• Non ci sono risultati.

Le opere a sollievo della disoccupazione La sede dell’ONMI

6. IL RILANCIO DELLA CITTÀ: LE OPERE PUBBLICHE ED IL NUOVO PIANO REGOLATORE

6.1 Le opere a sollievo della disoccupazione La sede dell’ONMI

Nell’immediato Dopoguerra, l’Amministrazione Comunale pone attenzione ai lavori di ricostruzione e di riparazione delle opere pubbliche distrutte o danneggiate dalla guerra, «spe- cialmente quelle di natura igienico-sanitaria e stradali», in- caricando l’UTC di redigere una perizia sommaria per la rea- lizzazione di 8 interventi, il cui importo complessivo è di £ 15.000.000. Nella delibera, viene specificato come i lavori di riparazione progettati riguardino soltanto «una minima parte delle tante e svariate distruzioni operate dalla furia devastatrice dell’ignobile esercito tedesco, e sono state così scelte sia perché più economiche e più utili, e sia perché per la loro na- tura e varietà possono meglio assorbire la grande massa di disoccupati, la quale va ogni giorno ingrossandosi per il con- tinuo rimpatrio di prigionieri; visto che sistemare tanta mano

d’opera disponibile a nulla valgono i piccoli e vari rimedi pal- liativi, ma occorrono lavori, sempre molti e vari lavori, perché solo così possono pacificarsi gli animi e soddisfarsi le giuste aspirazioni di tutti coloro che hanno tanto sofferto e che tornati a casa hanno trovato il fuoco spento e dovunque se- minati lutti e miserie»1. In applicazione ed in aggiunta a quanto

stabilito dal precedente deliberato, con i fondi stanziati dallo Stato per alleviare la disoccupazione, a norma del D.L. 517/45, fino al termine degli anni Quaranta vengono avviati numerosi lavori tra i quali la sistemazione del viale d’accesso alla Stazione Centrale2, di Corso Ovidio (resa necessaria dalla risoluzione

del contratto di gestione della tranvia3), del piazzale fuori

Porta Pacentrana e di Via dei Sangro4. Sempre nel centro

antico, si provvede al completamento della pavimentazione5

ed alla riparazione del lavatoio pubblico di Fonte Iapasseri6,

mentre nei dintorni si costruisce la conduttura di acqua potabile nella borgata Madonna di Loreto7; in campo viario, si realizza

6. Il rilancio della città: le opere pubbliche ed il nuovo Piano Regolatore

Sulmona, Ufficio del Giudice di Pace, ex sede ONMI, rilievo del prospetto lungo via S. Di Giacomo (ing Fabrizio Petrilli, UTC Sulmona).

la strada di accesso alla Frazione Banchette8, si riparano le

sedi di numerose strade comunali per le borgate rurali9e si

costruisce la strada Raiano-Sulmona «assolutamente indi- spensabile ed indifferibile ai bisogni agricoli e commerciali della vasta zona di terreni fertilissimi siti tra Raiano, Pratola, Prezza e Sulmona, territorio ricchissimo in special modo di frutteti e vigneti magnifici (…) servito esclusivamente da stra- dicciole campestri, quasi impraticabili»10. Per rimediare ai

danni inferti dalla guerra a vaste zone del Monte Morrone si istituiscono infine cantieri di rimboschimento, proseguendo un’attività che il Fascismo aveva intrapreso attraverso la crea- zione dei “boschi del Littorio”11.

In questo ambito, l’opera più importante riguarda senz’altro la costruzione della Casa della Madre e del Fanciullo, sede di una delle più importanti istituzioni create dal Fascismo, l’Opera Nazionale per la protezione della Maternità e del- l’Infanzia (ONMI), istituita nel 1925 per l’assistenza delle ge- stanti, delle madri e dei bambini bisognosi12. Con sede am-

ministrativa a Roma, l’Opera svolse un’attività di estremo ri- lievo con propri ambulatori anche dopo la caduta del Fasci- smo, fino alla soppressione avvenuta il 23 dicembre 1975. Alla fine degli anni Trenta l’Ente aveva creato nelle regioni settentrionali una valida rete di sedi per l’assistenza di madri e bimbi, mentre molto meno efficace era stata l’azione svolta

