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Ritorna l'« opera b u ffa » Il p rim o a d irlo a chiare lettere fu Bernhard Paum-

gartener, il m ag gio re stu dio so m ozartiano di questo secolo. V enuto in tournée, dopo la guerra, con l’Or­ chestra del M ozarteum di Salisburgo, pubblicam ente esternò la p ro p ria m eraviglia perché la Napoli attuale non avesse mai pensato di far qualcosa per vitaliz­ zare queH’ine stim a b ile p a trim o n io che la sua Scuola m usicale aveva im p osto a ll’Europa del XVIII° secolo.

Erano gli anni in cui Parigi s ’accendeva di ardore p o le m ic o e dava vita alla più fam osa disputa m elodram ­ m atica della storia, fra il napoletano Piccinni e il te­ desco G luck, m entre P ie tro b u rg o si trasformava, per v o lo n tà d ella G rande C aterina, in una succursale mu­ sicale del Vesuvio, im p o rta n d o l’uno dopo l’altro, com e c o m p o s ito ri di corte, Paisiello, Traetta, Galuppi, C im arosa. E il salisburghese M ozart componeva quale m assim o segno di stim a, secondo l'uso d e ll’epoca, arie da inse rire nelle opere dell aversano Cimarosa (« Alm a g ra nd e e n ob il core », per « I due baroni di R occa zzurra », « Al desio di chi ti adora », per « Il ma­ trim o n io s e g re to » ); e Franz Joseph Haydn metteva in

scena ben d ic io tto opere dello stesso com positore dal 1781 al 1790, con la sua o rc h e s tra e la sua com pagnia nel castello dei p rin c ip i di Eszterhazy, auten­ tica rocca forte della tra d iz io n e m usicale tedesca. M entre in Inghilterra, m olti anni prim a, l’italiano Gio- -van B attista B o no n cin i aveva ben te n u to presente il fenom eno d e ll’opera p op olare napoletana, che agli inizi del secolo andava deline an do si, cercando di contrastare il d om in io di Haendel con la « B e ggar’s O pera». Ed in Francia la ling ua si a rricchiva di un nuovo vocabolo, « b o u ffo n s », per ind icare gli operisti (e gli esecutori) di casa, che im itavano l’opera buffa napoletana, che aveva avviato la sua straripante po­ polarità con un « interm ezzo », « La serva padrona », del giovane e sfo rtu n a tis s im o G iovan Battista Pergo- lesi, m orto di tisi a 26 anni in un m onastero di Poz­ zuoli.

Q uello stesso autore che, nel 1919 avrebbe provo­ cato il prim o viaggio di S tra w in sky a Napoli, accom ­ pagnato da Anserm et e D iaghilev (il secondo avvenne negli anni C inquanta e fu s u g g e rito d all'interesse per 80

A sinistra: la « scena della lezione », del secondo atto del « Barbiere di Sivi­ glia ». Rosina (Rosetta Pizzo) canta accompagnata da Lindoro (Renzo Casel- lato) travestito da maestro di musica.

A destra: dalla sua finestra, ingabbiata dal geloso tutore, Rosina (Rosetta Pizzo) lancia un fiore a Lindoro (Renzo Casellato). È una scena del primo atto del « Barbiere di Siviglia » di Paisiello.

un a ltro g ra n d is s im o c o m p o s ito re napoletano, il ma­ d rig a lis ta G esualdo Da Venosa). A Pergolesi, quasi del tu tto d im e n tic a to da o ltre un secolo, Straw insky aveva in fa tti pensato per a ttin g e re m ateriale per il suo « P u lc in e lla » da m ettere in scena a Parigi. E nella B ib lio te c a del C o n se rva to rio di San Pietro a Ma- jella, m in ie ra di testi di q u e ll’epoca, trovò il m ateriale necessario per la p ro g e tta ta rie lab orazio ne .

P a um g artn er, per n ulla geloso del « s u o » Festival di S a lis b u rg o , pensava p ro p rio a un festival di musica n apoletana. E N apoli gli rispose con un prim o tenta­ tivo in c o in c id e n z a con la ria p e rtu ra del Teatrino di C orte, resta ura to d o p o i dan ni su biti dalla guerra, con due brevi sta g io n i a u tu n n a li, nel 1954 e 1955, ge­ stite dal T eatro San C arlo e ce ntrate sulla riesum a­ zione di due opere di P aisiello, « D o n C h is c io tte » e « L ’id o lo c in e s e » . Tre anni d op o, per l’interessam ento di q u e llo s tra o rd in a rio o p e ra to re m usicale che fu Ma­ rio L abroca, l’inizia tiva riprese con l’intervento p ro ­ m o zion a le d e ll’Azienda di S o g g io rn o e T urism o e la c o lla b o ra z io n e te c n ic o -a rtis tic a del San Carlo e della Rai. N acque così l’« A u tu n n o M u s ic a le » .

