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P.P.R._Piano Paesaggistico Regionale

Nel documento analisi di contesto (pagine 126-130)

15. quadro di riferimento programmatico

15.2. P.P.R._Piano Paesaggistico Regionale

Il Piano Territoriale Regionale, in applicazione dell’art. 19 della L.R. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (D.Lgs. n.

42/2004). Il PTR in tal senso recepisce consolida e aggiorna il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente in Lombardia dal 2001, integrandone e adeguandone contenuti descrittivi e normativi e confermandone impianto generale e finalità di tutela.

Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità.

Le misure di indirizzo e prescrittività paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti e i sistemi di maggiore rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti UNESCO, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio.

15.2.1. contenuti di indirizzo

Il Piano Paesaggistico della Regione Lombardia riconosce i differenti paesaggi appartenenti al territorio regionale e per ciascuno di essi individua indirizzi di tutela specifici.

L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde.

La tutela e valorizzazione paesaggistica dell’intero territorio regionale è la scelta di fondo operata da Regione Lombardia, coinvolgendo e responsabilizzando l’azione di tutti gli enti con competenze territoriali in termini pianificatori, programmatori e progettuali nel perseguimento delle finalità di tutela esplicitate dall’art. 1 della normativa del piano:

• la conservazione dei caratteri che definiscono l’identità e la leggibilità dei paesaggi della Lombardia, attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla tutela delle preesistenze e dei relativi contesti

• il miglioramento della qualità paesaggistica e architettonica degli interventi di trasformazione del territorio

• la diffusione della consapevolezza dei valori del paesaggio e la loro fruizione da parte dei cittadini

Le tre finalità individuate - conservazione, innovazione, fruizione - si collocano sullo stesso piano e sono tra loro interconnesse. Il PPR però evidenzia come esse siano perseguibili con strumenti diversi, muovendosi in tal senso in totale coerenza con le indicazioni della Convenzione europea del paesaggio.

Lo strumento normativo ha principalmente efficacia nei confronti della conservazione.

La qualità degli interventi innovativi dipende dalla cultura degli amministratori e dei progettisti. Anche la consapevolezza e la fruizione dipendono da fattori che sono in gran parte sottratti al controllo amministrativo, mentre sono influenzate dagli investimenti e dalle politiche attive che le autorità di governo sono in grado di promuovere.

Le norme del piano declinano, conseguentemente alle finalità indicate, i compiti a cui devono rispondere tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, nonché quelli di indirizzo progettuale, che è previsto vadano a comporre il cosiddetto “Piano del paesaggio lombardo”, vale a dire il sistema integrato di atti che agiscono ai diversi livelli al fine di migliorare la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei paesaggi lombardi.

Un sistema complesso, che si costruisce e si aggiorna nel tempo, per il quale i diversi soggetti territoriali, e non solo la Regione, stanno lavorando intensamente in questi anni e che ora può trovare modalità di ulteriore affinamento e arricchimento alla luce del nuovo quadro normativo nazionale e della L.R. n. 12/2005 di Governo del territorio.

15.2.2. contenuti di cogenza e condizionamenti

Il PPR riconosce la molteplicità e diversità dei paesaggi della Lombardia e li aggrega per ambiti geografici, indicando alcuni elementi di cogenza cui tener conto nei processi di pianificazione e programmazione. Definisce quindi indirizzi di tutela per ciascuna unità tipologica di paesaggio e una specifica disciplina paesaggistica.

Di seguito si riportano le declinazioni per l’ambito afferente al contesto di riferimento, indicando gli aspetti cogenti previsti. L’area in esame appartiene all’ambito geografico della pianura bergamasca.

pianura bergamasca

Comprende la porzione di pianura della provincia di Bergamo includendo lembi di territorio i cui limiti sono definiti dal corso dei principali fiumi (Isola, Gera d’Adda, Calciana, ecc.).

L’assetto del paesaggio agrario discende dalle bonifiche operate in epoca storica con la scomparsa delle aree boscate primigenie a favore delle coltivazioni irrigue e seccagne.

Sporadici elementi di sopravvivenza del paesaggio naturale sussistono solo in coincidenza dei solchi fluviali dei maggiori fiumi (Adda, Serio, Oglio).

Ma anche il disegno del paesaggio agrario presenta, specie seguendo l’evoluzione recente, una notevole dinamica evolutiva che configura assetti agrari sempre meno caratterizzati nel loro disegno distributivo e sempre più rivolti a un’organizzazione di tipo estensivo monocolturale. Sotto questo profilo diventa anche più labile la tradizionale distinzione fra alta e bassa pianura - che in questo caso corrisponde grossomodo al tracciato della Strada Statale Padana Superiore - che un diverso regime idraulico aveva, fino a qualche decennio or sono, fortemente connotato e distinto.

A tali considerazioni si aggiunge la forza eversiva del fenomeno urbano tale da configurare una larga porzione della Pianura Padana, fra cui gran parte della nostra area, nei termini di

‘campagna urbanizzata’. Qui, l’affollamento della trama infrastrutturale, degli equipaggiamenti tecnologici, dell’urbanizzazione ‘di strada’ o di espansione del già consistente tessuto insediativo storico delinea una situazione paesaggistica fortemente compromessa e resa emblematica dall’aspetto ormai ruderale delle molte cascine disperse nella campagna.

La pianura bergamasca, e con un crescendo che va dal suo margine meridionale fino alla linea pedemontana, è infatti inclusa nel più vasto sistema della conurbazione lineare pada-no-veneta.

