• Non ci sono risultati.

LEZIONE QUATTRO

B. Piangi o rallegrati

Citazione: «Gesù, compassionevole e tenero, prova sempre simpatia per chi sof-fre, piange con quelli che piangono e si rallegra con quelli che sono nella gioia»

(E. G. White, La Speranza dell'uomo, p. 534).

Procuratevi quotidiani o settimanali recenti e portateli in classe. Chiedete ai bambini di cercare articoli che parlino di persone tristi o allegre. Poi i bambini divideranno il foglio in due colonne, su una scriveranno «gioia» e sull’altra «lacrime». Sotto ogni colonna scriveranno il nome delle persone che hanno trovato sui giornali suddividendole tra le due categorie. Per esempio: se qualcuno ha avuto un incidente sarà triste («lacrime»), mentre se qualcuno ha celebrato un matrimonio sarà felice («gioia»).

4

Occorrente

Cesto, o scatola, con l’etichetta

«Cesto d’affetto».

Occorrente

Giornali recenti

carta o lavagna e penne.

«Se tu fossi stato qui» gli disse «mio fratello non sarebbe morto». Nonostante questo, Ma-ria sperava ancora infatti aggiunse: «Io so pe-rò che Dio ti darà qualunque cosa tu gli chie-derai».

«Io sono la resurrezione e la vita» rispose Ge-sù «e chiunque crede in me non morirà mai.

Anche tu lo credi?».

«Sì» disse Maria. «Io credo che tu sia il Cri-sto, il Figlio di Dio». E con il cuore pieno di fiducia corse ad avvisare la sorella.

«Il maestro è qui» le disse «e chiede di te».

Maria si preparò immediatamente e uscì dal villaggio per incontrare Gesù. Quando lo vide si gettò ai suoi piedi e gli disse le stesse parole di Marta: «Signore, se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto!».

Ma Gesù sapeva quello che stava per accade-re. Avrebbe chiesto di sollevare la pietra che ricopriva la tomba di Lazzaro, poi avrebbe pregato il Padre e infine avrebbe chiamato Lazzaro fuori dalla tomba. Lazzaro si sarebbe alzato e avrebbe camminato verso di loro! Tra pochi minuti queste sorelle avrebbero riavuto con loro il fratello e sarebbero state immensa-mente felici!

Ma nel frattempo due sue amiche avevano il cuore spezzato dal dolore e una di loro stava piangendo ai suoi piedi. Vedendo la loro sof-ferenza, Gesù si commosse e pianse, spinto dall’affetto e dalla simpatia per queste due sorelle. Era partecipe della perdita subita da Maria e da Marta. Sentiva come loro il dispia-cere e pianse, perché loro piangevano.

In questo episodio Gesù ci ha dato l’esempio di che cosa significhi portare i pesi gli uni de-gli altri. Ci ha mostrato come dobbiamo com-portarci con gli altri. Egli vuole che ci mettia-mo «nei panni» degli altri, per sentire quello che loro sentono. Proprio come Gesù ha par-tecipato al dolore dei suoi amici, così noi dobbiamo essere sensibili e attenti ai dolori e alle gioie dei nostri.

Quando Gesù pianse

Un giorno, a scuola, una tua amica ti dice che il suo cane è stato travolto da una macchina.

Ha le lacrime agli occhi. Le dici che sei molto triste per lei. Dopo la scuola, con l’aiuto della mamma le prepari dei dolcetti e glieli porti a casa per dimostrarle che le vuoi bene. Questo tuo pensiero affettuoso la fa stare meglio.

Un giorno Gesù andò a trovare degli amici che avevano una cattiva notizia da dargli. La cosa lo fece soffrire a tal punto che Gesù si mise a piangere. Voleva aiutare i suoi amici a sentirsi meglio e così fece per loro qualcosa di meraviglioso.

Il versetto più corto della Bibbia è anche il più triste; lo puoi leggere in Giovanni 11:35: «E Gesù pianse». Forse Gesù ha pianto quando i discepoli lo hanno abbandonato? Forse quan-do è stato picchiato dalle guardie romane?

Oppure ha pianto sulla croce?

No. Gesù ha pianto quando è morto un suo caro amico.

Maria, Marta e Lazzaro vivevano a Betania, non lontano da Gerusalemme. Le due sorelle e il loro fratello erano grandi amici di Gesù e spesso, quando si trovava a Betania, Gesù an-dava a dormire a casa loro. Lo conoscevano bene, sapevano quale fosse il suo potere e, quando Lazzaro si ammalò, le due sorelle lo mandarono a chiamare.

