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Da Oriente a Occidente: i modelli dell’agiografia tardo antica in uno studio comparativo con la Vita sancti Seuerin

CRONOTASSI:

 Tra le 21 opere selezionate è indicata soltanto nel caso di san Patrizio l’autobiografia, la Confessio sancti Patricii, perché maggiormente significativa all’analisi di tipo comparativo delle tematiche presentate nel testo. In presenza dunque di un registro stilistico diverso rispetto alla biografia si predilige la confessione per maggiore fedeltà alle funzioni testuali oggetto di indagine. Scelta giustificabile anche per aderenza al modello canonico agostiniano, ritenuto influente anche nell’intera opera di Eugippio.

DATA DI

COMPOSIZIONE DELL’OPERA

AUTORE TITOLO

SANTO/

MARTIRE DIES NATALIS

LUOGHI DELLA PREDICAZIONE 357 Atanasius Alexandrinus “Vita Antonii” BHG 140-141h BHL 609-614 Antonius 17 gen 357 Aegyptus

397 Sulpicius Severus “Vita Martini”

BHL 5610-5666 Martinus, episcopus Turonensis 11 nov 397 Gallia Lugdunensis/ Italia/Pannonia sup.

IV secolo “Passio sancti

Sireni Sirmiensis”

BHL 7595-7596

Sirenus Sirmiensis 23 feb 304

Pannonia inf.

IV secolo “Passio Iulii

ueterani Durostorensis” BHL 4555 Iulius Durostorensis 27 mag 304 Moesia inf.

IV secolo “Passio sancti

Quirini Sisciani”

BHL 7035

Quirinus Sisciensis 4 giu 308

Pannonia sup.

IV secolo Hieronymus

(De uiris ill. 74)

“Passio sancti Vittorini” Victorinus Poetouiensis 2 nov 304 Noricum Mediterraneum

DATA DI

COMPOSIZIONE DELL’OPERA

AUTORE TITOLO

SANTO/

MARTIRE DIES NATALIS

LUOGHI DELLA PREDICAZIONE

V secolo “Passio sancti

Irenaei episcopi Sirmiensis” BHL 4466 Irenaeus Sirmiensis 25 mar 304 Pannonia inf.

ca 422 Paulinus “Vita Ambrosii”

BHL 377 Ambrosius, episcopus Mediolanensis 7 dic 397 Italia

V secolo Patricius “Confessio”

BHL 6492 Patricius Hibernensis 17 mar 461 Hibernia 475-480 Constantius Lugdunensis “Vita Germani Autissiodorensis” BHL 3453 Germanus, episcopus Autissiodorensis 31 lug 448 Gallia Lugdunensis, Viennensis/ Britannia/ Italia

V-VI secolo discipulus sancti

Hilarii (Reverentius Arelatensis)

“Vita sancti Hilarii

Arelatensis” BHL 3882 Hilarius, episcopus Arelatensis 5 mag 449 Galliae

VI secolo “Vita Lupi episcopi

Trecensis” BHL 5087 Lupus, episcopus Trecensis 29 lug 478 ca Gallia Lugdunensis/ Britannia

501-504 Ennodius “Vita Epiphanii”

BHL 2570 Epiphanius, episcopus Ticinensis 21 gen 498 Italia 511 Eugippius “Commemoratorium Vitae s. Seuerini” BHL 7655-7658 Severinus Noricensis 8 gen 482 Noricum Ripense 512-520 discipulus Eugendii (Viuentiulus) “Vita patrum Iurensium” BHL 7309/ 5073/ 2665 Romanus, Lupicinus, Eugendus “Patri Iurensium” 28 feb 460 ca/ 21 mar 480 ca/ 1 gen 510 ca Burgundia/ Pannonia sup./ Italia

