4. IL DIVIETO DEL MAIALE: UNA QUESTIONE ANCORA IRRISOLTA
4.4. La prescrizione del maiale: una divisione tra Nord e Sud?
Le considerazioni che sono emerse attraverso il fondamentale articolo del 2013 non ci portano di certo a risolvere la questione della formulazione del tabù del maiale e in generale degli animali di Levitico, ma forse aggiungono altre problematiche e altri risvolti che è necessario prendere brevemente in considerazione.
Le ipotesi sulla nascita della prescrizione che ho preso in considerazione nei capitoli precedenti devono sicuramente essere considerate valide, pur essendo tuttora dibattute. Non possiamo affermare con certezza la motivazione che ha spinto alla formulazione del tabù ma possiamo supporre che esse siano legate alla predisposizione dell'animale a determinati ambienti, a fattori ecologici o questioni politico-economiche o distinzioni etniche. Tuttavia sappiamo con certezza che la codificazione della proibizione di alcune carni nei passi del Levitico e del Deuteronomio avviene in un secondo momento, molto più tardo rispetto ad un'abitudine ormai consolidata.
Come ben si sa il problema della redazione del Pentateuco è estremamente complicato, tuttavia il periodo di codificazione delle leggi sarà da far risalire all'età tardo- monarchica o addirittura post-esilica.
La questione del riconoscimento delle varie fonti dei cinque libri della Torah e della loro datazione è, dal punto di vista della critica biblica, molto complessa. Come sappiamo i testi non sono unitari ma comprendono parti che derivano da diversi documenti e di conseguenza da periodi diversi di composizione107.
107 Non mi soffermerò in questa sede sulla complessa questione della datazione e del riconoscimento delle fonti del Pentateuco poiché esulerei dall'argomento che mi sono prefissa di indagare. Si rimanda quindi a tutta la critica biblica. Per quanto mi riguarda, ho tratto queste concise informazioni da Rofè 2011.
Il capitolo XI del Levitico, come gran parte dei codici legislativi del Pentateuco, sarebbe da ricondurre alla cosiddetta fonte “P”, la fonte sacerdotale la cui caratteristica distintiva è l'interesse alla questione normativa del popolo di Israele. Essendo la più tarda fra tutte le fonti, sarebbe da datare al periodo esilico e in particolare post-esilico della storia del popolo “eletto” (VI-V sec a.C.)108.
Come spiega Liverani, sebbene tutte le norme codificate nel Pentateuco siano state redatte in un periodo molto tardo, appunto tra il VI e il V secolo, esse non saranno state totalmente “inventate” in quel momento storico ma saranno frutto di norme consolidatesi in periodi precedenti109. Esse saranno poi state mantenute nei secoli come
baluardo di una specifica identità etnica.
La prescrizione sulla carne del maiale rispecchia la realtà che si riscontra nel regno di Giuda nell'Età del Ferro IIB-IIC, tuttavia nulla sembra aver a che vedere con il regno del Nord dove le percentuali di ossa di maiale sono nello stesso periodo in netta crescita. Si può supporre che il tabù del maiale sia emerso in un momento precedente quando appunto le tribù “proto-israelite”, di cui si è detto prima, si stavano stanziando nel territorio dell'altopiano.
Nel periodo del primo insediamento non vi era alcuna spaccatura tra il territorio dell'altopiano del Nord e del Sud. La prescrizione poteva invece riuscire a creare una distinzione etnica, una dicotomia “noi-loro”, come ho già spiegato precedentemente. Essa era quindi un modo di delineare uguali usanze all'interno di un'identità etnica di nuova formazione, la quale necessitava l'ottenimento della sua convalidazione anche attraverso la separazione dagli altri – i Filistei in questo caso.
In un secondo momento, il fenomeno di reinserimento del maiale nella dieta nel regno del Nord e quindi la rottura della comune tradizione aveva probabilmente suscitato alcune perplessità nel regno di Giuda dove le condizioni demografiche non avevano imposto un riavvicinamento al suino e dove il tabù del maiale continuava ad essere praticato110.
A questo punto la codificazione del tabù del maiale non doveva più mirare alla distinzione tra Israeliti e Filistei, che avevano ormai rinunciato all'allevamento del maiale, ma alla differenziazione dal regno del Nord che si era allontanato dalle antiche origini comuni.
