• Non ci sono risultati.

CAPITOLO II: Casi campione

II.8 Toledo, il Museo de Santa Cruz

Il Museo Arqueològico de Santa Cruz fu fondato a Toledo con il Real Orden del 16 giugno 1844 con il fine di trovare una sede per riunire le opere d’arte provenienti dai conventi sconsacrati della regione e le collezioni archeologiche del Cardinale Lorenzana che fino a quel momento si trovavano nel Palazzo Arcivescovale.

Dal 1844 al 1917 le collezioni furono ospitate all’interno di diversi edifici, di proprietà statale: il Convento di San Pedro Màrtir, il Monasterio de San Juan de los Reyes e nel 1919 avvenne il trasferimento definitivo nell’Hospital de Santa Cruz. Questo edificio fu costruito nel 1499 durante l’arcivescovato di Pedro Gonzàlez de Mendoza in qualità di collegio per i bambini di Toledo rimasti orfani. Il 1° ottobre del corrente anno fu emanata la bolla papale di Alessandro VI che dette inizio ai lavori, finanziati dalla regina Isabella con la donazione di 75.000 ducati61.

La struttura dell’Hospital de Santa Cruz segue i dettami dello stile plateresco che unisce elementi del gotico fiorito, del Rinascimento italiano e francese. Esso è dotato di quattro cortili e al centro è presente una chiesa la cui pianta ha la forma di una croce greca, progettata dall’architetto Alonso de Cuvarrubias.

Il primo allestimento delle collezioni fu progettato nel 1917, basato su una scrupolosa divisione su base tematica e cronologica in tredici sezioni fra l’ingresso dell’edificio, l’ala sinistra, la scalinata e la biblioteca62.

Nel vestibolo fu posta l’ara di Caius Valerius Pompeianus mentre nel chiostro furono collocati i dipinti; la statuaria a diretto contatto con il pavimento e gli oggetti di dimensioni minori sopra mensole.

Le quattro sale del fondo museale divenne il luogo in cui furono musealizzate ben dieci sezioni archeologiche ed artistiche, insieme ad una ricca collezione numismatica.

La scalinata dell’Hospital accolse cippi funerari arabi, lapidi ebree ed un altare gotico insieme a numerose statue barocche; al primo piano quattro corridoi furono utilizzati per esporre le collezioni dalla preistoria all’età medioevale, mentre nelle stanze erano presenti le pitture barocche e rinascimentali.

L’effetto del primo allestimento museale fu considerato dalla critica ridondante63 a causa del contrasto fra la mancanza di spazi e la mole complessiva delle collezioni;

61 Cfr. Santolaya Heredero, 1990, p. 317 62 Cfr. de Aragones, 1958, p. 22

inoltre i vani della zona est dell’edificio furono caratterizzati da una semi penombra permanente a causa di un lucernario aperto posto in fondo alla sala stessa, mentre il centro era illuminato dalla luce naturale.

Nel 1930 fu organizzato un nuovo allestimento, con cinque sale di cui una interamente dedicata all’archeologia romana mentre le altre ospitarono gli esemplari di pittura e scultura araba e visigota; infine fu creata la Galeria este per la musealizzazione delle epigrafi e della scultura barocca. Anche in questo caso fu adottato un approccio di natura cronologica verso le collezioni, ma la gestione degli spazi fu pianificata in modo migliore attraverso una nuova suddivisione tematica. Quando nel 1936 la Spagna subì il colpo di stato da parte di Francisco Franco, l’Hospital de Santa Cruz fu trasformato in dormitorio e refettorio per le milizie del Movimiento Nacional e durante la guerra civile le collezioni furono pesantemente danneggiate. Dieci anni dopo il museo fu riaperto al pubblico ma fino al 1955 non venne effettuato alcun intervento per restaurare l’edificio o le collezioni, il governo centrale ignorò completamente le esigenze culturali delle Asturie.

Nel 1956 il comune di Oviedo riuscì a recuperare l’edificio e ad organizzare un nuovo allestimento museale, con la creazione di undici sale.

La numero IV contiene l’intera collezione archeologica e si distingue per le innovazioni in materia museografica: sono presenti partizioni alte 2,50 m perpendicolari alla linea del muro64 che dividono la stanza in tre sezioni.

Nelle sale II e VIII si trovano gallerie di illuminazione artificiale nella parte alta delle pareti con lampade a fluorescenza mentre le doghe sono rivestite in siro grigio. Per quanto riguarda le vetrine, esse sono dotate di un’armatura interna metallica illuminate da lampade da 40 e 60 W.

La musealizzazione delle collezioni archeologiche all’interno delle teche è data dalla presenza di singoli ripiani in gesso, rialzati anch’essi con armature di ferro.

Nelle sale II e III le collezioni sono sistemate ad altezze diverse secondo un criterio gerarchico; gli oggetti sono sospesi grazie all’uso sostegni come artigli, staffe e ganci.

Le epigrafi sono affisse alle pareti tramite sostegni con graffette a sezione tonda ed amigdaloide.

Le sale al pianterreno sono verniciate di bianco, mentre al primo piano le pareti sono rosse per creare differenze tematiche e cromatiche fra i due nuclei del museo ovvero le antichità e le opere d’arte medioevali, rinascimentali e barocche.

Nel giardino del convento ogni pezzo è collocato sopra piedistalli, a lato del percorso o fra le colonne, accompagnando i passi dei visitatori.

Il Museo de Santa Cruz rappresenta un importante punto di riferimento per la storia di Oviedo e dell’intera regione delle Asturie, analizza le epoche culturali più importanti e costituisce una dimostrazione implicita di come la cultura sia in grado di resistere non solo allo scorrere del tempo ma anche alla barbarie che nel XX secolo ha sconvolto l’intera Europa.

Toledo, Hospital de Santa Cruz. Fonte: http://www.wikipedia.org

Toledo, l’interno del Museo de Santa Cruz. Fonte: http://www.pinterest.com