DATA DI

COMPOSIZIONE DELL’OPERA

AUTORE TITOLO

SANTO/

MARTIRE DIES NATALIS

LUOGHI DELLA PREDICAZIONE

520/521 Ennodius “De uita beati

Antonii” BHL 584 Antonius Lerinensis 28 dic 520 ca Pannonia sup./ Italia/ Noricum Rip./ Gallia Narbonensis ca 520 “Vita Genouefae” BHL 3334-3338 Genouefa, uirgo Parisiensis 3 gen 500 ca Aquitania ca 535 Ps.-Ferrandus Carthaginensis “Vita sancti Fulgentii” BHL 3208 Fulgentius, episcopus Ruspensis 1 gen 533 ca Africa/Italia

VI secolo discipuli Ciprianus,

Firminus, Viuentius “Vita Cesarii episcopi Arelatensis” BHL 1508-1509 Cesarius, episcopus Arelatensis 27 ago 543 Burgundia

Inizio VII secolo Sisebutus, rex

Visigotorum “Vita Desiderii episcopi Viennensis” BHL 2148 Desiderius, episcopus Viennensis 23 mag 607/611 Burgundia

639-643 Ionas “Vita sancti

Columbani” BHL 1898-1905 Colombanus Hibernensis 21 nov 615 Hibernia/Britannia/ Aquitania/ Italia

VIII secolo “Passio sancti

Floriani”

BHL 3054-3061

Florianus Laureacensis

Analisi funzionale delle fonti selezionate

:

La Vita Antonii e gli atti di descrizione delle passioni dei primi martiri cristiani costituiscono il modello primario per la produzione agiografica tardo antica sia orientale sia occidentale. Dal reimpiego di caratteristici brevi sintagmi alla riproposta di dettagli delle vicende martiriali, richiami alla proto-letteratura agiografica risuonano nella maggioranza delle Vitae e Passiones composte tra IV e VII secolo.

In considerazione del contesto delineato nella Vita sancti Seuerini di Eugippio e nel rispetto delle “coordinate agiografiche” indicate da Delehaye1 per il vaglio delle testimonianze agiografiche (geografia, cronologia e tipologia) in questo studio sono state individuate ventuno opere redatte tra IV e VIII secolo. Sono tutte relative a fatti storici collocabili tra IV e VII secolo, ambientati nelle aree periferiche dell’Impero romano tardo antico, affini per la progressiva trasformazione storico, amministrativa e socio-economica da cui sono state interessate. L’analisi si concentra sulle leggende agiografiche illiriche di epoca paleocristiana e sullo sviluppo di vite monastiche occidentali ispirate al modello orientale, ma con elementi di innovazione2.

Si individuano comuni elementi strutturali:

I. Epistole prefatorie e incipit – autore e committente

Esistono numerose concordanze tra lo stile epistolare e i proemi agiografici tardo antichi. Nella Vita

Seuerini sono presenti due epistole prefatorie, la prima dell’autore e la seconda la risposta del

committente. Si presenta uno schema simile nella Vita Germani con due lettere dell’agiografo in apertura destinate rispettivamente a due vescovi, Paziente e Censurio3. In questo secondo caso la dichiarazione retorica di umiltà dell’autore si ripropone nella prefazione successiva alle epistole e la compenetrazione tra stile epistolare e proemio si ripete in tutti gli incipit delle vite analizzate. Si differenzia il formulario introduttivo delle passiones, per cui è topica l’attenzione riservata ai martiri presentati come atleti di Cristo, che in seguito esaminerò.

E’ evidente un alto grado di stilizzazione nei proemi delle vite analizzate per questo confronto. Per i testi risalenti ai secoli V-VII si segnalano alcune similitudini e differenze in particolare già nel numero dei committenti.

