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1.2 Profilo storico Profilo storico Profilo storico linguistico della comunità ebraica di Profilo storico linguistico della comunità ebraica di linguistico della comunità ebraica di linguistico della comunità ebraica di Livorno

1.2.3 Il giudeo-portoghese

Il giudeo-portoghese di Livorno è stato oggetto di una specifica e rigorosa indagine linguistica condotta da Giuseppe Tavani in due saggi

95 G.BEDARIDA, Ebrei di Livorno. Tradizioni e gergo in 180 sonetti giudaico-livornesi, cit..

96 Ivi, p.2-11. Un’analisi quantitativa riguardante il rapporto tra iberismi ed ebraismi elaborata in parte sulla base dei sonetti di Bedarida è contenuta in F.FRANCESCHINI,L’elemento iberico e l’elemento

ebraico nel lessico della poesia giudaico-livornese, estr. da Atti del IX Congresso Internazionale della Società di Linguistica e Filologia Italiana, Firenze, 2006, pp. 213-220.

97 G.BEDARIDA, Il gergo ebraico-livornese, cit., p.88, n.8.

98 F.FRANCESCHINI,L’elemento iberico e l’elemento ebraico nel lessico della poesia giudaico-livornese,

successivi, Appunti sul giudeo-portoghese di Livorno99 e Di alcune

particolarità morfologiche e sintattiche del giudeo-portoghese di Livorno100.

Il profilo storico-linguistico che segue è stato costruito principalmente sulla base degli studi sopra citati.

A differenza dell’analogo provvedimento dei reali di Spagna del 1492, il decreto di espulsione degli Ebrei dal Portogallo promulgato da Manuel I nel 1496 non provocò una migrazione di massa, la quale avrebbe comportato gravi danni per l’economia del regno a causa della perdita di buona parte della borghesia mercantile e artigiana.

Il decreto sarà applicato attraverso vari espedienti, tra cui la brutale e sistematica pratica della conversione forzata al cristianesimo, che investì persino gli ebrei portoghesi desiderosi di espatriare pur di non abiurare. Ai neoconvertiti, inoltre, fu imposto il divieto di lasciare il paese senza autorizzazione.

Dopo un periodo di relativa tranquillità sotto il regno di Manuel I, sin dai primi decenni del Cinquecento, un numero crescente di ebrei portoghesi convertiti, detti “marrani” o cristãos novos, furono costretti alla fuga a causa delle continue vessazioni e dell’introduzione del Tribunale dell’Inquisizione. La clandestinità dell’espatrio conferì all’emigrazione degli ebrei portoghesi un carattere familiare, individuale e diluito lungo tre secoli, contrariamente all’esodo massiccio e immediato degli ebrei spagnoli. Dal punto di vista linguistico ciò comportò nella maggioranza delle colonie una condizione di inferiorità numerica e una conseguente assimilazione del gruppo giudeo- portoghese rispetto a quello giudeo-spagnolo, accresciuta dal fatto che i

99 G.TAVANI, Appunti sul giudeo-portoghese di Livorno, cit..

100 G.TAVANI, Di alcune particolarità morfologiche e sintattiche del giudeo-portoghese di Livorno, in

«Boletim de Filologia», estr. da Actas do IX Congresso Internacional de Linguística Românica, II, Lisbona 1960, XIX, pp. 283-288.

marrani portoghesi tendevano a stabilirsi laddove già fossero presenti colonie di profughi del 1492.

L’assimilazione dei profughi portoghesi era inoltre facilitata dall’affinità tra le due lingue e dalla comune origine spagnola, in quanto molti di loro si erano rifugiati in Portogallo a seguito delle persecuzioni. Residuo di questo processo di assimilazione è la presenza di elementi portoghesi nello spagnolo dei sefarditi.

Tuttavia, in alcuni casi, gli ebrei profughi dal Portogallo, attratti da condizioni favorevoli, scelsero di fondare nuove comunità senza integrarsi a comunità sefardite già esistenti. In tali casi il portoghese ha assunto gli stessi connotati dello spagnolo delle comunità sefardite, e cioè principalmente arcaicità e ibridismo lessicale, sviluppandosi in una variante che può essere definita giudeo-portoghese.

Il giudeo-portoghese, vissuto esclusivamente nell’Europa occidentale, è scomparso ovunque da oltre un secolo, e in questo senso Livorno non fa eccezione. Lo studio di questa varietà può essere effettuato oggi solo attraverso l’esame di documenti a stampa e manoscritti.

Assieme a quella di Amsterdam la comunità ebraica livornese di lingua portoghese è una delle più importanti per rilevanza culturale, e si è formata a partire dalla fine del secolo XVI grazie ai provvedimenti di accoglienza e ai privilegi emessi dai granduchi Cosimo I e Ferdinando I. La “Nazione ponentina” ispano-portoghese di Livorno, più forte per numero e tradizione, ha mantenuto una posizione di predominio istituzionale e sociale rispetto agli ebrei levantini, italiani e tedeschi, fino al 1715.

