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Relazione introduttiva

3. Principali esit

Nel complesso i 100 docenti con funzioni di middle manage- ment che hanno risposto al QPV si collocano in modo positivo entro le fasce di punteggio individuate: nessun docente ottiene tra 0 e 40 punti, il 14% dei docenti raggiunge tra 41 e 60 punti, il 56% tra 61 e 80 punti e il 30% tra 81 e 100 punti. Il Graf.1 mostra i punteggi ottenuti focalizzando in particolare i quattro fattori che componevano il questionario.

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Graf.1: Esiti QPV suddivisi per fattori

Ciò che è possibile evidenziare di quanto rappresentato nel Graf.1 è la tendenza normale – ma spostata verso destra – della curva dei punteggi ottenuti. Il fattore “leadership diffusa” sem- bra essere il più solido nelle pratiche professionali dei docenti con funzioni di middle management: consta del 21% dei casi di coloro che hanno ottenuto 81-100 punti e del 44% di chi ha rag- giunto tra 61 e 80 punti. L’attenzione alla “triangolazione dei da- ti” è allo stesso modo ampia: il 65% si colloca nella fascia 61-80 punti e l’11% in quella 81-100. Il fattore “strumenti di monito- raggio”, benché i punteggi siano nel complesso non negativi, è quello su cui sembra essere necessario un ulteriore lavoro di ap- profondimento; i docenti hanno ottenuto infatti nel 6% dei casi 21-40 punti e nel 44% tra 41 e 60 punti.

Nell’analizzare gli esiti del QPV è stata approfondita la rela- zione tra punteggi ottenuti e anni di servizio. Focalizzando l’at- tenzione su chi ha ottenuto un punteggio totale al QPV tra 81 e 100 punti ciò che emerge è che il 43,7% dei docenti ha oltre 21 anni di servizio, il 20% tra 11 e 20 anni di servizio e il 30,4% fi- no a 10 anni di servizio. Questo dato fa pensare che, sebbene la relazione sia presente, non solo l’esperienza professionale influi- sca sulla sensibilità ad avvalersi della collaborazione con i colle- ghi e di pratiche valutative di qualità per concorrere alla qualifi- cazione dei processi educativi.

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Dall’analisi dei punteggi medi ottenuti a ogni item del QPV è emersa la discrepanza tra ciò che i docenti pensano sia strategi- co fare e il mondo in cui effettivamente agiscono nell’esercitare le proprie funzioni intermedie. Gli item a cui sono state date ri- sposte positive (medie di 3,5 e 3,7 su un massimo di 4) riguar- dano l’importanza di avvalersi dei dati raccolti in aula per pro- gettazioni future, il pensiero che ogni collega sia una risorsa per la scuola e l’importanza attribuita al feedback degli alunni per valutare il proprio operato professionale. Gli item con i punteggi medi più bassi (medie 2,2 e 2,3) sono invece relativi ad aspetti più vicini alle proprie pratiche professionali: organizzare incontri di progettazione condivisa, prendere in considerazione le critici- tà evidenziate dal Nucleo Interno di Valutazione (NIV) nelle proprie attività, proporre eventi in cui coinvolgere i colleghi del middle management, le famiglie degli alunni e/o altri stakehol- ders.

Somministrare e riflettere sugli esiti del QPV è stato utile per individuare ambiti su cui lavorare ulteriormente con i docenti in formazione e riflettere sulla progettazione di futuri percorsi di sviluppo professionale. In questa prospettiva è stata cruciale la fa- se di follow-up condotta con i docenti a seguito della sommini- strazione del QPV. Le riflessioni si sono concentrate principal- mente su tre ambiti: contenuto delle domande, funzione strate- gica del questionario, utilizzo del QPV a scuola.

In relazione al primo ambito i docenti hanno segnalato che non sempre le domande fanno riferimento a questioni che ri- guardano le proprie funzioni da vicino. A essere problematizzati sono stati soprattutto gli item relativi a come agire sulla base del- le segnalazioni del NIV e delle proposte degli stakeholders. A questo proposito è stato importante ricordare loro che a prescin- dere dalla propria funzione di middle management si dovrebbe- ro valorizzare i contributi di ogni attore per migliorare le proprie pratiche professionali e innalzare la qualità complessiva della scuola.

In relazione al secondo ambito i docenti hanno condiviso co-

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me l’aver risposto al questionario sia stato utile per riflettere su pratiche trasversali a cui dovrebbe fare attenzione qualsiasi do- cente e membro del middle management scolastico. Ogni item, ad avviso dei docenti, ha fornito spunti per rendere operativi concetti spesso dati per scontati nella pratica quotidiana (es. im- portanza di collaborare; di offrire e/o chiedere feedback a stu- denti e famiglie; di costruire, utilizzare e arricchire in modo stra- tegico banche dati).

Rispetto al terzo ambito non ci sono state particolari segnala- zioni circa la difficoltà nell’utilizzo a scuola del QPV, tuttavia i docenti hanno fornito informazioni utili per modificare lo stru- mento in vista di future somministrazioni (es. predisporre un glossario per definire i concetti poco noti; prevedere campi aperti per specificare domande complesse; integrare domande relative al rapporto con il DS).

4. Conclusioni

Nel complesso i docenti con funzioni di middle management che hanno risposto al QPV si collocano in modo positivo entro un tema complesso quale è quello della valutazione nella pro- spettiva del miglioramento dei processi interni alla scuola.

