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Venezia, Museo della Basilica di San Marco

CAPITOLO II: Casi campione

II.9 Venezia, Museo della Basilica di San Marco

Il progetto di costruire a Venezia un museo all’interno della Basilica di San Marco per l'esposizione e la valorizzazione del tesoro dell’Evangelista, il cui culto si era sviluppato a partire dalle reliquie, venne ideato intorno al 1882 da Pietro Saccardo, ma l'apertura ufficiale si ebbe soltanto nel 1927 sotto la direzione di Luigi Marangoni.

La Basilica di San Marco venne costruita fra gli anni 827 e 829 utilizzando il modello strutturale della croce greca e conobbe nel corso dell'XI secolo una serie di lavori di ampliamento che portarono allo sviluppo di una decorazione interna assai raffinata65.

Tra questa si distinguono in particolare i mosaici, rappresentanti le vicende legate alla vita e al martirio di San Marco che resero la Basilica uno degli edifici simbolo della Repubblica di Venezia.

L’edificio conobbe altre due fasi di modifica della struttura: una struttura a croce greca risalente all’età bizantina ed un nartece, più recente.

Roberto Cecchi66 ha analizzato gli anni dal 1063 al 1072 e attribuisce a questo periodo una serie di innovazioni come la costruzione di un nartece, il tamponamento dell’originario sistema di illuminazione, il presbiterio, la costruzione di una volta a crociera nella cripta attuale e due speroni sull’abside. Quanto alla facciata, essa presenta una longitudine raddoppiata.

L'allestimento che Saccardo aveva proposto nel 1891 prevedeva l'ampliamento del lucernario della Basilica e la costruzione di due bacheche in legno di noce per custodire i cimeli provenienti soprattutto dal Tesoro di San Marco67 .

Negli anni Sessanta Ferdinando Forlati ha riunito gli arazzi della Passione nel braccio nord del museo e fra gli anni Ottanta e Novanta molte opere d'arte furono restaurate.

Nel 1991 il patriarca di Venezia Marco C'è dona alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Venezia l'ex sala dei Banchetti del Doge, permettendo così di ampliare il percorso museale attraverso la sua unificazione con il nartece della Basilica.

65 Per un discorso approfonito sui mosaici di San Marco, cfr. Demus 1990, p. 58 66 Cfr. Cecchi, 2003, p. 16

Fra il 1989 e il 1990 viene costruito un ascensore fra la Basilica e la fabbrica del palazzo patriarcale che collega i livelli del pianoterra con le sezioni museali.

Lo spazio interno della basilica è una parte importante dell’ambiente espositivo, valorizzato con l’alternanza delle volte e delle conche e l’uso di un fondo dorato. Le volte e le cupole sono sostenute da pilastri quadripodi, mentre piccoli varchi arcuati consentono l’accesso al matroneo settentrionale del transetto, da dove è possibile osservare il rosone in direzione del Palazzo Ducale.

La cupola dell’Ascensione presenta in sequenza i mosaici, fruibili nei minimi dettagli insieme all’Albero della Vergine. Accanto al presbiterio si nota - fra il doppio ambone a nord per la lettura dell’epistola e del Vangelo e a sud quello riservato al doge in lastre di porfido rosso – l’Iconostasi di Dalle Masegne, posta in cima alla transenna di marmo.

L’esposizione dei mosaici viene accompagnata da informazioni sull’apparato musivo della basilica, la cronologia dei mosaici e le metodologie di produzione delle tessere (materiali usati, tecniche di taglio e di esecuzione), insieme ai vari casi di recupero. Il percorso che conduce alla sezione dei tessili presenta alcuni disegni, dipinti corredati da note e fotografie che illustrano la storia della Salvezza.

I materiali che dominano il passaggio dal transetto alla cappella di san Pietro sono il porfido stellato e il serpentino verde, le colonne di porfido rosso esprimono il potere dogale e fanno parte di quel programma artistico che vuole Venezia come legittima erede di Bisanzio e di Roma.

La collezione dei tessili abbraccia un arco cronologico che va al XII al XVII secolo ed è esposta nel matroneo; da lì è possibile accedere alla sala che custodisce le antichità ed è la nuova sede dei quattro cavalli di bronzo, inizialmente esposti in cima alla facciata della Basilica di San Marco, ciascuno su quattro colonne. Realizzati con la tecnica della cera persa ed attribuiti stilisticamente allo scultore Lisippo vissuto nel IV secolo a.C.68, essi furono portati via dal grande ippodromo di Costantinopoli dopo la crociata del 1204 e posti sulla terrazza della Basilica dal doge Enrico Dando nel 1254.

Le vicende che hanno portato alla musealizzazione dei quattro cavalli in bronzo furono piuttosto travagliate a causa delle mire collezionistiche di Napoleone Bonaparte, che nel 1797 aveva ceduto Venezia all’Impero austro-ungarico.

Durante i due conflitti mondiali furono nascosti nei sotterranei del Palazzo Ducale. Negli anni ’80 furono portati all’interno del museo e vennero con copie identiche poste sulla facciata della Basilica e negli anni fra il 2001 e il 2002, i cavalli e i Tetrarchi sono stati collocati da Roberto Cecchi in una loggia dotata di terrazza accanto al matroneo della Basilica, sopra una pedana che aveva lo scopo di favorire la visuale degli spettatori.

Un altro importante esempio di antichità correlato al Museo di San Marco è costituito dal gruppo dei Tetrarchi è collocato al limite fra la basilica e il Palazzo Ducale, nell’angolo sud-ovest.

Esso è realizzato in porfido rosso egiziano e si compone in due parti distinte che rappresentano due coppie: in entrambi i casi uno dei personaggi ha la barba, mentre l’altro ne è privo e sono uniti in un abbraccio simbolo di fraternitas e di concordia che si ripete in modo identico.

L’allestimento museale comporta nel complesso un sostanziale rispetto della struttura originaria dell’edificio e della sua decorazione interna, attraverso l’utilizzo di teche in vetro per la protezione degli arazzi, illuminate da una serie di faretti singoli oppure disposti a gruppi di tre.

La scelta che nel XX secolo portò alla creazione del museo ebbe un duplice effetto: da un lato l'esaltazione del culto religioso legato alle spoglie dell'Evangelista e dall'altro la decisione di rendere ulteriormente manifesto il rapporto di continuità politica, culturale ed artistica fra la Serenissima e Costantinopoli, due città che come regine avevano imposto il loro dominio sul Mediterraneo attraverso la strategia militare e incantato interi popoli con le loro bellezze.

Venezia, Basilica di San Marco. Fonte: http://www.wikipedia.org

Venezia, l’originaria collocazione dei quattro cavallidi bronzo. Fonte: http://www.Venicewiki.org

Venezia, Museo di San Marco,. I quattro cavalli di bronzo e il loro attuale allestimento. Fonte: http:// www.venezia.myblog.it

Venezia, i Tetrarchi e la loro precedente collocazione. Fonte: http://www.magicoveneto.it

Venezia, Museo di San Marco. La musealizzazione dei quattro cavalli di bronzo e del gruppo dei Tetrarchi. Fonte: http:// www.guidedvenice.com