• Non ci sono risultati.

Osservazioni empiriche

1.2 Le innovazioni di Simon

2.1.1 Osservazioni empiriche

L'esempio del gioco degli scacchi, che Simon analizza a fondo, contribuendo alla elaborazione degli attuali metodi di intelligenza artificiale per il gioco attraverso calcolatori, è una rappresentazione stilizzata di situazioni complesse in cui il comportamento umano è orientato alla ricerca di una procedura che permetta di raggiungere il risultato desiderato; un comportamento "ottimo" nel senso tradizionale consisterebbe nella adozione della strategia vincente, strategia che sicuramente esiste, ma che la nostra limitata razionalità ci impedisce di scoprire una volta per tutte.

L'approccio neoclassico, che assume una razionalità illimitata, è dunque irrealistico, secondo l'insegnamento di Simon; ma non si può ridurre a ciò il nucleo della sua critica perché in tal caso la sua analisi sarebbe classificabile come una mera variante

dell'approccio neoclassico, dotata al più di maggiore realismo.

Gli economisti che hanno assunto questa posizione interpretativa non si sono accorti che essa regge solo a patto di accettare una visione statica, immutabile, della vita economica. Se, invece, si assume al contrario che i sistemi economici evolvano, mutando nel tempo le loro caratteristiche strutturali, allora ci si accorge che, mentre la descrizione del

comportamento microeconomico che la tradizione neoclassica ci ha consegnato è del tutto inadeguata a spiegare come l'evoluzione avvenga, la descrizione simoniana è utilizzabile a questo scopo.

L'analisi del mutamento strutturale, dell'innovazione, può essere condotta, su un piano microanalitico, ricorrendo alla concettualizzazione simoniana.

E' proprio pensando alla scelta come ad un processo complesso di design che possiamo tentare di comprendere come vengano elaborate nuove strategie all'interno delle imprese e della mente umana, come vengano elaborate ed attuate le innovazioni.

La molteplicità di tematiche coinvolte dal concetto della Razionalità Limitata risiedono principalmente nella consapevolezza di un uso quanto mai esteso e residuale dell’oggetto teorico in questione.

‘Esteso’ in quanto esso investe un numero di discipline elevato, ‘residuale’ in quanto diventa il criterio che permea ogni contesto decisionale nel quale non si possa di fatto

ricondurre il meccanismo di scelta a processi massimizzanti o di ‘migliore alternativa’ (Filippi, 1985).

Herbert Simon arriva a definire il sistema delineato dall’approccio comunemente utilizzato nello studio della scienza economica come “sistema artificiale”.

L'autore si riferisce ad un sistema estremamente semplice, dove un imprenditore mira a massimizzare i profitti confrontando la curva di costo, che collega la spesa in dollari al numero di “aggeggi” prodotti, a quella di ricavo.

L’obiettivo, ovvero massimizzare il profitto scegliendo quella quantità che porta alla differenza positiva più grande tra ricavo totale e costo totale, definisce completamente l’ambiente interno, mentre le due curve definiscono l’ambiente esterno a cui l’impresa si deve adattare.

Il tutto è condotto sempre secondo il principio di massima razionalità dell’imprenditore, definita “razionalità sostantiva”. Proprio questa, ovverosia l’obiettivo di massimizzazione del profitto, non è riscontrabile nella realtà, in quanto vige una perenne condizione di incertezza.

Ciò che invece gli studiosi dovrebbero considerare è, secondo Simon, un sistema economico incerto, soggetto ad un processo di adattamento e ad una condizione di razionalità procedurale.

Anche l'analisi del collega Alchian parte allo stesso modo da un’intuizione, di non poter, cioè, considerare valida un’impostazione basata sull’informazione completa e la certezza nella previsione.

Per Alchian la massimizzazione del profitto non è una linea guida per l’azione, in quanto nessuno riesce ad ottimizzare la sua situazione secondo questi diagrammi e questi concetti a causa dell’incertezza sia sulla posizione che sull’inclinazione delle funzioni di domanda e di offerta.

L’autore riesce a dimostrare la fondatezza dei suoi dubbi riprendendo la teoria di Gerhard Tintner, arrivando a proporre un approccio metodologico differente, basato sulle

interrelazioni tra ambiente e comportamento e su un meccanismo di selezione naturale. Agendo nell’ottica tanto criticata da Simon ed Alchian, ovvero quella di perfetta razionalità degli operatori, l’unica regola di equilibrio per le imprese è di produrre fino al punto in cui i costi marginali eguaglieranno i ricavi marginali. Questa prescinde dal contesto di

sempre valida nelle forme di concorrenza perfetta (dove il ricavo marginale è uguale al prezzo), monopolio e concorrenza monopolistica, mentre necessita di alcune assunzioni e semplificazioni matematiche nei casi di oligopolio e concorrenza monopolistica con oligopolio; ciò è imputabile al fatto che in queste tipologie di mercato si ragiona anche sulle reazioni dei concorrenti.