Da una parte troviamo l’indicazione di un unico destinatario principale: per Eugippio il diacono Pascasio, nella Vita Martini Severo si rivolge a Desiderio fratri carissimo4, nella Vita Fulgentii Ferrando Ad Felicianum Episcopum Sancti Fulgentii successorem5. In altra situazione sono presenti

invece più committenti, come nella Vita Germani, anche nella Vita Patrum Iurensium e nella Vita

Columbani6. Sono individui nella maggioranza dei casi appartenenti alle stesse istituzioni, ma anche

a contesti diversi, cui l’autore è solitamente subordinato per grado gerarchico ecclesiastico.

1

Cfr. Delehaye 1934:7-17.

2

Elenco dettagliato nella tabella sopra riportata.

3

Nella “Vita Seuerini” Eugippio si rivolge al diacono Pascasio (vedi l’analisi prosopografica supra p. 103). Riguardo ai destinatari della “Vita Germani” si ricavano i seguenti dati: Patiens (vescovo di Lione nel 449, interviene alla sinodo di Arles del 475 ed è molto attivo contro le eresie. Muore nel 494), Censurius (DHGE XII, s.v. Censure, col. 144: quarto vescovo di Auxerre, dopo s. Germano. Il suo episcopato dura trentasette anni, è menzionato nei martirologi geronimiano e romano il 10 giugno e si trova nei breviari di Auxerre di XIV-XV secolo).

4

Sulp. Sev. Vita Mart. praef.

5

Ps.-Ferr. Vita Fulg. (PL LXV, coll. 117 s.). Anche in questo caso il riferimento è a un vescovo: Felicianus (PCBE I,

s.v. Felicianus 11, pp. 404 s.: Vescovo della chiesa di Ruspe, nella Bizacena, attuale Tunisia, nella prima metà del VI

secolo. Di fede cattolica, gestisce una piccola comunità monastica istituita da Fulgenzio, di cui sarà successore sul soglio episcopale nel gennaio del 534. Partecipa al concilio di Cartagine del 536).

6

Rispettivamente i vescovi sopra citati Patiens e Censurius (cfr. supra n. 3), i monaci di Agaune (Iohannes e

Armentarius) per la Vita Patrum Iurensium e gli abati Waldebertus Luxouiensis e Bobolenus Ebobiensis per la Vita Columbani.

La Vita Patrum Iurensium consta addirittura di quattro incipit, vòlti a sottolineare i fini dell’agiografia, oltre che strettamente funzionali al contenuto narrativo; la Vita Columbani mostra la particolarità di una vocazione eminentemente collettiva dell’opera, si presenta una bipartizione della stessa, con una prima parte dedicata al santo e una seconda ai suoi discepoli.

Uno dei temi principali con cui si aprono lettere e prefazioni è quello dell’obbedienza7, cui è connesso il dovere di testimoniare il vero, come si può evincere dalle seguenti citazioni:

Vita Antonii8 […] Scio autem quia et uos audientes, admirari hominem habebitis, et zelare

ipsius propositum. Idoneum est enim exemplum ad studium monachis. Antonii ergo uitam quam audistis ab his qui uobis narrauerunt de ipso, ueram arbitramini […]

Vita Ambrosii9 Quamobrem obsecro uos omnes, in quorum manibus liber iste uersabitur, ut

credatis uera esse quae dicimus, nec putet me quisquam studio amoris aliquid quod fide careat posuisse […]

Vita Germani10 Itaque, ut uitam gestaque beatissimi Germani episcopi uel ex parte

perstringerem, fratris uestri sancti antestitis Patientis fecit auctoritas […] Vita Patrum

Iurensium11

Igitur, praefatorum uenerabilium Iurensium patrum actus uitamque ac regulam, quantum inibi proprio intuitu uel seniorum traditione percepi, nitar fideliter in Christi nomine replicare […]

Emerge subito nelle dichiarazioni degli autori la volontà di accrescere la fama e incentivare il culto del santo, con fulcro sul fine edificatorio dell’agiografia:

Vita Antonii12 Ut ad eius aemulationem atque exemplum uos instituere possitis […]

