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Eugippii Vita sancti Severini (BHL 7656). Dal testo al territorio: il Norico tardoantico

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA

DOTTORATO DI RICERCA IN

SCIENZE STORICHE E ANTROPOLOGICHE, XXVI CICLO

(A. A. 2010/2011 – A. A. 2013/2014)

Eugippii Vita sancti Seuerini (BHL 7656)

Dal testo al territorio: il Norico tardoantico

Tesi di dottorato di Elena Gritti

Coordinatore del dottorato

Tutor del dottorando

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In Memoria di Agnese e Ginetto

Wenn Sie etwas Tröstliches lesen wollen, so suchen Sie das Leben des heiligen Severin. Der hat unter dem Umsturz aller Dinge ausgehalten.

Se Lei vuole leggere qualcosa di consolante, cerchi la vita di san Severino. Ha resistito sotto la rivoluzione di ogni cosa.

(J. Burckhardt, lettera 4 marzo 1848)

Εἰς τὴν μνήμην τοῦ λóγου (24 I 2012):

Una voce interiore mi sussurrava: sono tanto pochi gli uomini felici e soddisfatti quaggiù. Da ogni lato le preoccupazioni e il dolore li inseguono, che forse un giorno il tuo lavoro sarà una sorgente da cui gli uomini oppressi dalle ansie e chini sotto il peso della vita deriveranno qualche momento di riposo e sollievo [...] questo fu allora un potente sprone a perseverare.

(F.J. Haydn, diario)

Sed nequaquam ultra lucernae illius igniculum te uelut sole splendente perquiram: tantum ne mihi peritiae tuae radios nube quadam excusationis obducas, imperitiam propriam uidelicet accusando. Noli, obsecro, tam duris me uerberare sermonibus, dum dicis: quid tibi aquas expectare de silice?

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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Mirko e la mia famiglia.

Esprimo ringraziamento ai professori Gian Maria Varanini e Alfredo Buonopane dell’Università di Verona per aver approvato questo progetto di tesi di dottorato e aver seguito con attenzione le sue fasi di sviluppo, fornendo all’occorrenza puntuali consigli. Grazie anche alle professoresse Patrizia Basso, Maria Luisa Prandi e Maria Clara Rossi dell’Università di Verona, per la cortesia nel fornirmi validi suggerimenti.

Ringrazio la stessa Istituzione per avermi permesso due periodi di studio proficui presso l’Universität di Klagenfurt e la Österreichische Akademie der Wissenschaften di Vienna. Presso l’Università carinziana ho frequentato il Dipartimento di studi di storia antica, presieduto dal professore Karl Strobel, e ho potuto approfondire la conoscenza del territorio dell’antico Norico Mediterraneo, grazie alla piena disponibilità a me rivolta, in particolare dalla professoressa Renate Lafer.

Nella capitale austriaca ho usufruito delle numerose risorse, in termini sia di documentazione sia di partecipazione al dibattito scientifico, offerte dall’ Institut für

Mittelalterfoschung dell’ÖAW presieduto dal professore Walter Pohl, cui porgo sentiti

ringraziamenti per l’accoglienza.

Ringrazio quindi, all’interno di tale centro di ricerca, il professore Maximilian Diesenberger per la determinazione a discutere con me di questioni agiografiche nonostante le difficoltà linguistiche di comunicazione, che sono divenute tuttavia strumento di arricchimento culturale.

Un ringraziamento particolare per i professori Mariachiara Giorda dell’Università di Torino e Mauro Calzolari dell’Università di Ferrara, nel primo caso per aver fornito preziosi suggerimenti riguardo al capitolo sul monachesimo della mia ricerca e nel secondo per la gentilezza e totale disponibilità nell’indicazione di recenti contributi bibliografici, relativi alle antiche vie romane.

Grazie al professore Emanuele d’Angelo dell’Accademia di Belle Arti di Foggia per avermi prontamente fornito documentazione iconografica relativa a Severino e da lui pazientemente studiata.

Un pensiero alla professoressa Vajia Karaiskou della Open University of Cyprus per il fitto scambio di corrispondenza elettronica sviluppato nel corso di tutto il percorso di dottorato, fonte continua di preziosi incitamenti.

Pari entusiasmo mi è stato trasmesso dai professori Sofia Boesch Gajano, Presidente del Centro di Studi Agiografici di Rieti e dal professore Gennaro Luongo dell’Università di Napoli “Federico II”, promotori e organizzatori di importanti occasioni di studio e confronto su temi agiografici, svoltesi annualmente nelle Settimane di Studi Agiografici, presso la Biblioteca Paroniana di Rieti.

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Ho potuto usufruire anche di occasioni di valido aggiornamento riguardo agli studi romano-barbarici grazie al Centro di Studi Micaelici e Garganici di Monte S. Angelo (Fg), animato e coordinato dalla passione e competenza della professoressa Immacolata Aulisa e dal professore Giorgio Otranto. Parimenti, grazie alle settimane di studio di storia religiosa Euro-Mediterranea, organizzate dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI presso Villa Cagnola a Gazzada, attraverso cui ho potuto accrescere le mie conoscenze di importanti problematiche di confronto religioso tra est e ovest.

Grazie all’amico, dottore di ricerca, Giovanni Assorati dell’Università di Bologna, che ha condiviso con me la partecipazione ad alcuni convegni e mi ha gentilmente offerto la possibilità di conoscere e leggere alcuni suoi validi contributi scientifici, tra la tarda antichità e la prima età medievale.

Un sentito ringraziamento al professore Tomea dell’Università Cattolica di Milano, per la competenza e la pazienza di discutere con me di ricerche agiografiche e vita universitaria, nel senso più ampio del termine. Ai bibliotecari della sala consultazione “Billanovich” della stessa Università uno speciale ringraziamento per la prontezza sempre mostrata.

Concludo con l’Istituzione in cui è iniziato il mio percorso di ricerca: l’Università degli Studi di Bergamo. Questa ricerca scaturisce da una breve annotazione inserita nella mia tesi di laurea specialistica, dedicata all’antica città di Ravenna e seguita con meticolosa attenzione dal professore Paolo Cesaretti. Senza la Sua continua esortazione a interrogare e interpretare con metodo plurime fonti, antiche e tardo antiche, questo lavoro avrebbe potuto rivelarsi compito superiore alle mie forze.

