Strumento per la realizzazione del mercato unico europeo: libera
2.5. La natura “esterna” dell'Unione doganale: la tariffa doganale comune e la
politica commerciale comune.
Tra i vari strumenti a disposizione degli Stati membri, volti a realizzare una coesione economica, l'unione doganale rappresenta la forma più evoluta, volta a una integrazione senza restrizioni alle frontiere interne, con l'applicazione di una tariffa doganale comune (TDC) e di
una politica commerciale comune nei confronti delle merci provenienti dai Paesi terzi.
Se come abbiamo visto sopra, il lato “interno” di un unione doganale, comporta l'abolizione dei dazi doganali all'importazione ed all'esportazione tra gli Stati membri nonché delle tasse effetto equivalente ai dazi doganali, paragonabile a modelli che comportano zone di libero scambio43, tali accordi implicano, il mantenimento di una propria politica tariffaria doganale verso l'esterno, e di una politica commerciale autonoma in ogni singolo Paese partecipante.
In tali zone, è necessario porre delle regole volte a stabilire quali merce possono circolare liberamente all'interno della zona, nonché mantenere procedure doganali alle frontiere interne agli Stati membri al fine di verificare il rispetto delle suddette regole.
La potenzialità dell'unione doganale, realizzata tra gli Stati membri dell'Unione europea, si caratterizza nell'eliminazione di ogni controllo e formalità alle frontiere interne44.
Si è trattato di uno sviluppo graduale, attuato, mediante la creazione, in origine di un unione tariffaria con l'abolizione di dazi doganali tra gli Stati membri; l'introduzione, quindi, di una tariffa doganale esterna comune applicabile alle merci provenienti dai Paesi terzi; e l'adozione in seguito, di una legislazione doganale
43 Si veda a titolo esemplificativo, lo Spazio economico europeo, l'Associazione europea di libero scambio, l'Accordo nordamericano tra Usa, Canada, e Messico.
44 Circostanza che è stata pienamente realizzata nel 1993 con
l'abolizione della riscossione delle imposte sui consumi e dell'IVA ed il conseguente smantellamento delle dogane tra Stati membri.
comune, che tuttavia è stata applicata dai singoli Stati membri in maniera non uniforme sino alla realizzazione del mercato interno nel 1993.
La tariffa doganale comune, la cui introduzione risale al 196845, in prossimità della scadenza del c.d. periodo transitorio di libera circolazione delle merci, come detto è un elemento fondamentale dell'Unione doganale.
La tariffa doganale comune, viene fissata annualmente, per ogni singola voce o bene della c.d. “nomenclatura combinata”, da un regolamento del Consiglio ed è amministrata dalla Commissione che provvede all'aggiornamento immediato e permanente, curandone pure la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale prima del 31 ottobre che ne precede l'applicazione ( a far data del 1 gennaio successivo.46)
La modificazione e la determinazione dei dazi della TDC è di competenza del Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata su proposta della Commissione47, anche se il relativo potere viene ad essere condizionato dalla partecipazione dell'Unione europea all'OMC e della
45 Regolamento n.950/68, in GUCE,il 22 luglio 1968.
46 In data 23 luglio 1987 è stato adottato il nuovo Regolamento del Consiglio n.2658/87 relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune. La Commissione, quindi, istituisce sulla base della nomenclatura combinata tariffa integrata delle Comunità europee, denominata Taric che riprende, in particolare le suddivisioni comunitarie complementari (sottovoci di Taric) utilizzate per designare le merci, e il loro numero di codice, le aliquote dei dazi doganali, in funzione dell'origine delle merci, e varie misure di politica commerciale. Segnatamente, ad ognuna di queste sottovoci della NC corrisponde un codice numerico di otto cifre. Le prime sei cifre indicano le voci e le sottovoci della nomenclatura del sistema armonizzato. La settima e ottava cifra identificano le sottovoci NC, mentre la nona e la decima cifra indicano le sottovoci Taric.
necessità di adeguare la normativa dell'Unione in materia a quella negoziata in ambito OMC.
Ai sensi dell'articolo 3, n.1 TFUE, la competenza esercitata dall'Unione europea nel settore dell'unione doganale è di tipo esclusivo e pertanto in tale campo
“solo l'Unione può legiferare e adottare atti giuridicamente vincolanti. Gli Stati membri possono farlo autonomamente solo se autorizzati dall'Unione oppure per dare attuazione agli atti dell'Unione.”
Si deve osservare che l'imposizione dei diritti doganali, in particolare, consente all'Unione di proteggere la propria economia interna modulando il rigore dei diritti all'entrata in funzione delle esigenze congiunturali dei diversi settori, benché le negoziazioni commerciali in seno alla WTO in vista di riduzioni generalizzate dei dazi abbiano con il tempo attenuato l'importanza della politica tariffaria in senso stretto.
Si può ricordare il sistema di preferenze generalizzate con cui l'Unione ha voluto favorire i paesi in via di sviluppo prevedendo per i loro prodotti appunto un regime preferenziale e forme di contingenti tariffari valevoli temporaneamente48.
48 Il concetto di GSP è stato elaborato nel contesto dell'UNCTAD al fine di accelerare le crescita e l'industrializzazione nei paesi in via di sviluppo. Nel 1979 tuttavia, una decisione ministeriale del GATT ha stabilito che gli Stati che adottano un sistema di tariffe preferenziali generalizzate non sono tenuti ad estendere il regime de quo a tutti gli altri sulla base dell'articolo 1. Con il regolamento del 15 dicembre 2003, il Consiglio, che ha adottato un regolamento (il n.2211/2003, in GUCE, L 332 del 19 dicembre 2003) ha progettato l'applicazione del regolamento 2501/2001 fino a tutto il 31 dicembre 2005. Successivamente con il Regolamento(CE) n 732/2008 del Consiglio, si è stabilito un sistema di preferenze tariffarie generalizzate per il periodo dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2011.
Si può inoltre ricordare una decisione del Consiglio49 in cui l'Unione è diventata parte contraente della convenzione di Kyoto sull'organizzazione mondiale delle dogane, il cui nuovo protocollo intende migliorare l'efficienza delle amministrazioni doganali, attraverso una maggiore trasparenza e l'utilizzo delle nuove tecnologie. Per concludere, l'individuazione degli elementi che caratterizzano l'unione doganale, occorre segnalare l'entrata in vigore il 1 gennaio 1994 del codice doganale comunitario volto a riunire tutte le disposizioni del diritto doganale comunitario anche in materia tariffaria, definendo le regole generali nonché i regimi e le procedure doganali applicabili alle merci che provengono dai Paesi terzi.
Ma nel 2008 il Parlamento europeo e il Consiglio con regolamento n.450, istituisce un nuovo codice doganale aggiornato, preso atto della necessità di semplificare i regimi doganali e di tener conto del fatto che le dichiarazioni e le procedure elettroniche costituiscono la regola a differenza delle dichiarazioni ed le procedure su carta che costituiscono l'eccezione.
Tale codice è entrato in vigore il 24 giugno 2013, quando sono state adottate le disposizioni d'applicazione necessarie.
In virtù dell'articolo 33 TFUE, infine, è prevista l'adozione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo, secondo la procedura legislativa ordinaria, di specifiche misure volte a rafforzare la cooperazione doganale tra gli stati membri, al fine di porre in essere una protezione il
49 Si veda la decisione 2003/231/CE, in GUCE, L 86 del 3 aprile 2003.
più possibile coordinata ed analoga alle frontiere esterne.