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P.R.A.P._Piano regionale delle Aree protette

Nel documento analisi di contesto (pagine 153-157)

15. quadro di riferimento programmatico

15.12. P.R.A.P._Piano regionale delle Aree protette

La Lombardia è stata la prima regione in Italia a dotarsi di un sistema organico di aree protette. Le prime norme per l’istituzione di Parchi e Riserve Naturali risalgono infatti alla legge regionale n. 58 del 1973 “Istituzione delle Riserve Naturali e protezione della flora spontanea”, sulla cui base furono istituite le prime Riserve Naturali.

Con la legge regionale n. 86 del 30 novembre 1983 “Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale” è stata successivamente avviata la costruzione di un sistema completo di aree naturali, individuando una serie di zone di alto valore naturalistico e paesaggistico, distribuite su tutto il territorio regionale. Le aree meritevoli di tutela sono state dunque classificate in Parchi, Riserve e Monumenti Naturali in base alle loro caratteristiche e sottoposte a regimi di tutela differenziati per garantirne la conservazione e un’adeguata gestione.

Con la legge regionale n. 32 del 1996 “Integrazioni e modifiche alla L.R. 30 novembre 1983, n. 86” è stata introdotta la distinzione tra “Parco Naturale” (corrispondente al “Parco Naturale Regionale” come da art. 2, L. 394/91) e “Parco Regionale”; al primo corrispondono le aree, interne ai Parchi Regionali, caratterizzate da un elevato grado di naturalità e interesse naturalistico in cui applicare la disciplina della legge nazionale. Senza perdere di vista l’obiettivo generale di protezione dell’ambiente, al Parco Regionale viene riconosciuto il ruolo di promotore delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali e compatibili con uno sviluppo sostenibile delle comunità locali.

Il PRAP (Piano Regionale delle Aree Protette) si configura come uno strumento di pianificazione strategica dell’intero sistema delle Aree Protette Regionali. Si tratta di uno strumento già previsto dalla ex L.R. 86/83 “Piano generale delle aree regionali protette”

all’art. 1, dove, al comma 1 si afferma che “Ai fini della conservazione, del recupero e della valorizzazione dei beni naturali ed ambientali del territorio della Lombardia […] la Regione […] definisce con la presente legge il piano generale delle aree protette di interesse naturale ed ambientale” e di seguito, al comma 3, si specifica che “il piano generale delle aree protette di interesse naturale ed ambientale costituisce il quadro di riferimento per gli interventi regionali di cui al precedente primo comma e di indirizzo per gli atti di programmazione di livello regionale e locale che riguardino comunque le aree protette ai sensi della presente legge”.

A oltre 20 anni dalla legge istituiva dei parchi regionali si è quindi sentita la necessità di pensare ad un Piano Regionale delle Aree Protette capace di porsi come vero e proprio strumento di pianificazione sistemica, di proporre azioni di coesione e coerenza nelle attività del sistema delle aree protette regionali, con una visione a lunga scadenza, inserite all’interno di una più ampia attività a livello nazionale ed internazionale. Le recenti normative

nazionali ed europee sui temi ambientali e sullo sviluppo sostenibile economico e sociale costituiscono, infatti, occasioni di riflessione sul ruolo strategico dei parchi nell’ambito della pianificazione e programmazione territoriale regionale e delle difficoltà evidenti delle aree protette di sviluppare un processo di dialogo con le istituzioni.

L’idea della Regione Lombardia di pensare a un Piano Regionale delle Aree Protette scaturisce dalla necessità di superare, almeno in parte, l’eterogeneità dei modi di operare e di concepire il proprio ruolo dei singoli Enti gestori. Il PRAP ha quindi l’ambizioso intento di indicare obiettivi, contenuti, impegni, metodologie e scadenze di lavoro indirizzati a migliorare la capacità di gestione e l’efficienza delle attività di ciascun Ente gestore (seppur nel rispetto della propria individualità e peculiarità) e di tracciare la via per sviluppare un processo di dialogo con le istituzioni competenti in materia di pianificazione.

Ciò avendo ben chiara la mission - ovvero “tutelare la biodiversità” - cui sono preposte le aree protette, ma che rappresenta pur sempre un’azione trasversale che deve coinvolgere in un approccio multidisciplinare tutte le attività che possono avere effetti sul territorio.

Infine, il PRAP vuole costituirsi come atto fondamentale di indirizzo anche per la gestione e la pianificazione tecnico-finanziaria, andando ad indicare le azioni prevalenti, meritevoli quindi di contributo prioritario.

Il PRAP si è posto, nel suo percorso di studio e analisi, come momento di riflessione condivisa e di dialogo con le altre istituzioni interessate allo sviluppo territoriale, economico e sociale della regione, proprio con l’intento di trovare connessioni e legami tra le politiche dei parchi e delle istituzioni locali, di coordinare i rispettivi programmi e integrare gli obiettivi nelle politiche territoriali e sociali di area vasta.