Il professore Francesco Lo Monaco è stato correlatore della tesi poco fa menzionata, anche a Lui va il mio vivo ringraziamento per la perenne disponibilità e invito a esplorare ogni genere di sentiero.

Doveroso ringraziare i loro colleghi: le professoresse Federica Guerini, Basema Hamarneh e il professore Pierluigi Cuzzolin. Tutti e tre sono stati generosi nella lettura di parti di questo lavoro, nella loro correzione e nelle preziosi indicazioni bibliografiche fornite.

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Progetto di ricerca

“Dottorato di studi umanistici – XXVI ciclo – Università di Verona”

Dott.ssa Elena Gritti

Eugippii Vita sancti Seuerini (BHL 7656) Dal testo al territorio: il Norico tardoantico

INDICE

ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE pp. IV-XIII

INTRODUZIONE pp. 1-4

PREMESSE STORIOGRAFICHE E METODOLOGICHE pp. 5-19

PER LA LETTURA DELLA VITA SANCTI SEVERINI

QUESTIONI TERMINOLOGICHE pp. 20-25

1) LA “VITA SANCTI SEVERINI”: il protagonista, l’autore, l’opera e la sua tradizione

1.1 Protagonista: pp. 26-32

 Dati biografici

 Severino del Norico: holy man?

1.2 Autore: pp. 33-45

 Biografia

 Biblioteca dell’autore

 Excerpta ex operibus sancti Augustini e Regula Eugippii  Storia degli studi

1.3 Opera: pp. 46-179

 Struttura del testo

 Analisi lessicale e stilistica  Fortuna del testo

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 Studio comparativo con altre fonti agiografiche

1.4 Storia dell’opera: pp. 180-220

 Le edizioni  Le traduzioni

 Le recensioni: il dibattito critico sulla Vita sancti Severini  Storia degli studi

2) IL NORICO NEL V SECOLO

2.1 L’itinerario di san Severino e il Norico tardo antico nella cartografia pp. 221-224

2.2 L’ambiente: pp. 225-231

 I monti

a. Alpes  I fiumi

a. Businca fl. (Ohe)

b. Danuuius fl. (Ister) (Danubio) c. Aenus fl. (Inn)

d. Tiguntia riu.

2.3 La topografia del Norico nella Vita sancti Seuerini: pp. 232-279

 I centri abitati a. Asturae (Zwentendorf) b. Comagenae (Tulln) c. Fauianae (Mautern)  Ad Vineas (cellula)  Burgus (cellula)  (monasterium) d. Cucullae (Kuchl) e. Iuuauum (Salzburg)  (cellula) f. Quintanae (Künzing)

g. Teurnia/Tiburnia (St. Peter in Holz) h. Bataua (Passau)

 Boiotro (Innstadt) (monasterium)  (cellula)

i. Iouiacum (Schlögen) j. Lauriacum (Enns)

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2.4 Il quadro storico: pp. 280-297  Il Norico tardo antico attraverso la Vita sancti Seuerini e altre fonti

 La storia politica della provincia

a. La partizione della provincia del Norico (Ripense/Mediterraneum) b. L’influenza della Chiesa sul potere politico

c. Paganesimo e cristianesimo d. Classi elitarie di potere e. Struttura militare f. Spazi pubblici

2.5 Il quadro antropico: pp. 298-358

 Gentes nel Norico di V secolo  Severino e le Gentes

 Le frontiere nel Norico tardo antico

 La viabilità tra Venetia et Histria e Noricum  Elementi economici nella Vita sancti Seuerini

2.6 La cristianizzazione della provincia: pp. 359-407

 La gerarchia ecclesiastica e le sedi episcopali  La liturgia

 Gli itinerari cristiani e le reliquie  Il monachesimo di Severino

2.7 Poveri e povertà nella Vita sancti Seuerini pp. 408-418

CONCLUSIONI pp. 419-421

REPERTORIO FOTOGRAFICO pp. 422-432

INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI pp. 433-434

FONTI pp. 434-443

INDICE AGIOGRAFICO pp. 444-445

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ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Repertori e Dizionari

AB = Analecta Bollandiana, ed. Bollandus et al., Parigi-Bruxelles 1882-

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AEA = Kerstin Böhm, Ekkehard Weber (a cura di), Annona Epigraphica Austriaca, Vienna 2005 AH = Analecta Hymnica Medii Aevi, III voll., rist. anast. Verlag, Francoforte 1961-1978

AIJ = V. Hoffiller, B. Saria (a cura di), Antike Inschriften aus Iugoslawien, Zagabria 1938 AKL = Allgemeines Künstler Lexicon, VI voll., ed. Rütten & Loening, Francoforte 1895-1906 ANRW = Aufstieg und Niedergang der römischen Welt, ed. De Gruyter, Berlino-New York 1972 – Benveniste = Emile Benveniste (a cura di), Les vocabulaire des institutions indo-européennes, II voll., trad. it. M. Liborio, Torino 1976

BHL = Bibliotheca Hagiographica Latina, ed. Socii Bollandiani, Bruxelles 1898-1899

Blaise Medievale = Albert Blaise (a cura di), Lexicon latinitatis Medii Aevi: praesertim ad res

ecclesiasticas investigandas pertinens, ed. Brepols, Turnhout 1975

Blaise Patristico = Albert Blaise (a cura di), Manuel du latin chrétien, ed. Brepols, Turnhout 1986 Bosl = Karl Bosl (a cura di), Bayerische Biographie, ed. Pustet, Regensburg 1983-1988

Breu = Josef Breu (a cura di), Geographisches Namenbuch Österreichs, III voll., ed. Österreichische Akademie, Vienna 1975

BSS = Bibliotheca Sanctorum, ed. Città Nuova, Roma 1961

CChLat. = Corpus Christianorum, series Latina, ed. Brepols, Turnhout 1953 – CE = Catholic Encyclopedia, ed. Herbermann, XIV voll., New York 1907-1914

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(12)

Costantino I = Costantino I. Una enciclopedia sulla figura, il mito, la critica e la funzione

dell'imperatore del cosiddetto editto di Milano, 313-2013, Istituto della Enciclopedia Italiana

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CPL = Clavis Patrum Latinorum, Steenbrugis 1951

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DIB = Il dizionario della Bibbia, ed. Zanichelli, Bologna 2003 Dict. Art = The Dictionary of Art, ed. Turner, New York 1996 Dict. Bible = Dictionnaire de la Bible, ed. Vigouroux, Parigi 1912