Vita Martini13 Unde facturus mihi operae pretium uideor, si uitam sanctissimi uiri,

exemplo aliis mox futuram, perscripsero […]

Vita Germani14 [...] ministerium meum per intercessionem uestram domni mei sancti

Germani sensibus intimetur. De uita beati

Antonii15

[…] imago praecedentis gloriae ut ad posteros ueniat

Vita Seuerini16 […] coepi mecum ipse tractare nec non et uiris religiosis edicere tanta per

beatum Seuerinum diuinis effectibus celebrata non oportere celari miracula. Vita Patrum

Iurensium17

[…] professioni uestrae monachorumque exercitui proferam sancta aemulatione sectandum.

Vita Fulgentii18 Duo doctoribus catholicae Ecclesiae necessaria, uita bona et sana doctrina

[…] docuit uiuens […]

Vita Cesarii19 Nunc igitur unusquisque uiuendo sequi appetat, quod legendo scire festinat

7

DIB, s.v. Obbedienza, coll. 789-93: Nel linguaggio biblico non si tratta di costrizione e sottomissione passiva. Nel cristianesimo si tratta di rispetto sia rivolto al Signore, investito di ogni potere (Mt. 28, 18), sia verso le autorità umane legittime, dai genitori ai poteri politici (Col. 3, 18.20.22; Rom. 13, 1-7), cui è possibile trasgredire solo in risposta a un ordine ingiusto nei confronti di Dio.

8

Athan. Vita Ant. prol. 3

9

Paul. Vita Ambr. 2

10

Const. Vita Germ. ep. ad Cens.

11

Vita Patrum Iurensium 4

12

Athan. Vita Ant. prol. 3

13

Sulp. Sev. Vita Mart. 1,6

14

Op. cit. n. 10

15

Ennod. De uita beati Ant. praef. 1

16

Eug. Ep. ad Pasch. 1

17

Op. cit. n. 11

18

Vita Desiderii20 […] pro aedificatione hominum futurorum

Vita Columbani21 […] egit hoc a saeculis rerum sator […] ut suorum famulorum […]

praeterita gesta linquerent futuris exempla […] uel imitando exemplo uel memoriae commendando […] uentura sobolis glorietur […]

Parallelamente alla promessa di obbedienza dell’autore, la chiusura dei proemi è di norma riservata alla preghiera di tutela dell’opera, dall’autore stesso rivolta al committente. Riveste una certa importanza la considerazione dello stile in cui sono formulate le istanze inserite nelle parti introduttive. Ricorrente è la dichiarazione di umiltà22 di colui che si assume l’onore e l’onere di comporre la vita, ma esaminando oltre l’aspetto stereotipato si deve considerare l’intenzione di rispondere alle aspettative di un duplice pubblico, presente e futuro, e si possono cogliere le convinzioni ideologiche che permettono di contestualizzare l’ambiente in cui le descrizioni sono state elaborate.

L’atteggiamento è fortemente evocativo di un sostrato biblico, il concetto di umiltà è presente nel Nuovo Testamento sia come sottomissione generica a un’altra persona sia al potere imposto dagli eventi (Mt, At, Gc, 1Pt). Per quanto fluito nelle vite dei santi si deve considerare il comandamento destinato ai cristiani nella Bibbia, viene richiesto di presiedere alla convivenza con i non cristiani o cristiani peccatori oppure alle persecuzioni. In questo soprattutto i capi delle comunità devono porsi come modello (1Tim 3,3). Segnaliamo alcuni esempi relativi alle espressioni di modestia degli autori:

Vita Martini23 Ne […] reprehensionis dignissimus iudicarer, qui materiem disertis merito

scriptoribus reseruandam impudens occupassem […]

Vita Ambrosii24 Sed ego ut meritis tantorum uirorum, qui muri ecclesiarum sunt et

eloquentiae fontes, ita etiam sermone me inparem noui. Confessio s.

