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Parapetti dei balconi della facciata principale. - Questi parapetti sono tutti di pietra tagliata coi disegni e colle rlimensioni

Nel documento FABBRICARE COR (pagine 75-91)

risultanti dalle figure 7a,

sa,

9a e JOa della tavola IV disegnate nella scala dei

1 ~ 0 .

Quelli delle finestre del primo piano sono fatti a balaustri, quelli dei balconi e delle finestre del secondo piano ~ono a plutei traforati. Tutti questi parapetti, non esclusi i loro zoccoli, le loro cimase ed i pilastrini, si sono progettati in pietra arenaria di Viggiù; ed i pilastrini sono in tale posizione per rapporto alle mensole da trovarsi in uno stesso piano verticale perpendicolare alla facciata, tanto gli assi di quelli, quanto gli assi di questi.

50. Ringhiere. - Le ringhiere sono quei parapetti di ferro o di ghisa, e, più di frequente, in parte di ferro ed in parte di ghisa, che si adoperano per le rampe e pei ripiani delle scale e talvolta anche pei balconi. Nel caso concreto si sono prog·ettati parapetti metallici per la scala e pei balconi verso il cortile.

·Non si è creduto conveniente di presentare i disegni delle rin-ghiere, giacchè esse costituiscono al giorno d'oggi un articolo che trovasi in commercio con assortimenti assai svariati per soddisfare

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-a tutte le esig·enze della pratica, e qnindi il costruttore non ha ge-neralmente da far altro che sceg-liere quel tipo che sotto ogni ri-g·uardo ed in ogni caso g-li può tornare conveniente.

Nel caso concreto si vogliono soddisfatte le seguenti condizioni nella ringhiera della scala: che sia vi uu piantone di g·hisa in

cor-rispondenza del centro della testa circolare del gr·adino più basso, foggiato a solido di rivoluzione ben decorato alla superficie; che

~iavi uu piantone di ferro in conispondenza di ciascuuo degli svolti, delle rampe e dei passaggi dalle rampe ai ripiani; che ciascuno di questi piantoni abbia alla sua estremità infer·iore un'appendice piatta a coda di rondine per l'impiombamento o l'inzolfamento nei las troni di pietra; che la ring·hiera abbia in og·ni rampa l'altezza eli metri 0,80 al di sopra della pedata del suo g-radino più basso e l'altezza di metri 0,95 al di sopra della pedata del suo gradino più alto, onde ottenere che non siavi interr·nzione di continuità nella superficie superiore del parapetto; che i piantoni predetti siano collegati da ferri piatti alle loro estremità superiori ed infe-riori e che, nei differenti scomparti che così risultano, si trovino i differenti pezzi destinati a completare il parapetto; che questi pezzi siano ritti verticali di ferro decorati da passnnti e da orna-menti di ghisa ad essi interposti; che per ogni rampa esistano sotto il ferro piatto inferiore due grappe pure di ferro , ciascuna delle qunli si possa fissare in un'alzata onde notevolmente contri-buire alla fermezza della ringhiera.

In quanto alle ringhiere dei balconi, si vuole: che si possano fissare al muro incastrandovi le estremità dei ferri piatti superiori ed inferiori; che abbiano appoggio sul lastrone del balcone me-diante zoccoletti o piccoli piedi di ferro o di ghisa attaccati sotto il ferro piatto inferiore, distanti non più di l metro ed alti circa metri 0,05; che, oltre i due piantoni sugli ang-oli siavi per eia-- senna ringhiera dei due balconi di maggior lunghezza un piantone

con appendice piatta biforcantesi a doppia coda di rondine, onde poterla impiombare o inzolfare nei due lastroni uniti testa a testa il) corrispondenza del modiglione di mezzo; che il parapetto, ana-logamente a quanto si è detto per quello della scala, sia costituito da ritti di ferro decorati con passanti ed altri ornamenti di ghisa.