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EAM = Enciclopedia dell’Arte Medievale, Istituto della Enciclopedia italiana Treccani, Roma 1991-2002

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(14)

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QLPM = Quellen und untersuchungen zur lateinischen Philologie des Mittelalters, Monaco 1906 – QS = Quaderni di Storia, Bari 1975 -

RBen = Revue bénédictine de critique, d’histoire et de littérature religieuses, Maredsous 1890 - REAug = Revue des Études Augustiniennes, Parigi 1955 –

RFS = Roman Frontier Studies [International Congress of Limesforschung], Colonia-Graz 1967 – RIMS = Rivista internazionale di musica sacra, Milano 1980 -

RLÖ = Der römische Limes in Österreich, Vienna 1967 – RM = Reti Medievali, Firenze 2000 -

RÖ = Römisches Österreich. Jahresschrift der Österreichischen Gesellschaft für Archäologie, Vienna 1973–

RQ = Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und Kirchengeschichte, Friburgo 1887 –

RSCI = Rivista di Storia della Chiesa in Italia, Roma 1947 – SA = Salzburg Archiv, Salisburgo 1986 –

(20)

SAC = Studi di antichità cristiana, Roma 1929 -

SalzMus. = Salzburger Museumsblätter, Salisburgo 1922 – SCH = Studies in Church History, Oxford 1978 -

Schild = Schild von Steier, Graz 1945 -

Scr. = Scriptorium. Revue internationale des études relatives aux manuscripts, Anversa 1946 – SE = Sacris erudiri. Jaarboek voor godsdienstwetenschappen, Steenbrugge 1948 –

SMCA = Schriftenreihe Salzburger Museum Carolino Augusteum, Salisburgo 1958 – SMGB = Studien und Mitteilungen zur Geschichte des Benediktinerordens, Salisburgo 1982 Soc. stor. = Società e storia, Milano 1978 -

StMor = Studia Moralia, Roma 1963 - StPatr. = Studia Patristica, Berlino 1957 –

StPatrLit. = Studia Patristica et Liturgica, Regensburg 1967 - Stud. Med. = Studi Medievali, Torino 1904 –

Stud. Stor. = Studi Storici. Istituto Storico italiano per il Medio Evo, Roma 1953 – ThQ = Theologische Quartalschrift, Tubinga 1819 –

Trad. = Traditio, New York 1943 - UH = Unsere Heimat, Vienna 1868 –

Vet. Christ. = Vetera Christianorum, Bari 1964 – Vig. Christ. = Vigiliae Christianae, Amsterdam 1947 – WS = Wiener Studien, Vienna 1879 –

ZAG = Historia: Zeitschrift für alte Geschichte, Baden Wiesbaden 1950

-ZBLG = Zeitschrift für bayerische Landesgeschichte, Monaco 1928 – ZKA = Zeitschrift für klassische Archäologie, Lipsia-Berlino 1846 -

ZKG = Zeitschrift für Kirchengeschichte, Stoccarda-Berlino-Colonia-Monaco 1877 - ZKTh = Zeitschrift für katholische Theologie, Vienna 1876 –

(21)

INTRODUZIONE

Come Eugippio, al principio di questa ricerca mi sono chiesta: Se uno cerca un architetto per

costruire la casa, prepara con cura il materiale necessario: ma se l’architetto si fa attendere e il committente comincia a tirare su un muro di pietre grezze, potremo dire che ha edificato qualcosa […]? E questo vale per me, che preparo stentatamente un materiale prezioso che sottopongo alla

tua intelligenza: devo ritenere di aver composto quel che desidero […]?1.

L’agiografo di Severino invia queste righe al suo superiore, al diacono Pascasio, poco prima del 511; personalmente mi rivolgo all’eventuale lettore di queste pagine, alla sua intelligenza, ma non per chiedere secondo un principio fittizio di humilitas di realizzare il mio compito, bensì per invitarlo a dimenticare temporaneamente qualsiasi modello e accostarsi all’analisi della vita di san Severino del Norico come di fronte a un sentiero sconosciuto. Se colui che inizia la lettura di questo scritto proseguirà nel cammino, potrò ritenere di aver composto quel che desidero.

Gli anni in cui vive Severino (data imprecisata ante 453-482 d.C.) appartengono a quel periodo transitorio tra mondo antico e medioevo che è stato definito “tarda antichità”2.

La sua personalità agisce in un contesto provinciale turbolento: l’Impero romano da poco più di mezzo secolo è suddiviso in una parte occidentale e una orientale; il Norico, dove Severino arriva circa alla metà del V secolo, è un territorio di confine tra queste due parti ed è percorso da molteplici popolazioni straniere. Sono chiamati “barbari” in alcune fonti e in molti studi specialistici, recenti e più datati3; sono di certo una nuova forza etnica e si insediano nell’Impero, come schiavi, ma anche come generali, Teoderico l’Amalo diviene addirittura rex.

Severino nel Norico si pone l’obiettivo di difendere la tradizione romana e il cristianesimo, ma per realizzare i suoi obiettivi decide abilmente di conoscere il non cristiano, di incontrarlo e di farsi conoscere. Il cristianesimo, che altrove nell’Impero è diffuso dalle leggi e con milizie, nel Norico è raccontato attraverso le parole e le azioni di un uomo che dichiara se stesso sine patria, straniero ovunque sulla terra.

Eugippio è discepolo di Severino e decide di narrare le gesta del suo maestro, ma Eugippio soprattutto costruisce un personaggio; è artefice di una psicologia raffinata ante litteram.

Tuttavia gli eventi drammatici che l’agiografo descrive sono oggettivamente in corso di svolgimento nel Norico di V secolo, quando il santo si muove; ho cercato di scoprirne le tracce nel testo e di presentare i dati, affinché chiunque segua questa analisi possa provare a rivivere quella storia. Ho recuperato altre fonti, le ho confrontate, per focalizzare meglio gli avvenimenti e discernere le topiche di genere e i diversi parametri culturali.

Un’edizione critica recente della Vita sancti Seuerini (BHL 7656) esiste già4, con traduzione e commento in francese; del testo di Eugippio esiste anche un valido studio italiano5, ho provato così ad ampliare ulteriormente quanto già ben realizzato, cercando di riunire tutti i contributi precedenti e di suggerire nuovi approfondimenti.