Patricii25

Quapropter olim cogitaui scribere, sed et usque nunc hesitaui; timui enim ne incederem in linguam hominum, quia non legi sicut et ceteri, qui optime itaque iura et sacras litteras […]

Vita Germani26 Sed date ueniam: paene est ut etiam iudicium uestrum quaedam culpa

respergat, qui tantae materiae relatorem magis dignum habuissetis eligere […]Prima mihi cura est pudorem conscientiae humilis custodire.

Vita Hilarii27 Conscius imperitiae meae, et non ignarus ignauiae, dum tenerum

uerecundiae frontem silentii latebris uolui cunctabundus operire […]

Vita Epiphanii28 Nam uere aut perit notitiae aut adtenuatum ad posteros, quod ad explicandum

pauper uerborum uena susceperit […]

Vita Seuerini29 […] quibus instructus libellum uitae eius scriberet posterorum memoriae

profuturum […] composui, non sine magno maerore animi, iniustum scilicet reputans […]

19

Vita sancti Cesarii episcopi Arelatensis prol.

20

Siseb. Vita Des. 1

21

Ion. Vita Columb. Praef. 1

22

DTC, s.v. Umiltà, coll. 1310-2: Nella teologia biblica è soprattutto opposizione alla vanità, espressione dell’inferiorità dell’essere umano nei confronti del Signore onnipotente, come riconoscimento della propria natura di peccatori. Si segnala anche come capacità di riconoscere la fallibilità del proprio giudizio (Prov. 3, 7; Rom. 12, 3.16; Sal. 131, 1) – cfr. anche RAC 3, s.v. Demut, pp. 765 s. (A. Dihle).

23

Sulp. Sev. Praef. 1

24

Paul. Vita Ambr. 1,1

25

Patr. Conf. 9

26

Const. Vita Germ. ep. ad Pat.

27

Vita Hilarii proem.1

28

Ennod. Vita Epiph. 3

29

Vita Fulgentii30 Cuiuslibet enim sit meriti oratio mea, nec augere poterit tanti uiri merita, nec minuere […]

Vita Cesarii31 […]et potius delectatur eloquio piscatorum concordare quam rethorum.

Vita Columbani32 Multum me ego ad hoc opus imparem repperio. Si enim me in hoc opere

nequaquam indignum iudicassem […]

Gli acta martyrum si pongono come primo genere riconosciuto nel canone agiografico e presentano strutture narrative caratteristiche. Si presenta sempre lo scontro tra il martire (“testimone” dall’etimologia greca del termine) e il magistrato imperiale o la divinità pagana. L’immedesimazione sacrificale del martire in Cristo è cruciale per la comprensione del genere e per un confronto con quanto successivamente confluito nella descrizione delle vite monastiche33.

Per un approfondimento del contesto sociale e geografico in cui si svolge la vicenda narrata nella

Vita Seuerini è importante soffermarsi sulle testimonianze religiose del primo cristianesimo nelle

regioni estese tra le allora province romane del Norico e della Pannonia. Segnalo in particolare la

Passio sancti Floriani, relativa a un martire originario della cittadina romana di Lauriacum (attuale

Enns), sito menzionato più volte nel testo di Eugippio, anche come località in cui Severino fa costruire un monastero. Floriano è presentato secondo gli schemi canonici della letteratura martiriale, che si dimostrano concordanti nelle altre cinque passioni analizzate di area illirica. Tuttavia non si ricavano dati che pongano in diretto contatto per rapporto di similarità con la vita del santo del Norico. Nella Vita Seuerini il protagonista è segnalato in quattro occorrenze come

Christi miles34, ma non troviamo alcuna attribuzione come athleta Christi, peculiare e ripetuto

epiteto incipitario delle passioni in questione. L’exordium comune alla descrizione dei processi dei primi cristiani trova il suo fulcro nella sfida al potere costituito (certamen/agon) con la dichiarazione perentoria della fede:

Passio Irenaei35 Quando diuersis agonibus concertantes Christiani […]

Passio Iulii36 Quando gloriosa certamina fidelibus oblata perpetua promissa exspectabant

accipere […]

Passio Floriani37 Tunc impiissimi iudices iussi ab imperatoribus certabant insanientes.

