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Piani per l’origine

Nel documento Alcune Nozioni di Geometria (pagine 51-55)

della retta del piano xy.

Direzione e verso su una retta

Abbiamo notato che la medesima retta r: tv0 per l’origine pu`o identificarsi mediante t(av0) qualunque sia a6= 0.

Ricordiamo che l’insieme dei vettori {av , a 6= 0} identifica una direzione nello spazio, che `e chiamiamo la direzione della retta r.

Il parametro t appartiene ad R e su R esiste una relazione di ordine. Tale ordine si trasferisce ad r come segue: siano P1 e P2 due punti della retta r, P1 = t1v0,

P2 = t2v0. Diciamo che P1 viene prima di P2 se t1 < t2. Quando si stabilisce un ordine tra i punti di r si dice che si `e definito un verso su r. I vettori{av0, a > 0} ed i vettori {av0, a < 0} identificano due versi su r, che si dicono opposti l’uno all’altro.

1.10 Piani per l’origine

Consideriamo ora due vettori, v = v1i + v2j + v3k e w = w1i + w2j + w3k, non colineari, ossia tali che

v∧ w 6= 0 . Consideriamo i vettori

u = tv + τ w , t∈ R , τ = R (1.26)

a cui corrispondono i punti di coordinate

x = tv1+ τ w1, y = tv2+ τ w2, z = tv3+ τ w2. (1.27) Ricordiamo ora che v∧ w `e ortogonale sia a v che a w e quindi anche a u. Dunque,

(v∧ w) · u = 0

e quindi i vettori u, v e w sono complanari. Si pu`o anche mostrare il viceversa: ogni vettore complanare con v e w si ottiene dalla (1.26). Infatti, u `e sullo stesso piano di v e di w se e solo se il parallelepipedo individuato da questi tre vettori ha volume nullo. Per questa ragione le (1.27) si chiamano le equazioni parametriche del piano in R3. I punti del piano si ritovano al variare dei “parametri” t e τ in R.

Si osservi che le coordinate dei punti del piano sono l’immagine di una trasformazione da R2 in R3: la trasformazione

 t τ



−→ (tv + τw) =

v1 w1 v2 w2

v3 w3

 t τ

 .

Questa trasformazione ha propriet`a alquanto particolari: multipli e somme di vet-tori di un piano per l’origine appartengono al medesimo piano, si veda la (1.26).

Per questa ragione i piani per l’origine si chiamano anche i sottospazi di R3 (di dimensione 2).

Osservazione 33 Un’espressione del tipo

tv + τ w t∈ R , τ ∈ R si chiama combinazione ineare dei due vettori v e w.

La combinazione lineare di due vettori si pu`o sempre scrivere, anche se i due vettori sono colineari. In questo caso si ritrova per`o l’equazione di una retta ed uno dei due parametri `e ridondante.

Cos`ı come nel caso della retta, il piano di equazione parametrica (1.26) si pu`o rappresentare anche con l’equazione

u = t(av + bw) + τ (αv + βw) = (at + ατ )v + (bt + βτ )w (1.28) funzione dei due parametri

r = (at + ατ ) , s = (bt + βτ ) (1.29)

Per`o, come nel caso della retta, si incontrano dei casi “eccezionali”. Prima di tutto `e chiaro che se a = α = b = β = 0 la (1.28) rappresenta solo l’origine. Nel caso del piano `e per`o necessario anche che i due parametri r ed s siano indipendenti, ossia che il sistema (1.29) sia risolubile per ogni r e per ogni s. Ci`o avviene se e solo se il determinante

aβ− bα 6= 0 .

Se aβ− bα = 0 la (1.28) rappresenta l’equazione di una retta che giace sul

piano (1.26), salvo nel caso in cui tutti i coefficienti sono nulli, caso nel quale, come si

`e detto, si trova la sola origine delle coordinate.

Cos`ı come nel caso della retta, si pu`o trovare una rappresentazione privilegiata per il piano (1.26). Rappresentiamo il piano mediante l’equazione

u = tv + τ



w−v· w kvk2v



, t∈ R , τ = R

1.10. PIANI PER L’ORIGINE 49 Il vantaggio di questa rappresentazione `e che il piano `e rappresentato per mezzo di due vettori tra loro ortogonali:



w−v· w kvk2v



= 0 .

