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Capitolo 2: Cantieri Meticci e Quartieri Teatrali

2.2. Il progetto Quartieri Teatrali

2.2.2. Organizzazione e attività dei percorsi laboratoriali

I percorsi laboratoriali di Quartieri Teatrali hanno una durata annuale: iniziano a ottobre, per concludersi verso maggio o giugno, quando vanno in scena gli spettacoli di fine anno. Sono solitamente condotti da una guida, anche se in alcuni casi può essercene più di una, come nel caso del laboratorio per donne. Le guide sono spesso affiancate da aiuto-guide, con un duplice obiettivo: da una parte queste sono scelte in base a conoscenze linguistiche, di modo che possano fungere da interpreti per chi non sa l'italiano; dall'altra, attraverso la pratica, vengono formate per diventare a loro volta delle guide. Francesco, tra i vari obiettivi di Quartieri Teatrali, nomina il suo carattere formativo per nuove guide:

Che si formino delle guide. I laboratori sono sempre di più, ma per poterli fare hai bisogno di guide. Delle guide che vengano fuori dai laboratori stessi, nel giro di tre quattro anni. È il modo in cui siamo riusciti ad avere così tanti laboratori quest'anno. Francesca, che fa il laboratorio delle donne, lo scorso anno faceva il laboratorio con me e quest'anno ha iniziato a fare la guida.

Raphael che fa il laboratorio allo Zonarelli era un allievo lo scorso anno e quest'anno fa la guida e aiuto-guida. Youssef era aiuto-guida lo scorso anno e quest'anno è diventato guida. In questo modo si crea lavoro.

Intervista a Francesco

Solitamente nel primo periodo laboratoriale ci sono parecchi partecipanti, molti dei quali non proseguono poi il percorso: si crea una scrematura con il passare del tempo, dovuta a diversi fattori. Secondo Nicola, questo è legato in parte alla natura particolare del progetto: c'è chi vuole venire solamente per divertirsi, e chi, di contro, si aspetta di frequentare una scuola di teatroxxix. Quartieri Teatrali si colloca nel mezzo tra questi due poli, e viene inoltre

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esplicitamente richiesto ai partecipanti italiani di avere una particolare sensibilità nei confronti di migranti e richiedenti asilo, sia dal punto di vista linguistico che dell'integrazione.

Secondo Pietro, uno dei motivi principali che spinge molti dei ragazzi provenienti dalle strutture di accoglienza ad abbandonare il progetto è la loro particolare condizione di vita, sia dal punto di vista economico che giuridico: “il dopo naturalmente è più complicato, per cui in molti casi, quando finisce l'accoglienza cambiano città, oppure più si va avanti, più le condizioni di vita si esasperanoxxx”.

La frequentazione ai laboratori inizia a stabilizzarsi circa a metà del percorso: ciononostante, a causa del loro carattere aperto e non professionistico, è molto frequente che nuove persone arrivino o se ne vadano anche verso primavera.

Nella prima fase del percorso, nel periodo autunnale/invernale, si lavora sulla costruzione del gruppo e sull'educazione teatrale di base: molte persone non hanno infatti idea di cosa sia il teatro, o quanto meno di come funzionino i laboratori teatrali. Come spiega Francesco, “la struttura del laboratorio dal punto di vista tecnico è sempre la stessa: nella prima parte si fanno dei giochini, nella seconda gli esercizi teatralixxxi”. In particolare, s’inizia con esercizi di concentrazione e condivisione, volti a entrare in una dimensione di ascolto reciproco e di attenzione all'ambiente, per poi concentrarsi su esercizi di caratterizzazione e di creazione.

Soprattutto nel primo periodo di lavoro si alternano lezioni con scopo relazionale e lezioni con scopo teatrale. Questa prima fase è di orientamento non solamente per i partecipanti, ma anche per le guide laboratoriali, che devono capire il livello d’italiano, il livello di talento “attoriale”, di voglia e di attitudine dei partecipanti.

Dal periodo invernale inizia una seconda fase in cui, se il gruppo si è formato, è possibile dare più rilevanza al lavoro teatrale, sviluppando le attività d’improvvisazione e di narrazione, che saranno il materiale su cui si baserà largamente la drammaturgia degli spettacoli di fine anno.

Il lavoro drammaturgico proposto da Cantieri Meticci è di tipo partecipativo e corale: le guide laboratoriali scelgono un testo su cui lavorare, solitamente in linea con macro-

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tematiche individuate collettivamente all'inizio dell'anno, dopodiché propongono attività laboratoriali attinenti ai temi che si vogliono trattare. I partecipanti, attraverso (auto) narrazioni, improvvisazioni, attività corporee e altre attività ludiche portano in scena il proprio punto di vista sui temi trattati.

Tutto ciò che emerge dai laboratori è fonte d’ispirazione per le guide, e diventa il materiale principale utilizzato per creare lo spettacolo, il quale cercherà di racchiudere “una pluralità di voci: se la protagonista del romanzo è una, nelle varie situazioni in cui si viene a trovare, di paura, di bisogno, di nascondersi, di ferita subìta, si cerca di tirare fuori da ciascuna la propria esperienza. Dare voce ad una pluralità di voci delle partecipanti. Chiaramente con la maggiore sensibilità possibile, quello che uno ha voglia di esprimere, il teatro in questo ti aiutaxxxii”.

Lo sforzo delle guide è quello, per quanto possibile, di dare spazio ai partecipanti anche dal punto di vista drammaturgico, attraverso un confronto continuo, cercando di farli diventare quanto più possibile autori, oltre che attori dello spettacolo che si porterà in scena. Sia nei laboratori sia nello spettacolo l'attenzione maggiore viene ad ogni modo alla relazione e al gruppo, piuttosto che alla qualità artistica.

Gli spettacoli che emergono dai laboratori sono una sorta di saggio, l'attenzione in questo caso è nella felicità e nella soddisfazione degli attori, poi ovviamente più lo spettacolo è artisticamente bello, più il regista è soddisfatto e fiero. Nel nostro laboratorio, se devo fare delle scelte: taglio o tengo un pezzo? Se quello è l'unico pezzo che può recitare una persona non lo taglio.

Intervista a Francesco