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Ricerca partner, fondi e sponsorizzazioni tecniche 89

3.   L’ESPERIENZA DI POPEYE – ETHNOVISUAL ASSOCIATION: RIVERSIDE

3.2   il progetto “Riverside Rendezvous” 87

3.2.1   La pre-­‐produzione 88

3.2.1.2   Ricerca partner, fondi e sponsorizzazioni tecniche 89

Per un’associazione culturale no-profit impostare un’adeguata campagna fondi è di vitale importanza per il raggiungimento degli obiettivi che si pone. Costruire una valida rete di sostenitori attorno alla propria figura può fare la differenza tra il successo e il fallimento delle proprie intenzioni.

“In troppi guardano alla raccolta fondi come un’attività meramente strumentale alla raccolta di risorse finanziarie, a un repertorio di tecniche quasi magiche per persuadere la gente a sganciare i soldi […] La raccolta fondi è ben altro. È sicuramente un’attività che richiede un corpus di tecniche, conoscenze specialistiche, esperienza professionale […] Ma allo stesso tempo è soprattutto il punto di arrivo di una catena di relazioni e interazioni sociali basata non tanto sul meccanismo della dazione quanto sulla creazione di scambio sociale estremamente complesse e spesso creative.”72

La definizione di un soggetto accattivante unitamente alla chiarezza degli scopi alla base di ogni prospettiva futura, ha consentito a PopEye di cominciare un’intensa attività di fundraising alla stregua di quanto è appena stato citato; un’attività non meramente atta a reperire denaro ma più in generale di apertura verso collaborazioni proficue per tutte le parti in causa.

Comparto di riferimento per questa prima importante fase d’avvio è stato quello organizzativo, sebbene l’intera associazione sia stata coinvolta.

“Per un’organizzazione culturale scegliere la strada della raccolta fondi significa da un lato impegnarsi alla massima trasparenza e apertura nelle proprie modalità di gestione e uso delle risorse ricevute, e dall’altra accettare di mettersi in

discussione, aprirsi al dialogo con chi dona, con le sue aspettative, con le sue motivazioni: senza questo atteggiamento, il fundraising, per quanto tecnicamente abile, porta ad un vicolo cieco.”73

Si è scelto, quindi, di operare per gradi: anzitutto era necessario costruire una piccola rete d’istituzioni che potessero aumentare il livello di attendibilità del lavoro svolto, ed è da questo che si è partiti.

Come si descriveva nel corso del primo capitolo, l’intero team è formato da giovani studenti universitari provenienti da diversi ambiti e atenei il cui impegno è proprio quello di creare dei contenuti accademicamente validi. Quale punto di partenza migliore se non le università?

Attraverso vari colloqui dove è stato fatto uso sapiente di materiali di presentazione cartacei e multimediali, il team organizzativo è riuscito a ricevere il patrocinio d’importanti Università come Ca’Foscari di Venezia, Università degli studi di Torino, Accademia Nazionale del cinema di Bologna e Asian Academy of Film & Television di Delhi (India).

La stipulazione di queste collaborazioni è stata per PopEye un importantissimo, primo traguardo. Le possibilità derivanti da simili accordi sono state un punto di svolta poiché ognuna delle Università prima menzionate ha messo a disposizione dell’associazione fondamentali conoscenze: il continuo confronto con professori delle Università di Venezia e Torino affermati nei campi dell’indologia, dell’antropologia e della storia ha portato a un indubbio miglioramento a livello contenutistico. Preziosissimi consigli e una disponibilità incondizionata nel poter utilizzare il loro know how e loro strutture tecniche sono arrivate dall’Asian Academy e dall’Accademia Nazionale di Bologna. “L’aspetto fondamentale, dunque, non è quello del contributo, ma quello della partecipazione, con l’obiettivo di renderla più estesa, qualificata, motivata possibile.”74

In secondo luogo, ma non per importanza, tali partnership hanno contribuito al miglioramento dell’immagine del team di ricerca, donandole anche sulla carta quella serietà e professionalità che sarebbero state altrimenti desumibili solo in seguito ad una lettura e controllo dei contenuti prodotti. Il marchio PopEye, a                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

72 Pier Luigi Sacco, Il fundraising per la cultura, Meltemi Editore, Roma 2006; 73 Ibidem;

pochi mesi dalla sua nascita, è stato dunque accompagnato “per mano” all’ingresso “in società” da autorevoli istituzioni.

