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P.A.I._Piano Stralcio per l’assetto Idrogeologico

Nel documento analisi di contesto (pagine 140-143)

15. quadro di riferimento programmatico

15.8. P.A.I._Piano Stralcio per l’assetto Idrogeologico

Obiettivo prioritario del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico, il cui ultimo aggior-namento risale al 2016, è la riduzione del rischio idrogeologico entro valori compatibili con gli usi del suolo in atto, in modo tale da salvaguardare l’incolumità delle persone e ridurre al minimo i danni ai beni esposti.

Il PAI consolida e unifica la pianificazione di bacino per l’assetto idrogeologico: esso coordina le determinazioni assunte con i precedenti stralci di piano e piani straordinari (PS45, PSFF, PS267), apportando in taluni casi le precisazioni e gli adeguamenti necessari a garantire il carattere interrelato e integrato proprio del piano di bacino.

Rispetto ai Piani precedentemente adottati il PAI contiene per l’intero bacino:

• il completamento del quadro degli interventi strutturali a carattere intensivo sui versanti e sui corsi d’acqua, rispetto a quelli già individuati nel PS45

• l’individuazione del quadro degli interventi strutturali a carattere estensivo

• la definizione degli interventi a carattere non strutturale, costituiti dagli indirizzi e dalle limitazioni d’uso del suolo nelle aree a rischio idraulico e idrogeologico e quindi:

- il completamento, rispetto al PSFF, della delimitazione delle fasce fluviali sui corsi d’acqua principali del bacino

- l’individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, nella parte del territorio collinare e montano non considerata nel PS267

La legge 18/05/1989 n. 183, “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” definisce finalità, soggetti, strumenti e modalità dell’azione della pubblica amministrazione in materia di difesa del suolo. Le finalità della legge sono quelle di assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi.

Il principale strumento dell’azione di pianificazione e programmazione è costituito dal Piano di bacino, mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato.

Il processo di formazione del Piano, dovendo affrontare una realtà complessa come quella del bacino Po, avviene, ai sensi dell’art. 17, comma 6-ter della stessa legge (introdotto dalla legge 493/93), per Piani stralcio, in modo da consentire di affrontare prioritariamente i problemi più urgenti.

Il PS45 costituisce il primo passo del processo di costruzione del Piano; ha risposto all’esigenza di collocare i consistenti interventi di ricostruzione e rispristino che si erano resi necessari, nel quadro coerente della pianificazione di bacino, senza per altro ritardare la realizzazione delle opere stesse.

Il PSFF contiene la delimitazione cartografica delle fasce fluviali dei corsi d’acqua pie-montesi, dell’asta del fiume Po e dei corsi d’acqua emiliani e lombardi nei tratti arginati di confluenza al Po e la normativa inerente le attività antropiche all’interno delle fasce, o che interferiscono con le stesse.

15.8.1. contenuti di indirizzo

Gli obiettivi del PAI sono:

• garantire un livello di sicurezza adeguato sul territorio

• conseguire un recupero della funzionalità dei sistemi naturali (anche tramite la riduzione dell’artificialità conseguente alle opere di difesa), il ripristino, la riqua-lificazione e la tutela delle caratteristiche ambientali del territorio, il recupero delle aree fluviali a utilizzi ricreativi

• conseguire il recupero degli ambiti fluviali e del sistema idrico quale elementi centrali dell’assetto territoriale del bacino idrografico

• raggiungere condizioni di uso del suolo compatibili con le caratteristiche dei sistemi idrografici e dei versanti, funzionali a conseguire effetti di stabilizza

Nell’ambito degli obiettivi e delle finalità indicate, il Piano compie alcune scelte strategiche di fondo, che, brevemente richiamate, costituiscono le condizioni al contorno e la qualificazione degli obiettivi principali:

• la valutazione del rischio idraulico e idrogeologico, al quale commisurare sia la realizzazione delle opere di difesa idraulica che le scelte di pianificazione territoriale al fine di assicurare condizioni di sicurezza e di compatibilità delle attività antropiche

• l’interazione tra il rischio idraulico e idrogeologico, le attività agricolo-forestali e la pianificazione urbanistica e territoriale, di particolare rilevanza per una piani-ficazione complessiva degli usi del territorio che tenga conto dei fenomeni idrologici del reticolo idrografico e della dinamica dei versanti

• il perseguimento, ai fini della minimizzazione del rischio, di una reale integra-zione tra gli interventi strutturali preventivi di difesa, la regolamentazione dell’uso del suolo, la previsione delle piene e dei fenomeni di dissesto e la gestione degli eventi critici (protezione civile)

Il PAI, con l’obiettivo della riduzione del rischio, ha affrontato la parte collinare e montana del bacino idrografico mediante la creazione di un “Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici – inventario dei centri abitati collinari/montani esposti a pericolo” alla scala 1:50.000.

Per i corsi d’acqua principali nei tratti di pianura e di fondovalle montano è stata condotta una valutazione delle modalità di deflusso delle portate di piena per assegnati tempi di ritorno (20, 100, 200 e 500 anni), delimitando l’alveo di piena e le aree inondabili.

È stato inoltre predisposto uno specifico inventario dei centri abitati collinari/montani esposti a pericolo per processi gravitativi, esondazioni e processi di dissesto fluvio-torrentizio.

L’inventario costituisce una valutazione di maggior dettaglio delle caratteristiche specifiche dei fenomeni in ambiente collinare e montano che minacciano insediamenti, non riferita a parametri di rischio ma finalizzata a identificare, caratterizzare e cartografare a scala di baci-no i febaci-nomeni stessi.

15.8.2. contenuti di cogenza e condizionamenti

La delimitazione delle fasce fluviali completa quella individuata nell’ambito del Piano stralcio delle fasce fluviali; a tale delimitazione sono collegate precise disposizioni normative. Il metodo di delimitazione, approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino con deliberazione n. 19/1995, definisce tre fasce fluviali:

• la Fascia A o fascia di deflusso della piena; è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento, del deflusso della corrente, ovvero che è costituita dall’insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena

• la Fascia B o fascia di esondazione; esterna alla precedente, è costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi dell’evento di piena di riferimento. Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento ovvero sino alle opere idrauliche di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata

• la Fascia C o area di inondazione per piena catastrofica; è costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente, che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento

Occorre evitare nella Fascia A e contenere, nella Fascia B la localizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico destinate ad una fruizione collettiva. Occorre inoltre favorire l'integrazione delle Fasce A e B nel contesto territoriale e ambientale, ricercando la massima coerenza possibile tra l’assetto delle aree urbanizzate e le aree comprese nella fascia. Infine, è necessario favorire nelle fasce A e B, aree di primaria funzione idraulica e di tutela naturalistico-ambientale, il recupero, il miglioramento ambientale e naturale delle forme fluviali e morfologiche residue, ricercando la massima coerenza tra la destinazione naturalistica e l'assetto agricolo e forestale (ove presente) delle stesse.

15.8.3. contenuti correlati alle attività oggetto di pianificazione attuativa

L’ambito oggetto di pianificazione attuativa non è interessato dalla presenza delle fasce flu-viali e non sono presenti aree soggette a dissesti ai sensi del PAI.

15.9. P.T.C.P._Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di

Nel documento analisi di contesto (pagine 140-143)