Sul ferro piatto superiore delle ringhiere si devono porre, fer-mandoveli mediante viti, dei man-correnti che possono essere di ferro o di legno. Nel caso concreto si è supposto che questi man-correnti siano di noce per la ringhiera della scala e di larice rosso

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-per le ringhiere dei balconi, che debbano presentare sezione ovale colla larghezza di metri 0,05 e coll'altezza di metri 0,04.

51. Inferriate. - Le inferriate consistono in quei ripari che quasi sempre convien porre alle finestre del pianterreno, non che alle fi-nestre degli altri piani le quali si trovano internamente al fabbri·

cato in luoghi facilmente accessibili dall'esterno, come sono gli an-droni e le scale, onde ottenere che, anche quando queste fine~tre sono aperte per ricevere aria, non si possa per esse penetrare negli interni locali. Nel fabbricato di cui stiamo studiando il progetto si sarebbero progettate le inferriate per le quattro finestre della fac-ciata principale, per le quattro finestre verso il cortile, per le due finestre al pianterreno nella gabbia della scala, e per le otto fi-nestre che trovansi nella gabbia stessa quattro al primo e quattro al secondo piano.

Anche per le inferriate non si è creduto conveniente di presen-tare i disegni, giacchè esse costituiscono un articolo che travasi in commercio con svariati assortimenti per facilmente soddisfare a tutte le esigenze dell'a!·te edificatoria.

Dit·erno soltanto che nel caso concreto si vogliono soddisfatte le seguenti condizioni: le inferriate pet· le finestre della facciata prin-cipale devono essere piuttosto eleganti e più decorate di tutte le altre; non si poRsono ammr-ttere inferriate di ghisa, giacchè, essendo questo materiale molto frag·ile, facilmente si potrebbero spezzare rendendo così nulla la loro efficacia; tutte le inferriate devono pre-sentare un ferro piatto assecondante l'andamento del contorno delle finestre; fra questi ferri piatti di perimetro vi devono essere dei ferri verticali piegantisi parallelamente ai contorni delle finestre dove queste sono semicircolari; queRti ultimi membri devono attraver-sare ferri piatti orizzontali e ferri disposti secondo raggi nelle parti semi circolari; tutte le inferriate devono essere decorate con passanti e con ornamenti di ghisa interposti ai ferri predetti; esse devono sta1·e fra ltl mazzette delle finestre a cui si devono applicare; e fi-nalmente devono essere solidamente fermate nella muratura me-diante un sufficiente numero ùi grappe attaccate ai ferri piatti co-stituenti i loro contorni.

Oltre le inferriate per le finestre, vi saranno nella facciata prin-cipale le inferriate nelle parti semicircolari del portone e delle en-trate nelle botteghe, e queste inferriate saranno in tutto analoghe a quelle delle finestre.

A n che le finestre delle cantine verso strada saranno munite di

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-i n ferr-iate; ed occorrerà un cancello di ferro all'origine della scala dei sotterranei.

52. Docce di gronda e tubi di discesa.-Tanto le docce di gTonda lungo le sommità dei cornicioni delle fncciate, quanto i relativi tubi di scarico delle acque piovane si sono 1•1·ogettati in lamiera di ferro zincato pe8ante 5 chilogTammi per n"::ro quadrato e quindi colla spessezza di circa metri 0,00065. Le dette docce che comprendono le due sagome superiori dei cornicioni, ossia il listello e la gola, hanno l'altezza di metri 0.14 e la larghezza di metri 0,32. I tubi di scarico hanno il diametro interno di metri 0,11 e sono, due per la facciata principale e tre per le fronti verso il cortile.

Le posizioni dei due tubi della facciata principale risultano chiara-mente dalla figura 211 della tavola I, la qual fig·ura mette anche in evidenza come questi tubi, dal cornicione all'imposta del pianter-reno, siano esterni e distaccati dal muro e come ciascuno di essi sia sostenuto da tre bracciuoli di ferro. L'estremità inferiore di cia-scuno ùi questi tubi imbocca in un tubo di ghisa posto dietro il rivestimento di pietra tagliata, il quale termina all'origine c di un condotto collocato sotto il marciapiede e destinato a portare le acque nella fogna corrente sotto la pubblica via.

