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Saint-Germain-en-Laye, Musée des Antiquites Nationales

CAPITOLO II: Casi campione

II.4 Saint-Germain-en-Laye, Musée des Antiquites Nationales

Il Musée des Antiquites Nationales fu fondato a Saint-Germain-en-Laye nel 1862, durante il decimo anno del regno di Napoleone III.

La scelta di creare un'istituzione museale al di fuori di Parigi, forte del suo Musée du Louvre, rispose alla necessità di dare una nuova vita al castello fatto costruire da Luigi VI il Grosso nel XII secolo ed utilizzato come penitenziario militare durante la Rivoluzione francese e al tempo stesso trovare una collocazione per le antichità gallo-romane rinvenute sul territorio parigino.

Una delle caratteristiche più importanti del castello è la Chapelle de Saint-Louis, fatta costruire dal re Luigi IX il Santo fra il 1239 e il 1248 in stile gotico flamboyant. Alta 11 metri, lunga 27 metri e larga 11, essa è dotata di tre volte e di un’unica navata absidata, sotto le finestre dalle vetrate riccamente decorate si trovano arcate a sesto acuto; una volta a crociera scandisce la navata e sulla facciata d’ingresso è presente un ampio rosone, il cui diametro misura 10 metri. Le volte a crociera presentano decorazioni sormontate da sette teste scolpite, probabilmente da identificare con i membri della famiglia reale.

Alla nascita del Musée des Antiquites Nationales contribuì in larga misura l'intervento di Hortènse Lacroix Cornu, amica personale di Napoleone III e grande appassionata di archeologia, che si occupò non solo di scegliere la sede ma anche dell'allestimento, acquistando insieme al marito la Collezione Campana49 e consultando autorevoli direttori di istituzioni museali del calibro di Ludwig Lindenschimdt.

Gran parte delle antichità furono esposte all'interno della cappella del castello, che era stata regolarmente utilizzata dai sovrani francesi fino alla sua sconsacrazione verso la fine del XVIII secolo e con il fenomeno del colonialismo fu creata una ricca collezione di arte africana ed asiatica.

L’inaugurazione ufficiale delle prime sei gallerie del museo avvenne il 12 maggio 1867, in concomitanza con l’Exposition Universelle organizzata a Parigi e durante gli anni successivi (1868-1870) si verificò un vertiginoso incremento di opere d’arte, libri e donazioni50.

49 Cfr. Effros, 2011, p.27 50 Cfr. Effros, 2011, p. 37

L’organizzazione delle gallerie per l’esposizione fu affidata ad archeologi come il danese Thomsen, inviato in Francia dal re Federico VII e coinvolto da Hortènse Lacroix Cornu, e la durata dei lavori richiese circa tre anni.

Si decise di allargare gli orizzonti del museo, cominciando dalla preistoria e arrivando all’epoca di Carlo Magno e fu allestita anche una biblioteca dedicata allo studio dell’antiquaria.

L’inaugurazione ufficiale delle prime sei gallerie del museo avvenne il 12 maggio 1867, in concomitanza con l’Exposition Universelle organizzata a Parigi e durante gli anni successivi (1868-1870) si assiste ad un vertiginoso incremento di opere d’arte, libri e donazioni51, insieme ai risultati degli scavi di Camp de Châlons che resero necessaria l’aggiunta di altre gallerie, che nel 1907 divennero 44.

L’attuale allestimento museale viene organizzato in base ad una suddivisione delle collezioni attraverso una selezione tematica: le sale 1-4 sono dedicate all’archeologia del Paleolitico, del Neolitico, dell’Età del Bronzo e della prima Età del Ferro; le sale 5-9 trattano il periodo gallico che precede la conquista romana.

Nelle sale 10-15 sono esposte le collezioni che testimoniano la presenza dei Romani a Saint-Germain-en-Laye.

Le sale 16-19 oltre ai mosaici del periodo gallo-romano presentano importanti ritrovamenti archeologici in tutti e cinque i continenti.

La collezione Edouard Piette, ubicata nell’omonima sala e donata al museo nel 1904, comprende numerosi utensili ed oggetti d’arte paleolitica, rinvenuti all’interno di grotte sul suolo francese.

In ogni sala le collezioni sono esposte all’interno di teche in vetro, dotate di una piccola pedana bianca e di illuminazione dai toni freddi posta a diretto contatto con gli oggetti per creare un contrasto con l’esterno.

Le teche si dispongono occupando gran parte della superficie di ogni stanza, salvo che nella Chapelle, dove sono disposte lungo il perimetro in modo che si crei una sorta di rapporto binario con il locale ecclesiastico sconsacrato. Per quanto riguarda la sezione neolitica, l’apparato didattico è illustrato in un registro posto sotto gli oggetti – identificati ciascuno da un numero - che segue l’intero percorso della vetrina.

Gli ambienti che ospitano le teche sono illuminati con luci dai toni caldi oppure, come nel caso della Chapelle, non è presente alcun tipo di illuminazione artificiale

ma le vetrate garantiscono l’ingresso dei raggi solari.

Le sezioni presentano un apparato didattico in due lingue (francese e inglese) che fornisce informazioni sul periodo storico a cui gli oggetti appartengono.

Il vasellame in vetro presenta un piccolo sostegno del medesimo materiale affisso alla teca, in modo tale da poter facilitare una visuale completa e accanto a ciascun oggetto è presente un cartellino identificativo.

Saint- Germain-en-Laye, la facciata sud del castello. Fonte: www.wikipedia.org

Saint Germain-en-Laye, Musée des Antiquites Nationales. Un esempio di allestimento museale. Fonte: http://www.stgermaincommerce.over-blog.com

Saint-Germain-en-Laye, Musée des Antiquites Nationales. L’allestimento del vasellame. Fonte: www.stgermaincommerce.over-blog.com

Saint-Germain-en-Laye: La Chapelle de Saint-Louis e l’allestimento delle antichità. Foto: su gentile concessione della Prof. Donati

Saint-Germain-en-Laye: un altro esempio di allestimento delle antichità. Foto: su gentile concessione della Prof. Donati

Saint-Germain-en-Laye, Musée des Antiquites Nationales. Allestimento. Fonte: www.stgermaincommerce.over-blog.com