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R.E.R._Rete Ecologica Regionale

Nel documento analisi di contesto (pagine 146-151)

15. quadro di riferimento programmatico

15.10. R.E.R._Rete Ecologica Regionale

Il vigente PTR della Regione Lombardia prevede nel Documento di Piano la realizzazione della Rete Ecologica Regionale (di seguito RER.) essa viene ivi riconosciuta come infrastruttura prioritaria per la Lombardia inquadrandola, insieme alla Rete Verde Regionale (PTR – Piano Paesaggistico, norme, art. 24) negli Ambiti D dei “sistemi a rete”.

Al medesimo punto il Documento indica che “la traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locale che, sulla base di uno specifico Documento di Indirizzi, dettagliano la RER”.

L’ottica delle reti ecologiche lombarde è di tipo polivalente; in tal senso esse devono essere considerate come occasione di riequilibrio dell’ecosistema complessivo, sia per il governo del territorio ai vari livelli, sia per molteplici politiche di settore che si pongano anche obiettivi di riqualificazione e ricostruzione ambientale.

Le reti ecologiche forniscono un quadro di riferimento strutturale e funzionale per gli obiettivi di conservazione della natura, compito svolto dalle aree protette (parchi, riserve, monumenti naturali, PLIS) e dal sistema di Rete Natura 2000.

Le reti ecologiche rispondono anche agli obiettivi di conservazione della natura rispetto al sistema delle aree protette regionali. Anche per il sistema dei parchi è ormai nozione corrente la necessità di una loro considerazione in termini di sistema interrelato: un semplice insieme di aree protette isolate non è in grado di garantire i livelli di connettività ecologica necessari per la conservazione della biodiversità, una delle finalità primaria del sistema delle aree protette. La RER svolge quindi anche il compito di proteggere l’investimento in termini territoriali fatto nei decenni passati dalla Regione Lombardia con il suo sistema di Parchi, Riserve ed altre aree protette, ormai elemento essenziale dell’identità regionale.

Obiettivo di una rete ecologica tradizionale è quello di offrire alle popolazioni di specie mobili (quindi soprattutto animali) che concorrono alla biodiversità la possibilità di scambiare individui e geni tra unità di habitat tra loro spazialmente distinte.

Lo schema semplificato al riguardo è quello che definisce la rete ecologica con la con-correnza dei seguenti elementi:

• nodi: aree che costituiscono habitat favorevole per determinate specie di interesse, immerse entro una matrice ambientale indifferente o ostile; in quest’ultimo caso diventa importante la presenza di fasce buffer con funzione tampone

• corridoi: linee di connettività ambientale entro cui gli individui vaganti possono muoversi per passare da un habitat favorevole ad un altro ad un altro; possono essere costituiti da unità ambientali favorevoli a geometria lineare (es. fasce boschive), o da linee virtuali di permeabilità attraversanti matrici indifferenti (es.

agroecosistemi), eventualmente interrotte da unità di habitat favorevole che possono svolgere funzione di appoggio (stepping stones)

L’ottica dello schema precedente è essenzialmente quello di proteggere popolazioni animali per le quali il restringimento dell’habitat provoca rischi di estinzione. Obiettivo di una rete ecologica diventa pertanto quello di offrire un substrato polivalente alla tutela dell’ambiente e ad uno sviluppo sostenibile del territorio, mettendo a sistema gli elementi che concorrono alla funzionalità dell’ecosistema di area vasta.

La RER si propone le seguenti tre finalità:

• tutela; ovvero salvaguardia delle rilevanze esistenti, per quanto riguarda biodiversità e funzionalità ecosistemiche, ancora presenti sul territorio lombardo

• valorizzazione; ovvero consolidamento delle rilevanze esistenti, aumentandone la capacità di servizio ecosistemico al territorio e la fruibilità da parte delle popolazioni umane senza che sia intaccato il livello della risorsa

• ricostruzione; ovvero incremento attivo del patrimonio di naturalità e di biodiversità esistente, attraverso nuovi interventi di rinaturazione polivalente in grado di aumentarne le capacità di servizio per uno sviluppo sostenibile; potranno essere rafforzati i punti di debolezza dell’ecosistema attuale in modo da offrire maggiori prospettive per un suo riequilibrio

L’approccio risponde al 6° Programma comunitario di azioni in materia ambientale, approvato con Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che fa rientrare tra le principali finalità ambientali dell’Unione (art. 1) la protezione della natura e della biodiversità, e più specificamente (art. 6) la conservazione delle specie e degli habitat, prevenendone, in particolare, la frammentazione; più in generale (art. 2) si va verso la totale integrazione delle disposizioni in materia di protezione dell’ambiente in tutte le politiche ed azioni comunitarie, definendo obiettivi ambientali, nonché traguardi e scadenze di cui tener conto nei settori rilevanti.