Rispetto alla tendenza generale verificatasi nel resto delle colonie sefardite di lingua spagnola, il giudeo-portoghese non è stato abbandonato

progressivamente in favore del castigliano, ma si è affiancato ad esso come lingua ufficiale dell’intera comunità per oltre due secoli, usato negli atti pubblici, nel Tribunale dei Massari, nelle prediche e nella vita quotidiana101.

La legislazione interna della Comunità pubblicata nel 1756 era ancora redatta in portoghese, e solo nel 1787 un ordine del governo granducale impose in questo ambito l’utilizzo dell”idioma italiano”102. L’ultima pubblicazione in

portoghese è quella degli statuti della Confraternita “Maritar Donzelle”, del 1821, e fino al 1800 si fecero in questa lingua iscrizioni su lampade votive destinate alla Sinagoga di Livorno103.

Il portoghese, oltre ad essere lingua materna per il proprio gruppo, fu come si è detto la lingua speciale degli atti ufficiali, delle leggi, dei regolamenti, senza mai sconfinare nell’uso letterario, affidato interamente allo spagnolo e al ladino. Nessuna pubblicazione letteraria in lingua portoghese è stata mai attestata fino ad ora104, fatto confermato

dall’esistenza di testi portoghesi all’interno dei quali l’autore passa alla lingua spagnola per introdurre versi o brani in prosa letteraria.

Elementi fonetici, lessicali, fraseologici ma anche morfologici e sintattici provenienti dallo spagnolo sono fortemente presenti nel giudeo- portoghese degli Ebrei di Livorno. Ciò è dipeso da una reciproca compenetrazione tra le due lingue iberiche, entrambe usate da tutta la comunità, alla quale si devono aggiungere numerosi elementi provenienti dalla contaminazione con l’italiano.

Queste influenze hanno determinato una pressione analogica da parte

101 R.TOAFF, La Nazione Ebrea di Livorno, cit., p.23.

102 Ibidem.

103 G.BEDARIDA, Il gergo ebraico-livornese, cit., p.88, n.7.

104 Gli studi di Kayserling e Tavani confermano l’inesistenza di testi letterari giudeo-portoghesi stampati a Livorno (G.TAVANI, Appunti sul giudeo-portoghese di Livorno, cit., p.69).

dell’italiano e dello spagnolo, le quali hanno prodotto alcune tendenze aberranti nella fonologia del giudeo-portoghese di Livorno rispetto al sistema fonologico classico105, ma l’azione delle due lingue neolatine ha interessato

soprattutto l’aspetto morfematico e funzionale più che quello fonematico.

1.2.4

Il ladino

La varietà del giudeo-spagnolo conosciuta con il nome di ladino merita un posto a sé in questa sintesi sia per ragioni strutturali dal punto di vista linguistico sia per la fiorente tradizione letteraria pubblicata in lingua. Quest’ultimo aspetto è stato messo in luce dal prof. Arthur Kiron106, che

quantifica in circa un centinaio i volumi stampati in ladino a Livorno dal 1650 al 1995107. Infatti, mentre la produzione letteraria in spagnolo si affievolì

dopo il secolo XVIII108, la stampa di testi liturgici con traduzione ladina in

caratteri ebraici destinati per lo più alle comunità dell’Africa del Nord e del Levante, continuò ancora per lungo tempo. La raccolta di cantici Alegrias de Purim, pubblicata a Livorno da Israel Costa & C., è datata 1875109.

A volte impropriamente confuso dagli stessi ebrei con il djudezmo dei levantini110 o comunque con altri parlari giudeo-spagnoli111, il ladino sembra

sia da considerarsi una vera e propria lingua-calco usata per fini pedagogico-

105 Sono stati segnalati, tuttavia, anche tratti fonologici tipici del portoghese arcaico estesi ai prestiti italiani (Ivi, p.84).

106 A.KIRON, La Casa editrice Belforte e l’arte della stampa in Ladino, cit..

107 F.FRANCESCHINI,L’elemento iberico e l’elemento ebraico nel lessico della poesia giudaico-livornese,

cit..

108 GABRIELE BEDARIDA, Tradizioni folcloriche sefardite a Livorno cit., p.85.

109 G.BEDARIDA, Il gergo ebraico-livornese, cit., p.88, n. 7.

110 P.FORNACIARI, Fate onore al bel Purim. Il bagitto, vernacolo degli ebrei livonesi, cit., p. 33.

liturgici in forma scritta o orale, non parlata112. Si tratterebbe di una lingua

strutturata solo per recitare, pregare e scrivere, che calca in giudeo-spagnolo l’ebraico o l’aramaico mantenendo una sintassi di tipo semitico113.

Dal punto di vista dell’editoria ebraica, sia nell’Impero ottomano che in Italia, i primi testi giudeo-spagnoli furono inizialmente redatti in ladino, e comunque la maggior parte dei testi stampati in Turchia e in Italia fino al principio del XIX° secolo sono stati scritti in questa lingua114. A livello socio-

linguistico, dunque, la comunità ebraica di Livorno, centro nevralgico del giudaismo mediterraneo, ha certamente subito l’influenza di questa varietà durante l’opera pedagogica dei rabbini, in quanto il messaggio biblico veniva tradotto oralmente dal ladino dei testi scritti alla lingua parlata degli allievi ispanofoni115.