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La maggioranza degli studi riguardano le opere di Eugippio, non tanto l’autore; lo dimostrano le pagine di questo scritto relative agli studi critici sulla Vita Seuerini1. Si trovano però alcune recenti dissertazioni specialistiche focalizzate sullo scrittore, alcuni capitoli specifici inseriti in testi attinenti alla storia del monachesimo e vari articoli di approfondimento sullo stile e la lingua di Eugippio. Ancora secondo ordine cronologico, dai più datati ai recenziori, se ne propone un compendio:

1913/1915/1926

 Per lo specifico interesse allo stile di Eugippio si devono ricordare gli articoli di Ch. Mierow, che, sebbene risalgano ormai al secolo scorso, rimangono ancora validi nelle loro conclusioni. In “Some noticeable characteristics of the style of Eugippius” (“Classical Philology” XXI/1926, pp. 327-32) sono sintetizzate le tesi già esposte nel precedente “Adverbial usage in Eugippius” (“Classical Philology” VIII/1913, pp. 436-44). Si presenta come tratto peculiare del latino di Eugippio l’elevata frequenza nell’impiego di avverbi, con interscambiabilità tra gradi positivi e comparativi, l’uso indistinto di forme avverbiali sinonimiche e l’utilizzo delle stesse meramente in funzione di connettivi senza attenzione al significato. Pertinente al linguaggio patristico a lui contemporaneo la presenza di numerosi sostantivi astratti, spesso impiegati in modo ridondante in espressioni stereotipate. Si rileva anche la combinazione di termini con finalità puramente ritmiche. Lo stesso studioso offre inoltre un inquadramento sulla biografia di Eugippio e sul contesto storico del Norico Ripense nella seconda metà del V secolo in “Eugippius and the closing years of the Province of Noricum Ripense” (“Classical Philology” X/1915, pp. 166-87). Dello scrittore ricorda la scarsità di informazioni biografiche disponibili, le opere menzionate nelle fonti di poco posteriori (Cassiodoro e Isidoro) e la marcata influenza del linguaggio biblico nella composizione della Vita Seuerini.

1958

 M. Pellegrino, in un approfondimento in “Storia della Chiesa” XII.1/19582, scrive un paragrafo riguardo all’autore (pp. 12-5). Dopo brevi indicazioni biografiche cita le testimonianze di Cassiodoro e Isidoro relative a Eugippio e si sofferma in particolare sugli interessi teologici dello stesso. Si trova anche un rapidissimo cenno alla fortuna manoscritta delle sue opere.

1964

 Sempre in tema di Chiesa e Stato nel mondo tardoantico è importante ricordare il testo di H.J. Diesner, “Kirche und Staat im Spätrömischen Reich” (1964) che riserva il capitolo conclusivo alle figure di Severino e Eugippio (pp. 155-67). Anche Diesner rimarca la finalità sociale che si propone l’autore ecclesiastico proponendo la vita del santo come modello, secondo uno stile che si può ritenere panegiristico, ma invita ad evitare interpretazioni che impongano necessariamente l’individuazione di tensioni e contraddizioni nei personaggi e nello spirito del tempo, nel rischio di risultare spesso anacronistici.

1

Cfr. infra pp. 205-20.

2

1981

 Si pone nell’ottica della continuità il breve contributo di J. Dummer, “Eugippius über die Rolle der Kirche in der Übergangsepoche” (“Klio” 63/1981, pp. 639-42). L’obiettivo del suo scritto è dimostrare come Eugippio realizzi il suo commemoratorium mostrandosi coerente con quanto rappresentato in celebri esempi agiografici a lui precedenti (citazione della Vita

Augustini). L’immagine che viene fissata attraverso questo genere di scritti è quella della

Chiesa come istituzione sociale, per cui è imprescindibile l’ambiente politico in cui opera il santo e la fama che gli viene tributata.

1983

 R. Bratož introduce il suo “Severinus von Noricum und seine Zeit: geschichtliche Anmerkungen” (1983, pp. 7-15) con un capitolo dal titolo “Eugippius und seine Zeit” e sottolinea che il primo obiettivo di chi intende studiare Severino deve essere quello di conoscerne il suo biografo. Lo studioso delinea fin dal principio gli incarichi principali dell’autore in oggetto, fervido commentatore di Agostino, autore di una regola monastica e della vita di Severino, sua opera di esordio. Sottolinea la disponibilità di una grande biblioteca nel monastero di Lucullanum ed esamina la tipologia dei rapporti instaurati all’interno della Chiesa, in particolare si sofferma sulla corrispondenza con Pascasio, che è segno dell’aderenza a determinate correnti di pensiero. Nello specifico Bratož evidenzia un’atmosfera antibarbarica e antiariana nella Vita Seuerini, che non è comunque precipua del biografo. L’opposizione al mondo barbarico esprime più che altro la sensazione di decadimento dell’Impero romano occidentale, sentimento diffuso tra le schiere aristocratiche romane tradizionaliste.

