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RISChI DA SOVRACCARICO bIOMeCCAnICO

5. ORIenTAMenTI ATTuAlI

Gli attuali metodi di valutazione del rischio per operatori, lavoratori, residenti e astanti presentano diverse criticità: innanzi tutto i dati di esposizione sono limitati;

con diversi metodi di valutazione si possono ottenere risultati diversi per uno stesso scenario di esposizione; esiste una grande variabilità tra le misure individuali di espo-sizione per uno stesso scenario espositivo. Dati vecchi di oltre 30 anni sono alla base di molti modelli (ad esempio del modello tedesco e del modello inglese, i due più uti-lizzati) e la maggior parte di questi non riflettono le attuali tecniche di applicazione.

Per stabilire una metodologia armonizzata per la valutazione dell’esposizione ai pesticidi per i quattro principali gruppi di popolazione (operatori, lavoratori, resi-denti e astanti), l’Efsa ha pubblicato le nuove linee guida. Nelle linee guida, l’Efsa ha inserito un software di facile utilizzo che consente di effettuare le valutazioni dell’esposizione in maniera semplice. Il software fa riferimento a modelli di

valu-tazione dell’esposizione già disponibili e a circa 20 banche dati. Gli esperti Efsa hanno selezionato e perfezionato i modelli più validi e hanno creato una meto-dologia in grado di fornire le valutazioni sulla sicurezza dell’esposizione ai pesti-cidi per via non alimentare che risultano essere la più precise e complete attual-mente a disposizione. Occorre sottolineare che la metodologia citata contempla le tecniche di applicazione e gli scenari per i trattamenti in campo aperto e che il gruppo di esperti ad hoc incaricato di studiare i modelli disponibili e le banche dati hanno evidenziato la necessità di intraprendere ulteriori studi e ricerche fina-lizzati a diminuire le incertezze che ancora connotano le valutazioni del rischio per gli scenari in serra. In conclusione, anche se le linee guida contengono una serie d’incertezze dovute alla mancanza di dati (dati sui residenti, dati sulle espo-sizioni in serra) esse rappresentano un solido punto di partenza e saranno ogget-to di continuo aggiornamenogget-to.

bIblIOGRAfIA

Regolamento (CE) 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE. Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 309/1 del 24.11.2009

Regolamento UE n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 Maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato a all’uso dei biocidi.

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Agricoltura: salute e sicurezza sul lavoro a 100 anni dall’introduzione della tutela assicurativa

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Agricoltura: salute e sicurezza sul lavoro a 100 anni dall’introduzione della tutela assicurativa

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1. Il RuOlO Dell’InAIl nell’AMbITO DeI lAVORI PeR Il PIAnO D’AzIOne nAzIOnAle

In questi anni l’uso dei fitofarmaci in agricoltura ha ricevuto una particolare atten-zione per le ricadute nel loro impiego relative alla sicurezza degli operatori agricoli e dei consumatori ed alla possibilità di inquinamento ambientale. A tal fine il Parlamento ed il Consiglio europeo hanno emanato la direttiva 2009/128/CE, rece-pita in Italia con il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012, con lo scopo di istituire un quadro di azione comunitaria su un utilizzo sostenibile dei pesticidi. La norma delega ai singoli Stati membri il compito di predisporre politiche mirate alla riduzione dei rischi e degli impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodi-versità, derivanti dall’impiego di prodotti fitosanitari attraverso la promozione e l’applicazione di diverse strategie tra cui metodi di produzione agricola che ne com-portino una riduzione, come l’introduzione della difesa integrata (obbligatoria e volontaria) e dell’agricoltura biologica.

A sostegno di tali obiettivi, la direttiva prevede degli incentivi economici e la predi-sposizione di un apposito Piano d’azione nazionale (entrato in vigore dal 13 febbraio 2014,) che definisca gli obiettivi, le misure ed i tempi per la riduzione del rischio e degli impatti derivanti dall’uso dei prodotti fitosanitari. In tale contesto il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle politiche agri-cole, alimentari e forestali (Mipaaf), insieme alle Regioni hanno predisposto mirati tavoli di lavoro per la definizione e successiva applicazione del Piano stesso.

