• Non ci sono risultati.

2.   DOCUMENTARI, EVENTI CULTURALI, REPORTAGE nozioni di base 28

2.1   Principi e variabili del settore documentariale 28

2.1.3   Scrivere un documentario 36

Alla base di ogni documentario, ma anche di ogni prodotto cinematografico, sta un’idea. Il gesto della narrazione nasce dalla sensibilità con cui ogni singolo autore accoglie in sé e rielabora le occasioni offerte dalla realtà.

Le differenze tra documentario e film si colgono nei modi in cui l’idea di partenza è elaborata.

“Un documentario non ha bisogno di restare aderente alla sua idea iniziale, un documentario è l’idea iniziale, e la scintilla che fa scattare la molla nella testa dell’autore chiede di essere sviluppata attraverso l’analisi e la ricerca, più che con processi di rielaborazione drammaturgica.”17

Ermanno Olmi, grande regista e documentarista dichiara: “quando fai un documentario cercando di cogliere in quello che osservi il sentimento stesso della realtà, il tuo sentimento smette di essere in gioco: è la realtà che ti parla, non sei tu che fai parlare la realtà.”18

Prima di mettersi a tavolino e scrivere materialmente la propria storia, ogni autore deve intraprendere un duro lavoro preparatorio di ricerca.

Quello della ricerca è sicuramente uno degli aspetti più importanti ed è obbligatorio per tutti i narratori: ogni opera, sia essa letteraria, cinematografica o teatrale, nasce da un lavoro preparatorio che può durare anche anni; tale servirà                                                                                                                

17 Alessandro Bignami, Il documentario scrivere, realizzare e vendere cinema della realtà nell’era

dell’artificio, Editori Laterza, Bari 2011;

a capire se esiste abbastanza materiale da poter portare avanti l’idea di partenza.

Quando ci si appresta a girare un documentario bisognerà verificare l’effettiva esistenza di testimoni, persone che andranno contattate e intervistate per la realizzazione della storia. Ricostruire un evento del passato o raccontare un evento del presente senza l’aiuto di chi quell’evento l’ha vissuto o lo sta vivendo sarà pressoché impossibile.

Una volta individuate le persone chiave potrà avere inizio il lavoro di documentazione, il quale in sostanza si divide in due fasi: la prima riguarda un primo esame del contesto storico/ambientale, solitamente viene svolto attraverso la consultazione di testi e letteratura. La seconda consiste nella vera e propria ricerca sul campo. Molto spesso, infatti, si tratta di raggiungere materialmente i luoghi in cui la vicenda che interessa si è svolta o è in corso di svolgimento. Una particolare cura è richiesta per la ricerca sul campo: a seconda, infatti, del luogo deputato a set del documentario, potrà accadere che la troupe si trovi in luoghi anche molto distanti e sconosciuti. Questa fase può far parte sia della pre- produzione sia della produzione del filmato. Solitamente prima della realizzazione delle riprese si decide d’inviare sul posto un team di ricerca, o il regista stesso, affinché si possa prendere conoscenza di tutti i particolari del territorio. È questa una scelta che va fatta anche in funzione dei costi che si è in grado di sostenere: inviare un team di ricerca in anticipo rispetto alla troupe operativa, significa accendere una nuova voce di costo. Questa però va comparata con il maggior beneficio emergente dalla riduzione di sprechi di tempo in fase produttiva.

2.1.3.1 Il soggetto

Per impostare al meglio tutte le attività di creazione, è prassi consolidata nell’ambiente cinematografico la redazione preventiva di un soggetto.

Ciò deve essere fatto, in primis, per presentare le proprie intenzioni di lavoro ad un eventuale produttore. Condizione necessaria per lo sviluppo è l’acquisizione da parte dello stesso dei diritti di sfruttamento economico della proprietà del

soggetto in questione. Soprattutto nel caso in cui il film sia basato su un’opera letteraria, si rende necessario un accordo sull’acquisto di titolo, trama, tema, personaggi, traduzioni, adattamenti. Gli accordi di questo tipo consentiranno al produttore di programmare il film/documentario nelle sale cinematografiche, di trasmetterlo in televisione, il diritto di distribuzione attraverso il canale home video, il diritto di programmazione davanti al pubblico in contesti differenti da quelli appena citati come teatri, ospedali, aerei, navi.