Ho affrontato l’opera agiografica come possibile documentazione per lo studio storico e geografico di un’area di frontiera, come è indicato nel titolo della mia ricerca, consapevole tuttavia dei limiti di

1

Ep. ad Pasch. 4, trad. it. Genovese 2007:53.

2

Il termine tarda antichità è usato per la prima volta nella letteratura archeologica e storico-artistica della Scuola di Vienna. Alois Riegl (1858-1905), storico dell’arte, è colui che utilizza per primo la parola Spätantike, un’estensione del termine Spätrömisch, nella pubblicazione intitolata appunto Die spätrömische Kunstindustrie nach den Funden in

Österreich, edita aVienna nel 1901. I limiti cronologici entro cui comprendere il periodo tardo antico sono soggetti alle

interpretazioni di diversi studiosi: Jones 1964 propone l’intervallo dal 284 al 602; Brown 1971 dal II al VII sec.; Marrou 1977:60-65 dal 200 al 600 e Av. Cameron 1995:9-22 dal IV al V sec. Una riflessione completa sulle numerose periodizzazioni suggerite si può leggere in Giardina 1999:9-30.

3

Apposita discussione infra p. 313.

4

Régerat 1991 (SCh. 374).

5

(22)

una preparazione ancora elementare in ambito filologico e agiografico, cui ho cercato di sopperire con l’ausilio dei numerosi studi di settore precedenti.

Ho suddiviso la mia dissertazione in due sezioni distinte, cui ho riservato un pari sviluppo espositivo6: nei primi due capitoli della prima parte mi sono concentrata su una riflessione riguardo l’identità del protagonista del testo agiografico e su un esame dell’ambiente dell’autore della Vita

Seuerini, nel terzo ho strutturato un’indagine lessicale e letteraria del testo e nel quarto ho

ricostruito la storia degli studi critici; nella seconda parte ho utilizzato il documento così esaminato come fonte per una possibile ricostruzione storica del Norico nella seconda metà del V secolo. La seconda sezione si presenta più articolata, perché ho voluto prestare particolare attenzione alla topografia7 della provincia rintracciabile nella fonte agiografica, alle strutture di potere nel territorio, quindi Chiesa e apparato amministrativo-militare, alle dinamiche di confronto tra paganesimo e cristianesimo, alle diverse popolazioni barbariche e quindi all’esistenza di vie percorribili per gli spostamenti e di eventuali rapporti di scambio tra le parti, culturali ed economici. Ho inserito in conclusione un capitolo distinto per la cristianizzazione e uno relativo alla presenza di una condizione di povertà sul territorio, perché li ritengo i più significativi per il rapporto con il genere di fonte letteraria indagata e per la particolarità del periodo storico di riferimento. Infatti il modello di impronta soprattutto teologico-spirituale della Vita Seuerini ha permesso migliore comprensione sia delle metodiche di diffusione della religione cristiana e del suo sviluppo istituzionale nell’area sia della problematica sociale e spirituale contingente, espressa nella situazione di povertà.

Nei riguardi dell’analisi del monachesimo proposto da Severino nel Norico, inclusa nel capitolo sulla cristianizzazione, ho incontrato le maggiori difficoltà; in primo luogo in quanto la vita scritta da Eugippio non fornisce sufficienti informazioni e inoltre poiché i riscontri materiali risultano scarsi. Eppure è possibile che il tentativo di Severino rappresenti una forma primitiva di organizzazione monastica, poi realizzata a pieno nella realtà campana dove Eugippio ha edificato la sua comunità: un confronto analitico tra la Regula Eugippii e la Vita Seuerini, in questo lavoro soltanto accennato, potrebbe forse suggerire nuove tracce di ricerca8.

Durante lo studio dell’opera agiografica di Eugippio sono emerse nel complesso almeno tre diverse tipologie di criticità: il controllo della vastità e varietà dei processi storici interagenti; l’eccessiva eterogeneità delle fonti disponibili per una comparazione mirata e parimenti l’elevata difformità degli studi critici dedicati al testo.

Considero ora in breve ciascuno dei punti elencati; a cominciare dal primo è indubbio che l’arco cronologico entro cui si svolge la descrizione agiografica in oggetto è un periodo abbastanza limitato e circoscritto, un trentennio nella seconda metà del V secolo, così come analogamente anche lo spazio degli eventi è ristretto. Tuttavia risulta di ampia portata il fenomeno migratorio delle popolazioni barbariche transitanti per la provincia e altrettanto rilevante la reazione consequenziale del protagonista della narrazione, che si traduce in una forma itinerante di prassi con ricadute sul piano politico e religioso.

La vicenda di Severino si intreccia con i tentativi di avanzamento e insediamento territoriale di gruppi di barbari, che da un lato mirano all’Italia, guidati dal guerriero Odoacre, e dall’altro aspirano alla costituzione di un regno nel Norico, come nel caso dei Rugi della dinastia di Flacciteo.

6

La prima sezione è suddivisa in quattro capitoli, mentre la seconda in sette, ma il numero di pagine riservato all’una e all’altra parte è quasi equivalente.

7

Al capitolo sulla topografia ho preposto uno spazio riservato alla cartografia e un capitolo dedicato agli elementi ambientali citati nella Vita Seuerini, che permettono un’efficace contestualizzazione geografica degli eventi descritti. Soprattutto le riproduzioni cartografiche, relative alla provincia del Norico e territori limitrofi tra periodo romano e medioevo, datate al XVII/XVIII secolo, forniscono un immediato riscontro visivo dell’intreccio tra storia prosopografica ed evoluzione politico-religiosa dello scenario presentato nella narrazione di Eugippio.

8

Genovese 2012 propone una traduzione con commento delle due opere di Eugippio, ma non effettua un confronto sistematico.

(23)

Il protagonista peraltro non trascura l’intervento nelle dinamiche di convivenza e trasformazione da un mondo pagano a uno cristiano9.

Le tematiche approfondibili sono numerose, ritorna in modo ricorrente il modello esistenziale di alternanza tra anacoretismo e cenobitismo, cui ho riservato un paragrafo in questa tesi; quanto prevalga l’uno sull’altro o quanto invece siano in equilibrio, in Severino, ma soprattutto fra i suoi discepoli nel Norico, potrebbe meritare ulteriore attenzione.