Lungo tutto l’arco della produzione simoniana, si assiste ad una investigazione accurata di questa traccia pressoché trascurata dalla versione assoluta della razionalità strumentale, data la capacità degli agenti di contare su una visione panoramica delle alternative date. Ambito oggettivo di scelta e ambito soggettivo di elaborazione cognitiva delle

informazioni costituiscono dunque la prospettiva inaugurata da Simon.

Il modello di razionalità che Simon elabora, quindi, prende il nome di “procedurale”. L'evidenza empirica in economia cognitiva ha dimostrato che un approccio basato sul paradigma “satisficing” e sulla razionalità procedurale a la Simon è effettivamente quello che meglio rappresenta i processi decisionali umani.

L'antropologia biologica, dall'altro lato, si avvale di simulazioni ad agente che utilizzano la teoria dei giochi evoluzionistica: rispetto alla teoria dei giochi tradizionale (La teoria dei giochi è la scienza matematica che studia e analizza le decisioni individuali di un soggetto in situazioni di conflitto o interazione strategica con altri soggetti rivali finalizzate al massimo guadagno di ciascun soggetto.

In tali situazioni le decisioni di uno possono influire sui risultati conseguibili dall'altro/i e viceversa secondo un meccanismo di retroazione, ricercandone soluzioni competitive e/o cooperative tramite modelli, che in particolare nel contesto economico si riferiscono al caso in cui due o più aziende interagiscono in concorrenza tra loro), quella evoluzionista è più realistica perché non postula il principio della razionalità individuale assoluta, ma piuttosto quella di una razionalità collettiva, determinata da processi di interazione tra gli individui di una popolazione nel tempo.

La teoria dei giochi evolutiva studia appunto l'andamento delle strategie in giochi ripetuti, nei quali si mettono in atto meccanismi di apprendimento: gli individui di una popolazione che interagisce nel tempo, infatti, apprendono a riconoscere le mosse dell'avversario, e a comportarsi di conseguenza nei turni successivi.

Ad esempio, la celebre strategia TFT (tit-for-tat) studiata da Axerlof (1984) prevede che un dilemma del prigioniero iterato, la strategia che invade tutte le altre, e che quindi si rivela

la più efficacie per l'intera popolazione, sia quella di cooperare finché l'avversario coopera, e di defezionare, fino alla fine del gioco, non appena l'avversario defeziona.

La logica su cui si basa un simile approccio non è quello della massimizzazione dell'utilità individuale, ma piuttosto quella di un'utilità collettiva, dell'intera popolazione, dal

momento che ciascun individuo nella popolazione si troverà in una posizione migliore se seguirà la strategia TFT piuttosto che ogni altra strategia.

In questo modo la teoria dei giochi evoluzionista spiega come sia possibile il

raggiungimento di equilibri stabili, che non vengono 'invasi' da altre strategie una volta che si sono affermati, come risultato di una logica di gruppo, piuttosto che dalla razionalità del singolo.

Razionalità limitata e procedurale in economia cognitiva e razionalità “ di gruppo” nella teoria dei giochi evoluzionista utilizzata dall'antropologia biologica sono entrambe due paradigmi che contestano la razionalità sostantiva e assoluta dell'approccio ortodosso in economia.

La terminologia, da non confondere con quella di stretta derivazione psicologica, che viene utilizzata in questo senso è per l’appunto “economia comportamentista” (Simon, 1987). L’esigenza di una formalizzazione efficace, da opporre in qualche modo all’apparato della razionalità assoluta, è stata da sempre al centro delle preoccupazioni di Simon, sin dai primi sviluppi rivolti al sistema delle preferenze.

La Razionalità Limitata è una “rappresentazione” piuttosto che una teoria, constatata la ridotta capacità predittiva dei propri assunti (Simon).

Tale piano, necessariamente interdisciplinare, mantiene il concetto di “ricerca euristica” quale punto di riferimento e criterio di governo per l’indagine di esiti soddisfacenti

(Gigerenzer, 2001), con una caratterizzazione riconducibile alla dimensione “procedurale” della razionalità, che attiene più in dettaglio all’elaborazione informativa da parte

dell’agente e al procedimento attraverso il quale il decisore giunge ad inferire un piano d’azione (Rizzello, 1997).