Un ulteriore passo porta a scrivere l’equazione del piano nella forma

u = te1+ τ e2 ove

e1 = = kvkv2

e2 = kw−1v·w kvk2vk

nw− kvkv·w2vo .

I due vettori e1 e e2 sono due versori, ossia hanno norma 1, e sono tra loro ortogonale.

La coppia (e1, e2) si chiama una base ortonormale del piano.

1.10.1 Equazione cartesiana del piano per l’origine

Torniamo a considerare le equazioni parametriche (1.27). Per ipotesi, i due vettori v e w non sono colineari, ossia il loro prodotto vettoriale v∧ w non `e nullo. Dunque `e non nulla una delle sue componenti. Sia per esempio non nulla la terza componente di v∧ w:

v1w2− w1v2 6= 0 .

Si sa, dal Teorema 2, che sotto questa condizione il sistema di due equazioni lineari x = tv1+ τ w1, y = tv2+ τ w2

nelle incognite t e τ ammette una soluzione (unica) per ciascuna scelta del “termine noto” x, y. Dunque, esistono numeri ri ed si, i = 1, 2, indipendenti da x e da y, tali che

t = r1x + s1y , τ = r2x + s2y .

Sostituendo queste espressioni per t e τ in z = tv3+ τ w3 si trova che le coordinate x, y, z dei punti del piano (ricordiamo, passante per l’origine) sono legate da

un’equazione della forma

ax + by + cz = 0 , (1.30)

con a, b, c opportuni coefficienti non tutti nulli.

Viceversa si vede immediatamente che se x, y, z soddisfano (1.30) (con coefficienti non tutti nulli) allora esse sono le coordinate dei punti del piano le cui equazioni parametriche sono

x = t , y = τ , z =−1

c[at + bτ ]

(se c6= 0. Si studi per esercizio il caso c = 0). Dunque, ogni piano passante per l’origine `e rappresentato anche da un’equazione della forma (1.30), che si chiama equazione cartesiana del piano (per l’origine).

La (1.30) ha una semplice interpretazione geometrica. Si introduca il vettore n = ai + bj + ck .

La (1.30) si scrive

n· (xi + yj + zk) = 0 .

Ossia, il piano per l’origine descritto dalla (1.30) `e caratterizzato come l’insieme dei vettori ortogonali alla direzione n.

Osservazione 34 E’ ovvio che l’equazione cartesiana del piano non `e unica:

la (1.30) equivale a s(ax + by + cz) = 0 per s6= 0. Ossia, il vettore n normale al piano non `e unico. E’ per`o unico, a meno del segno, il versore ortogonale al piano. E dunque `e unica l’equazione

ax + by + cz = 0

che descrive un piano dato, se si impone l’ulteriore condizione a2+ b2+ c2= 1 .

Si `e detto che l’insieme delle combinazioni lineari tv + τ w, t ∈ R, τ ∈ R descrive un piano se i vettori v e w non sono colineari, altrimenti descrive una retta (ed uno dei due parametri `e ridondante). Consideriamo ora tre vettori e le loro combinazioni lineari

t1u + t2v + t3w , ti∈ R .

Se i tre vettori non sono complanari, ogni altro vettore dello spazio pu`o ottenersi mediante una opportuna scelta dei numeri ti, si veda il paragrafo 1.1.2; se i vettori sono complanari, ossia se per esempio u = αv + βw, si ritrovano i punti di un piano (ed uno dei tre parametri ti `e ridondante). Se i tre vettori sono colineari si trovano i punti di una retta.

In generale in Rn si chiamano combinazioni lineari dei vettori vi, 1≤ i ≤ k, le somme

Xk i=1

tivi, ti ∈ R .

L’insieme S delle combinazioni lineari dei vettori vi ha ancora la propriet`a:

v∈ S =⇒ tv ∈ S ∀t ∈ R , v∈ S , w ∈ S =⇒ v + w ∈ S (la verifica `e immediata). Per questo S si chiama ancora un sottospazio di Rn. Il problema di capire se lo stesso sottospazio S si possa descrivere usando solo una parte dei vettori vi `e alquanto delicato e verr`a ripreso in seguito.

Nel documento Alcune Nozioni di Geometria (pagine 51-55)