Pari interesse riveste l’effettiva presenza e strutturazione ecclesiastica nella provincia; la Vita

Seuerini sembra sottolineare più volte l’azione di un singolo in assenza di un’organizzazione

superiore e almeno in un caso, nell’unica sede episcopale del Norico Ripense, accertata presso

Lauriacum, siamo forse addirittura di fronte a una forma di opposizione fra il santo e il clero.

L’analisi del carisma di Severino è di cruciale importanza per poter inquadrare la sua identità, emerge la funzione della santità come immagine del potere e vicaria del controllo istituzionale. Per affrontare i diversi argomenti ho cercato di confrontare l’opera agiografica con fonti dello stesso genere, coeve o poco posteriori; considerando in aggiunta altre testimonianze di varia tipologia, tardo antiche, ma anche medievali, vista la limitata disponibilità documentaria, per individuare con maggiore precisione le informazioni utili alla ricostruzione dei processi storici in atto.

Alle problematiche che possono sorgere di fronte all’impiego di fonti disparate, sia per genere di appartenenza sia per cronologia, ho cercato di rispondere predisponendo una premessa metodologica che fornisca un quadro dei più recenti studi specifici di alcune testimonianze significative per l’analisi proposta, idonea quindi a dimostrarne i limiti e le potenzialità.

Per ogni fonte ho prestato particolare attenzione a quanto emerso nei contributi in merito al contesto di produzione e alla loro diffusione.

Le principali testimonianze utilizzate sono di tipo agiografico o patristico, cui ho però affiancato anche cronache universali e annalistiche; non ho trascurato fonti di tipo normativo, sia gli atti dei concili ecclesiastici sia i codici teodosiano e giustinianeo.

Soprattutto per esaminare il dinamico confronto tra paganesimo e cristianesimo ho richiamato inoltre alcune attestazioni epigrafiche; per inquadrare il contesto viario è stato fondamentale l’apporto degli itinerari tardo antichi e per cercare di dirimere alcune controverse interpretazioni sulla situazione economica della provincia ho provato a recuperare i dati numismatici, benché di scarsa quantità e rilevanza.

Il complesso delle fonti, nonostante appaia variegato, permane tuttavia esile sotto il profilo qualitativo, circoscrivendo il settore di pertinenza al Norico nella seconda metà del V secolo. Per un’interpretazione più efficace del processo storico ho dunque cercato di integrare le informazioni con il contributo delle analisi archeologiche, effettuando periodiche ricognizioni nei luoghi, nell’intento precipuo di verificare l’attuale esistenza, grado di conservazione e valorizzazione di documentazione materiale e scritta, relativa al periodo narrato nella Vita

Seuerini10.

Nell’indagine sul testo e nella comparazione con le altre fonti è emersa anche la necessità di fornire chiarimenti sulla specifica terminologia utilizzata da Eugippio; a questo aspetto ho deciso di riservare l’ultimo paragrafo delle premesse metodologiche.

Ho ritenuto infatti importante analizzare l’uso del termine rex nella Vita Seuerini11 per inquadrare

l’eventuale idea di regalità sottesa, che può rimandare a un’autorità politico-militare, ma anche a un potere di natura religiosa. Anche il significato di religio (VS 43,5) e di religiosus (Ep. ad Pasch. 8) è

9

Senza dimenticare che al rapporto con le etnie barbariche cristianizzate è sottesa anche la disputa teologica tra il cristianesimo ortodosso e l’arianesimo.

10

Il risultato di tale attività esplorativa è esposto nel capitolo topografico e visibile nel repertorio fotografico finale; in questa introduzione è per me doveroso sottolineare la ripetuta e sollecita disponibilità e collaborazione dimostrata da alcune istituzioni museali locali, in particolare la Severin Haus della parrocchia di Enns – St. Laurenz e il “Museo Romano di Tiburnia” - St. Peter in Holz.

11

A tutti i condottieri a capo delle diverse gentes elencate nel testo agiografico di Eugippio è attribuito il titolo di rex (VS 1,1:Attila, rex Hunnorum; 5,1:Flaccitheus, rex Rugorum; 7:Odouacar, qui postea regnauit Italiae; 8,1:Feletheus

(24)

suscettibile di molte applicazioni concrete, è una nozione che in senso proprio allude a una disposizione interiore, ma potrebbe meritare attenzione anche il fatto che riesca ad evocare per contrasto il concetto di superstitio; il binomio ideologico non è privo di interesse in un esame delle opposizioni storico-religiose trattate da Eugippio nella sua opera: Romani e barbari, cristiani e pagani. Sempre all’interno dello stesso campo semantico mi è parso significativo l’uso della parola

sacrificium (VS 11,2.3;13,2), perché ancora una volta l’autore lo impiega per connotare due

situazioni contrastanti, da un lato nefandis sacrificiis, dall’altro descrive la celebrazione del lucente

sacrificio uespertini temporis.

Infine, in questa premessa di contenuto lessicale, ho reputato necessario soffermarmi su una triade di termini di natura antropologica e sociale, come seruus12, societas13 e populus; tutti peraltro in

possibile connessione anche con l’immagine di rex. Sottolineo e indico per ultimo populus proprio per il suo valore riepilogativo, inclusivo del panorama etnico e spirituale che Eugippio ha voluto esprimere.

La bibliografia riguardante l’opera agiografica di Eugippio e quindi le sue diverse riletture è assai estesa, specialmente in ambito austriaco e germanico14, tuttavia è spesso molto settoriale – esistono infatti studi storici, lessicali, teologici; anche in considerazione dei diversi scopi che ciascuno studioso si è prefissato. Ho cercato comunque di considerare ognuna delle plurime modalità di lettura, a volte provando anche a contrapporre l’una all’altra, riservando particolare attenzione alla bibliografia più recente15.

Per quanto riguarda la metodologia: specialmente nel paragrafo relativo alla fortuna del testo, compreso nel capitolo dedicato allo studio letterale dell’opera, ho inserito molte citazioni da composizioni letterarie moderne in lingua tedesca; ho scelto comunque di fornire sempre una mia traduzione italiana, per permettere l’immediato riscontro di espressioni particolarmente efficaci alla valorizzazione dell’immagine di Severino nel tempo. Invece tutte le citazioni dalla Vita sancti

Seuerini, con eccezione di quella a esordio di questa introduzione16, sono riportate soltanto in latino

secondo la più recente edizione critica di Régerat; anche i toponimi antichi sono indicati, in corsivo, secondo la forma che è stata scelta dallo studioso francese.