Labroca, che veniva dalle esperienze creative del M ag gio F io re n tin o e del Festival di m usica co nte m p o ­ ranea di Venezia, vi rip ose m olte a m bizioni e grosse speranze, pensando allo s v ilu p p o di un « festival del c o ­ m ico », in cui il te rm in e non intendesse affatto c o ­ m icità, ma esprim esse il suo s ig n ific a to teatrale di « fa tto di p a lc o s c e n ic o » , che l ’istin to , la sensibilità, la p ro fe s s io n a lità n a p oletan a ha elevato nel tem po al gra do di filo n e a u to n o m o di cu ltu ra , con un peso u nico e fo rte m e n te c a ra tte riz z a to in tu tte le sue im p li­ cazioni, dalla m usica c o lta a q uella popolare, alla co m m ed ia, alla poesia, e p e rc iò di notevole influenza su q u a nto , nel co rso d ella storia, si è ad esso avvici­ nato.

Le p rim e e d iz io n i d e ll’« A u tu n n o » si accentrarono, così, s u ll’opera buffa, a ffian cata, per afferm arne la q u a lità m usicale, ad a lcu n i c a p o la vo ri m ozartiani. Non poteva esservi altra scelta, data la saggia e co ra g ­ giosa im p ostazio ne di L a b ro ca che, rico rdiam o lo , non era nap oletan o, e le sue c o n v in z io n i erano quindi fu o ri d ’o gni sospetto di c a m p a n ilism o . Del resto, Mas­ sim o M ila, nella sua « S to ria della m u s ic a » scrive co ­ sì: « L ’opera c o m ica è la sede dove avviene il fe no ­ m eno s to ric o d e ll’a ssim ila zion è d e ll’azione nella m usi­ ca. Ne fa n n o fede gli e sp e rim e n ti, cui accade talvolta di assistere, di e secuzione senza scene: fin o a ll’opera co m ica, l ’e secuzione o ra to ria le di opere del Seicento, o di opere serie del S ette cen to , non co stituisce un grave d e trim e n to , anzi, la messa in scenza di queste opere e la loro reale e ffic ie n z a teatrale pongono spesso dei ro m p ic a p i in s o lu b ili. È d all'o p e ra com ica in poi, che u n ’opera « perde » a essere privata della scena, perché da questo m o m en to la m usica ha preso ad assim ilare l'a zion e ».

Un’altra scena del <* Barbiere di Siviglia »

Ecco perché l’opera buffa, nata e cresciuta a Napo­ li, può c o n s id e ra rs i l’esem pio m aggiore di quella tea­ tra lità tip ic a m e n te partenopea, in cui l’istinto diventa arte e cu ltu ra , a cq u ista n d o con la m usica peso e lin­ g u a g g io universali. Ed è spiegato il motivo per cui, q ua nd o le circo sta nze im posero, nel prosieguo del­ ire A u tu n n o » , il d ivo rzio dalla form a teatrale delle e secu zio ni, la m anifestazione lentam ente s’indebolì, i c o n c e rti che s o s titu iro n o le recite c o n trib u iro n o a de­ vita lizza rla , sin quasi a fa rla spegnere del tutto, ancor p rim a che vi influ isse il d iro tta m e n to anche program ­ m atico d ella fo rm u la .

Ed ecco perché può parlarsi di resurrezione e di nuova vita, ora che l’iniziativa, ribattezzata «A utunno M usicale -O pe ra B u ffa » , ha ripreso le sue caratteristi­ che o rig in a rie , nel q ua dro di una illum inata politica im pressa alle a ttività c u ltu ra li in Campania dal com ­ petente Assessorato della Regione, di cui è titolare il p ro fe s s o r R oberto V irtu oso . R e stituito gli d a ll’Azienda di S o g g io rn o e T urism o e dal suo presidente d ottor A lb e rto Del Piero l’im pegno fin a n zia rio e organizzati­ vo, l ’« A u tu n n o » si è in fa tti ripresentato con una rin­ novata c o lla b o ra z io n e fra la Rai - Radiotelevisione e il T eatro San C arlo, in una veste teatrale di altissimo p re stig io , che è valsa im m ediatam ente a rilanciarne la s in g o la rità e l’interesse sia verso il pubblico che verso la critic a .