In secondo luogo, il soggetto, che è anche la prima fase creativa del prodotto, serve per fissare l’idea nata dalla mente dell’autore. È la prima linea guida che poi l’intero team dovrà sviluppare.19

A differenza di un film di finzione, in un documentario, il soggetto è più breve, consta di qualche cartella e “vuole raccontare la genesi dell’idea, le linee di sviluppo immaginate dall’autore e la struttura.”

Quando si lavora a un progetto che prevede diversi output, scrivere un buon soggetto può indirizzare bene le varie attività. Soprattutto quando si vuole creare e mantenere una certa immagine, la scrittura di un buon soggetto garantisce chiarezza non solo all’autore dell’ipotetico documentario ma anche all’intero team. Al documentario, infatti, si possono aggiungere molte altre produzioni direttamente connesse, come un libro, delle conferenze, delle mostre e affinché tutti questi output abbiano una forte coerenza e correlazione tali da far riconoscere al pubblico chi sono gli autori e i promotori, la scrittura di un buon soggetto può aiutare nella tracciatura dei binari più opportuni da seguire.

2.1.3.2 La sceneggiatura

“La sceneggiatura di un documentario, che nella quasi totalità dei casi è opera del regista stesso, è un ibrido tra soggetto, scaletta, parti dialogate e indicazioni                                                                                                                

19 cfr. Fabrizio Perretti e Giacomo Negro, Economia del Cinema principi economici e variabili

strategiche del settore cinematografico, Etas , Milano 2003, p.96 ;

Alessandro Bignami, Il documentario scrivere, realizzare e vendere cinema della realtà nell’era

di regia, e ciò che la rende simile a quella di un film sono gli espedienti narrativi per raccontare la storia e creare empatia con il pubblico.”20

In un film dunque la sceneggiatura è presentata come un documento completo e rigoroso che non lascia spazio a immaginazione. Ogni dettaglio scenico è riportato nero su bianco. Dalla sola lettura di questo scritto e avendo i girati necessari, un montatore professionista è perfettamente in grado di assemblare il prodotto finito.

Anche in un documentario la presenza della sceneggiatura è fondamentale ma questa deve necessariamente assumere la struttura sopra citata. Il motivo è facilmente individuabile, infatti, mentre nel cinema della finzione tutto può essere ricostruito secondo la volontà di sceneggiatore e regista, nel cinema della realtà, soprattutto se il luogo oggetto del racconto è lontano, sarà molto facile incontrare difficoltà e ostacoli che mineranno quanto si è pensato e scritto prima di arrivare in loco.

Occorrerà dunque operare con una certa dose di elasticità rimanendo sempre pronti a cambiare ciò che ci si prefigurava.

Può infatti succedere che un accadimento ritenuto molto probabile nel periodo previsto per le riprese, non si verifichi. A questo punto il regista dovrà scegliere tra la modifica della sceneggiatura e l’utilizzo di espedienti narrativi.

“Un espediente narrativo, che invero può essere utilizzato tanto in fase di scrittura quanto sul set, è legato alla possibilità per l’autore di provocare in qualche modo la realtà che si appresta a filmare.”21

In Uscita dalle fabbriche è utilizzato un espediente di questo tipo: il filmato riproduce effettivamente l’uscita dalla fabbrica come si svolgeva tutti i giorni ma, a ben guardare una buona parte degli operai indossa il vestito buono. I fratelli Lumiére, per evitare di bloccare o comunque disturbare la produzione, convocarono alcuni operai di domenica e ripresero in tutta tranquillità la scena, essendo la fabbrica chiusa.

                                                                                                               

20 Alessandro Bignami, Il documentario scrivere, realizzare e vendere cinema della realtà nell’era

dell’artificio, Editori Laterza, Bari 2011, p.52;

Soluzioni di questo genere si adottano normalmente nel cinema della realtà; in particolare quando limitate risorse economiche e di tempo mettono a rischio la riuscita dell’intero lavoro.