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PROBLEM BASED LEARNING

2.2 PROBLEM BASED LEARNING (PBL)

Il Problem-based learning (apprendimento basato su un problema) è un metodo di insegnamento centrato sull'allievo o learner-centered, in cui un problema costituisce il punto di inizio del processo di apprendimento, incoraggiando gli allievi a sviluppare autonomia nell’apprendere e capacità di pensiero critico.

Il PBL presenta numerose e significative differenze con la formazione tradizionale; mentre in quest’ultima il materiale da insegnare è organizzato secondo lezioni cattedratiche e secondo il Subject-based learning cioè l’apprendimento basato sui contenuti, nel PBL si

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progetta intorno a una serie di “problemi”, e gli allievi affrontano situazioni che riflettono la realtà, simili a quelle che possono essere incontrate negli ambiti clinici.

Per rendersi conto della misura in cui l'approccio problem-based differisce dalla formazione tradizionale, si può focalizzare l'attenzione sugli "obiettivi formativi"; normalmente, tali obiettivi sono decisi in fase di progettazione didattica, nel caso migliore, sono il risultato di un'analisi dei bisogni e sono collegati ai risultati che ci si attende dai discenti. Essi sono, comunque, imposti dall'alto, nel senso che i discenti se li trovano già belli pronti e pensati per loro. Il punto debole di questo metodo è che raramente i discenti sentono gli obiettivi come "propri". Viene così a mancare quella percezione di rilevanza che costituisce una delle componenti della motivazione.

Nel PBL, invece, i discenti e il facilitatore individuano insieme le conoscenze che possono essere importanti nella risoluzione del problema e arrivano alla definizione di obiettivi didattici condivisi. Questo processo non è necessariamente efficiente, nel senso che all'inizio si possono anche percorrere strade sbagliate, ma è efficace, in quanto, quando si trova il giusto percorso, tutti hanno realmente appreso il modo in cui ci si è arrivati.

Prendendo in considerazione la scelta del problema, è chiaro che si tratta di un aspetto particolarmente critico dal punto di vista della progettazione didattica; infatti il problema deve essere tale da sollevare i concetti e i principi più rilevanti di un certo dominio di contenuti. In secondo luogo, come abbiamo detto, deve essere quanto più possibile "autentico".

Gli allievi lavorano insieme in piccoli gruppi per identificare i temi da prendere in considerazione, stabiliscono cosa sanno già e cosa hanno bisogno di apprendere, al fine di fornire suggerimenti e giustificazioni sul modo di migliorare la situazione studiata.

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L’apprendimento è sotto il controllo dell’allievo a cui è richiesto lo sviluppo di capacità di gestione e di lavoro di squadra, mentre il personale docente opera come facilitatore per promuovere la discussione e l’assistenza a favore di un apprendimento contestualizzato e integrato.

Perché la facilitazione del PBL abbia successo, gli insegnanti devono possedere una concezione dell’apprendimento e quindi dell’insegnamento cha dia potere all’allievo, credendo nella capacità degli allievi di apprendere e di percepire la conoscenza come un prodotto mutevole e da condividere.

Il PBL è ritenuto un’esperienza godibile sia per gli allievi sia per gli insegnanti, una considerazione che trova conferma in Albanese e Mitchell (22) i quali affermano che il PBL sembra avere maggior successo quando è gestito da un piccolo gruppo di insegnanti entusiasti più che da tutti i docenti della facoltà.

Un altro aspetto su cui vale la pena riflettere è il ruolo della formazione auto-diretta, o come si diceva una volta, "autoistruzione". Il PBL, infatti, non è un metodo puramente collaborativo perché anche se la collaborazione svolge un ruolo fondamentale, sono altrettanto importanti i momenti di studio individuale, in cui ciascuno segue le indicazioni emerse dall'analisi del problema per cercare, analizzare, organizzare e preparare le informazioni che possono servire per risolverlo. Gli allievi devono così imparare non solo a recepire le informazioni che qualcuno ha già preparato per loro, come avviene nella formazione tradizionale, ma anche a procurarsele, a confrontarle e a vagliarle criticamente.

Sono capacità queste, molto importanti nell'attuale società dell'informazione, dove le informazioni devono essere filtrate e decodificate, per arrivare a comprendere i punti di vista e le finalità sottostanti ai "dati" .

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La strategia permette un alto livello di flessibilità e permette di integrare materiali provenienti da diverse aree disciplinari applicandoli alla situazione infermieristica: ad esempio un problema centrato sull’intervento infermieristico richiesto per un bambino ferito, ricoverato al pronto soccorso richiederà non solo l’apprendimento della valutazione delle ferite, le tecniche asettiche e le medicazioni ma anche la fisiologia della guarigione, la comunicazione con i bambini e la capacità di consigliare i genitori; verranno utilizzate le evidenze basate sulla ricerca per giustificare le scelte di intervento, per mettere in discussione le decisioni e sviluppare capacità di pensiero critico.

L’identificazione della conoscenza necessaria e la capacità di trovare risorse, apprendere e difendere le loro azioni aiutano gli allievi a sviluppare le abilità necessarie per l’apprendimento continuo, un’importante capacità trasferibile per essere aggiornati con i costanti cambiamenti dell’assistenza sanitaria.

Oltre alle capacità relative all’apprendimento il PBL promuove le capacità di comunicazione; infatti gli allievi devono spiegare ai loro pari le ragioni delle loro azioni, devono inoltre sviluppare capacità di squadra e di negoziazione per assicurare che il lavoro venga distribuito in modo equo.

I compiti infermieristici come la valutazione e la pianificazione dell’assistenza possono anche essere sviluppati attraverso il PBL.

Il PBL offre un “approccio più integrato all’apprendimento” e l’apprendimento che ne deriva “permetterà agli allievi di prestare assistenza in maniera olistica”.

Elementi che influenzano l’apprendimento:

PBL

• Conoscenze pregresse • Reti semantiche

• Archiviazione delle informazioni • Contesto

• Motivazione

• Attiva conoscenze pregresse

• Attiva apprendimento per reti semantiche • Enfatizza il contesto

• Sviluppa la curiosità epistemica

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