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IL PBL NELLA FORMAZIONE CONTINUA

3.2 IL PERCORSO METODOLOGICO

Dopo aver identificato i bisogni formativi che si prestano ad essere soddisfatti attraverso interventi che utilizzano la metodologia del PBL, si procede alla progettazione dell’evento formativo idoneo (vedi Allegato 4). Possiamo suddividere il percorso metodologico in tre macro-fasi:

1. Fase A: Pre-Didattica 2. Fase B: Didattica 3. Fase C: Post-Didattica

3.2.1 FASE A: Pre-Didattica

Questa fase corrisponde alla progettazione e pianificazione dell’intero percorso formativo ed inizia con la costituzione del gruppo di progettazione ad opera del Responsabile scientifico. Quest’ultimo deve essere in grado di coinvolgere la Direzione Strategica Aziendale per ottenerne il consenso, poiché l’attività formativa interesserà diversi operatori e svariati contesti dell’organizzazione di appartenenza. Il gruppo di lavoro deve essere costituito, oltre che dal Responsabile scientifico e dal Responsabile della formazione aziendale, anche dai tutor e dai docenti che condurranno l’evento formativo.

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La scelta di questi ultimi dipende dall’area tematica individuata, di cui devono essere “esperti” e dai diversi contesti formativi ed organizzativi coinvolti (Direttori Unità Operative, Responsabile Biblioteca Aziendale, Responsabile Servizio Infermieristico, Infermieri/Tecnici, Medici, Ingegneri Clinici , etc.).

Dopo che il gruppo ha condiviso ed accettato la metodologia del PBL, si stabiliranno le modalità ed i tempi per il raggiungimento degli obiettivi individuati nel percorso metodologico. In questa fase è importante che venga previsto un momento formativo dei Tutor/facilitatori/Docenti (d’aula, campo, laboratorio, etc.) alla metodologia del PBL.

Sarebbe opportuno scegliere alcuni Tutor d’aula, tra il personale che afferisce all’U.O. Formazione ed Aggiornamento del Personale, in modo che la formazione ricevuta, possa essere re-investita in altri eventi formativi che utilizzino la medesima metodologia; dopotutto, i Tutor d’aula non devono essere obbligatoriamente gli Esperti, ma devono possedere le competenze richieste ai facilitatori dei processi di apprendimento (vedi ruolo dei tutor pp. 73).

Nella preparazione del materiale didattico da fornire ai discenti, si dovrebbero prendere in considerazione i seguenti elementi:

 Contenere le informazioni rilevanti, ma non esaustive, per affrontare il “problema” presentato. Ad esempio: anatomia e fisiologia dell’organo, articoli scientifici, revisioni sistematiche, etc.

 Non dovrebbe contenere tutte le risposte esplicite al/i problema/i presentati, ma la maggior parte, dovrebbero essere inferite dai discenti

 Lasciare un margine di incertezza, in modo che possa essere colmato da lavoro di ricerca individuale/di gruppo

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Sempre all’interno di questa fase, il Responsabile della Formazione deve provvedere a tutti gli adempimenti formali per l’accreditamento ECM, l’attribuzione degli incarichi di docenza/tutoraggio, la disponibilità dei locali individuati, della pubblicizzazione e dell’adesione all’evento formativo.

Il tempo da dedicare a questa fase è in relazione alla complessità dell’evento formativo ed alla disponibilità dei componenti il gruppo di progettazione.

Tuttavia, sarebbe auspicabile non dilazionare a più di 4 settimane il tempo necessario al raggiungimento degli obiettivi, prettamente, didattici (dalla definizione degli obiettivi di apprendimento alla preparazione del materiale didattico), poiché si correrebbe il rischio di abbandono del progetto identificato.

Un altro aspetto da presidiare riguarda la scelta ed il numero dei partecipanti all’evento formativo. Come precedentemente detto, il numero dei componenti la squadra PBL, non dovrebbe essere maggiore di n. 12 partecipanti, nondimeno, al fine di conciliare le esigenze formative del personale e l’efficacia del metodo, si potrebbe ipotizzare di aumentare il numero della squadra a 15 membri ed eventualmente prevedere percorsi paralleli per un numero maggiore di partecipanti (ad esempio: 2 squadre di 15 soggetti).