I tre tubi di scarico verso il cortile si trovano, uno per ogni estremità del fabbricato, ed un terzo presso lo spigolo delle due fronti di minor lunghezza. Questi tubi non sono diversi da quelli della facciata principale e finiscono per scaricare le loro acque in un condotto posto sotto il cortile, il quale le trasporta in una fogna situata sotto una pubblica via.

I tubi di scarico, fatti come risulta dalla figura

2a

delle tavole I e III, hanno un gomito dove, cessando di essere esterni, imboccano col tubo di ghisa situato nella muratura; e questo gomito può nell'inverno essere causa di congelamento dell'acqua proveniente dallo squagliarsi delle nevi. Per ovviare a quest'inconveniente, si fa in modo che presso l'estremità inferiore della parte esterna di detti tubi sia vi un pezzo fog·giato a guisa di manicotto, il quale si innalza nei giorni di squag·liamento di nevi seguito da gelate per adattare alla detta -estremità inferiore un tubo ripiegato all'in-fuori avente per iscopo di riversare direttamente le acque nella pubblica via.

Anche il tetto del lucernario ha le sue docce di gronda ed i re·

lati vi tubi di scarico delle acque piovane; e, tanto quelle quanto questi, si possono fare in fogli di latta sottile piegati nel senso

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-della loro larg-hezza in modo da avere: nelle docce la larghezza di circa metri O, l 6 e l'altezza di metri 0,08; nei tu bi di scarico il diametro intemo di circa metri 0,07.

Questi tubi di scarico sono in numero di tre, tutti disposti in modo da versare le acque che ricevono sui pioventi del tetto ri-volti verso il cortile, g·iacchè non conviene di far venire le acque del lucemario sul piovente verso la facciata principale, pel quale piovente si hanno solamente due tubi di scarico, mentre se ne hanno tre per quelli verso il cortile.

53. Camini e fumaiuoli. - I camini possono avere forme e di-mensioni assai svariate, dipendenti principalmente dalla destin_azione che devono ricevere, dai locali in cui si trovano e dal capricci'O di coloro che devono abitare questi locali; cpsicchè non crediamo con-veniente di fermarci su questi particolari i quali appartengono ad

una categoria di opere che quasi non si riferiscono al còmpito del costruttore. Ci limiteremo solamente a dire: che i camini per le camere e per le sale quasi sempre si fanno di marmo; che i più usuali si trovano in commercio con assortimenti assai svariati; che hanno altezza e larghezza di circa metri l ,25; e che quasi sempre si muniscono di soglia e post-fuoco di pietra o di ghisa. Nella fi.

gura 4a della tavola V abbiamo cercato di far vedere la struttura dei muri trasversali in corrispondenza di un camino e delle canne provenienti dai piani inferiori.

· Sovente i fumaiuoli consistono in torrette aventi per grossezza la dimensione media del mattone, elevantisi sul tetto ad un'altezza non minore di metri 0,50, munite di fori sulle loro facce laterali per la sortita del fumo e coperte con lastre di pietra o .anche con tegole. Ora però incomincia ad introdursi l'uso dei fumaiuoli di terra cotta e di cemento, i quali si trovano in commercio per sod-disfare ai bisogni delle costruzioni eivili; fumaiuoli che facilmente si pongono in opera, che sono più eleganti di quelli di mattoni e che, come risulta dalla figura 2a delle tavole I, li e III, suppo-niamo di voler adottare pel fabbricato di cui stiamo svolg·endo il progetto.

54. Coperture delle cornici. - Le cormcr, le quali 110n sono di pietra, difficilmente resistono a lungo contro le azioni deg·li agenti atmosferici e particolarmente contro le azioni del gelo e del disgelo; assorbono l'umidità nell'inverno la quale congelasi nelle piccole cavità in esse esistenti; ed al sopravvenire dei disgeli per-dono gli spigoli e lasciano cadere in frantumi ed in iscaglie

l'in 7 4 l'in

-tonaco che le riveste. Per rimediare a quest'inconveniente bisogna aver cura di fare le cornici mediante buoni materiali, di escludere il gesso nelle composizioni delle malte da impiegarsi per la loro costruzione, e di coprirle mediante coperture di latta, o eli zinco, o meglio ancora di ferro zincato. Queste coperture devono sporge.re di qualche poco dalle cornici ed essere ripiegate in modo da servire da gocciolatoio.