nel Meridione e nelle Isole. In generale, le funzioni principali venivano ospitate nella Casa della Madre e del Fanciullo per la cui progettazione gli Uffici Tecnici dell’Opera avevano stilato con estrema precisione norme, schemi progettuali e disegni tipologici. La prima sede dell’ONMI fu realizzata a Littoria nel 1932 dall’Opera Nazionale Combattenti su pro- getto di Oriolo Frezzotti, la cui complessa planimetria e l’ar- ticolata composizione di volumi erano appesantite dalla pla- stica decorazione fatta di tondi e di putti.

A Sulmona, notizie dell’attività dell’ONMI si hanno sin dal maggio 1930, con la concessione da parte del Comune di un contributo straordinario al Comitato locale dell’Ente, alloggiato nei locali dell’ex convento di S. Chiara13. Nel primo Dopoguerra,

un nuovo Comitato del “Patronato Opera Maternità ed In- fanzia”, viene nominato nel novembre del ’45 dall’Ammini- strazione Comunale14, che tre anni più tardi delibera la co-

struzione della nuova sede in considerazione della necessità di «fornire la dovuta assistenza alle madri gestanti e allattanti appartenenti a ceti non abbienti e ai loro bambini», fino a quel momento offerta «in locali di fortuna assolutamente ina- datti ed antigienici»15. Il progetto, redatto dall’UTC il 18 marzo

1948 per un importo di £ 25.000.000, viene diviso in due lotti dei quali il primo (di £ 10.000.000) risulta ultimato il 10 dicembre seguente, data in cui viene approvato il secondo lotto per il completamento della «rimanente parte di fabbricato e l’esecuzione degli impianti di riscaldamento, idraulico, igie- nico-sanitario, di cucina ecc.»16. Di lì a poco, vengono approvate

la “perizia per l’impegno del ribasso e degli imprevisti”17e

quindi la “Perizia suppletiva”, resa necessaria dalla realizza- zione della «recinzione del fabbricato ed altri lavori di com- pletamento non previsti», nonché dalla maggiore spesa per l’esproprio, l’impianto del montavivande e quello elettrico18.

Per avviare le attività assistenziali, su richiesta della federazione Provinciale dell’ONMI, alla fine del 1950 l’Amministrazione Comunale deve però assumere alcuni impegni, relativi prin- cipalmente alla fornitura di luce e di acqua, all’abbonamento telefonico, alla fornitura del combustile per il riscaldamento «e dell’operaio da adibire all’accensione delle caldaie», più le spese di cancelleria19. Di qui una serie di delibere riguardanti

Sulmona, Ufficio del Giudice di Pace, ex sede ONMI, rilievo del piano rialzato (ing. Fabrizio Petrilli, UTC Sulmona).

la «nomina accenditore caldaia termosifone», l’acquisto della «macchina da scrivere Comitato Comunale O.M.N.I.» ed il «pagamento canone acqua potabile per locali O.N.M.I.»20.

Nel frattempo, come già visto in precedenza, l’Amministrazione provvede a realizzare la «linea a B.T. al fabbricato ove ha sede la Casa della Madre e del Bambino»21.

La sede dell’ONMI appare un esempio molto chiaro di quel razionalismo ritardato diffuso nell’architettura italiana del Dopoguerra, che distingueva la costruzione dalle opere di respiro classicista progettate da Guido Conti per il Comune di Sulmona. La rigida stereometria dei volumi, la rinuncia pressoché totale alla decorazione, la prevalenza delle linee orizzontali, ritardano l’ispirazione progettuale di almeno un decennio, riconducendola all’interno degli schemi tipologici e funzionali che l’ONMI, come tutti gli altri Enti creati dal Fa- scismo, aveva prodotto ad uso e consumo dei tecnici locali chiamati a tradurli in pratica22.

6.2. Lo svuotamento del centro antico: il tribunale e