1984

 Concentrandosi soprattutto sull’opera di Isidoro di Siviglia (De uiris ill.) e analizzando le relazioni tra Africa, Spagna e Italia (Viuarium, Napoli, Roma) J. Fontaine in “Les relations culturelles entre l’Italie bizantine et l’Espagne Visigotique: la présence d’Eugippius dans la bibliothèque de Séville” (“Estudios Clásicos” XXVI.2/1984, pp. 9-26) sostiene che la circolazione dell’opera di Eugippio, in particolare gli studi agostiniani, siano recepiti in Spagna attraverso la mediazione degli ecclesiastici africani, specialmente dopo la liberazione dalla dominazione vandala per la riconquista bizantina di età giustinianea. Si conferma la descrizione del biografo di Severino come fautore di una rete preziosa di circolazione libraria di genere religioso.

1995

 G. Penco nel suo “Storia del monachesimo in Italia” (1995, pp. 21-50) descrive la situazione precedente a san Benedetto e scrive di Eugippio per ricordare la fondazione del cenobio di S. Severino presso Lucullanum, ritenuto uno dei maggiori centri per la diffusione in Italia di specifiche consuetudini monastiche. L’analisi riprende quanto già delineato in “Il monachesimo fra spiritualità e cultura” (Milano 1991), in cui dell’istituzione di Eugippio si evidenzia anche l’aspetto liturgico, derivato dall’esperienza severiniana.

1996

 Anche nella manualistica predisposta da C. Moreschini ed E. Norelli, nel terzo volume di “Storia della letteratura cristiana antica greca e latina” (1996, pp. 685 s.) tra gli scrittori italici dei regni romano-barbarici di Occidente si include Eugippio. Il biografo è presentato come autore minore e si sottolinea soprattutto la composizione della Vita Seuerini e la corrispondenza con il diacono Pascasio.

 In “Medieval Prosopography” 17.1 (1996, pp. 107-24) lo studioso S. Muhlberger scrive un articolo intitolato “Eugippius and the life of St. Severinus” in cui analizza quasi esclusivamente lo stile del biografo, come sarà descritto nelle pagine relative alla storia degli studi critici della Vita Seuerini3.

1997

 Nel primo volume del manuale di “Storia del cristianesimo” (1997, pp. 431 s.) curato da G. Filoramo si dedica una parte al monachesimo italiano del VI secolo e alla regola benedettina. Tra le figure di spicco entro queste coordinate geografiche e temporali è segnalata la personalità di Eugippio, di cui si propone un rapido esame dei rapporti instaurati con gli intellettuali ecclesiastici del suo tempo, quindi la centralità del centro monastico campano e la rilevanza dell’agostinismo nell’istituzione del monachesimo italiano di quel secolo.

1998

 Delinea con precisione tutti i rapporti stabiliti tra Eugippio e i vescovi africani o gli aristocratici romani J. Hofmann in “Das Werk des Abtes Eugippius” (“Zeitschrift für Kirchengeschichte” 109/1998, pp. 293-305). Introduce il proprio saggio rivolto soprattutto all’opera del discepolo di Severino con un capitolo sulla persona di Eugippio (pp. 293-6). Dopo qualche sintetica riga biografica si concentra soltanto sul contesto entro cui lo scrittore opera.

2001

 Nella monografia curata da W. Pohl espressamente dedicata a Eugippio e Severino, di cui scriverò in seguito4, C. Leyser approfondisce, nell’articolo “Shoring fragments against ruin? Eugippius and the sixth-century culture of florilegium” (“Eugippius und Severin”, pp. 65- 75), le caratteristiche dell’intera opera di Eugippio, cercando di ricostruire la storia delle fonti utilizzate dallo scrittore e le finalità che lo stesso si propone, obiettivi esplicitati attraverso la scelta di determinati generi. Leyser presenta come fondamento della formazione di questo autore l’esegesi del corpus agostiniano, che diviene a sua volta oggetto di trasmissione dal monastero di S. Severino. Lo studioso riserva un paragrafo specifico del suo contributo a Lucullanum, come centro di produzione e scambi. Geyser l’anno precedente, nella pubblicazione “Authority and Association from Augustine to Gregory the Great”, menziona Eugippio insieme a Benedetto come maggiori asceti italiani contemporanei di Cesario di Arles. L’attenzione è interamente rivolta alla rete di relazioni che si sviluppano tra i promotori delle prime forme cenobitiche e alla compilazione di regole.

2008

 A.K. Gometz presenta una tesi di filosofia, presso l’Istituto di Studi Medievali dell’Università di Leeds, dal titolo “Eugippius of Lucullanum: A Biography”. L’analisi si sofferma nella sua parte centrale soprattutto sulle tre opere di Eugippio, ma fornisce anche un inquadramento sulla politica ecclesiastica tra V e VI secolo, con attenzione esclusiva per la situazione di Roma, in particolare sulle cause e conseguenze degli scismi acaciano e laurenziano. Di particolare interesse per la comprensione della mentalità e delle scelte operate dall’abate di Lucullanum è il quinto e penultimo capitolo del suo lavoro, che esamina analiticamente la corrispondenza del biografo con gli intellettuali del suo tempo.

3

Cfr. infra pp. 213 s.

4

Opera