Ma Gesù non si affrettò a venire. Rimase dov’era, ancora per due giorni, e poi andò a Betania. Quando arrivò, Lazzaro era ormai morto da quattro giorni.

Gesù sapeva che Lazzaro sarebbe morto e a-veva programmato di risuscitarlo dai morti per far capire definitivamente che lui era Ge-sù, il Figlio di Dio. Ma le povere sorelle di Laz-zaro non conoscevano i piani di Gesù. Tutto quello che sapevano era che Lazzaro si era sentito male, e che Gesù non era venuto.

Quattro giorni dopo, qualcuno disse a Maria che Gesù era alle porte di Betania e Maria si affrettò ad andargli incontro.

CONTENUTO DEL LEZIONARIO

Attività settimanali

SABATO

•Cerca un posto silenzioso e tranquillo per leggere la storia di oggi. Immagina di essere vicino alla tomba che racchiudeva il corpo di Lazzaro. Immagina di essere stato là, quando Gesù chiamò Lazzaro fuori dalla tomba.

•Leggi il versetto a memoria.

DOMENICA

•Durante il culto di famiglia, leggete a turno un versetto di Giovanni 11:1-44.

•C’è qualcuno che conosci che è molto tri-ste, in questo periodo? Perché? Parlane con i tuoi e riflettete su cosa potreste fare per questa persona durante la settimana.

•Cantate insieme «O Signore, che io sia bene-dizione» (Canti di gioia, n. 84).

•Ripassa il versetto a memoria.

LUNEDÌ

•Da oggi iniziamo insieme un esperimento che si concluderà alla fine della settimana! Metti un frutto molto maturo in un angolo molto buio della casa e lascialo riposare per quat-tro giorni. Il venerdì prendilo per vedere com’è diventato.

•Ricordi per quanto tempo Lazzaro è stato nella tomba (Giovanni 11:17)?

-3 giorni -7 giorni -4 giorni

•Disegna sul cartoncino un cerchio, dentro il quale scriverai il versetto a memoria. Imma-gina che sia la pietra che ricopriva la tomba di Lazzaro. Ora leggi o ripeti a memoria il versetto: lo hai già imparato?

MARTEDÌ

•Cosa puoi fare per dimostrare affetto alla tua famiglia? E cosa possono fare, i tuoi, per dimostrare che ti vogliono bene? Parlatene insieme. Alcuni suggerimenti: sorvegliare il bebè mentre la mamma riposa; leggere la sto-ria a un fratellino più piccolo; aiutare il fra-tellino o la sorellina a vestirsi; abbracciare la mamma e il papà e dire loro che li ami; aiuta-re a lavaaiuta-re i piatti…). Per non dimenticarla,

scrivi la buona azione che vuoi fare su un cartoncino e rileggila, ogni tanto. Impegnati a realizzarla prima di sabato.

•Vuoi leggere il versetto a memoria in modo diverso? Inserisci i nomi dei membri dalla tua famiglia, dove si dice «gli uni degli altri».

MERCOLEDÌ

•Disegna il volto triste di qualcuno che pian-ge.

•Leggi insieme ai tuoi Giovanni 11:35 e parla-tene insieme. Cosa c’insegna, sul pianto, il fatto che Gesù abbia pianto quando era tri-ste? È giusto che le persone adulte pianga-no? Credi che qualche volta Gesù abbia pianto anche per te?

GIOVEDÌ

•Dopo aver letto Matteo 11:28 e Salmo 68:19, rifletti: se tu fossi stato presente, cosa a-vresti detto o fatto per aiutare Maria e Marta a sopportare il loro dolore?

•Disegna un oggetto molto pesante, e scrivi dietro il disegno il nome di una persona che vorresti aiutare, perché sai che si trova in difficoltà. L’oggetto che hai disegnato rap-presenta la tristezza e il peso che quella per-sona porta. Prega Gesù di sostenere quella persona e che la tua preghiera possa darle forza.

•Canta «O Signore, che io sia benedizione»

(Canti di gioia, n. 84).

VENERDÌ

•Ricordi la frutta che hai messo da parte lu-nedì? Sono passati quattro giorni! Corri a prenderla. Che cosa ne è stato del frutto? È ancora buono? Può essere recuperato? Leg-gi insieme ai tuoi Giovanni 11:25. Chi è il solo che può restaurare la vita?

Ora leggete insieme Romani 15:15. Trovate delle parole d’incoraggiamento da dire in u-na delle situazioni seguenti: un caro amico trasloca; un cucciolo muore, qualcuno sta male, un amico ha preso brutti voti a scuola, o ha preso bei voti; un amico riceve qualco-sa di nuovo e di bello.