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Principali disposizioni legislative

4.1 Algeria

4.1.5 Principali disposizioni legislative

Il decreto del 9 febbraio 1992 ha instaurato lo stato d’urgenza a seguito del colpo di Stato del gennaio precedente.367 Tale decreto concede al ministro dell’Interno la facoltà di

restringere le libertà fondamentali, egli può, segnatamente, creare zone di soggiorno regolamentate, instaurare il coprifuoco e perquisire, sciogliere le assemblee locali elette, ecc.. La conseguente guerra civile, durata fino alla pubblicazione della legge sulla “Concordia civile” del 1999, è costata da 150.000 a 200.000 vittime.368

Da quando è stato decretato lo stato d’urgenza, c’è stata certamente poca giustizia in materia di diritti umani e libertà pubbliche.369 Più di 460 associazioni sono state sciolte,

rimanendo attive solo quelle che ricevono finanziamenti pubblici. Le altre associazioni si scontrano oltremodo con difficoltà in termini di riunione, manifestazione e libero svolgimento dei lavori.

Il Decreto legge del 30 settembre 1992 “Contro il terrorismo e la sovversione”,370 ha

367Nel gennaio del 1992 il Presidente Chadli, sospettato di complicità con il FIS viene costretto a dimettersi e sostituito dall’Alto Comitato di Stato, guidato da Muhammad Boudiaf, per cui il secondo turno delle elezioni viene annullato. Nel marzo il FIS viene sciolto e due suoi leader, Abbasssi Madai e Ali Belhadjan incarcerati. A giugno Muhammad Boudiaf viene assassinato. Da

www.osservatorioiraq/tunisia/processipolitici

368Vedi supra nota precedente.

369Algérie, Rapport 2004, Amnesty International, p.407.

comportato la creazione di Corti speciali composte da magistrati rimasti anonimi, ufficialmente per motivi di sicurezza. La FIDH (Federation International des Droits de l’Homme) ha stimato a 10.000 il numero di persone giudicate da tali Corti e a 1127 il numero di condannati a morte nel solo periodo che va da febbraio 1993 a giugno 1994. Il Decreto del 22 settembre 1993 ha creato delle guardie comunali a servizio del Mistero dell’interno i cui membri sono armati dallo Stato e hanno il compito di partecipare alle missioni di mantenimento dell’ordine pubblico nel quadro della lotta al terrorismo.

La Delibera interministeriale del giugno 1994 interdice la pubblicazione di informazioni che riguardano questioni di sicurezza (e di terrorismo) senza l’autorizzazione “di una cellula di comunicazione di sicurezza”, diretta dai Servizi di sicurezza militare.

L’Ordinanza del 25 febbraio 1995371 (a ridosso della convocazione della Conferenza di

Barcellona), integra nel Codice penale e nel Codice di procedura penale delle disposizioni restrittive della libertà quali: estensione della detenzione preventiva a 12 giorni, possibilità di perquisire sia di giorno che di notte, modifica della composizione dei tribunali competenti rispetto crimini e delitti relativi al terrorismo, soppressione delle Corti speciali. Il Decreto del 4 gennaio 1997 istituisce i Gruppi di legittima difesa (G.L.D.) chiamati ugualmente “patrioti”, composti da civili armati e pagati dallo Stato, con competenze di gendarmeria ed incaricati di lottare contro il terrorismo.

L’UGTA (Union Générale des Travailleurs Algériens), fondato nel 1956 durante la guerra di liberazione nazionale da un militante sindacalista del FLN, è stato l’unico sindacato esistente dal 1962 al 1989. Esso resta ancora oggi il sindacato dominante.

Il sindacato islamico dei lavoratori (SIT) è stato creato da dei militanti islamisti il 30 giugno 1990; esso è stato sciolto dopo l’interdizione del Front islamique du salut (FIS) di cui era parte. A tal proposito si può segnalare l’esistenza di altri sindacati la cui azione è limitata ad alcune specifiche attività come il sindacato nazionale autonomo del personale delle amministrazioni pubbliche (SNAPAP), creato il 21 marzo 1990.

Mohammed Boudiaf, Presidente dell’Alto Consiglio di Stato, agendo in procura del Capo di Stato, ha creato nel 1992 l’Osservatorio nazionale dei Diritti dell’Uomo (ONDH), finanziato dallo Stato e dotato di personalità giuridica con Presidente nominato per Decreto dal Capo di Stato per il quale opera. Tale organo pubblica un rapporto annuale sulla situazione dei diritti dell’uomo nel Paese e contribuisce alla promozione dei diritti dell’uomo.

L’ONDH, tuttavia, si è opposta alla risoluzione del Comitato dei diritti dell’Uomo (CDH) del giugno 1998 ed ai rapporti pubblicati dalle ONG come Amnesty International, la FIDH, Human Rights Watch, Reporters Sans Frontières. 372

Il 25 marzo 2001 l’ONDH è stata sciolta e sostituita dalla Commissione nazionale consultativa della protezione e promozione dei diritti dell’uomo tramite il Decreto ministeriale n° 01-71.373

Le altre ONG presenti sul territorio nazionale algerino devono essere preventivamente autorizzate dal Ministero dell’interno.