Dopo il crollo del regno del Nord dovuto all'invasione di Tiglat-Pileser III nella seconda metà dell'VIII secolo, si era verificata una grande ondata migratoria verso il Sud del paese111. A provocare la reazione delle autorità del regno di Giuda era stato il
crescente allevamento di maiale nel regno del Nord.
L'aspirazione alla conquista dei territori settentrionali aveva quindi spinto gli autori dei testi legislativi a codificare il tabù “divino” sulle carni che era stato imposto non solo alle genti di Giuda ma anche alle genti di Israele. La volontà di una rinnovata unione era senza dubbio programmatica e si inseriva in un fenomeno più ampio dove entrambi i regni erano tenuti a riconoscere la dinastia davidica e l'unico tempio di Gerusalemme112.
Precedentemente all'invasione di Tiglat-Pileser III, lo stato di Israele aveva subito un forte sviluppo e lo stato di Giuda viveva nell'orbita del territorio del Nord, fenomeno accettato e confermato anche dalla storia deuteronomistica113. In quel periodo la stessa
110 Sapir-Hen 2013. 111 Ibidem.
112 Ibidem.
Gerusalemme doveva essere ridotta alla sola città di Davide e sull'altopiano del territorio di Giuda né nella valle di Beer-Sheba né nella Shephelah esistevano città centrali o fortificate. Mancano addirittura nel corso del IX secolo testimonianze che definiscano Giuda uno stato vero e proprio.
Dalla metà dell'VIII secolo tuttavia la situazione cambiò totalmente e gli insediamenti crebbero marcatamente. Gerusalemme divenne la città più grande del paese, e prima dell'invasione del 701 di Sennacherib, lo stato di Giuda vide il momento di massimo splendore114. Le ragioni che portarono il regno del Sud a tale splendore furono da un lato
l'inserimento a partire dal 732 a.C., dall'altro la caduta del regno di Israele (722-720)115.
Alla fine dell'VIII secolo vi fu in Giuda un grande incremento demografico che non può di certo essere spiegato con una naturale crescita dovuta al benessere statale. L'improvvisa ondata di migrazioni provenienti dal Nord avvenne in seguito alla conquista militare assira del regno116. Si consideri che non vennero occupate in Giuda
solo le aree più fertili, ma anche quelle più aride dell'altopiano. La popolazione aumentò drasticamente in soli trent'anni (732-700 a.C.) e lo stato del Sud si trasformò da piccolo stato tribale in una vera e propria potenza politica.
Ci si aspetterebbe, a questo punto, di notare una grande differenziazione nella cultura materiale tra genti provenienti dal regno di Israele e stanziatesi in Giuda e genti autoctone. Questo fenomeno tuttavia non si riscontra: la maggior parte della popolazione emigrata proveniva infatti dall'area più meridionale del regno di Israele dove la cultura materiale era piuttosto simile a quella meridionale. Si è quindi supposto che la maggior parte dei migranti provenisse dall'area a Sud di Samaria, grande capitale
del regno di Israele.
La grande ondata migratoria fa sì che nel territorio di Giuda vi siano due componenti culturali separate, una formata dagli “ex-abitanti” del regno di Israele e una composta dalle genti dello stato di Giuda. Il regno di Giuda necessita quindi di creare, per il suo mantenimento, una singola identità nazionale, che riesca ad unificare il culto e che permetta una legittimazione totale dell'autorità regale117.
Come scrive Finkelstein:
«In order to remake the nation and strengthen the authority and prestige of the royal family, the Jerusalem court engaged in two ideological projects centered on the concepts of temple and dynasty118».
Unificando il culto e legittimando la storia della propria dinastia, nella quale viene inserita anche la storia del regno di Israele, il potere regio si garantirà anche la fedeltà delle genti “esterne”. Come si è detto precedentemente, anche la questione normativa rientrerà in questo progetto.
La questione che a noi interessa, sulla prescrizione della carne del maiale, sarà sottolineata nuovamente.
Nel momento della forte migrazione, le autorità avranno riscontrato la necessità di unificare le due componenti per garantire la solidità del regno. A questo punto alcuni elementi legislativi e culturali si saranno dovuti fortemente legittimare. E anche il tabù
117 Finkelstein/Silberman 2006. 118 Finkelstein/Silberman 2006: 279.
sulla carne del maiale diverrà quindi una regola codificata e imposta dall'alto che dovrà essere rispettata da Nord e Sud, da Israele e Giuda.