Esso è composto dalle seguenti linee strategiche:

• sostenere il governo delle aree protette

• tutelare, gestire e valorizzare il patrimonio naturale lombardo

• contribuire a garantire la sicurezza ambientale

• contribuire a tutelare il patrimonio paesaggistico

• promuovere il turismo e la fruizione di qualità nelle aree protette

• contribuire a promuovere la rete ecologica regionale, nazionale ed europea

• educare all’ambiente e promuovere la formazione di una cittadinanza attiva e re-sponsabile

Riprendendo quanto esplicitato nel documento “Linee guida del Piano Regionale delle Aree Protette” il PRAP si pone le seguenti finalità:

• sviluppare una visione condivisa delle linee strategiche e degli obiettivi per la con-servazione e la valorizzazione del sistema regionale delle aree protette in raccordo alla rete ecologica regionale

• orientare le scelte politiche di ogni nuova legislatura al consolidamento del sistema delle aree protette rapportandole alle mutevoli e mutate condizioni socio-economiche, in modo tale da non sovvertire e soggiogare l’efficacia del sistema na-turale allo sviluppo di nuove necessità territoriali dettate da fattori economici

• coordinare efficacemente il sistema regionale delle aree protette con quelli delle al-tre regioni e con il sistema nazionale, concorrendo alla formazione della rete

ecolo-gica europea e all’adozione di politiche ambientali comuni e coerenti con gli orien-tamenti internazionali emergenti

• diffondere la consapevolezza dell’inscindibilità delle politiche di conservazione della natura da quelle di sviluppo della Regione

• costituire lo strumento per attuare le politiche in campo naturalistico ambientale all’interno degli obiettivi del PTR per il territorio della Lombardia

• definire gli obiettivi per singole tipologie di aree protette (montane, periurbane, flu-viali, forestali, agricole) e tracciare le linee guida per la definizione degli obiettivi spe-cifici delle singole aree

• articolare le politiche di gestione delle aree protette, diversificandole adeguatamente in funzione di specifici caratteri, problemi, obiettivi verificandone con continuità l’efficienza e l’efficacia

• definire il quadro finanziario generale delle risorse da destinare agli enti gestori delle aree protette per la realizzazione degli obiettivi e delle azioni;

• delineare nuove modalità di governo del territorio aperte agli attori interessati alla ri-cerca e alla definizione di soluzioni concordate

• promuovere la capacità progettuale e gestionale con gli attori sul territorio favoren-do la cooperazione tra le istituzioni, le associazioni e i cittadini intorno a un’idea condivisa di territorio, attuabile attraverso un comune programma di azioni

• individuare le nuove aree da destinare a parco naturale o regionale, a riserva o a monumento naturale da istituire con le modalità individuate previste dalla normativa vigente e rifacendosi alla rete ecologica regionale nonché individuare le eventuali modifiche territoriali alle aree protette esistenti, che non dovranno comunque essere ridotte rispetto alle superfici attuali

• definire gli indicatori per effettuare il monitoraggio degli obiettivi e delle azioni, il monitoraggio dello stato di attuazione ed i risultati conseguiti dai piani precedenti

15.12.1. contenuti di indirizzo

Il sistema di aree protette così articolato assolve al compito di proteggere e salvaguardare al meglio la biodiversità, l’ambiente, il paesaggio, le attività agricole, silvicole e pastorali e di promuovere il recupero delle colture tradizionali strettamente collegate al territorio rurale.

Il sistema delle aree protette in Lombardia assume quindi ancora maggior importanza in relazione alla funzione che Parchi Regionali, Parchi Naturali e Riserve Naturali e PLIS esplicano nel supportare la connettività ecologica tra ecosistemi, sistemi verdi naturali e seminaturali.

L’istituzione delle aree protette, fin dal 1983, non ha avuto solo finalità di protezione della natura e dell’ambiente, ma anche quella di creare un’occasione per gestire il territorio in modo innovativo e creativo, promuovendo un turismo sostenibile e consapevole.

Inoltre, con l’avvento della nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) 2014-2020 appare chiaro il ruolo strategico svolto dall’agricoltura per rispondere alle sfide future dell’alimentazione, delle risorse naturali e del territorio; ruolo che ben si combina con alcuni obiettivi perseguiti dalle Aree Protette lombarde e già in parte assunto da alcune aziende agricole presenti al loro interno.

Tra i contenuti di indirizzo più significativi propri delle Aree Protette lombarde, si ricordano i seguenti:

• il ripristino e la conservazione degli elementi naturali del territorio agricolo

• la conservazione e il miglioramento del paesaggio agrario

• l’aumento della biodiversità

• la promozione di un’agricoltura sostenibile

• la creazione, il ripristino e la conservazione di biotopi, aree umide, fasce boscate, ecc.

• la fruizione e la valorizzazione turistica del territorio

• il recupero di aree degradate

• il sostegno al presidio del territorio

• la valorizzazione del paesaggio

15.12.2. contenuti di cogenza e condizionamenti

A Treviglio esiste il PLIS della Gera d’Adda, che interessa il quadrante nord e ovest del terri-torio comunale. Il Parco, che comprende parte dei territori di i Fara Gera d’Adda, Canonica d’Adda, Pontirolo Nuovo, Arcene, Ciserano, Treviglio e Casirate d’Adda è stato riconosciuto dalla Provincia di Bergamo con DGP n. 440 del 06.09.2007. Treviglio comprende il 29,30%

dell’intera superficie del PLIS (3.154 ha circa).

Il PLIS della Gera d’Adda nel contesto territoriale di Treviglio (fonte: Regione Lombardia)

Il PLIS ha previsto alcuni obiettivi gestionali quali:

• la conservazione degli ambienti naturali esistenti

• la salvaguardia del paesaggio agricolo e silvo-pastorale

• l’impiego nei progetti di specie vegetali autoctone con preferenza per i genotipi lo-cali

• il recupero delle aree degradate o abbandonate mediante azioni volte alla riqualifi-cazione ambientale dei luoghi

• il raccordo con le eventuali aree protette limitrofe attraverso il mantenimento e/o la creazione di corridoi ecologici e di percorsi di fruizione

• la mitigazione delle infrastrutture ad elevato impatto ambientale

15.12.3. contenuti correlati alle attività oggetto di pianificazione attuativa

Nell’area oggetto di pianificazione attuativa non sono presenti aree protette.

Nel documento analisi di contesto (pagine 153-157)