Cominciava a crescere PopEye, ma mancava ancora uno spazio dove poter lavorare. Come sempre però, si tratta di essere in grado di sfruttare le occasioni che il territorio offre: il comune di Venezia, infatti, ogni anno mette a disposizione degli spazi per giovani ragazzi intraprendenti con la voglia di cominciare nuove attività. Tale spazio, inserito all’interno dell’ufficio InformaGiovani di Venezia, prende il nome di Coworking e offre un grande ufficio, dedicato ai progetti selezionati, con telefono e internet gratuiti. Un’ottima base operativa. Dopo aver presentato il progetto e aver atteso qualche settimana per la decisione, PopEye è stata accettata e da oltre un anno continua una splendida collaborazione fatta di scambi d’opinioni e compartecipazione a molti eventi culturali.

Dopo aver impostato e consolidato i rapporti appena descritti, si è dato inizio all’attività forse più importante per la realizzazione di Riverside Redezvous: il reperimento di fondi utili per far partire il progetto vero e proprio. La produzione di un video documentario richiede un notevole investimento in denaro. L’obiettivo dell’associazione consisteva nel coprire l’intero costo della produzione attraverso il sostegno delle persone, società e istituzioni interessate a sposare il progetto. Sono state scelte diverse linee di azione:

• Contattare enti partner e dunque le istituzioni già inserite all’interno del network;

• Compiere una ricerca mirata selezionando società, fondazioni, associazioni e istituzioni con obiettivi e interessi associabili agli argomenti trattati da PopEye. Tale Ricerca è stata condotta in tutta Italia;

• Utilizzare il Crowd Funding, ossia il nuovo strumento di reperimento fondi sul web;

• Vendita delle produzioni dell’associazione (al rientro dall’India) per autofinanziare le attività associative;

L’impegno profuso in queste attività ha dato i suoi frutti: l’Accademia Nazionale del Cinema Di Bologna, vista la partecipazione al progetto di un loro studente

frequentante, ha deciso di sostenere parte delle spese sostenute dall’associazione.

La ricerca mirata sul territorio italiano ha prodotto il sostegno economico di due enti: Cooperativa Sociale Controvento, con sede nel veneziano, sempre molto attenta e disponibile nell’aiutare iniziative di giovani cresciuti sul territorio, e il Museo d’Arte e Scienza Fondazione Matthaes di Milano, principale sostenitore delle attività di PopEye.

Quelli appena nominati sono splendidi esempi di come, anche in un periodo di crisi economica e finanziaria come quello che stiamo vivendo in questi giorni, esistano ancora dei soggetti disposti a investire in attività culturali. Ovviamente tutti i soggetti hanno chiesto una contropartita culturale, ma di questo si dirà in seguito.

Il crowd funding è una nuova concezione di fund raising in auge da qualche anno e basata sull’utilizzo del web 2.0. In Italia sono nati parecchi portali che consentono agli utenti questa pratica. Nella sostanza, chiunque stia intraprendendo la ricerca di fondi utili per lo sviluppo di un progetto, lo può fare inserendolo all’interno di uno di questi portali. Corredato da descrizioni e file multimediali accattivanti, il proponimento può essere visto e sponsorizzato da tutti i membri della community. Sono quindi gli utenti iscritti al portale a finanziare il progetto. Questo avviene attraverso un semplice metodo: il progetto è inserito nel portale con tutte le sue descrizioni ma soprattutto con la definizione di un budget obiettivo, il quale viene suddiviso in un numero prefissato di piccole quote acquistabili. L’autore definisce un tempo massimo per il raggiungimento della soglia, durante la quale gli utenti possono liberamente acquistare le quote messe a disposizione. In cambio dell’acquisto, l’autore del progetto fornisce ai finanziatori dei piccoli incentivi, come dei gadget o delle qualifiche ufficiali all’interno del progetto stesso.

Anche PopEye ha deciso di perseguire questa strada iscrivendosi a produzionidalbasso.com.