5. CONCLUSIONI
Nel corso della mia trattazione mi sono ripromessa, come ho evidenziato in precedenza, non tanto di dare una soluzione al problema dell'origine dei tabù sulle carni e in particolare su quello del maiale, quanto di creare un quadro generale che permetta di affrontare con maggior chiarezza e oggettività la questione.
La mia ricerca mi ha portata, senza dubbio, a creare una mia opinione personale sul problema delle prescrizioni alimentari del Levitico le quali, pur essendo state indagate da numerosi illustri studiosi, non hanno tuttora avuto la soluzione.
Come ho avuto modo di spiegare precedentemente, i tabù sulle carni e in particolare sulla carne del maiale, avranno avuto un'origine molto antica, riconducibile al momento delle origini della formazione etnica del popolo “eletto”.
Le motivazioni della scelta di non cibarsi di alcuni animali, saranno dovuta quasi sicuramente a ragioni di tipo ecologico-ambientale. Il suino e gli altri animali “non commestibili” non sarà stato infatti convenienti da allevare presso un popolo di pastori. Questo rifiuto nei confronti di alcune specie si sarà sicuramente radicato nelle abitudini culturali dell'etnia di nuova formazione e sarà stato uno dei caratteri che avrà contribuito a mantenerla distinta dalle altre.
La codificazione della prescrizione, dopo alcune vicissitudini storiche, sarà stata piuttosto successiva e avrà convalidato legalmente un'abitudine perpetratasi nei secoli. Lo stesso Yhwh, il dio unico, sarà in questo caso chiamato in causa. Lui stesso avrà imposto ai membri del suo popolo di evitare alcuni animali, tra i quali l'immondo maiale.
Come si è potuto notare nel corso della mia trattazione, è molto complesso decretare quale sia l'origine certa delle prescrizioni alimentari che tuttavia sono tuttora strenuamente rispettate in tutto il mondo ebraico.
Mi sono soffermata a lungo sulla questione archeologica, volendo evidenziare che la collaborazione tra le varie discipline può portare se non ad una risoluzione assoluta, a nuovi ed interessanti risvolti.
Come si sarà potuto intuire l'argomento è molto vasto e complesso e dal quadro generale che mi sono imposta di creare, possono partire ulteriori riflessioni e ulteriori spunti di ricerca per approfondire ulteriormente una questione che ha suscitato grande interesse negli ultimi due secoli.
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Ringraziamenti
Desidero ricordare tutti coloro i quali hanno contribuito a rendere possibile la realizzazione di questo mio lavoro.
Ringrazio innanzitutto il Prof. Paolo Xella che, con la sua cordialità e professionalità, mi ha seguita, chiarendo ogni mio dubbio, durante tutto il periodo della ricerca.
Ringrazio la Prof.ssa Ileana Chirassi, la quale si è dimostrata ancora una volta disponibile e interessata, e mi ha fornito preziosi consigli durante la stesura di questo lavoro.
Desidero ringraziare sentitamente tutti i miei amici e colleghi, con i quali sono cresciuta e mi sono confrontata in questi anni tanto costruttivi per il nostro futuro. Ringrazio in particolare Alice che con vera amicizia e sincerità mi supporta in ogni insicurezza, mi rassicura in ogni avversità e gioisce di ogni mio successo.
Ringrazio Elisa che, nonostante il tempo e le distanze, è rimasta sempre al mio fianco e mi ha dato preziosi spunti nella stesura di questo lavoro.
Ringrazio Cristina che, in questi anni pisani, ha condiviso con me momenti importanti, creando un rapporto di fiducia e complicità.
Ringrazio inoltre Michele che, con la sua intraprendenza e il suo coraggio, mi ha aiutata a credere maggiormente nei miei sogni ed è diventato per me un punto di riferimento.
Un sentito ringraziamento va inoltre a mia sorella Laura, compagna di vita e avventure, e al suo disinteressato e grande affetto.
Desidero infine ringraziare nel modo più sincero i miei inimitabili genitori, che sono sempre stati da esempio e hanno sempre creduto in me e nei miei obiettivi, sostenendomi nei momenti più difficili e gioendo delle mie soddisfazioni. A loro è dedicato questo lavoro.