Pel fabbricato di cui stiamo studiando il progetto sarebbe bene porre queste coperture: nella facciata principale, sulla cimasa del pa1·apetto, sui cappelli delle finestre e sulla cornice del primo piano, sulla cimasa del parapetto, sui cappelli e sugli archi delle finestre, sulle imposte, sugli archivolti e sui capitelli delle paraste del se-condo piano; nelle facciate verso il cortile, sull'imposta e sulla cornice del pianterreno, sulla cimasa del parapetto e sugli archi a sesto acuto e sulla cornice del primo piano, sulla cimasa del para-petto del secondo piano.

55. Serramenti. - Si comprendono g·eneralrnente sotto questo nome tutti i lavori i quali si riferiscono alle imposte del portone, delle botteghe, delle porte d'accesso agli alloggi, delle passate in-terne e degli armadi, ed anche alle chiusure delle finestre ossia alle persiane, alle invetriate ed agli scuretti.

Quasi sempre gli architetti usano farsi presentare dai fabbricanti di serramenti alcuni campioni in rapporto coi lavori da eseguirsi, e scelgono quello che meglio s'accorda colle esigenze della costruzione, suggerendo solamente quelle modificazioni che si credono neces-sarie in ogni caso particolare. Pel fabbricato eli cui trattiamo, i serramenti devono soddisfare alle seg·uenti generali condizioni.

Le imposte del portone si estenderanno alla sola parte rettango-lare della relativa luce, saranno di legno noce, di quelle dette a

speccltiatu?·e, e colla grosse7.za di metri 0,08. Ciascuno dei due battitoi sarà fatt.o con tre ritti verticali, e con traversi orizzon -tali, il cui numero sarà tale da risultare quasi quadrati gli scom-partimenti da essi determinati, e da comparire iu bas~o un zoc-coletto alto metri 0,27. Le specchiature, beu incastrate nei detti pezzi principali, presenteranno dei quadri rialzati, e tanto i telai costituiti dai ritti e dalle traverse, quanto g·li specchi saranno ornati di modanature sui loro spigoli. In uno dei due battitoi si ricaverà un portello largo ed alto circa la metà del batti-toio stesso. - Vi saranno tre cardini per cia8cun b!lttitoio e le bandelle relative saranno tanto lunghe da procurare, non solo una

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-conveniente sospensione, ma anche un valido mezzo di rinforzo. 11 portello sarà posto in opera con tre cerniere. Ciascun battitoio avrà un chiavistello verticale nel basso ed un chiavistello nell'alto, e quello di questi ultimi due chiavistelli; il quale si troverà appli-cato al battitoio in cui esiste il portello, sarà a leva onde poterlo manovrare da terra a fianco del portello medesimo. Quest'ultimo si chiuderà mediante una buona serratura con due stanghette, l'una a due giri e l'altra a mezzo giro ed a molla.- Le imposte chiuse sa-ranno trattenute: superiormente dai due chiavistelli verticali contro un architrave di leg·no noce posto in corrispondenza delle imposte della facciata; lateralmente dai cardini contro le due battute del portone; ed inferiormente dai due chiavistelli inferiori contro il risalto della soglia.

