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Organizzazione e numeri della manifestazione 82

3.   L’ESPERIENZA DI POPEYE – ETHNOVISUAL ASSOCIATION: RIVERSIDE

3.1   Introduzione 74

3.1.4   Organizzazione e numeri della manifestazione 82

Kumbhnagar la "città del kumbh" è pianificata con mesi di anticipo quando a settembre, il governo dell'Uttar Pradesh e le più alte cariche religiose degli ordini dei rinuncianti, pianificano la divisione dei terreni in cui sorgerà questa città celeste e assegnano i vari lotti ai gruppi che vi prenderanno parte. In seguito, i lotti sono affittati a sottogruppi che da metà dicembre si occupano di costruire e                                                                                                                

67 cfr. Hausner S.L.,Wanderings with sadhus. Ascetics in the Hindu Himalayas, Bloomington,

Indiana University Press, 2007;

Dei Rossi G.,Talpelli M., Vianello E., appunti personali, Venezia, 2013

68 cfr. Hausner S.L.,Wanderings with sadhus. Ascetics in the Hindu Himalayas, Bloomington,

Indiana University Press, 2007;

allestire i campi da affittare ai pellegrini, in seguito ad accordi con le aziende di costruzione del territorio.

L'amministrazione del Kumbh (adhikhar) pianifica e costruisce quindi a partire da ottobre/novembre la città sul letto in secca del fiume Gange con uno staff composto da decine di migliaia di persone. Su questo territorio vengono costruite strade, ponti, tubature dell'acqua e latrine e successivamente vengono montati gli accampamenti.

Al contempo, prima che inizino i lavori di costruzione, il gruppo religioso più importante della zona, attraverso una cerimonia che consiste nell'erigere la bandiera del gruppo, segna il luogo da cui partirà la costruzione, che inizierà appunto attorno a questa bandiera.

Il kumbh è diviso in 14 settori, ogni settore ha il suo distretto amministrativo e la sua stazione di polizia e ognuno di questi uffici tiene un elenco dettagliato sulle strutture presenti, sulla manutenzione e sulle forniture di cibo, alloggi, acqua e luce, per i milioni di pellegrini oltre a una lista dei campi e dei residenti.

La gestione dei campi e dell'infrastruttura pubblica è continuativa per tutta la durata dell'evento, ogni qualvolta si presenta un nuovo gruppo si parte con l'allestimento del campo, montaggio tende e costruzione dell'entrata con enormi portali fatti di cartapesta e bambù; inoltre, la polizia e l'esercito gestiscono l'ordine e il traffico delle strade, facendo in modo che il fluire dei pellegrini sia facile e tutte le zone sempre accessibili.

Chiunque potrà dire che, rispetto al resto dell'India, al kumbh mela tutti gli ingranaggi sono incastrati e oliati perfettamente l'uno con l'altro, funzionando sempre: i ponti che attraversano il Gange, per esempio, sono gestiti a coppie di due, uno per l'andata, uno per il ritorno.

Gli addetti ai lavori sono tutto il giorno impegnati a sistemare e bagnare le piastre di metallo che compongono le strade, a svuotare le latrine almeno due volte al giorno e a controllare che le tubature siano a posto, per evitare l'insorgenza di malattie.

Un evento come questo ha un'enorme importanza economica, politica e sociale: esso garantisce al governo indiano la possibilità di controllare la popolazione attraverso la promozione di una serie di tematiche sociali molto importanti quali

l'alfabetizzazione, il controllo demografico e la prevenzione all'aids, la lotta all'inquinamento, così come la promozione del turismo occidentale in vista di un guadagno economico.

Se in passato il governo si era ritrovato spesso in condizione di scontro con le autorità religiose presenti al kumbh mela, negli ultimi anni invece hanno capito l'importanza di un'alleanza politica con questi ultimi, in particolare con le akhara: lungo tutte le strade del festival sono visibili cartelloni pubblicitari raffiguranti i vari guru, le guide spirituali che saranno presenti, con indicazioni sulle date, sul settore e sul campo in cui trovarli, oltre alla lista di servizi offerti (clinica per cure mediche, alloggio per pellegrini e così via). A livello economico, infatti, le reti di sponsorizzazioni veicolate dai guru e dai propri ashram e le donazioni di discepoli e devoti sono molto significative. Inoltre i Guru, attraverso internet e attraverso gli agganci con influenti istituzioni sociali e politiche riescono a garantire enormi profitti ai propri centri religiosi che stanno diventando realtà sempre più in espansione, e il kumbh mela diventa teatro di questi giochi di potere attraverso l'allestimento di campi con alloggi per i propri devoti che competono gli uni con gli altri in grandezza e ostentata opulenza.

Tra questi guru, le figure di maggior spicco sono le guide spirituali delle akhara, i Mahamandaleshwar, il cui incarico è a vita, e che gestiscono i beni comuni di queste ultime e i rapporti internazionali e politici con capi di stato e capi religiosi. Ogni akhara ha poi una serie di presidenti, i Sabapathi, uno per ogni famiglia che la compone, un segretario, le cui cariche elettive hanno la durata di 12 anni, e poi una serie di figure, capi di sezione (tanapathi) e generali (Mahant e shri Mahant) la cui carica è a vita. Infine è fondamentale la figura dei kotwal, la polizia interna, la cui carica dura 3 anni.