Quali potrebbero essere ulteriori future suggestioni di ricerca, scaturite anche dal percorso che ho cercato di illustrare? Proprio nella parte sulla fortuna del testo, appena ricordata, ho considerato diverse realizzazioni letterarie e artistiche legate al culto del santo fino ai giorni nostri; la trasmissione del testo e le sue rielaborazioni sono affascinanti e meritevoli probabilmente di nuove indagini, ma quel tipo di ricerca percorre sentieri che spesso si discostano molto dalla ricostruzione storica. Rimanendo aderente invece all’impostazione della tesi, penso che sarebbe apprezzabile proporre in futuro un esame filologico e storico relativo alla “biblioteca” di Eugippio, cioè alla circolazione epistolare e testuale gravitante intorno all’area dell’allora monastero napoletano nel VI secolo. Una ricerca di questo genere potrebbe chiarire ulteriormente il pensiero politico e religioso di Eugippio, che sta alla base della stesura della Vita sancti Seuerini; inoltre potrebbe proiettare nuova luce sull’evoluzione storica, geo-politica e religiosa dell’Impero, non più soltanto romano, agli esordi dell’epoca medievale.

12

Il termine seruus ricorre con una frequenza molto elevata nella Vita Seuerini e appare inoltre declinato in più forme lessicali (seruitus, seruitium). L’uso di Eugippio è principalmente correlato al senso religioso e agiografico del termine, infatti compare spesso come perifrasi: seruus dei, domini seruus e seruus Christi. Tuttavia è impiegato anche per indicare una precisa categoria sociale: emblematico il richiamo allo schiavo di Stilicone (VS 36,2).

13

Anche societas è utilizzato principalmente per indicare la comunità religiosa (VS 40,6;42,3), ma in un’occorrenza Eugippio se ne serve per esprimere l’intesa tra i Romani e i Rugi (VS 31,6), alludendo quindi a un contesto di potere politico, forse alla possibile esistenza di un regno.

14

Senza per questo escludere contributi molto significativi francesi, italiani e anche inglesi, su cui mi sono soffermata nel capitolo dedicato alla storia degli studi critici.

15

Anche se in alcuni casi, ad esempio nella situazione specifica della storia locale e dell’analisi topografica, risultano ancora assai validi e attuali contributi anche di oltre un trentennio di anni fa. Per il Norico è esemplare lo studio di Alföldy 1974.

16

Ho scelto di riportare in traduzione italiana soltanto la citazione di esordio all’introduzione per permettere a qualsiasi lettore un immediato coinvolgimento.

(25)

PREMESSE STORIOGRAFICHE E METODOLOGICHE PER LA LETTURA

DELLA VITA SANCTI SEVERINI

Strumenti e modelli dell’agiografia tardo antica

Nell’affrontare una ricerca storica sulla Vita sancti Seuerini (BHL 7656) e sul contesto nella quale è ambientata non posso prescindere da una considerazione sugli strumenti e sui modelli fondanti del genere agiografico nella tarda antichità.

Claudio Leonardi in una introduzione al genere agiografico, nella collana dedicata a Lo spazio

letterario nel Medioevo, ricordava che agiografi per eccellenza sono gli autori dei libri sacri delle

religioni fondate su uno scritto1; richiamo questa definizione incipitaria a proemio di questa mia analisi, perché è proprio la Bibbia il riferimento primario per la Vita sancti Seuerini.

La vita del santo Severino, scritta da Eugippio nel 5112, è un prodotto letterario e presenta tutte le complessità del genere cui appartiene: è storia del Norico nel V secolo e nel contempo anche l’opera teologica di un uomo religioso del VI secolo; include in se stessa aspetti antropologici, sociali, ma anche di storia ecclesiastica e di propaganda di un culto3.

Le fonti agiografiche si rapportano alla storiografia e la Vita sancti Seuerini, come già ricordato da Sofia Boesch Gajano4, racconta la storia di un santo che vive in una provincia di confine e che abbandona quel limite soltanto dopo la morte, quando il viaggio del suo corpo dal Norico alla Campania si accompagna al ripiegamento dei confini della romanità e la Vita Seuerini è una testimonianza unica in quell’orizzonte, si situa al limite dell’Impero romano occidentale e al culmine della tarda antichità.

Eugippio è conscio del significato simbolico del suo testo, infatti ripartisce l’opera in quarantasei capitoli; già Berschin ha richiamato il valore della simbologia numerica nella biografia cristiana e si è interrogato sulle intenzioni specifiche di Eugippio5. Il numero di Adamo è dunque scelta consapevole dell’autore, del resto la suddivisione in capitoli del commemoratorio si ricollega alla stessa enunciazione di Eugippio, relativa alla formulazione di un sommario: coniuncto praelatis

capitulis commemoratorio (Ep. ad Pasch. 11), inoltre la numerologia nella Vita Seuerini è

chiaramente di matrice biblica; ritorna più volte il termine triduum variamente articolato (VS 2,1; 11,2; 25,2; 43,1), troviamo poi le indicazioni sexto die (43,8), duodecim annos (6,1) e soprattutto

septuaginta captiuos (19,5).

1

Cfr. Leonardi 1993a:421.

2

La data di composizione dell’opera è dichiarata dall’autore stesso nella lettera prefatoria al diacono Pascasio: Ante hoc

ferme biennium, consulatu scilicet Inportuni […]. Inportunus è console nel 509 (PLRE II, s.v. Fl. Inportunus, p. 592).

3

La bibliografia sull’agiografia come genere letterario e quindi sulle diverse modalità interpretative è ormai incommensurabile; per le specifiche letture della Vita sancti Seuerini la maggioranza degli studi saranno richiamati nel prosieguo di questo approfondimento. Tuttavia per una prima analisi dell’opera di Eugippio, all’interno di un genere letterario complesso e variegato nelle sue finalità, rimando subito agli studi di Uytfanghe 1973:147-159, 1974:324-352, 1977:639-671.

4

Cfr. Boesch Gajano 1990:236, 1998:812. La studiosa si è soffermata spesso sul concetto di confine come luogo investito di sacralità, ampie riflessioni nell’opera da lei curata dedicata a luoghi sacri e spazi della santità (Boesch Gajano 1990b).