In accordo con quanto previsto dalla direttiva 2009/128/CE e del decreto legislati-vo n. 150/2012, il Piano d’azione nazionale (PAN) si prefigge di proteggere gli uti-lizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata, tutelare i consumato-ri, salvaguardare l’ambiente acquatico e le acque potabili, tutelare la biodiversità e gli ecosistemi attraverso:

- la promozione e l’applicazione di metodologie agronomiche alternative con par-ticolare attenzione all’incremento delle superfici agrarie condotte con il metodo dell’agricoltura biologica, ai sensi del regolamento (CE) 834/07 e della difesa integrata volontaria (legge n. 4 del 3 febbraio 2011);

Il PIAnO D’AzIOne nAzIOnAle (DIReTTIVA 2009/128/Ce Che ISTITuISCe un quADRO PeR l’AzIOne

COMunITARIA AI fInI Dell’uTIlIzzO SOSTenIbIle DeI PeSTICIDI)

e. STuRChIO*, e. beMPORAD*, b. fICOCIellO*, e. MASCIARellI*

* Inail - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici.

- la formazione capillare e sistematica degli operatori di settore (utilizzatori, vendi-tori e consulenti) sui rischi connessi all’impiego dei prodotti fitosanitari;

- l’informazione accurata della popolazione circa i potenziali rischi associati all’im-piego dei prodotti fitosanitari;

- l’azione di controllo, regolazione e manutenzione delle macchine irroratrici;

- il divieto di irrorazione aerea, salvo deroghe in casi specifici;

- la protezione di aree ad elevata valenza ambientale e azioni di tutela dell’ambien-te acquatico;

- la corretta esecuzione delle operazioni di manipolazione, stoccaggio e smaltimen-to dei prodotti fismaltimen-tosanitari e dei loro contenismaltimen-tori;

- la difesa delle colture agrarie prevedendo un basso apporto di prodotti fitosanita-ri al fine di salvaguardare la biodiversità e la protezione delle avversità biotiche delle piante, privilegiando le opportune tecniche agronomiche;

- l’individuazione di indicatori utili alla misura dell’efficacia delle azioni poste in essere con il Piano e la conseguente divulgazione dei risultati del relativo moni-toraggio.

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PIAnO DI AzIOne nAzIOnAle Sull'uSO SOSTenIbIle DeI PRODOTTI fITOSAnITARI (PAn)

A- Azioni A- Azioni A.1 - Formazione e prescrizioni: per gli utilizzatori professionali, distributori e consulenti.

A.2 - Informazione e sensibilizzazione: per favorire una conoscenza accurata all’intera collet-tività dei rischi e dei potenziali effetti acuti e cronici per la salute, gli organismi non bersaglio e l’ambiente, derivanti dall’uso di fitofarmaci e fornire una corretta informazione sull’utilizzo di alternative non chimiche.

A.3 - Controllo delle attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari. La diretti-va 2009/128/CE (D.Lgs. 150/2012) ha integrato nella Direttidiretti-va macchine (2006/42/CE) disposizioni sull’immissione sul mercato di attrezzature per l’applicazione dei pesticidi che garantiscano il rispetto di requisiti ambientali, rendendo opportuno, al fine di minimizzare l’impatto negativo dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente dovuto all’impiego di tali attrezzature, istituire sistemi che consentano l’ispezione tecnica periodica delle attrezzature già in uso; nel PAN sono illustrate le modalità di attuazione di tali requisiti.

A.4 - Irrorazione aerea: è vietata; può essere autorizzata in deroga per la difesa ordinaria oppu-re per contrastaoppu-re un’emergenza fitosanitaria, ove non siano praticabili modalità alternative, oppure vi siano evidenti vantaggi in termini di riduzione degli impatti su salute e ambiente.

A.5 - Misure specifiche per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari in aeree specifiche: Principi per la predispo-sizione di linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette, sia a livello nazionale che regionale. Le linee guida di indirizzo sono state approvate con d.m. 10 marzo 2015 e contemplano 18 misure specifiche (ad es:

fasce di rispetto, sistemi antideriva per le macchine irroratrici dei fitofarmaci, eliminazione.

riduzione o sostituzione dell’uso di prodotti, incremento dei livelli di sicurezza nelle fasi di deposito e conservazione dei prodotti fitosanitari e dei rifiuti derivanti dal loro utilizzo, for-mazione e consulenza specifica per la corretta attuazione delle misure).