Per queste cariche, Il kumbh mela svolge un ruolo centrale, poiché è durante l'evento che avvengono le elezioni e i pagamenti da parte di coloro le cui cariche sono terminate, in un approvvigionamento economico dell'akhara stessa.69

                                                                                                               

69 cfr. Hausner S.L.,Wanderings with sadhus. Ascetics in the Hindu Himalayas, Bloomington,

Indiana University Press, 2007;

Quanto appena descritto è in profonda antitesi con ciò che avviene nel resto dell’India. PopEye non ha la presunzione di spiegare com’è organizzata l’India moderna, anche perché il lavoro di ricerca si è incentrato sul Kumbh Mela e, fondamentalmente, è quella l’India vista e studiata dai ricercatori dell’associazione: una piccolissima realtà. Durante i vari spostamenti logistici, i membri hanno però avuto la possibilità di osservare il territorio indiano e le sue strutture, nonché servizi, elaborando così, nella propria mente, un’idea di base sulle condizioni di vita di parte della popolazione indiana. Tale idea non sarà esposta direttamente perché come si affermava poc’anzi, le conoscenze alla base sono troppo poche; sarà invece riportato, di seguito, un articolo scritto dal giornalista e India editor del Financial Times online, James Fontanella:

“Ricercatori di Harvard lo descrivono come una mega città pop-up.

Onno Ruhl, direttore del World Bank in India, lo definisce un’incredibile operazione logistica.

Sulle rive del gange ad Allahabad, burocrati e lavoratori dall’Uttar Pradesh, uno degli stati più popolosi e anche più poveri d’India, hanno impiegato meno di 3 mesi per costruire una mega città fatta di tende pronta ad ospitare 2 milioni di persone, completa di strade, toilets, acqua corrente, elettricità, raccolta rifiuti e stazioni di polizia ben attrezzate.

Gli organizzatori si prestano a questa incredibile opera ogni tre anni- sebbene ogni dodici anni si ripeta su scala allargata, come nel 2013- per il Kumbh Mela, una festività indiana che si celebra a turno in quattro località.

Tutti, dai devoti ai visitatori stranieri, non fanno che lodare gli organizzatori per aver saputo organizzare quello che probabilmente è il raduno umano più grande del pianeta.

L’unico neo, di non poco conto, il 10 febbario, il giorno più affollato, nei pressi della stazione di Allahabad: trentasei persone hanno perso tragicamente la vita. [La troppa calca all’interno della stazione dei treni ha causato una situazione di panico. Le 36 vittime sono decedute per schiacciamento e soffocamento. Il governo indiano ha stimato che il 10 febbraio si sono riversate sulle rive del Gange di Allahabad più di 40 milioni di persone. N.d.r.]

disinfettate, la polizia accuratamente preparata ha gestito bene la folla durante i bagni principali; la luce si accendeva regolarmente di notte.

Nella mente di indiani e stranieri sorge però spontaneamente una domanda: come è stato possibile e perché?

O in alternativa: se le autorità locali possono costruire in maniera così efficiente e in così poco tempo una simile città temporanea, perché non lo fanno anche per villaggi e città permanenti?

Il Direttore del World Bank, Mr Ruhl, il quale ha preso parte egli stesso ai bagni nel Gange ha ammesso che:

la città sorta sulle rive del Sangam ha acqua, servizi igienici, elettricità, un servizio di smaltimento rifiuti, tutto ciò che manca a molte città indiane.

Per qualcuno potrebbe essere paragonato alla costruzione di un mega campo di rifugiati sorto durante la notte e mantenuto per due mesi. Con un ricambio di milioni di persone al giorno. Non ho mai visto nulla di simile in vita mia. È tutto organizzato dal governo dell’Uttar Pradesh. Se in qualche maniera si riuscisse a tradurre questa capacità lavoro si potrebbe trasformare l’intero Stato.

L’Uttar Pradesh è spesso visto come la quintessenza di tutto ciò che c’è di sbagliato in India. Con una popolazione di oltre duecento milioni di abitanti, lo stato è risaputamente corrotto e inefficiente. Basta fare un esempio: nel decennio tra il 2000 e il 2011 il governo aveva stanziato oltre seicento milioni di dollari in fondi pubblici per la costruzione di latrine nelle aree rurale del Paese. Un censimento eseguito nel 2011 ha tuttavia dimostrato come nessuna di queste latrine sia mai stata costruita. Molti di quei soldi sono stati rubati lasciando morire migliaia di bambini d’infezioni intestinali.

A dispetto di tutto ciò ecco alcuni numeri dell’ultimo Kumbh Mela: più di 100.000 lavoratori hanno portato a termine l’organizzazione del festival di quest’anno. Sono stati costruiti 165 kilometri di strade sulla sabbia, fatte di lastre d’acciaio, 18 ponti galleggianti, 560 kilometri di rete idrica, 670 kilometri di cavi elettrici, 22.500 lampioni e 200.000 accessi all’elettricità, 275 bancarelle per cibo e beni di prima necessità.

Devesh Chaturvedi, commissario della divisione di Allahabad, afferma tutto il suo orgoglio per l’operato svolto; è però d’accordo nell’ammettere che un simile

contrasto tra quanto costruito e lo stile di vita nel resto dello Stato non ha motivo di essere.

Spiega che tale costruzione è motivata dal fatto che in quest’occasione tutti i soldi spesi vengono registrati per le singole azioni intraprese e che l’organizzazione sente il reale bisogno di fornire a tutti i pellegrini e ai sadhu (uomini santi) la giusta accoglienza, anche se questo è un lavoro extra e in netto contrasto con la povertà circostante. Sono spinti dalla spiritualità.”70