3.2.2 FASE B: Didattica

Questa fase inizia con la prima giornata formativa e viene svolta in aula. In prima giornata si possono identificare due momenti:

1. Lavoro in plenaria: coincide con la presentazione del corso e della metodologia PBL. In questo primo momento, l’obiettivo è quello di condivisione della metodologia usata, di fornire chiare istruzioni ed informazioni sulle modalità, risorse e tempi del

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percorso formativo. Questo momento si conclude con la costituzione delle squadre, la presentazione del “problema” e la chiarificazione dei termini usati.

2. Lavoro in squadra: si continua con la sequenza dei sette salti previsti nel PBL, fino alla suddivisione dei carichi di lavoro fra i membri della squadra.

In prima giornata, devono essere stabilite le modalità di programmazione delle attività individuali/di gruppo che richiedono il supporto delle risorse a disposizione (postazioni internet, biblioteca, consultazioni riviste, etc.) e che sono comprese nelle ore di attività formative istituzionali.

Mentre, per lo studio individuale/di gruppo del materiale fornito e/o consultato, viene dato un margine di tempo proporzionale alla complessità del tema individuato (non deve essere eccessivo poiché si correrebbe il rischio di perdita dell’interesse e/o abbandono dell’evento).

L’attività formativa riprende in aula ed inizia con la condivisione/scambio delle informazioni acquisite dai vari componenti della squadra. Nella stessa giornata, segue l’incontro con l’Esperto (Docente).

Quest’ultimo, utilizzando la metodologia della lezione frontale e nel rispetto del modulo didattico affidatogli dal gruppo di progettazione, cercherà di rispondere alle domande dei discenti, approfondendo e chiarendo le tematiche formative emerse.

È importante che la lezione frontale non sia centrata sui contenuti del docente, ma sui gap conoscitivi dei discenti, rispetto all’argomento trattato.

In base all’ampiezza e complessità dei contenuti formativi, il gruppo di progettazione avrà determinato il numero esatto di lezioni in aula con l’esperto e pertanto, i discenti sapranno anticipatamente, il numero di volte che saranno in aula per gli approfondimenti previsti in fase progettuale.

101 Attività di laboratorio

Le attività di laboratorio devono precedere le esercitazioni sul campo (tirocinio con Docente/tutor) e potranno essere svolte in parallelo all’attività d’aula.

Saranno preventivamente stabilite le modalità, i tempi di accesso al/i laboratorio/i ed i criteri di acquisizione delle capacità (criteri di uscita); qualora se ne ravvisasse la necessità, ogni discente potrà concordare con il docente/tutor il prolungamento delle ore di laboratorio.

Esercitazioni sul campo

Seguono le attività di laboratorio e sia il tempo che le modalità di svolgimento, dovranno essere preventivamente stabilite dal gruppo di progettazione.

Come per le attività di laboratorio, le competenze da acquisire devono scaturire da un riconoscimento, da parte del discente, di un bisogno formativo da soddisfare; mentre, il criterio di acquisizione delle competenze, deve essere preventivamente stabilito.

La fase della didattica termina con l’ultimo giorno in aula, dove:

 si cercherà di sintetizzare le competenze acquisite rispetto al problema presentato

 saranno condivise le esperienze dei partecipanti all’evento formativo

 si somministreranno i questionari di gradimento e rilevanza del percorso seguito

3.2.3 FASE C: Post-Didattica

Questa fase riguarda la valutazione della ricaduta dell’evento formativo nell’operatività quotidiana. È un fase indispensabile per la valutazione dell’efficacia

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dell’intervento attivato e per la programmazione di eventuali modifiche e/o riedizioni del medesimo evento. Dopotutto, alla luce del notevole impegno e delle numerose risorse impiegate per l’attivazione di un siffatto percorso formativo, il Responsabile del Progetto, di concerto con il Responsabile della Formazione del Personale ha il dovere di effettuare un’analisi costi/benefici al fine di promuovere lo sviluppo delle competenze del personale attraverso l’implementazione del PBL nella formazione continua degli operatori sanitari.