Capitolo IV: Analisi del TPP 59
4.2 Inizio trattative 66
4.2.3 Politiche Agricole del Minshutō 71
Uno dei principali fattori che portano al crollo del Jimintō nelle zone rurali durante le elezioni del 2009 è la proposta del Minshutō del “Nōgyōsha kobetsu
shotoku hoshō seido”(農業者戸別所得補償)206 ovvero una politica agricola per dare
202 Era segretario generale del sindacato dei lavoratori della JA nella prefettura di Ibaraki
203 Decisione del Project Team disponibile alla seguente pagina: http://www.dpj.or.jp/article/100477/ 204 Lista dei membri del Project Team: http://www.dpj.or.jp/article/100387/経済連携PTが第1回総会
開く
205 Articolo del Asahi Shinbun del 11 novembre 2011
http://www.asahi.com/special/minshu/TKY201111110508.html
supporto agli agricoltori. La proposta di riforma viene presentata la prima volta nel ottobre 2007, ma non viene approvata nella Camera dei Rappresentanti. Dopo la vittoria del Minshutō, la proposta di legge è implementata nel 2010 e nel 2011 diviene effettiva.
Lo scopo di questa riforma è quello di incoraggiare gli agricoltori giapponesi a produrre anche se i costi di produzione sono più alti dei prezzi di vendita al dettaglio, inoltre cerca di incoraggiare investimenti nell’agricoltura per aumentarne la qualità. Il sussidio è calcolato in base alla differenza tra il prezzo di produzione nazionale medio e il prezzo nazionale al dettaglio. Il pagamento comprende anche dei bonus in base a: qualità, metodo di distribuzione, sforzi di produzione, espansione a livello amministrativo, protezione ambientale e diversificazione (produzione di cereali sostituti del riso). Questo sistema incoraggia gli agricoltori a differenziare producendo altre colture oltre al riso.207 La riforma inoltre, fornisce incentivi per le produzioni che seguono un piano di produzione stabilito dai governi prefettoriali per riuscire a raggiungere i livelli di autosufficienza alimentare.208 In questo modo gli agricoltori sono in grado di vendere i propri prodotti a prezzi competitivi con quelli stranieri.
Il passaggio da supporto di prezzo a sussidio diretto è accettabile per gli agricoltori, ai quali non interessa se il proprio guadagno derivi da un prezzo elevato o da un sussidio. In entrambi i casi l’agricoltore ha un profitto e chi ne perde è la Nōkyō. Con il sistema di sussidi precedente, era la Nōkyō a ricevere i sussidi dallo stato ed a ridistribuirli ai membri, fornendo macchinari a bassi prezzi e strutture di essiccamento, lavorazione e di conservazione per il riso; gli agricoltori part-‐time erano così incentivati a cooperare tra di loro. Con il pagamento diretto, la Nōkyō viene, di fatto, tagliata fuori perdendo così parte della sua influenza elettorale. In caso di apertura del mercato – ed un conseguente drastico abbassamento dei prezzi – gli agricoltori vengono protetti mentre alla Nōkyō verrebbe drasticamente abbassata la sua commissione sul prezzo di vendita. In questo modo, il Minshutō indebolisce una delle punte del triangolo MAFF-‐
Jimintō-‐Nōkyō fondamentale nel processo di mobilitazione elettorale.
207 YOSHIKAWA Yukie, "Can Japanese Agriculture Overcome Dependence and Decline?" The Asia-‐Pacific
Journal, 26-‐3-‐10, 28 giugno 2010 pp. 6
208 Minshuto seikenshu INDEX 2009 (Indice Politiche Minshuto 2009) disponibile:
Il problema principale di questa riforma però è che la maggior parte dei beneficiari di questo sussidio sono agricoltori part-‐time su piccola scala. Per quanto il prezzo del riso si abbassi, loro ricevono comunque degli incentivi che permettono di continuare l’attività e non hanno alcun interesse nell’ingrandirsi. Il Minshutō non menziona nessuna politica per favorire un’evoluzione dei piccoli agricoltori.
Il Jimintō, dopo la sua rielezione nel dicembre 2012, ha promesso di mantenere questa legge, il nome è stato cambiato in “Keiei Shotoku Antei Taisaku” (経営所得安 定対策). A partire dal 2015 il sussidio sarà disponibile per quegli agricoltori che presenteranno agli uffici municipali un piano per il miglioramento della produzione agricola su base quinquennale e per i giovani agricoltori che iniziano un’attività nel settore e presenta agli uffici municipali il loro piano di sviluppo. Una volta che gli uffici approvano il piano sarà possibile usufruire dei sussidi.209
Quando in Giappone si è riiniziato a parlare di FTA o di TPP, inevitabilmente, il problema di un sistema agricolo non all’altezza è tornato a galla. La riforma, Nōgyōsha
kobetsu shotoku hoshō seido, attuata dal Minshutō, piuttosto che riformare veramente
il sistema agricolo giapponese, si pone come obiettivo principale quello di indebolire una delle punte del ‘triangolo di ferro’ creatosi nel secondo dopoguerra.
La mia opinione è che sia impossibile affrontare il problema dell’apertura del mercato con dei meri incentivi che hanno come unico scopo quello di tenere nel mercato i piccoli inefficienti agricoltori part time. Il fornire incentivi senza aprire il mercato non è altro che un baramaki (favore in cambio di voti) e il continuare su questa strada dando vantaggi ai piccoli agricoltori part-‐time, rischia di non stimolare interesse ad espandersi su larga scala dei piccoli agricoltori e di demotivare quelli ‘professionisti’ a sviluppare un’agricoltura competitiva a livello internazionale. Un’apertura del mercato agricolo attraverso il TPP, con la conseguente attuazione di riforme politiche, credo possa essere uno stimolo importante per creare vere politiche agricole, favorendo l’incremento di un’agricoltura competitiva sul mercato internazionale ed accantonando le vecchie politiche agricole interessate solo ad ottenere voti. La speranza è che il governo riesca ad aggiornare questo sistema, fornendo dei sussidi anche agli agricoltori su larga scala. In questo modo, si potrebbe
209 MAFF, “Keiei shotoku antei taisaku-‐tō no gaiyō” (Panoramica delle misure per stabilizzare i redditi),
rendere il Giappone un Paese con un sistema agricolo moderno in grado di aiutare lo sviluppo dell’agricoltura giapponese e di fronteggiare la forte concorrenza da parte di Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda in una eventuale liberalizzazione del mercato.