Le più forti e sedimentate dorsali infrastrutturali regionali e interregionali, sia stradali sia ferroviarie, attraversano e spartiscono questo territorio stimolando l’aggregazione degli insediamenti secondo modalità che non appartengono più al classico schema dell’espansione a gemmazione (vedi i casi emblematici di Cologno al Serio, Martinengo, Romano di Lombardia ... ) da centri preesistenti ma si compongono a schiera o a pettine proprio lungo le vie di comunicazione, indipendentemente da riferimenti storici d’appoggio.

Il caso più classico è quello dell’Autostrada Milano-Bergamo, dove più per ragioni d’immagine che per logistica localizzativa, molte imprese industriali hanno occupato quasi per intero le due fasce limitrofe alla sede stradale precludendo, fra l’altro, la nota veduta panoramica sui Colli della città orobica.

È dunque un paesaggio impoverito nelle sue dominanti naturali, dove lo sfoltimento delle cortine arboree, delimitanti i terreni di coltura, mette ancor più a nudo la povertà dei suoi caratteri.

Singolare invece, e quasi unico nel contesto regionale, l’assetto paesaggistico della valle del Serio, l’unica non incassata delle tre che ripartiscono questa parte di pianura, dove il fiume scorre entro un largo greto ghiaioso.

paesaggi della pianura irrigua

La bonifica secolare iniziata dagli etruschi e tramandata ai romani e conseguentemente continuata nell’alto medioevo ha costruito il paesaggio dell’odierna pianura irrigua che si estende, con caratteristiche diverse, dalla Sesia al Mincio. Da sempre perfetto strumento per produzione agricola ad altissimo reddito, reca sul suo territorio le tracce delle successive tecniche colturali e di appoderamento.

In questa pianura spiccano netti i rilievi delle emergenze collinari. La pianura irrigua è costituita da tre grandi tipi di paesaggi configurati dai tipi di coltura: risicola, cerealicola, foraggera.

indirizzi di tutela generali

I paesaggi della bassa pianura irrigua vanno tutelati rispettandone sia la straordinaria tessitura storica che la condizione agricola altamente produttiva.

aspetti particolari

• la campagna: soggetta alla meccanizzazione l’agricoltura ha ridotto le partiture po-derali e, conseguentemente, gli schermi arborei e talvolta anche il sistema irriguo mediante l'intubamento. Anche le colture più pregiate come le marcite, i prati marci-tori e i prati irrigui scompaiono per la loro scarsa redditività.

• i canali – sistema irriguo e navigli: il sistema delle acque irrigue nella pianura lom-barda comprende 81 canali derivati da fiumi e centinaia di rogge e colatori. Dodici di questi canali, in particolare, assumono le dimensioni, la portata e la lunghezza dei grandi fiumi lombardi; di questi tre sono navigli, realizzati anche per il trasporto di materiali pesanti diretti a Milano e per l'avvio di merci lavorate al porto di Genova.

La rete idrografica superficiale artificiale è uno dei principali caratteri connotativi del-la pianura irrigua lombarda. Storicamente del-la cura neldel-la progettazione e realizzazione di queste opere ha investito tutte le componenti, anche quelle minori: chiuse, livelle, ponti ecc...

indirizzi di tutela degli aspetti particolari

Per la campagna, vanno promossi azioni e programmi di tutela finalizzati al mantenimento delle partiture poderali e delle quinte verdi che definiscono la tessitura territoriale. La Regione valuterà la possibilità di intervenire in tal senso anche attraverso un corretto utilizzo dei finanziamenti regionali e comunitari per il settore agricolo e la riqualificazione ambienta-le.

È auspicabile che gli Enti locali attivino autonomamente forme di incentivazione e concerta-zione finalizzate alla tutela delle trame verdi territoriali, anche in occasione della ridefiniconcerta-zione

del sistema comunale degli spazi pubblici e del verde in coerenza con l’art. 24 della Norma-tiva del PPR.

Per i canali – sistema irriguo e navigli, la tutela è rivolta non solo all’integrità della rete irri-gua, ma anche ai manufatti, spesso di antica origine, che ne permettono ancora oggi l’uso e che comunque caratterizzano fortemente i diversi elementi della rete. Anche in questo caso, assume carattere prioritario l’attivazione di una campagna ricognitiva finalizzata alla costru-zione di uno specifico repertorio in materia, che aiuti poi a guidare la definicostru-zione di specifici programmi di tutela, coinvolgendo tutti i vari enti o consorzi interessati.

15.2.3. contenuti correlati alle attività oggetto di pianificazione attuativa

La linea seguita muove verso un approccio strategico e integrato, che trova, nell’attuale quadro normativo, un ulteriore punto di forza e convergenza nell’attenta considerazione degli aspetti paesaggistici all’interno del percorso di Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi.

L’obiettivo è quindi portare l’attenzione al paesaggio e alla qualità paesistica dei luoghi in modo più incisivo in tutti i piani, programmi e progetti che vanno ad agire sul territorio, vale a dire fare sì che si affermi una diffusa consapevolezza rispetto ai valori paesaggistici esi-stenti, che si vogliono tutelare e/o valorizzare, e rispetto a quelli nuovi che si vogliono co-struire.

Consapevolezza che deve essere assunta all’interno dei normali percorsi progettuali e piani-ficatori, che non possono ignorare il proprio insito ruolo di percorsi di costruzione di pae-saggio, né possono ignorare che il paesaggio è un bene collettivo la cui gestione richiede confronto e condivisione.

Significativo a tale proposito diviene l’esame paesistico dei progetti, ritenuto strumento utile sia al miglioramento della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia al potenziamento della sensibilità locale ai valori paesaggistici che sostanziano la qualità dei luoghi dell’abitare.

Nel documento analisi di contesto (pagine 126-130)