I termini certamen e agon sono impiegati da Eugippio in un’unica occasione, quasi a conclusione della vita (Deinde post multos agones et diuturna certamina), più con una funzione riassuntiva piuttosto che per esprimere una netta opposizione, che del resto rimane velata in tutti gli episodi di contrasto nei confronti sia delle popolazioni straniere sia del clero locale.

II. Origini del santo

Come noto fin dagli studi di Delehaye la biografia completa di un santo consta di tre parti: una prima dedicata alle origini, alla famiglia e alla futura grandezza rivelata, una seconda composta dal racconto dettagliato della vita e una terza relativa al culto e ai prodigi successivi alla morte.

In realtà comunemente la prima parte è più precisa riguardo ai genitori o alla classe sociale di appartenenza del santo, piuttosto che alla sua provenienza. Per uno stilema agiografico l’origine

30

Op. cit. n. 5

31

Vita sancti Cesarii episcopi Arelatensis prol.

32

Ion. Vita Columb. epp. Wald. et Bobol.

33

Cfr. Leonardi 2011:31-72.

34

VS 6,5;16,2;18,2;42,1

35

Passio sancti Irenaei episcopi Sirmiensis 1

36

Passio sancti Iulii ueterani Durostorensis 1,1

37

dell’uomo beato rimane spesso avvolta nel mistero o menzionata con espressioni generiche. La condizione di santità rimanda a una patria celeste, giacché si ritiene ininfluente l’esatta collocazione geografica sulla terra. Secondo questa concezione si presenta il santo come eremita, nella condizione perenne di “straniero” (xeniteia)38. A volte diviene di secondaria importanza persino il territorio in cui i santi operano, esemplare la chiusa del proemio della Storia Lausiaca di Palladio:

οὐ γὰρ ὁ τόπος ἐςτὶν ὁ ζητούμενος ἔνθα κατῴκησαν οὗτοι, ἀλλ’ ὁ τρόπος

τῆς προαιρέσεως39.

La Vita Seuerini non si distoglie da questo modello, Eugippio non indica nessuna genealogia e si esprime in questi termini:

Sane patria, de qua fuerit oriundus, fortasse necessario a nobis inquiritur, unde, sicut moris est, texendae cuiuspiam uitae sumatur exordium. De qua me fateor nullum euidens habere documentum. […] “quid prodest”, inquit, “seruo dei significato sui loci uel generis, cum potius id tacendo facilius possit euitare iactantiam […] Quam si me indignum ueraciter desiderare cognoscis, quid te necesse est terrenam cognoscere, quam requiris? […] Loquela tamen ipsius manifestabat hominem omnino Latinum,

quem constat prius ad quondam Orientis solitudinem […] (Eug. Ep. ad Pasch. 7-10) 40

L’autore riporta un discorso diretto del santo, in cui lo stesso esplicita la motivazione dell’assenza di una determinata patria di appartenenza. Assume rilevanza la successiva precisazione di Eugippio sulla lingua parlata: latina, con enfasi intenzionale su una imprecisata provenienza orientale, in un richiamo indiretto probabilmente alla tradizione del monachesimo dei primi Padri del deserto. Nelle altre vite esaminate si ripete la genericità delle origini, con esplicita menzione inerente alle condizioni sociali della famiglia del santo. Nella maggioranza dei casi si tratta di membri che dispongono di cariche ufficiali e ricchezze, da cui in seguito i santi si distaccano per rinuncia dei beni materiali, seguendo l’esempio biblico di povertà. Si deve considerare più attinente infatti il valore teologico del termine. Nella Bibbia il povero non è soltanto un appartenente a una bassa condizione economica e sociale, ma un individuo con una specifica disposizione interiore dell’animo (Mt. 6,24.33; 13,22).