Nel settembre del 1999 dopo l’elezione di Abdelaziz Bouteflika alla Presidenza della Repubblica, viene approvata, tramite referendum, la legge sulla “Concordia civile” che garantisce l’amnistia a tutti gli islamici radicali che non si sono macchiati di “crimini di sangue” e che rinunciano alla violenza prima del 13 gennaio del 2000.

Un altro passo in avanti, in termini di riconoscimento dei crimini commessi durante la guerra civile, è rappresentato dalla nomina, ad opera del Presidente Bouteflika, di una commissione ad hoc, presieduta dal direttore del Consiglio Nazionale Consultivo per la Protezione e Promozione dei Diritti Umani (CNCPPDH), Farouk Ksentini, con lo scopo di identificare il numero degli scomparsi del “decennio nero”. Dopo diciotto mesi di lavoro la Commissione identificherà 6.146 casi di scomparsa. Tuttavia questo documento, consegnato nel marzo del 2005 al Presidente della Repubblica, non verrà mai reso pubblico.

A settembre dello stesso anno viene approvata la Carta per la pace e la riconciliazione che sancisce la non perseguibilità dei reati, anche gravi, perpetrati durante la guerra civile sia dai terroristi islamici sia dalle forze di polizia e dell’esercito.

372MADJID BENCHIKH, Algérie, in PAUL TAVERNIER (a cura di), Recueil Juridique des droits de

l’Homme en Afrique, Vol. 2, Bruylany, 2005, p. 845, 847.

373In virtù del Decreto citato, tale Commissione è un organo a carattere consultativo di sorveglianza, allerta e valutazione in materia dei diritti dell’uomo (art.5). Esso svolge le funzioni di: intraprendere tutte le azioni di sensibilizzazione, informazione, e comunicazione sociale per la protezione dei diritti dell’uomo, promuovere la ricerca, l’educazione e l’insegnamento dei diritti dell’uomo in tutti i cicli di formazione e nei contesti socio-professionali, esaminare e formulare avvisi (…) sulla legislazione nazionale, allo scopo migliorarla in termini di tutela dei diritti dell’uomo, di contribuire all’elaborazione dei rapporti che gli Stati devono presentare agli organi e ai comitati delle Nazioni Unite e alle Istituzioni regionali in applicazione delle proprie obbligazioni convenzionali; sviluppare la cooperazione nel campo dei diritti dell’uomo con gli organi delle Nazioni Unite, le istituzioni regionali, le istituzioni internazionali di altri paesi e con le organizzazioni non governative nazionali ed internazionali; assicurare le attività di mediazione nel quadro del suo mandato per migliorare le relazioni tra le amministrazioni pubbliche ed i cittadini. (art.6). Il presidente della Commissione e i suoi membri sono eletti dal Capo di Stato (art.9). Décret présidentiel en creant une

Commission nationale consultative de promotion et de protection des droits de l’Homme, n° 01-71 del 25

Tuttavia nel novembre 2008 si assiste ad un clamoroso arresto delle garanzie costituzionali in materia istituzionale in quanto, come visto, interviene la revisione costituzionale che prevede l’eliminazione del limite di due mandati per il Presidente della Repubblica e limita i poteri del Primo ministro. Questi non può presentare un programma di governo, né convocare il Consiglio dei ministri, né firmare decreti esecutivi senza l’avallo del Presidente della Repubblica, ciò permette al Presidente Bouteflika di essere rieletto per un terzo mandato nell’aprile dell’anno successivo.374

Nel gennaio del 2011 iniziano le proteste a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, della disoccupazione cronica e della carenza di alloggi. Tali proteste vengono represse con forza, tanto da provocare una decina di morti e centinaia di arresti nella capitale Algeri.

In relazione a ciò viene creato il Coordinamento Nazionale per il Cambiamento e la Democrazia (CNCD) ad opera della Ligue Algérienne de Défense des Droits de l’Homme (LADDH), dei sindacati autonomi (tra cui lo SNAPAP di cui sopra), del Rassemblemet Action Jeunesse (RAJ), di SOS Disparus e dei partiti politici Raggruppamento per la cultura e la democrazia (RCD), Partito della libertà e la giustizia (PLJ), Movimento democratico e sociale (MDS).

Tale diposizione di forze, oltre alle continue manifestazioni popolari, concorrono a condurre alla revoca dello stato di emergenza nel febbraio dello stesso anno ed alla istituzione di due commissioni in maggio: la prima incaricata di elaborare nuove riforme tra cui una nuova legge elettorale e sui partiti politici, oltreché misure di varia natura volte all’ampliamento della partecipazione femminile nelle assemblee elettive locali e un nuovo codice dell’informazione. La seconda, con il proposito di indicare le modalità di uno sviluppo durevole e migliorare l’efficienza delle imprese nazionali. Tra novembre 2011 e maggio 2012, in vista delle elezioni legislative per il rinnovo dell’Assemblea Popolare Nazionale (APN), il parlamento vota una legge che accorda la presenza di una “quota rosa” minima nelle circoscrizioni elettorali e l’APN, tuttavia, essa approva anche un disegno di legge che limita fortemente la costituzione di nuovi partiti politici, ponendo in capo all’amministrazione dello Stato la prerogativa di autorizzarne la formazione.

Nonostante, dunque, speranze ed iniziative lo Stato algerino continua a dover fare i conti con persistenti blocchi istituzionali al cambiamento democratico.375