Più specificamente la Rete Ecologica Regionale è la modalità per il raggiungimento delle finalità previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica e dalla nuova Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (SSSE 10917/2006); per tale Convenzione un obiettivo generale è precisamente “migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali riconoscendo il valore dei servizi ecosistemici”.

Rispetto al complesso delle politiche che impegnano il territorio, le reti ecologiche rendono quindi conto degli aspetti relativi all’ecosistema, affiancando quelli relativi alle altre fondamentali prospettive di sistema: il paesaggio ed il territorio.

In tale ottica ecosistema, paesaggio e territorio costituiscono la base concreta attraverso cui lo sviluppo sostenibile può affrontare le tematiche classiche dell’ambiente, dell’economia, della società. Gli indirizzi per le reti ecologiche si propongono dunque di chiarire anche la natura e le modalità di partecipazione, complementari e sinergiche, degli aspetti naturalistici ed ecosistemici rispetto agli strumenti tecnico-amministrativi esistenti e previsti in materia di paesaggio e territorio.

15.10.1. contenuti di indirizzo

La RER in quanto strategia attuativa del PTR della Lombardia, costituisce uno strumento fondamentale della Regione rispetto all’obiettivo generale di conservazione delle risorse naturali (presenti e potenziali), intese come capitale critico, anche economicamente valutabile, da mantenere al fine di garantire una qualità accettabile dell’ambiente e del paesaggio.

In tal senso la RER interagisce in un’ottica di polivalenza con le diverse politiche che producono trasformazioni sul territorio, fornendo anche un contributo determinante per il raggiungimento, tra l’altro, dei seguenti obiettivi settoriali del PTR:

• riqualificazione ambientale dei corsi d’acqua

• miglioramento della sostenibilità ambientale delle imprese

• riqualificazione e recupero paesaggistico delle aree degradate o compromesse

• raggiungimento dei molteplici obiettivi finalizzati alla riduzione dell’inquinamento (miglioramento della qualità dell’aria, dell’acqua, riduzione dell’inquinamento acusti-co e luminoso), acusti-con la finalità di salvaguardare la salute del cittadino

15.10.2. contenuti di cogenza e condizionamenti

La RER è strutturata in:

• varchi ‘da mantenere’, ovvero aree dove si deve limitare ulteriore consumo di suolo o alterazione dell’habitat perché l’area conservi la sua potenzialità di ‘punto di pas-saggio’ per la biodiversità

• varchi ‘da deframmentare’, ovvero dove sono necessari interventi per mitigare gli ef-fetti della presenza di infrastrutture o insediamenti che interrompono la continuità ecologica e costituiscono ostacoli non attraversabili

• varchi ‘da mantenere e deframmentare’ al tempo stesso, ovvero dove è necessario preservare l’area da ulteriore consumo del suolo e simultaneamente intervenire per ripristinare la continuità ecologica presso interruzioni antropiche già esistenti

• corridoi regionali primari: sono elementi fondamentali per favorire la connessione ecologica tra aree inserite nella rete ed in particolare per consentire la diffusione spaziale di specie animali e vegetali, sovente incapaci di scambiare individui tra le proprie popolazioni locali in contesti altamente frammentati. I corridoi sono stati di-stinti in corridoi ad alta antropizzazione e corridoi a bassa o moderata antropizza-zione.

Gli altri elementi della RER svolgono una funzione di completamento del disegno di rete e di raccordo e connessione ecologica tra gli Elementi primari e sono costituiti dagli Elementi di secondo livello.

Il Documento di Piano del PTR definisce le attività da prevedere o da favorire negli elementi precedenti della rete regionale. È infatti ivi previsto, tra l’altro:

• che le trasformazioni in grado di compromettere le condizioni esistenti di naturalità e/o funzionalità ecosistemica (connettività ecologica, produzione di biomasse in ha-bitat naturali …) siano in genere da evitare accuratamente

• che si tenga conto della rilevanza sociale, di modo che le trasformazioni su dette aree sensibili possano essere realizzate solo prevedendo interventi di compensazio-ne naturalistica, da eseguire sullo stesso elemento della rete (corridoi o gangli pri-mari). Gli interventi collocati entro un corridoio primario dovranno in ogni caso ga-rantire che rimanga permeabile una sezione trasversale non inferiore al 50% della sezione prevista dalla RER