Per il suo « re v iv a l» , l’« A u tu nn o M usica le -O p e ra B u ffa » , i cui s p ettaco li sono stati trasferiti dal Tea­ trin o di C orte al più vasto ed e fficiente Teatro Medi- te rra ne o della M ostra d ’O ltrem are, ha reso omaggio ai tre m assim i o pe risti della Scuola Napoletana Sette­ centesca. Riservata l’ina ugurazione a Domenico Cima- rosa, con « Le astuzie fe m m in ili », (1794) è poi passato al G iovanni P aisiello del « B a rb ie re di Siviglia» (1782), per ch iu d e re con « L o frate ’nnam orato» di G iovan B attista P ergolesi (1732). Opere di rarissima esecuzione, hanno o ffe rto tre diverse testimonianze di un d is c o rs o u nico e lineare: alla dim ensione diafana, sospesa, g e n tile ed estrem am ente accorata delle « A- stuzie », fru tto della m atu rità già europea del suo au­ tore, ha fa tto seguito q u e ll’esem pio squisito di equili­ b rio fra m usica ed azione che c ’è nel « Barbiere » di P a isie llo, sp ecch io preciso di uno stile ed estrema- m ente interessante anche alla luce della successiva, riv o lu z io n a ria esperienza rossiniana. Mentre l’approc­ cio p re v e n tiv o con queste due solide testimonianze di un g en ere co m p le ta m e n te rifin ito , ha posto nella giu­ sta p ro s p e ttiv a il più a ntico « F ra te ’nnam orato», ca­ p o la v o ro a n co ra avvolto in u n ’ingenua aura d ’Arcadia, e p p u re s tu p e fa ce n te per la genialità, la comunicativa, l’a rg u zia d ella sua vita di m usica.

Tre g ro ssi registi si sono avvicendati per mettere in scena le opere: Luca R onconi. Ugo G regoretti e Pep-

pino De F ilippo. Ne son ve n u ti fu o ri, c o m ’era logico, altrettante e ben d iffe re n z ia te p ro p o s te d ’attualizza- zione d ’ uno stesso m o m e n to te atra le . A ssolutam ente ancorata al presente q u e lla di R o n c o n i, che ha tolto l’opera di C im arosa dal suo te m p o , per d im o stra rn e la va lid ità auto no m a ed assoluta. R ispe tto sa del Sette­ cento, apparso però filtra to a ttra v e rs o il gusto e l’e­ sperienza m oderna, q u e lla di G re g o re tti per il « Bar­ biere ». E assolutam ente tra d iz io n a le e popolaresca, quella di De F ilip p o per « Lo fra te ». Q uanto alle o r­ chestre, si sono avvicendate la S c a rla tti della Rai e quella del San Carlo, con le d ire z io n i di Franco Ca­ racciolo, Zdnek M acai e Ugo R apalo. S ce no g ra fi Gae Aulenti, Eugenio G u g lie lm in e tti e T ony Stefanucci. Fra gli artisti di canto, D aniela M azzucato M eneghini, Ernesto Palacio, G io rg io Tadeo, R osetta Pizzo, Renzo Casellato, E nrico Fissore, A d ria n a M artino , D om enico T rim arch i, Pietro Bottazzo.

Notevole l’interesse del p u b b lic o e vasto quello della critica , anche in te rn a z io n a le . C ’è stata qualche polem ica ora s u ll’uno, ora s u ll’a ltro sp e tta co lo — i tre tipi dive rsifica ti di regia, in fo n d o , im p licita m e n te la proponevano — ma una nim e la so d d isfa zio n e per la rinascita di una m an ifesta zion e che ha di nuovo le carte in regola per aspirare a un suo ruo lo nel qua­ dro dei festival m usicali e uro p e i. Per la postum a sod­ disfazione di B ernhard P a u m g a rtn e r e M ario Labroca.

Francesco Canessa

® Dans l’ensemble des initiatives culturelles organisées en Campania, « L’automne musicale » a une place remarquable. L’édition de la saison dernière a été réservée à l’Opéra Co- mique avec le propos de révitaliser cet incomparable patri- moine artistique.

® Among thè cultural showings promoted in Campania «Musical Autumn » is one of thè most remarkable. In thè past season it was dedicated to Light Opera, in order to pro­ mote a revival in this particularly important artistic section.

® Innerhalb von den kulturellen Veranstaltungen in Kampa- nien programmiert, hat der ,, Autunno musicale ” einen sehr wichtigen Platz.

Das Programm 1974 ist der ,, komischen Oper ” gewidmet worden.um auch jenes unschàtzbare kùnstliche Erbgut wieder

lebendig zu machen. 82

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In basso, a sinistra, a destra e nella pagina precedente il Centro Amedeo Maiuri a Ercolano e le immagini dei giovani impegnati nei lavori di ripuli­ tura e restauro.