I sette allegati che accompagnano il documento sono i seguenti:

A- Azioni A.6 - Manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari e trattamenti dei relativi imballaggi e delle rimanenze; si tratta di una serie di obblighi che devono essere rispettati dagli utilizzatori a partire dal 1° gennaio 2015.

A.7 - Difesa sanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari, con l’obiettivo di ridurre il rischio, derivante dall’impiego dei prodotti fitosanitari, per l’ambiente, gli operatori, i con-sumatori e gli astanti, attraverso strategie di difesa integrata misure di prevenzione basate su metodi agro-ecologici (allegato III d.lgs. n. 150/2012) e attraverso sistemi di lotta biologica e controllo biologico delle avversità e con prodotti fitosanitari a base di sostanze attive a basso rischio (art. 22 regolamento (CE) n.1107/2009). Nel contempo, per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni agricole, è prevista la promozione di una graduale riduzione delle quantità di prodotti fitosanitari impiegati.

B - Indicatori: Strumenti per la verifica del raggiungimento degli obiettivi prefissati dal PAN: al fine di valutare i pro-gressi realizzati nella riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari ed in attesa che vengano individuati gli indicatori di rischio armonizzati a livello europeo, il Piano identifica tre categorie di indicatori:

1) indicatori ed indici di importanza prioritaria per la valutazione complessiva dei risultati raggiunti con l’applicazione del Piano; 2) indicatori specifici per valutare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalle singole misure del Piano; 3) indicatori di rischio

C - Monitoraggio: delle sostanze attive fitosanitarie nelle acque superficiali e sotterranee e negli alimenti.

D - Ricerca e sperimentazione: informazioni ed esperienze sull’uso sostenibile e le tecniche a ridotto/nullo impatto ambientale.

E - Modalità di coordinamento: le Regioni e le Provincie autonome individuano le autorità competenti addette ai con-trolli e ne danno comunicazione al Ministero.

F - Misure di coordinamento: a livello nazionale il Piano definisce fondamentale indirizzare e controllare l’attuazione del Piano stesso. A livello locale le Regioni potranno definire i piani di azione regionale (PAR) concernenti tutte le atti-vità previste dal Piano e dovranno relazionare periodicamente sullo stato di attuazione del Piano.

G - Manuali di riferimento: sull’uso sostenibile ed argomenti connessi.

H - Risorse finanziarie: per sostenere l’attuazione del Piano, ad esclusione delle azioni a carattere obbligatorio.

Allegato I:

Obiettivi formativi specifici per le diverse tipologie di corso (di base e di aggiornamento).

Componenti delle attrezzature utilizzate per la distribuzione dei prodotti fitosanitari oggetto del controllo funzionale, modalità di esecuzione dello stesso e requisiti

di funzionalità che devono essere raggiunti.

Requisiti minimi delle attrezzature utilizzate per l'esecuzione dei controlli funzionali.

Contenuti del corso di formazione per i tecnici che svolgono i controlli funzionali delle macchine irroratrici e requisiti dei Centri di prova.

Specie ed habitat di interesse comunitario legate agli ambienti acquatici.

Manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari, trattamenti dei relativi imballaggi e delle rimanenze.

Indicatori

L’Inail ha svolto un ruolo nella predisposizione del PAN partecipando al tavolo tec-nico appositamente istituito presso il Mipaaf, articolato in quattro GdL tematici:

1) formazione di utilizzatori di prodotti fitosanitari, distributori e consulenti, infor-mazione del pubblico: art. 5, art. 6, art.7(paragrafo 1) e art.10;

2) controllo delle macchine irroratrici, gestione sostenibile dei prodotti fitosanitari e dei loro imballaggi: art.8 e art.13;

3) misure specifiche per la gestione integrata delle specie nocive (difesa fitosanitaria integrata, diffusione agricoltura biologica): art.14;

4) misure di tutela dell’ambiente acquatico e di aree specifiche, indicatori: art.7 (paragrafi 2 e 3), art. 9, art. 10, art. 11, art. 12 e art. 15.

In particolare l’Inail ha partecipato ai GdL 1) e 2).