Le imposte delle botteg·he si estenderanno pure alla sola parte ret-tang·olare delle relative luci, saranno di leg·no noce ed a specchiature, ed avranno grossezza di metri 0,05. Per ciascuna imposta vi sa-ranno due battitoi uniti con tre robuste cerniere, ed og·ui battitoio consten\ di due ritti verticali e di traversi posti coi loro assi oriz-zontali al livello di quelli dei traversi delle imposte del portone. Il zoccoletto sarà alto solamente metri 0,13, e, tanto le intelaiature, quanto gli specchi dei battitoi, saranno ornati con modanature del genere di quelle delle imposte del portone. - Ogni imposta sarà sostenuta da tre cardini colle relative bandelle, che anzi le cerniere che uniscono i battitoi di una stessa imposta si troveranno sulle bandelle stesse, ciascuna delle quali consterà così di due parti: una da applicarsi al primo battitoio fra il cardine e la cemiera; l'altra da applicarsi al secondo battitoio oltre la cerniera. Per ogni batti-toio vi saranuo due chiavistelli verticali, uno in basso e l'altro in alto, e per di più, ammetteudo che le botteg·he si debbano aprire solamente verso l'interno, vi sarà un catenaccio orizzontale a circa metà dell'altezza dei due battitoi di mezzo. - Le imposte chiuse saranno trattenute: superiormente da quattro chiavistelli verticali contro un archit.J·ave all'altezza delle imposte della facciata; lateral-mente dai cardini contro le battute delle botteghe; inferiormente da quattro chiavistelli verticali contro il risalto lasciato nella soglia eli pietra.

Le porte d'accesso ag·li allog·gi, come sono quelle che dall'an-drone e dalla gabbia della scala mettono nei locali del pianterreno, e quelle che dai ripiani della scala mettono nei locali dei piani su-periori, avranno pure imposte di legno noce, di quelle dette a

spec-

76-chiature e colla gTossezza di metri 0,05. Ciascuna porta avrà due battitoi, e per og·nuno di questi vi saranno due ritti verticali e sei traversi orizzontali, in modo da risultare cinque specchiature ed un zoccoletto nel basso. Queste specchiature presenteranno dei quadri poco rialzati, e tanto i telai quanto g·li specchi avranno i loro spigoli decorati con qualche sagoma. - Ogni battitoio sarà so-stenuto da tre cardini con bandelle estendentisi all'intiera sua lar-ghezza, ed il battitoio che sarà a sinistra di chi sarà per entrare nella porta porterà due chiavistelli verticali, uno in alto e l'altro in basso. A circa metà dell'altezza dell'altro battitoio vi sarà una buona serratura con due stanghette, una a doppio giro, e l'altra a mezzo giro ed a molla. - Le imposte chiuse fanno battuta contro quelle laterali e superiore dell'apertura cui sono applicate, e contro il risalto della sog·lia di pietra.

Le porte interne, come sono quelle che mettono fra loro in co-municazione i differenti locali degli alloggi, avranno imposte di legno dolce, per esempio, di abete. Per ogni porta vi saranno due battitoi colla spessezza di metri 0,04; ciascuno consterà di due ritti, di quattro traversi e di specchiature analoghe a quelle per le imposte delle porte d'entrata negli allog·gi, ma con due facciate; e sarà in opera sopra un telaio, pure di legno dolce, mediante tre cerniere. - Il battitoio posto a sinistra di chi si presenta dalla parte del telaio avrà due chiavistelli, uno in basso e I' altro in alto, ed ambidue questi chiavistelli saranno di quelli apposita-mente fatti per essere incastrati nella grossezza del ritto in corri-spondenza del mezzo della porta. L'altro battitoio avrà una manig·Iia con stanghetta a mezzo giro ed a molla, unita ad una serratura con stanghetta ad un giro solo. - Le imposte di queste porte si apri-ranno nelle gTossezze dei muri dalla parte opposta alla fronte del telaio sul quale sono poste in opera, salvo quando saranno appli-cate ad armadi o ad aperture pratiappli-cate in muri di tramezza, nei quali casi si apriranno dalla parte della fronte stessa facendo uso di apposite cerniere atte a ragg·iungere lo scopo.

Le aperture destinate a stabilire le comunicazioni fra i differenti locali di un'alloggio, oltre il telaio che deve ricevere le imposte, ne avranno un'altro dalla parte opposta. I telai, che dovranno tro-varsi nei locali più belli di un alloggio, consisteranno in stipiti con forme eleganti e convenientemente decorati; gli altri, da applicarsi alle pareti di anticamere, di corridoi e di locali unicamente destinati al servizio interno, saranno ridotti a semplici stipiti con poche

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