Negli u ltim i tre d ici anni 3.358 studenti hanno speso le vacanze rio rd in a n d o i c o cci della storia ad E rcola­ no. P rovenivano dalla Scandinavia, dalle Am eriche, d a ll’Australia, dal Vietnam co ste lla to di te rrib ili rovine contem poranee.

T orn ati in patria, gli stran ieri hanno raccontato le m eraviglie di una città m orta che non è la brutta copia di Pom pei ma ha un fa scino più sottile ed è più viva. Quelli che avevano a m bizioni g io rn a listich e hanno tra s c ritto le p ro p rie esperienze allargando l’a­ rea di propaganda. Il ris u lta to d e ll'in te llig e n te p o li­ tica di penetrazione è nelle cifre: in questi tredici anni la m edia annuale delle visite agli scavi è salita da ven­ tim ila a ce nto m ila unità.

N aturalm ente, i nuovi v is ita to ri non erano tu tti fo ­ restieri. La presenza delle d ecorative scavatrici « v i­ chinghe » è diventata n otizia ed ha stim olato utili servizi televisivi e fo to g ra fic i che hanno ridestato in­ teressi da lungo tem po so p iti in giovani studiosi delle zone più vicine. È stata una spinta, non esclu­ siva, che ha c o n trib u ito al rila n c io di Ercolano.

L ’avventura dei ragazzi s tra n ie ri c o m in c iò nel 1958. L ’idea fu di due g iovani laureati napoletani, A ntonio Ingenito ed A u gu sto M aiello, del C entro Europa per le relazioni c u ltu ra li con l’estero. L ’esperim ento non diede su bito ris u lta ti s tra o rd in a ri, ma già nel ’59 trenta studenti danesi, con a lcu n i francesi e tede­ schi, grattavano le pietre riem erse dai m illenni. L ’Ente p ro vin ciale per il tu ris m o intuì che si presen­ tava u n ’occasione irrip e tib ile e sostenne l’iniziativa con im pegno sem pre crescente.

Nel 1960 s ’a p riro n o i s e m in a ri s u lla c iv iltà greca, ita lic a e ro m a n a in C a m p a n ia . A m e d e o M a iu ri decise di te ne re p e rs o n a lm e n te un c ic lo di le z io n i.

P rim i a nn i d iffic ili, ed in s ie m e s tim o la n ti. Gli o s p iti fu ro n o s is te m a ti n ella s c u o la d ’a v v ia m e n to p ro fe s s io ­ nale di Resina, tra s fo rm a ta co n b ra n d e e c o p e rte in un a lb e rg o di fo rtu n a . Non m a n c a ro n o a vversità im p re v i­ ste. C o m p re sa u n ’e n e rg ic a p ro te s ta — c o n tro le rosee a rc h e o lo g h e — d e lle d irim p e tta ie in v ip e rite d alle p ro ­ lu n g a te soste dei m a riti al b a lc o n e .

L ’o c c a s io n e p er dare p iù c o n fo rte v o le a llo g g io agli s tu d e n ti fu m a lin c o n ic a : l ’a d d io di M a iu ri alla s o p rin ­ tend en za . Si d ecise d ’in c id e re n e lla p ie tra il nom e di c o lu i che le p ie tre aveva fa tto riv iv e re ; l’EPT prese in fitto v illa R avone ai Q u a ttro O ro lo g i dove il 30 g iu g n o 1962 fu in a u g u ra to il C e n tro a rc h e o lo g ic o M aiuri. Il M ae stro era p re s e n te , p ro n u n c iò un d is c o rs o m e m o ra b ile . M orì un a n n o d o p o .

Nel m arzo s c o rs o la v illa è s ta ta a c q u is ta ta per 73 m ilio n i d a ll’Ente per il T u ris m o di N ap oli, tra m ite l’A sse ssora to al tu ris m o d e lla R e g io n e . Un in te rv e n to te m p e stivo , ch e ha s a lv a to l ’e d ific io ed u n ’oasi di verde d a ll’a rre m b a g g io dei p ira ti d e ll’e d iliz ia s o p ra v ­ vissuti alla c ris i. Una p a rte del p a rc o era p u rtro p p o già sta ta in g h io ttita d a lla lava di c e m e n to .

