­ dità tale (cinquanta m etri) da non poter riafforare, per effetto della pressione.

Siamo, dunque, n e ll’avvenirism o o quasi: un avve­ nirism o o una lungim iranza, se più vi piace, che ri- 78

Sopra e a sinistra due immagini del motoscafo-spazzino nei mare di Capri

sale — com e già dicevam o — al 1935, con tappe in p ro gressione nel 1956 per il prim o im pianto e nel 1970 per q uello u ltra m o d e rn o di cui si è detto.

Resta la q uestione — di più largo respiro — del d isin q u in a m e n to del g o lfo di Napoli che — sia pure alla lontana — non può non interessare l’isola. Ca­ pri, ovviam ente, ha tu tto l’interesse a che il mare « da bere » non fin isca poco lontano dalle sue co­ ste, con i rischi che sono fa cilm en te intuibili. Rischi che, però, sono solam ente rischi: ci si pensa sol­ tanto per un eccesso di zelo e di prudenza. N ell’e­ state del 1973, con il colera a Napoli, mentre lungo tu tto l’arco dei g o lfi di Napoli e di Salerno, giù fino a Palinuro, veniva vietata la balneazione, a Capri — isola due volte in questo caso — la gente faceva i bagni in mare senza p re occu pa rsi di nulla: l’ufficio sanitario locale, sulla scorta dei dati fo rn iti da una q ua lifica tissim a équipe di te cnici ed analisti, aveva potu to — nella più perfetta tra n q u illità — dire ai tu­ risti: « tu ffa te v i pure, qui non c'è nem meno il rischio di una in fre d d a tu ra » .

E poi, a fugare anche « interessati » tim ori, sono venute le analisi che — prudenza nella prudenza — la stessa équipe effettua a partire da m aggio e fino ad o tto b re ino ltra to , ogni q u in d ic i giorni; i risultati — sem pre negativi dal punto di vista della presenza di tassi di inq uin am en to — « v e n g o n o da Roma», vengono, cioè, da lab ora tori altam ente qualificati che non possono lasciare adito a nessun m argine di dubbio. Q uest’anno, infine, c e stata la « barchetta e colog ica ».

Il resto — d icia m o lo pure — sa di superfluo. Un su pe rflu o, com unque, al quale i capresi tengono m olto perché sanno che la loro stessa vita è là. in

q u a ll’azzurro che deve essere «da bere» se vogliono — ed ind ubbiam ente lo vo g lio n o — continuare nella scia tra ccia ta da... Tiberio. Duem ila anni dopo, in quella scia i tu risti anche in dicem bre continuano ad a ffollare le strade, la « p ia z z e tta » , le spiagge, di Capri. M algrado il cielo buio d e ll’inverno, n e ll’arco della g io rn a ta si riesce sem pre a captare il raggio di sole caldo che squarcia le nuvole ed illum ina un mare che è solam ente blu: per il co lib attero non c ’è d iritto di cittadinanza.

M ario Perrotta

• Le « bateau-balayeur » complète, a Capri, l’oeuvre des systèmes de dépuration. Une fagon aimable et originale pour sauvegarder la purità de cette mer bleu, si bleu - on a écrit — qu’on pourrait s’en servir pour remplir la plume-réservoir.

• The « sweeping-motorboat » of Capri, completes action of depuratory installations. A gentle and skilitui way to secure thè pureness inthat blue sea, so blue — it is said — that you could easily use it « to refill your fountain-pen ».

® Das ,, Kehrer-Motorboot ” ergànzt, bei Capri, die Arbeit der Reinigungsanlagen. Eìne hòfliche und originelle Art, um die Reinheit jenes blauen Meeres zu bewahren, worin man ,, eine Fùllfeder auffullen kann ” — wie es geschrieben wurde.

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