I rappresentanti dell’Inail nell’ambito dei lavori per il PAN hanno sostenuto il coin-volgimento dell’Istituto tra i soggetti in grado di fornire dati in riferimento all’in-dicatore specifico “Intossicazioni acute da prodotti fitosanitari: Indice di frequenza e indice di gravità / sostanze attive e prodotti fitosanitari (Andamento nei 5 anni)”, al fine di poter effettuare una distinzione tra i casi di esposizione non professionale e professionale attraverso una lettura incrociata dei dati disponibili sulla banca dati infortuni dell’istituto. Gli stessi rappresentanti sono stati inseriti nel GdL istituito ai fini degli adempimenti di cui all’art.22 del D.Lgs. n.150/2012, sugli indicatori ad uso del PAN.

In particolare il PAN, nella sezione A.2 prevede al punto A.2.4 - Sistema informa-tivo nazionale per la sorveglianza delle intossicazione acute da prodotti fitosanitari, che le Autorità nazionali competenti istituiscano piani di controllo relativamente a raccolta, classificazione ed analisi delle informazioni sui casi di intossicazione acuta da prodotti fitosanitari. A tale scopo deve essere utilizzato il Sistema informativo nazionale per la sorveglianza delle intossicazioni acute da pesticidi (SIN-SIAP), atti-vo presso l’Istituto superiore di sanità (ISS), che già acquisisce i dati sugli incidenti causati da prodotti fitosanitari che sono rilevati dai centri antiveleni, dalle Asl, dall’Inail e da altri referenti istituzionali, secondo procedure standard concordate.

L’ISS, avvalendosi anche di altre istituzioni coinvolte, ha il compito di verificare la qualità delle informazioni trasmesse al SIN-SIAP, integrare le diverse fonti infor-mative, classificare e analizzare i dati relativi alla casistica delle esposizioni a fitosa-nitari. L’ISS pubblica un rapporto annuale sulle osservazioni effettuate e rende dis-ponibili analisi descrittive a livello regionale. La base dati del SIN-SIAP verrà uti-lizzata per approfondimenti su problematiche emergenti e per contributi a piani di lavoro finalizzati alla valutazione delle ricadute di interventi di mitigazione del rischio e di formazione/informazione, nonché per valutazioni sulla sicurezza d’uso dei prodotti fitosanitari di recente immissione sul mercato e per la definizione di indicatori di rischio distinti per esposizione professionale e non professionale.

Nell’ambito del GdL “Indicatori” ci si era focalizzati su un indicatore Inail di gra-vità che comprendesse tutti quei casi di infortuni in agricoltura, dall’esposizione dei lavoratori al fitofarmaco fino agli eventi di tipo traumatico per poi monitorare attra-verso la banca dati Inail tutti i casi di infortunio in agricoltura prima e dopo

l’ap-Agricoltura: salute e sicurezza sul lavoro a 100 anni dall’introduzione della tutela assicurativa

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plicazione del PAN, contestualmente agli incentivi che il Mipaaf elargisce per la sostituzione delle vecchie macchine con quelle di nuova progettazione. Dalle verifi-che effettuate, tale indicatore, pur essendo realizzabile, sembra essere poco sensibile e quindi poco significativo al fine della valutazione dell’efficacia del PAN, per cui non è stato inserito tra gli indicatori relativi alla prima fase di monitoraggio del PAN. Si è però prevista, in una fase più avanzata, la verifica della possibilità di fil-trare il dato complessivo sui casi di infortunio in modo mirato, al fine di individuare un sottoinsieme maggiormente sensibile all’efficacia delle diverse azioni del PAN.

Infatti su tale aspetto sono state segnalate, oltre alla necessità di distinguere appun-to tra cause accidentali (che sembrano pesare significativamente), intenzionali (rare) e professionali, alcune altre criticità quali:

- sottostima dei dati relativi alle intossicazioni acute a causa dell’inadeguatezza delle fonti (Inail, Spisal, Registri regionali SDO, ISS, centri anti veleni, ecc.);

- difficoltà a risalire alla sostanza responsabile.

Si è in definitiva rilevata la necessità di approfondire la struttura delle fonti in modo da rendere quella Inail più funzionale all’obiettivo e di poterla incrociare meglio con le altre per poi interagire. Si ritiene infatti che ciò possa essere produttivo su entram-be i fronti, attuazione del PAN e prevenzione del rischio da esposizione.