5

Cfr. Berschin 1986:183. Tutt’altro che privo di interesse per l’opera di Eugippio il richiamo che lo studioso fa al valore del numero quarantasei in Agostino, In Joann. euang. tract. 10,12 (PL XXXV, coll. 1473 s.): Quomodo ergo ibi

inuenimus et quadragenarium senarium numerum?[…] Habet enim Adam alpha α, quod est unum: habet delta δ, quod sunt quatuor; habes quinque: habet iterum alpha α, quod est unum; habes sex: habet et my μ, quod est quadraginta: habes quadraginta sex. Adamo è presentato da Agostino come simbolo dell’incarnazione di Cristo e quale migliore

immagine si può rinvenire per l’imitatio Christi del santo. Berschin sottolinea che uno dei temi privilegiati da Agostino è rendere chiaro ai suoi lettori che la combinazione delle lettere iniziali dei nomi greci dei quattro punti cardinali genera il nome proprio “Adam” (Ἀνατολή, Δύσις, Ἄρκτος, Μεσημβρία), risulta così implicito il valore di universalità del messaggio cristiano. Per un’indagine specifica sul nome di Adamo e i punti cardinali nella patristica cfr. Cerbelaud 1984:285-301.

(26)

Oltre al livello simbolico è possibile individuare tuttavia due componenti nell’agiografia di Eugippio: la biografia e la storia, inserite entrambe entro unità concluse della narrazione, ed è proprio mettendo al centro dell’attenzione l’opera, il suo contesto di produzione, quindi i suoi modelli e i suoi destinatari che si riescono ad esplorare le sue potenzialità come documento storico. La Vita Seuerini si uniforma ai criteri generali dei racconti agiografici tardo antichi, che si sviluppano intorno a tre concetti chiave: la contemplatio, la conuersio e la prophetia6.

Severino è ritratto da Eugippio soprattutto come asceta, che cerca la solitudine per vivere nella contemplazione, ma che è costretto dagli eventi storici ad intervenire7. La sua azione non sembra orientata tanto verso una trasformazione, cui potrebbe indurre a pensare la parola conuersio8, quanto verso una evangelizzazione che esorti alla preservazione dell’ordine costituito, in vista dello sviluppo di una situazione di sincretismo tra Romani e barbari.

Nell’opera di Eugippio la qualità che risulta predominante in Severino è l’elemento profetico9, il protagonista della narrazione svolge il suo ruolo di mediazione tra Romani e barbari proprio in virtù delle sue capacità taumaturgiche e predittive10; l’esercizio di tali carismi11 rappresenta anche una condizione funzionale alla difesa delle popolazioni.

La prophetia nella narrazione di Eugippio appare a tutti gli effetti come strumento per l’azione storica; in genere si manifesta nel miracolo, ma lo spazio per il miracoloso è davvero ridotto nella

Vita Seuerini12, nel primo episodio in cui si presenta la necessità di compiere una prodigiosa

guarigione Eugippio riferisce in discorso diretto le parole del santo: quid opprimor opinione fallaci?

Cur aestimor posse quod nequeo? Non est uirtutis meae praestare tam grandia […] (VS 6,2).

L’autore ricorre al topos agiografico della humilitas, ma al contempo intende anche ricordare l’umanità del protagonista13 e facilitare così il processo di imitazione al quale sono esortati i lettori.

6

Una definizione e analisi dei tre termini nell’agiografia si ritrova già in Leonardi 1989:261, ritengo utile tuttavia richiamarne ora in modo sintetico il significato generale – cfr. DSp. II/2, s.v. contemplation, coll. 1643-1762; ODC, s.v.

contemplation, p. 409: il latino contemplatio corrisponde all’atto di guardare, con gli occhi o con la mente, e può essere

contrastato dalla prassi. L’analogo termine greco, θεωρία, rimanda anche all’importante accezione di studio delle Scritture, quindi con enfasi sul senso spirituale. S. Agostino sostiene la necessità di una complementarietà nella vita di ogni cristiano tra l’elemento contemplativo dato dalla fede e quello pratico, espresso nella morale. DSp. II/2, s.v.

conversion, coll. 2224-2265: etimologicamente la conuersio implica un nuovo orientamento. Il cambiamento può

consistere nell’accettazione provvisoria di una specifica forma di religione; uno dei motivi principali che spinge verso l’adesione a una nuova religione è il desiderio di assicurarsi la salvezza, espressa in termini di felicità in una vita futura. DSp. XII/2, s.v. prophétisme, coll. 2410-2446: fin dai primi tempi cristiani l’ispirazione profetica è stata individuata nella conoscenza soprannaturale, grazie alla quale uomini santi sono riusciti a prevedere e preannunciare le rivelazioni date da Cristo.

7

La Vita Seuerini è palese esempio di una contemplatio contrastata dalla prassi, basti osservare che proprio il termine

contemplatio compare in un’unica occasione nell’opera e non in merito al santo, bensì al diacono Pascasio; quando

rivolgendosi a Eugippio nell’epistola prefatoria scrive: pudoris iacturam dilectionis contemplatione sustineo (Ep. ad Eug. 1). Pietrella 1984:225 definisce Severino e Cesario di Arles come modelli a metà tra la contemplazione e la prassi, ma per Severino una lettura attenta dell’agiografia sembra indirizzare verso una preponderanza del secondo fattore.

8

Il termine conuersio non è mai usato nella Vita Seuerini.

9

Troviamo gratia prophetiae in VS 9,1 e gratia prophetica in VS 30,5 riferite a Severino, ancora uir propheticus in VS 25,1 con l’affermazione che per uirum propheticum aduersus hostium ferociam fidenter armauerat – cfr. Régerat 1991:79-84; infra pp. 172-5.

10

Il maggiore modello agiografico di confronto con la VS per il ruolo di mediatore è la Vita Epiphanii scritta da Ennodio, ma certo in Severino più che nel vescovo Epifanio risaltano le doti taumaturgiche e profetiche – cfr. Monaci Castagno 2010:337.

11

ODC, s.v. charismata, p. 321: il termine greco χαρίσματα intende nel senso più stretto i doni soprannaturali elargiti da Dio come premio per virtù ascetiche; si esprime generalmente attraverso capacità straordinarie nella prassi cristiana.