Entro la riflessione più ampia sulla RER, Regione Lombardia riconosce il valore strategico della rete verde regionale, quale sistema integrato di boschi alberate e spazi verdi, ai fini della qualificazione e ricomposizione paesaggistica dei contesti urbani e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione dei paesaggi di Lombardia. La finalità generale di ri-composizione e salvaguardia paesaggistica della rete verde regionale si attua tenendo conto delle problematiche e priorità di:

• tutela degli ambienti naturali

• salvaguardia della biodiversità regionale e delle continuità della rete ecologica

• salvaguardia e valorizzazione dell’idrografia naturale

• tutela e valorizzazione del sistema idrografico artificiale

• ricomposizione e salvaguardia dei paesaggi culturali rurali e dei boschi

• contenimento dei processi conurbativi e di dispersione urbana

• ricomposizione paesaggistica dei contesti periurbani

• riqualificazione paesaggistica di ambiti compromessi e degradati

15.10.3. contenuti correlati alle attività oggetto di pianificazione attuativa

L’area di afferenza della pianificazione in argomento appartiene per la maggior parte agli elementi di secondo livello della RER.

Esternamente al sito di interesse (lungo il tracciato del corridoio infrastrutturale Alta Velocità – Bre.Be.Mi.) è invece individuato un varco, che però, di fatto non esiste più in quanto ostruito dal corridoio infrastrutturale citato.

Rete Ecologica Regionale, estratto per l’ambito di Treviglio. Il contesto circostante l’area urba-na appartiene agli elementi di secondo livello della RER

Gli elementi di secondo livello comprendono le aree importanti per la biodiversità non inclu-se nelle Aree prioritarie ma ritenute funzionali alla connessione tra elementi di primo livello.

La rete degli elementi di secondo livello è particolarmente sviluppata nell’area di pianura e strettamente legata al fitto reticolo idrografico.

Il territorio di Treviglio ricade completamente all’interno dell’area prioritaria per la biodiversi-tà n. 27 ‘Fascia centrale dei fontanili’.

Si tratta di un ambito nel quale si ha la maggiore presenza di fontanili o di risorgive nell’ecoregione. Comprende numerosi siti Natura 2000, Riserve Naturali, Parchi Locali d’Interesse Sovracomunale.

Gli ambienti sono rappresentati da un mosaico di aree boschive relitte, fontanili, canali di ir-rigazione, vegetazione acquatica e ripariale, zone umide, piccoli canneti, ambienti agricoli, prati stabili, incolti, siepi e filari. L’habitat più rappresentativo è costituito senza dubbio dal

“fontanile”, ambiente costituito da una testa, rappresentata da una escavazione artificiale profonda pochi metri fino a raggiungere la falda, e da un’asta che convoglia l’acqua nel nale, la cui acqua viene utilizzata per scopi irrigui. Più aste possono confluire in un unico nale, così da formare un corso d’acqua anche di non piccole dimensioni. Il fontanile ed il ca-nale sono caratterizzati da una ricca vegetazione acquatica e ripariale, oltreché da una fau-na assolutamente peculiare che comprende il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) e numerosi endemismi anche tra le specie ittiche [Panzarolo (Knipowitschia punctatissima), Lampreda padana (Lethenteron zanandreai), Ghiozzo padano (Padogobius martensi), Cobite mascherato (Sabanajewia larvata)].

L’area è inoltre importante, dal punto di vista faunistico, per la connessione con i corsi prin-cipali dei fiumi che favorisce la migrazione estiva di Salmo (trutta) marmoratus, per Mollu-schi idrobidi, Coleotteri acquatici (in particolare Idrobidi e Ditiscidi), Odonati (Calopteryx vir-go, C. splendens, Cordulegaster boltonii, Ophiogomphus cecilia) e per l’avifauna nidificante [Airone rosso (Ardea purpurea), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Ortolano (Emberiza hortulana)], migratoria [Albanella minore (Circus pygargus), Falco cuculo (Falco vespertinus)]

e svernante [Tarabuso (Botaurus stellaris)].

Vi si riscontrano infine numerose specie di miceti rare nella Pianura Padana lombarda quali Amanita vittadini (specie legata ai prati stabili), Geastrum schmidelii, G. striatum, Gyrodon lividum, Limacela glioderma, Stropharia aurantiaca, Xerocomus ripariellus.

L’area ospita, oltre a numerosi elementi focali:

• 16 specie o sottospecie endemiche;

• 10 specie inserite nella Lista Rossa IUCN;

• 29 specie inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli;

• 30 specie inserite negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat;

• 1 habitat prioritario secondo la Direttiva Habitat

15.11. P.A.R.R._Piano d’Azione per la Riduzione dei Rifiuti in Regione

Nel documento analisi di contesto (pagine 146-151)