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Un contributo della glottodidattica: approcci olistici all'apprendimento linguistico

Capitolo 4: il codice lingua a teatro

4.3. Un contributo della glottodidattica: approcci olistici all'apprendimento linguistico

linguistico

All'interno dell'ambito della glottodidattica si sono sviluppati approcci più vicini alla trasmissione del sapere in contesto e in azione, creando spesso degli ibridi fra trasmissione del sapere formale e astratto/informale e sapere contestuato.

Gli approcci cui faccio riferimento valorizzano un tipo di apprendimento differente da quello tipicamente scolastico, concentrandosi sugli aspetti psicologici, sociali e ambientali dell'apprendimento, sull'integrazione di corpo e mente, sull'impatto dell'esperienza pratica sull'apprendimento a livello cognitivo, sull'attenzione alla comunicazione in un dato contesto piuttosto che sulla decontestualizzazione e/o astrazione del sapere. Ho trovato particolarmente utile analizzare le metodologie e le tecniche di apprendimento proprie di questi approcci (molto spesso di derivazione teatrale), utilizzati in particolar modo per l'apprendimento di lingua LS o L2lxxx, per fare un parallelismo con le modalità di acquisizione dell'italiano L2 all'interno dei laboratori di Quartieri Teatrali.

Dagli anni Ottanta in poi, sotto l’influenza dell’umanesimo psicologico di studiosi come Allport, Maslow, Fromm e Nuttin, molti approcci glottodidattici per l’apprendimento della lingua seconda hanno messo in primo piano l’io unico e irripetibile di ogni allievo, della sua personalità come interrelazione dinamica tra “io” e “mondo”. Questa impostazione ha portato al superamento della nozione di glottodidattica come “linguistica applicata”, introducendovi una fortissima componente psicologica (Balboni 2000).

L’approccio umanistico-affettivo per l’insegnamento della lingua seconda nasce a partire da questo cambiamento di rotta nel campo della glottodidattica, ed è contraddistinto da un’attenzione particolare agli aspetti fisici, affettivi e relazionali del discente. Quest’approccio ha l’obiettivo di creare un ambiente che limiti processi generatori d’ansia, per abbassare quello che Krashen (1982) chiama “filtro affettivo”, ossia quella forma di difesa psicologica, quel muro emotivo che la mente erge quando si è chiamati ad agire in

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stato di ansia, quando si ha paura di sbagliare, quando si teme di mettere a rischio la propria immagine e quindi viene minata l’autostima. Si ritiene centrale l’autorealizzazione della persona in un clima sociale dato/determinato, cioè la ricerca di una piena attuazione delle proprie potenzialitàlxxxi.

Tra le differenti metodologie di stampo umanistico-affettivo che si sono sviluppate, il metodo Total Phisical Response (Risposta Fisica Totale) si concentra sull’importanza del coinvolgimento sia mentale sia fisico per l’apprendimento o acquisizionelxxxii

della lingua seconda (L2). Questo metodo, ideato e utilizzato per la prima volta da Asherlxxxiii negli Stati Uniti nel 1965, si basa sulla doppia convinzione che l’apprendimento di una lingua seconda debba essere un’esperienza gradevole e coinvolgente sia a livello psichico che fisico e sul “principio dell’azione totale”, cioè sul processo specifico attraverso il quale i bambini acquisiscono la lingua materna. I bambini ascoltano e imitano ciò che hanno sentito, spesso facendo corrispondere dei movimenti del corpo o gesti alle parole. Il ricordo è tanto più forte quanto più è associato ad altre esperienze, anche di coinvolgimento fisico. La proposta di Asher consiste nel far associare parole a movimenti, coinvolgendo gli apprendenti in attività di ascolto e di movimento ricche di stimoli multisensoriali, in modo tale che interiorizzino una mappa cognitiva della lingua (Barsi e Rizzardi 2007: 338-339).

Un altro approccio che prende le prime mosse negli anni ’60 è quello comunicativo. Lo scopo dell’insegnamento di una lingua straniera in questo caso non è il raggiungimento da parte del discente della semplice competenza linguistica, ma il raggiungimento della ben più complessa e articolata competenza comunicativa, che s’interessa di tutti gli aspetti di una comunicazione in grado di trasmettere un significato, e che comprende competenze linguistiche, sociolinguistiche, paralinguistiche ed extralinguistiche. Quest’ultima si occupa dei significati non veicolati dal linguaggio verbale, comprendendo le competenze cinesiche, prossemiche e sensoriali. Quest’approccio mette sullo stesso piano la correttezza formale e la capacità di perseguire scopi e sortire effetti tramite atti linguistici: in quest’ottica, la correttezza formale è funzionale alla pragmaticalxxxiv. Una metodologia di approccio comunicativo con orientamento umanistico-affettivo sviluppatasi recentementelxxxv è il Glottodrama. La sua idea principale è quella di sfidare la

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confusione tra competenza linguistica e competenza comunicativa, la separazione tra codici verbali e non verbali nell'apprendimento delle lingue, la sopravvalutazione della produzione scritta e dello studio della grammatica, la sottovalutazione di un ruolo attivo degli studenti nel processo d'apprendimento, la mancanza di creatività e immaginazione nella creazione di molte attività di classe. Il metodo si prefigge lo scopo di sviluppare e testare una metodologia innovativa interamente basata sul teatro per insegnare le lingue straniere, con l'obiettivo di integrare le tecniche e le risorse teatrali con l'approccio comunicativolxxxvi. L’innovazione del Glottodrama consiste nel proporre un approccio olistico applicato all'apprendimento delle lingue, in cui mente e corpo sono entrambi pienamente coinvolti. La L2 è considerata soprattutto come lingua in azione, uno strumento per perseguire scopi pratici in situazioni significative per lo studentelxxxvii. Esso attribuisce un ruolo fondamentale al motore cinestesico e al coinvolgimento dell’emotività e del vissuto personale, alla formazione del gruppo, all’espressione di sé e alla recitazione (Nofri 2009). Un’altra metodologia di approccio comunicativo è il Process Drama, che nasce in Inghilterra nel ventesimo secolo quando, a seguito del metodo freiriano e della corrente umanistico-affettiva, le tecniche teatrali sono utilizzate anche come veicolo per sviluppare creatività e crescita personale (Piazzoli 2011: 441). Il Process Drama parte da un pre-testo (o canovaccio) che permette di esplorare un percorso drammatico che viene creato dalla collaborazione d’insegnante e partecipanti, basato sull’improvvisazione. Si sviluppa in questo modo una sinergia creativa per il processo di apprendimento/acquisizione della lingua. L’attenzione viene spostata dal recitare per il pubblico, come avviene per il

Glottodrama, a esplorare con il gruppo. È basata sull’alternarsi d’improvvisazione teatrale

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Seconda parte: sul campo

4.4. Cantieri Meticci: laboratori teatrali come strumento per l'apprendimento