L’utilizzo del QPV è stato strategico per rilevare informazioni utili a formulare un feedback che evidenziasse ai docenti punti di forza e criticità per accrescere la propria cultura del dato e della valutazione. I docenti hanno confermato l’utilità dello strumen- to nel porre in rilievo strumenti di rilevazione dati e pratiche va- lutative spesso lasciati impliciti o non utilizzati in quanto perce- piti distanti dai propri ambiti di responsabilità.

Gli esiti della ricerca confermano l’importanza di coinvolgere i docenti con funzioni di middle management in percorsi di svi- luppo professionale se la loro funzione vuole essere finalizzata al- la qualificazione dei processi educativi nel loro complesso, in quanto in alcuni casi (es. nei fattori del QPV “Strumenti di mo-

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nitoraggio” e “Utilizzo banche dati”) la cultura del dato e della valutazione appare ancora debole.

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Trinchero, R. (2004). I metodi della ricerca educativa. Roma-Bari: La- terza.

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II.

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Strategie di scrittura e competenze professionali delle educatrici e degli educatori. Quale consapevolezza al termine del percorso forma- tivo universitario

Educators’ writing strategies and professional skills. Italian univer- sity students awareness at the end of the training path

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Patrizia Sposetti, Giordana Szpunar Sapienza Università di Roma

Silvia Fioretti

Università di Urbino Carlo Bo

Il saggio affronta il tema dei rapporti tra scrittura accademica, professionale e personale tra gli studenti universitari italiani. L’attenzione specifica è rivolta agli educatori formati nell’am- bito dei Corsi di Laurea in Scienze dell’Educazione e della For- mazione (L-19). Esiste un legame solido ed evidente tra le pro- fessioni educative e le pratiche di scrittura, come dimostrano gli oltre due decenni di ricerca su questo tema: la scrittura fa- cilita l’oggettivazione necessaria per la condivisione e, allo stes- so tempo, permette di prendere le distanze dallo sforzo delle professioni educative. In questa sede sono presentati i primi ri- sultati di una indagine sulle competenze professionali e, in particolare, sulle strategie di scrittura durante il percorso di studi e formazione, condotta nell’anno accademico 2018/2019. L’indagine ha coinvolto 42 studenti del terzo an- no di Scienze dell’Educazione e della Formazione presso l’U- niversità “Sapienza” di Roma (22 studenti) e l’Università “Car- lo Bo” di Urbino (20 studenti). L’analisi sembra suggerire una presa di coscienza dell’importanza della scrittura nelle profes- sioni dell’insegnamento e della necessità di un’istruzione e for- mazione più specifica. La questione del legame tra università e contesto professionale e tra un percorso di apprendimento universitario e l’ambiente di vita e di lavoro è centrale per la modernizzazione della didattica universitaria e richiede una ri- flessione sulla necessità di creare percorsi di apprendimento specifici e ben strutturati. Nell’ambito dei Corsi di Laurea, il

abstract

tirocinio è considerato un’occasione speciale anche per la for- mazione finalizzata alla produzione di scritti “professionaliz- zanti” strettamente legati al lavoro e che fungono da collega- mento e passaggio dalla formazione al lavoro.

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– This paper focuses on the relationships between academic, professional and personal writing among Italian university students. The specific focus is on students of the degree course in Education and Training Science. A solid, evident link exists between educational professions and writing practices, as shown by the over two decades of research on this topic: writ- ing facilitates the objectivization needed for sharing and, at the same time, makes it possible to distance oneself from the effort involved in the teaching professions. This paper out the initial results from interviews in the 2018/2019 academic year, in- volving 42 students in the third year of the degree in Science of Education and Training at “ Sapienza” University of Rome (22 students) and “Carlo Bo” University of Urbino (20 stu- dents). The analysis suggests an awareness of the importance of writing in teaching professions and the need for more, spe- cific education and training. The question of the link between university and work and between a university learning path- way and life and work setting is central for the modernization of university teaching and learning and requires a reflection on the necessity to create specific and well-structured learning paths. Within educational degree courses, the apprenticeship is regarded a special occasion also for the training aiming at the production of “professionalising” writings closely connected to the work and acting as a connection and shift from training to work.

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Parole chiave: didattica universitaria; scritture educative;

scrittura professionale; professioni educative; apprendimento attivo.

Keywords: academic didactics; educational writing; profes-

sional writing; educational professions; active learning.

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Sezione SIRD

1. Introduzione

Tra scrittura e pratiche educative esiste un legame saldo e indis- solubile che assume un aspetto di particolare interesse per i corsi di studio che formano le figure professionali impegnate in edu- cazione, soprattutto in connessione al rapporto tra università e formazione della competenza professionale. Se intendiamo il processo formativo come crescita in contesto e promozione di ri- flessività e capacità interpretativa (Altet, 2010; Altet, Charlier, Paquay & Perrenoud, 2006; Calvani, Bonaiuti & Andreocci, 2011; Iobbi & Magnoler, 2015; Magnoler, 2008; Nigris, 2004; Schon, 1993; Sposetti, 2017), ben capiamo come educatrici e educatori in formazione necessitino di adeguati supporti opera- tivi e metodologici, che possano favorire la “riflessione in azione” (Damiano, 2007, Sposetti 2017, Sposetti & Szpunar 2016, 2018). Possiamo considerare il mezzo scritto un supporto di questo tipo.