O ggi il c o m p ito di g u id a re i g io v a n i fo re s tie ri è af­ fid a to a un d is c e p o lo di M a iu ri, il d o tto r G iu sep pe M aggi, d ire tto re d e g li scavi di E rc o la n o e d e lla rie ­ m erge nte O p lo n ti. M a g g i l ’e s ta te s c o rs a ha riv o lu z io ­ nato i p ro g ra m m i. F in o ad a llo ra g li s tu d e n ti erano stati u tiliz z a ti nel q u a rtie re d e lla p a le s tra . S cavavano una m o n ta g n a di fa n g o a lta fin o a tre n ta m etri, di tu fa c e a s o lid ità ; c o lla b o ra v a n o a lla m a n u te n z io n e ed al re s ta u ro dei m o s a ic i. A lc u n i dei m en o e n tu s ia s ti si s c o ra g g ia v a n o , c o n v in ti di p re s ta re un c o n trib u to relativo .

M a g g i ha c a m b ia to in d iriz z o . Ha p o rta to gli allievi nella zo n a d elle te rm e s u b u rb a n e : p is c in a risca lda ta , s tu p e fa c e n ti d e c o ra z io n i di s tu c c o . Un c o m p le s s o tra i più im p o rta n ti d e ll’età im p e ria le ed u n ic o nel M edi- te rra n e o p er fa sto , a rc h ite ttu ra ed a m b ie n te .

Qui il s ile n z io non è un v e ro s ile n z io . L ’a tm o sfe ra è a n c o ra in tris a d e g li u o m in i ch e fu g g iro n o o m o ri­ ro n o n e ll’ann o ’79 d o p o C ris to . In un a n g o lo è stato s c o p e rto a n tic o m a te ria le e d iliz io , la vo ri in co rso b lo c c a ti dal te rre m o to ch e nel 62 d ie d e la p rim a tre ­ m enda scossa a lla c ittà .

A ltri g io v a n i s o n o sta ti im p ie g a ti in a lc u n e a b ita ­ zioni, per la vo ra re sul p o s to a lla c o n s e rv a z io n e dei p avim e n ti a m o s a ic o e d e g li a ffre s c h i. Un gesto 84

usuale, c o m a passare una pasta sui muri, e qual­ c u n o ha g o d u to la rara e m o zio n e di riportare alla luce scene n asco ste d a lla p atin a del tem po. In nes­ sun lu o g o co m e ad E rc o la n o è p ossibile studiare la s to ria d e lla casa n e ll'a n tic h ità , e ca pire che l’arch eo lo ­ gia è la scien za d ella ris c o p e rta d e ll’uom o e non solo delle cose.

I ragazzi s tra n ie ri si sono appassionati, anche q u e lli che e ra no stati m ossi unicam e nte dal m irag­ g io di una vacanza nel sole. La loro attività è per ora lim ita ta al p e rio d o estivo. S ’inizia nella prim a m età di g iu g n o con un ca m p o di lavoro e si chiude a fin e se tte m b re con un a ltro cam po; nel mezzo 4 g ru p p i di s tu d io , ad un livello più im pegnativo. Ogni c ic lo d u ra tra i 15 e i 21 g io rn i ed im pegna una c in ­ q u a n tin a d allievi. La lin g u a u ffic ia le è l’inglese. In teo­ ria l’e sp e rie n za d o vre b b e essere riservata agli studenti, ma spesso si so no in tru fo la ti laureati o a dd irittu ra au­ te n tic i s p e c ia lis ti. « Q u e s t’anno — racconta Maggi — una m ia c o lle g a del L ou vre ha p artecip ato con e ntu ­ siasm o ad e n tra m b i i co rsi. Ed una belga è rim asta ad E rc o la n o o ltre tre mesi, p re sta n d o si com e trad uttore ». H anno te n u to le zio ni anche due professori britannici, B u rto n e Jones, d e ll’ u n iv e rs ità del Galles.

II lim ite o b ie ttiv o d e ll’in iz ia tiv a è rappresentato d alla ric e ttiv ità del C en tro M aiuri che può ospitare al m assim o 55 persone, q u in d i circa trecento in tu tta la s ta gio ne . Il d o tto r In g e n ito — che ha spo­ sato una svedese, co m e vuole il co pion e — rileva che o g n i anno p e rv e n g o n o al C entro Europa almeno m ille ric h ie s te . Q ueste d iffic o ltà lo g is tic h e non so ffo ­ cano l ’ in e v ita b ile d o m a n d a : perché non s ’aprono i co rsi agli ita lia n i?

A p p a re n te m e n te la s o lu z io n e è facile. Basterebbe te ne re in fu n z io n e il C en tro tu tto l’anno. Ma in f ili­ grana s ’in tra v v e d o n o n u m e ro si o staco li, so prattutto di ca ra tte re e c o n o m ic o . L'A ssessorato regionale al tu ris m o e l’EPT sono già im p e g n a ti al lim ite delle