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Pisa, la Gipsoteca di Arte Antica

CAPITOLO II: Casi campione

II.15- Pisa, la Gipsoteca di Arte Antica

Il nucleo delle collezioni che nel 2005 consente la fondazione della Gipsoteca di Arte Antica a Pisa consisteva in alcuni calchi in gesso che riproducevano le più famose statue greche, di proprietà dell'Accademia di Belle Arti di Pisa e utilizzati dagli studenti per l'apprendimento del disegno e dell'anatomia umana.

L’edificio scelto come sede museale è la chiesa sconsacrata di San Paolo all’Orto, ottimale non solo per la convenienza del canone affittuario, ma anche per la posizione strategica nel centro della città e ciò costituisce una grande differenza rispetto agli altri casi campione analizzati.

Menzionata per la prima volta nel 1032, la chiesa di S. Paolo all’Orto (che assieme a S. Paolo a Ripa d’Arno è il secondo edificio di culto dedicato all’Apostolo) durante l’età medioevale sorgeva in un’area esterna alle mura cittadine, presso alcune zone adibite all’agricoltura che hanno avuto un’influenza decisiva per quanto riguarda la scelta del toponimo. Dell’edificio originario risalente al XII secolo rimangono la parte inferiore del prospetto, gli archi della navata e i capitelli.

La facciata è in marmo di san Giuliano a fasce grigie, scandita da cinque archi ciechi. Le decorazioni del portale centrale consistono in una struttura a lunetta con tarsie policrome dai disegni geometrici e motivi vegetali, le cornici e i capitelli sono caratterizzati da espedienti decorativi classici e tardo antichi con protomi bovine. Sugli spigoli delle cornici si trovano una testa umana barbata ed un drago – entrambi simboli demoniaci - intenti a difendersi dall’attacco di un leone. Secondo la studiosa Mariagiulia Burresi92, l’iconografia dei leoni presenta dei punti in comune con la facciata della pieve di S. Casciano nel Valdarno pisano (realizzata dal Biduino nel 1180) e con i personaggi della Resurrezione di Lazzaro.

Sulla base del confronto fra i vari esemplari posti sulla facciata della chiesa di S. Paolo all’Orto, opera di Guido e Bonfiglio, essi devono essere datati al secondo terzo del XII secolo. La parete esterna meridionale presenta i resti di alcune sinopie tracciate ad ocra, databili al XII e al XIII secolo e rappresentano alcune scene di caccia al volatile.

All’interno della chiesa si sono conservati alcuni capitelli, in particolar modo nei pressi della navata, insieme a delle lastre sepolcrali con stemmi e decorazioni a basso rilievo.

Nel XV secolo le monache di sant’Agostino di via di Romea fecero costruire una nuova copertura a volte e scorciano il corpo longitudinale di trenta braccia.

Nel 1595 venne completato il campanile, in armonia con le strutture d’epoca romanica, come il basamento di pietra e laterizio; le decorazioni sono in ceramica. Il lavoro di raccolta e classificazione delle collezioni cominciò nel 1887, grazie al professor Gherardo Gherardini, docente di Archeologia presso l'Ateneo Pisano, i calchi acquisirono una dignità artistica del tutto nuova, per motivi legati non solo allo studio dell'arte antica ma anche estetici; in questo modo Pisa si conquistò un posto di rilievo per l'insegnamento dell'archeologia a livello europeo, insieme ad atenei tedeschi come Mannheim, Lipsia e Berlino.

A partire dal 190493la raccolta venne accresciuta e dopo un periodo di stasi dovuto alla seconda guerra mondiale, negli anni Cinquanta raggiunse la consistenza attualee fu necessario il reperimento di una sede che potesse ospitare un gran numero di esemplari.

Nel 2005 avviene il trasferimento delle raccolte nella chiesa di San Paolo all'Orto - chiusa al culto nel 1810 – e vengono musealizzate per la prima volta, ottenendo lo status di collezioni.

L'allestimento della Gipsoteca è stato organizzato dall'Ufficio Tecnico dell'Università di Pisa con la consulenza della professoressa Fulvia Donati, al fine di rispettare il più possibile l'arredo originario della chiesa.

Un tappeto in fibra di cocco copre l’intera superficie pavimentale e le collezioni sono suddivise su base cronologica e stilistica.

In questo modo è possibile creare un percorso che comincia con i calchi che riproducono la scultura greca degli ultimi secoli prima della nostra era (nel presbiterio è presente il gruppo del Laocoonte) giungendo fino all’età dello Stile Severo.

Le statue a tutto tondo poggiano sopra una pedana in legno oppure -come nel caso dell’Apollo del Belvedere - in acciaio verniciata di grigio-azzurro e presentano un cartellino identificativo in due lingue (italiano ed inglese), sorretto anch’esso da un sostegno del medesimo materiale.

Qualora il calco presenti alcune differenze con l'originale, la didascalia riporta delle immagini che aiutano l'osservatore nella comprensione dei dettagli mancanti.

Per il fissaggio alle pareti delle lastre architettoniche e funerarie sono stati utilizzati robusti telai di legno e quadrello di ferro.

Accanto all’ingresso del museo è presente un pannello che fornisce informazioni sulla storia della chiesa di San Paolo all’Orto e delle decorazioni dei suoi capitelli. L’apparato didattico-informativo è stato stampato su teli in carta/tessuto sospesi alle colonn94 mentre l’illuminazione consiste in coppie di faretti appesi alle colonne delle navate in direzione del centro dell’edificio per evitare un contatto diretto con i calchi in gesso.

Oltre alle consuete funzioni museali, la Gipsoteca di Arte Antica ospita conferenze, iniziative culturali, seminari e mostre temporanee grazie ad un sapiente sfruttamento dello spazio.

Pisa, la chiesa di San Paolo all’Orto. Fonte: http://commons.wikimedia.org

Pisa, Gipsoteca di Arte Antica. L’allestimento. Fonte: http:// www.turismo.pisa.it

Pisa, Gipsoteca di Arte Antica. La disposizione delle collezioni. Fonte: http://www.tuttomondonews.it