Questi alcuni passi esemplari:

Vita Antonii41 Antonius genere quidem erat Aegyptius, natus de parentibus nobilibus quos

Graeci dicunt eugenes.

Vita Ambrosii42 Igitur posito in administratione praefecturae Galliarum patre eius Ambrosio

natus est Ambrosius […] Confessio s.

Patricii43

Ego Patricius peccator rusticissimus et minimum omnium fidelium et contemptibilissimus apud plurimos patrem habui Calpornium diaconum filium quendam Potiti presbiteri […]

Vita Germani44 Igitur Germanus Autesioderensis oppidi indigena fuit, parentibus

38

Cfr. Campenhausen 1960:295-9; RAC 8, s.v. Fremder, p. 344 (Gl. E. Fascher).

39

Raccolta di episodi agiografici di varia lunghezza, composta verso il 420, di carattere intermedio tra la narrazione delle vite degli asceti e le raccolte di sentenze – cfr. Pall. Hist. Laus. prol. 16: ciò che si andrà qui ricercando non è il

luogo in cui essi abitarono, ma il modo della loro scelta di vita.

40

Il modello è anche biografico classico – cfr. Porf. De uita Plot.1

41

Athan. Vita Ant. 1,1

42

Paul. Vita Ambr. 3,1

43

splendidissimis procreatus […]

Vita Epiphanii45 Igitur praefatus uir insignis Epifanius oriundo Ticinensis oppidi indigena

fuit, patre Mauro generatus et matre Focaria editus […]

Vita Genouefae46 Igitur Genouefa in Nymptoderinse parochia nata […] Pater eius Seuerus,

mater Geroncia uocitata est.

Vita Fulgentii47 Beatus igitur et uere Fulgentius, nobili secundum carnem genere procreatus,

parentes habuit ex numero Carthaginensium senatorum.

Vita Cesarii48 Qui ciues esset, quibusue parentibus fuerit procreatus […] Coepit ergo

iuuenem, non ut peregrinum ut siue extraneum […]

III. Presenza e interazione con popolazioni straniere

La novità che emerge principalmente dall’agiografia del VI secolo è la presenza in Occidente in modo sempre più influente delle popolazioni barbariche. Si verificano contemporaneamente situazioni di dialettica tra monachesimo e apostolato e tra Chiesa e potere amministrativo-politico. Bieler auspica l’elaborazione di uno studio sinottico delle vite dei santi operanti lungo le frontiere romane durante il periodo di decadenza dell’Impero romano di Occidente, proprio in un saggio di confronto tra san Severino e san Patrizio49.

Una delle maggiori difficoltà vissuta dalle popolazioni periferiche dell’Impero verso la fine del V secolo è l’assenza o progressiva crisi delle istituzioni civili e militari, cui spesso si trovano a sopperire singoli uomini, monaci che assumono il ruolo di ambasciatori presso i capi delle diverse etnie germaniche.

Severino non si prodiga in una conversione dell’elemento straniero al credo cattolico e mostra peculiare interesse piuttosto alla conservazione dell’ordine costituito; per questo aspetto la sua esperienza è ancora lontana dalle figure di monaci-missionari dell’area merovingia di fine V e inizio VI secolo e più ancora da personalità come Colombano, che nell’attività di evangelizzazione raggiunge una dimensione di portata europea, pienamente configurabile ormai come tipica dell’età medievale.

Eugippio nel suo testo sembra fare emergere la difficoltà di una convivenza tra Romani e popolazioni barbariche, di cui la maggioranza è composta dai Rugi; ciò risulta evidente anche dall’enfasi dedicata all’emigrazione degli abitanti del Norico, che rappresenta la tematica storica più incisiva della vita50.

L’autore rivela comunque precisione nella descrizione della componente etnica dei Rugi e mette in