12

Cfr. Uytfanghe 1993:143.31. Miraculum come oggetto dell’intervento di Severino si trova in VS 6,4.5;11,2;12,1.5; 13,2;16,6. Bisogna tuttavia ricordare che il miracolo è un elemento necessario all’agiografia, perché il prioritario riferimento è ancora il modello biblico; ciò che Dio ha compiuto si realizza di nuovo attraverso il miracolo, che è ritenuto parte integrante della vita negli uomini di V/VI secolo – cfr. De Gaiffier 1967:50-61 (SH 43).

13

In merito alla dimensione umana del “personaggio Severino” mi piace riportare qui le considerazioni lette in Flusin 1983:102: La sainteté personelle, tout d’abord, est en elle-même complexe. Elle nâit de la collaboration entre la grâce

divine et la volonté humaine. Genovese 2007:28-29 interpreta l’umiltà di Severino come consapevolezza del limite del

(27)

L’episodio miracoloso descritto nel testo di Eugippio, introdotto dall’affermazione sopra riportata, evidenzia inoltre una caratteristica fondamentale del miracolo: la prova di fede di Severino è condizione necessaria alla realizzazione del prodigio, ma la fede è soprattutto la disposizione che deve dimostrare il beneficiario e, nel caso specifico citato, si tratta della madre di un barbaro ariano. Le profezie di Severino hanno come destinatari singoli e comunità, permane in esse la priorità del modello biblico, ma possiedono un particolare significato storico specialmente per la loro finalità sociopolitica. Dagli eventi predittivi emerge la rete di rapporti instaurata tra l’uomo carismatico e i capi guerrieri dei diversi gruppi barbarici; emblematica in tal senso è l’espressione che introduce il principale esponente dei Rugi, rex Flaccitheus: Is ergo beatissimum Seuerinum in suis periculis

tamquam caeleste consulebat oraculum14 (VS 5,1).

La presentazione del capo straniero, quindi l’incontro con Severino e la profezia, è uno schema ricorrente nell’intera Vita Seuerini15 e il tema centrale sul quale si focalizza ognuna delle predizioni è individuabile nel rispetto della professione di fede cristiana. L’esortazione all’osservanza del credo religioso, conforme già alla figura del profeta veterotestamentario16, è dovere di vescovi e profeti in tutta la letteratura patristica; si legge in Ambrogio: uides ergo, quia regibus non temere

uel a prophetis dei uel a sacerdotibus facienda iniuria sit, si nulla sint grauiora peccata in quibus debeant argui. Ubi autem peccata grauiora sunt, ibi non uidetur a sacerdote parcendum, ut iustis

increpationibus corrigantur17.

Il principale dato storico fornito dall’agiografia è proprio la prosopografia che si coglie all’interno dello schema di relazioni, l’insieme dei personaggi che sono entrati in contatto con il santo, sia come avversari sia come beneficiari della sua azione18.

Per ogni personalità storica menzionata è importante individuare il ruolo ricoperto, sia nella coordinata universale della storia sia nella specificità della narrazione, a ciò ho dedicato infatti apposita sezione di questa ricerca19. Fin da un esame introduttivo tuttavia si può già segnalare l’esistenza di una classificazione tripartita degli individui citati nella Vita Seuerini: religiosi, funzionari e intellettuali laici e infine capi e condottieri barbari.

Seguendo l’ordine narrativo proposto da Eugippio, la presentazione prosopografica si sviluppa secondo un modello circolare: nella lettera prefatoria l’autore nomina quattro membri del clero e due patrizi20; introduce poi, nei primi otto capitoli, sei capi guerrieri barbari fra cui interpone un unico tribuno romano21; ritorna nei successivi otto capitoli a cinque figure di religiosi22. A questo punto si può individuare una cesura seguita da una ripresa a chiasmo dello schema, troviamo quindi

14

La metafora che usa Eugippio per esprimere l’immagine del capo barbaro nei riguardi di Severino è assai significativa anche per segnalare il maggiore dono del santo: l’eloquenza. Infatti caeleste oraculum è termine che ha come corrispettivo nella lingua greca la parola λόγιον, nell’accezione di enunciato divino. Nella tradizione dei LXX e neotestamentaria si perde il carattere di responso oracolare e il termine rimanda direttamente alla parola di Dio (GLNT,

s.v. λόγιον,coll. 382-394).

15

VS 7,1:Odouacar […]multis cito plurima largiturus; 8,1.3:Feletheus […]Hunc coniunx feralis et noxia, nomine Giso

[…]quia necessitate compelletur explere quod praua uoluntate despexit; VS 19,1.3:Gibuldus […] rogauit doctor piissimus, ut sibi potius praestaturus gentem suam a Romana uastatione cohiberet; VS 42,1:Ferderuchus […] Christi miles proloquens […]monitus praecaueto, ne me discendente aliquid horum, quae mihi commissa sunt. Il profeta al

servizio di un re straniero è modello riscontrabile anche nella Vita Martini di Sulpicio Severo (SCh. CXXXV:940) – cfr. Uytfanghe 1974:341.

16

III Reg. 18,20; Hier. 22,37

17

Ambr. exp. in Psalm. 37,43

18

Cfr. Boesch Gajano 1998:839.

19

Cfr. la sezione prosopografica nel capitolo dedicato all’analisi lessicale e stilistica, infra pp. 101-6.

20

Come osservato in De Certeau 1988:71 nell’interpretazione letteraria del testo agiografico conta soprattutto la funzione del personaggio, piuttosto che l’individualità o unità biografica; tuttavia in considerazione del valore storico richiamo in sintesi e in ordine di menzione la precisa prosopografia: il diacono Paschasius (Ep. ad Pasch. tit.); il monaco Bassus (Ep. ad Pasch. 1); il messo Deogratias (Ep. ad Pasch. 6); il prete Primenius; il patrizio e poi console

Inportunus (Ep. ad Pasch. 1) e il patrizio Orestes (Ep. ad Pasch. 8).

21

Attila (VS 1,1); Mamertinus (4,2); Flaccitheus (5,1); Odouacar (7); Feletheus e Giso (8,1); Fredericus (8,3).

22

L’ostiario Maurus (VS 10,1.2); il monaco Marcianus (11,2); il prete Siluinus (16,1); l’ostiario Maternus (16,2) e il suddiacono Marcus (16,6).

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