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Pittura e immagine nei romanzieri tedeschi: dal Bildungsroman 81 al

LE ROMAN DE L’ARTISTE

2.2 Pittura e immagine nei romanzieri tedeschi: dal Bildungsroman 81 al

Künstlerroman82

Nella seconda metà del XVIII secolo, le descrizioni pittoriche fanno la loro comparsa in Germania, nei romanzi, grazie alla ricezione dei testi estetici di Diderot. Egli trasmette, nei suoi Salons, una versione brillante, ma molto tradizionale, della retorica, che sostiene l’affinità tra le arti e l’importanza della figura dell’ekphrasis, così come era stata codificata dai sofisti e dai letterati del Rinascimento. I Salons di Diderot, equiparati agli Eikones di Filostrato83, vengono

letti con notevole interesse, soprattutto per la concezione nuova della figura dell’artista, pittore tanto quanto scrittore.

Goethe, emancipatosi dalla teoria della mimesis, prende le distanze da Diderot, sostenendo l’idea di una autonomia dell’arte, indipendente da qualunque forma di imitazione. Egli insiste sulla formazione, la costruzione dell’immagine, la Bildung84, e sulla maniera di esprimere il mondo. I romanzi, dal 1796 al 1801,

mettono così in scena tale dibattito servendosi dei personaggi d’artista, che discutono sulla loro arte, dipingono, talvolta falliscono nel loro intento, evocano i grandi miti della creazione e il loro amore per l’arte.

Certo non furono solo i testi di Diderot ad influenzare la nuova concezione sulla pittura e sulla letteratura: ad essi bisogna aggiungere la profonda nostalgia per la Grecia antica, la pittura e l’arte ellenica ormai perdute, come dimostra

81 Romanzo di formazione. 82 Romanzo dell’artista.

83 Opera riguardante sessantaquattro descrizioni di pitture.

84 È un termine che ha un’infinità di significati: formazione, erudizione e, in senso più ampio,

l’opera di Winckelmann85, che rivela, a tutta un’epoca, l’arte classica, infondendo

l’idea che la bellezza e la perfezione della letteratura sono da ricercare nei testi di Omero, di Pindaro o dei sofisti della Grecia antica.

2.2.1 Definizione del genere

Come spiega nel suo saggio Pierluigi Pellini86, il romanzo di formazione

(Bildungsroman) e il romanzo dell’artista (Künstlerroman) hanno una coerenza di natura diversa. Per il pittore, come per il musicista o per il poeta, il momento di formazione è più importante del risultato, in questo risiede la ricchezza di una forma nuova e non limitata del romanzo dell’artista.

Il Bildungsroman, si riferisce ad una serie di romanzi che, in maniera più o meno discutibile (molti dissentono su questo fatto) seguono le tracce del capostipite di questo genere, vale a dire del romanzo di Goethe, Wilhem Meisters Lehrjahre, pubblicato per la prima volta tra il 1795 e il 1796. Esso è il prodotto di una determinata epoca e di un preciso contesto culturale. Il termine Bildung, che assume il suo significato attuale solo a partire dalla seconda metà del Settecento, nel contesto di un processo di sviluppo e crescita interiore dell’uomo, indica la formazione dell’eroe dal suo inizio e nella sua evoluzione. Le esperienze vissute

85 I suoi scritti, Gedanken über die Nachahmung der grieschischen Werke in der Malerei und

Bildhauerkunst, 1755 [Considerazioni sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura] e Geischichte des Kunst des Altertums, 1764 [Storia dell’arte dell’antichità], pongono in

primo piano l’arte greca, anche se conosciuta solo attraverso le copie romane, nella quale Winckelmann vede realizzato l’ideale di bellezza come riflesso di una umanità autonoma, caratterizzata da un’armonica fusione di corpo e spirito e dal dominio delle passioni. Goethe gli consacrerà il suo studio intitolato Winckelmann und seine Jahrhundert del 1805 [Winckelmann e il

suo secolo].

86 P. PELLINI, Il quadro animato. Tematiche artistiche e letteratura fantastica, Milano, ed.

dal protagonista rappresentano una sequenza di momenti di crescita e di maturazione: attraverso una serie di errori e di disillusioni, egli giunge ad instaurare un rapporto positivo e di compromesso con il mondo.

2.2.2 Roman de l’artiste e crisi della creazione

Considerato il ruolo determinante rivestito dall’arte, nel processo di formazione, il Bildungsroman o roman d’apprentissage si avvicina al Künstlerroman, il romanzo sulla vita di un artista, dagli esordi alla maturità.

L’artista della seconda metà del secolo non ha più nulla a che vedere con la figura tratteggiata dai Romantici. Il genio scompare a favore della rappresentazione di un malato colpito dalla stessa forza creatrice. Il mistero del gesto creatore, il conflitto dell’artista e della materia, la sua difficoltà ad animare una forma, sembrano nulla rispetto al rapporto che il personaggio intrattiene con la società. Questa ostilità diviene uno dei principali centri d’interesse delle narrazioni dell’epoca.

La storia d’amore tra un artista e il suo modello diviene la formula predominante dei romanzi della seconda metà del XIX secolo, come una delle forme possibili di rappresentazione dell’ambiente delle Beaux-Arts, delle sue problematiche tecniche o estetiche. Essa non ha nulla di particolarmente originale in sé, la ritroviamo infatti già in Balzac ne Le Chef-d’œuvre inconnu o ne La Maison du Chat-qui-pelote. Il ʽroman de l’artisteʼ, che si inserisce in una tradizione letteraria che parte dai contes fantastiques di Hoffmann per finire

sull’opera balzacchiana e sui racconti di Gautier, sperimenta, nella seconda metà del XIX secolo, con i fratelli Goncourt, Zola e in seguito Huysmans, nuovi significati, assume forme e valenze differenti quali il lavoro, la rinuncia e l’abnegazione: per realizzarsi, l’artista deve sacrificare la sua felicità terrena sull’altare dell’Arte e abbandonare la sua vita da uomo comune. La nuova forma narrativa permette altresì una esposizione più o meno sottile dello stato delle arti e della critica. In queste narrazioni si denuncia la deriva del sistema accademico e la corruzione del cursus honorum destinato a premiare la mediocrità e l’incompetenza.

L’incontro tra le arti e il romanzo, nella duplice forma di riflessione critica e riproduzione dei procedimenti e delle tecniche propri della pittura e della musica, avviene già in epoca romantica, momento nel quale si realizza la fusione tra le varie discipline artistiche e si verifica un contatto più frequente tra i vari artisti. È un periodo nel quale la letteratura detiene sulle altre pratiche una indiscussa superiorità, per la sua capacità di completare e assimilare a sé ogni disciplina, riproducendone gli effetti. Il Romanticismo costituisce, infatti, un’epoca di intensa unione artistica: gli stessi temi ispirano musicisti e pittori; il poeta diventa soggetto pittorico; il pittore si trova ad essere il protagonista di numerose opere letterarie, emblema per eccellenza della creazione artistica; i riferimenti pittorici offrono un modello di ideale estetico al quale la letteratura tenta di identificarsi in potenza rappresentativa.

Importante, ma considerato volgare ed inferiore rispetto ai generi nobili dell’epoca classica, il romanzo acquisisce, nel XIX secolo, piena legittimità, permettendo allo stesso tempo di esprimere al meglio la nuova sensibilità estetica

e la complessità sociale, grazie in particolar modo alla democratizzazione del lettorato e all’industrializzazione crescente dell’editoria.