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LE PRODUZIONI VEGETALI

Nel documento Volume Rapporto 1997 (.pdf 2.1mb) (pagine 195-200)

Il comparto vegetale ha registrato un’ulteriore calo delle superfici coltivate a frutta, mentre sembra essersi arrestata la contrazione che in passato ha interessato la viticoltura. Tra i seminativi sono aumentate le semine a colture industriali e a mais e sono diminuite quelle dei cereali autunno-vernini. L’andamento meteorologico ha presentato diverse anomalie di cui le più gravi sono state le gelate tardive verificatesi nel mese di aprile. Ne sono derivati cali generalizzati delle rese produttive di cui particolarmente gravi sono risultate quelle a carico delle produ-zioni arboree. In una annata contrassegnata da rilevanti riduprodu-zioni di of-ferta si è verificata una consistente risalita dei prezzi delle produzioni tipiche dell’Emilia-Romagna, quali le produzioni frutticole tardive.

Tuttavia gli aumenti registrati non sono sempre risultati adeguati per garantire una sufficiente redditività delle colture. Dopo anni in cui la svalutazione della lira ha mantenuto al riparo l’agricoltura nazionale dagli effetti della globalizzazione dei mercati, nel corso del 1997 si è manifestata per taluni seminativi una netta tendenza alla flessione dei prezzi verso i nuovi livelli imposti dalla politica comunitaria. Per quanto riguarda gli scambi con l’estero nei primi nove mesi dell’anno si è manifestata la tendenza ad un peggioramento della bilancia com-merciale delle produzioni vegetali dovuta al calo dell’export di frutta fresca. I prodotti a base di vegetali trasformati hanno invece registrato un incremento delle esportazioni, sia in quantità sia in valore, per il contributo determinante delle conserve a base di pomodoro.

9.1. Gli ortofrutticoli

Frutta. Anche nel 1997 non si è arrestata la diminuzione delle su-perfici. L’ulteriore calo di circa 2.700 ettari ha portato ad oltre 10 mila ettari la contrazione complessiva subita dalla frutticoltura nell’ultimo

quinquennio. I cali hanno interessato tutte le specie ad eccezione del ciliegio (+0,4%). I più rilevanti sono stati quelli riguardanti il pesco e le nettarine che hanno perso rispettivamente 1.081 e 288 ettari (tab.

9.1). Gli areali a pero si sono ridotti di quasi 900 ettari (-2,8%), la loro contrazione è stata accentuata dallo scoppio epidemico del colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora) del quale sono stati verificati cir-ca 700 focolai di infezione. La malattia, locir-calizzata nelle province di Bologna, Modena e Ferrara, nel corso del 1997 ha portato all’abbattimento di 400 mila piante corrispondenti a circa 330 ettari. Il ritmo intenso di espianti, che ha interessato il melo negli scorsi anni, si è attenuato e la specie ha accusato una perdita di circa 270 ettari.

La diminuzione delle aree frutticole non appare comunque conclu-sa in relazione anche alle nuove sovvenzioni all’espianto che l’UE ha autorizzato col Reg. (CE) n. 2200/97, relativo al risanamento della produzione comunitaria di mele, pere, pesche e nettarine. Nei primi mesi del 1998 sono state presentate 1.186 domande. Di queste ne sono state accolte 1.110 per complessivi 2.830 ettari di cui 600 a pesche, 560 a nettarine, 1.360 a pere e 310 a mele. L’effettiva portata del rego-lamento sarà nota solo nel corso del 1998, quando nelle sedi compe-tenti sarà concluso l’iter di verifica e di controllo e saranno espletati gli eventuali ricorsi.

Le gelate del mese di aprile hanno causato un rilevante abbassa-mento delle rese unitarie e produttivamente l’annata si è rivelata come una delle più scarse mai realizzatesi. Le quotazioni hanno risentito in modo favorevole della diminuzione di offerta, ma gli apprezzamenti spuntati sono spesso apparsi inferiori alle aspettative e non sempre in grado di colmare gli ammanchi produttivi.

Nell’ambito delle azioni di valorizzazione promosse dal CO.V.O.E.R. è giunto a conclusione l’iter, che ha portato all’attribuzione della indicazione geografica protetta (IGP) per la “Pera dell’Emilia-Romagna” e per le “Pesche e Nettarine di Romagna” (Reg.

CE n. 134/98). Nel corso del 1997 il Consorzio ha inoltre allargato l’attività promozionale verso un numero crescente di operatori esteri, da quelli dei Paesi dell’Est a quelli del mercato Statunitense.

Riguardo alle singole specie le pesche e le nettarine sono risultate quelle maggiormente penalizzate dalle gelate della prima metà di apri-le, accusando cali del raccolto pari rispettivamente al 53% e al 47,6%.

Le province maggiormente colpite sono state quelle di

Raven-Tab. 9.1 - Superfici e produzioni delle principali colture arboree da frutta fresca in Emilia-Romagna

1996 1997 Variazioni % 1997/96

Coltivazioni Superficie Produzione Superficie Produzione (ha) raccolta (ha) raccolta sup. sup. prod.

totale in produz. (100 kg) totale in produz. (100 kg) totale in prod. raccolta

Melo 9.095 8.279 2.083.950 8.822 7.852 1.595.452 -3,0 -5,2 -23,4 Pero 31.524 26.725 6.239.168 30.649 26.511 3.404.220 -2,8 -0,8 -45,4 Pesco 18.687 16.558 3.394.242 17.606 15.419 1.594.413 -5,8 -6,9 -53,0 Nettarine 16.518 14.389 2.898.950 16.230 14.161 1.517.867 -1,7 -1,6 -47,6 Susino 4.893 4.213 703.831 4.804 4.124 324.529 -1,8 -2,1 -53,9 Albicocco 5.230 3.902 427.470 5.221 3.975 293.107 -0,2 1,9 -31,4 Ciliegio 3.041 2.757 213.531 3.052 2.768 180.304 0,4 0,4 -15,6 Actinidia 3.663 3.442 788.783 3.589 3.347 310.837 -2,0 -2,8 -60,6 Loto 1.330 1.264 218.300 1.305 1.245 158.113 -1,9 -1,5 -27,6

TOTALE 93.981 81.529 16.968.225 91.278 79.402 9.378.841 -2,9 -2,6 -44,7 Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura.

na, di Bologna e di Ferrara. Secondo i rilievi effettuati dal COO (Cen-tro Operativo Ortofrutticolo) di Ferrara, tra le varie epoche di matura-zione sono diminuite soprattutto le produzioni tardive di pesco e quelle medio tardive di nettarine. Il calendario di maturazione è risultato per-ciò condizionato da carenze di prodotto particolarmente evidenti nella seconda e terza decade di agosto. Il ridotto carico di frutti ha portato ad avere produzioni di pezzatura più elevata, ma la conformazione dei frutti non è apparsa sempre ottimale in seguito ad una più diffusa inci-denza di drupe scatolate. La campagna di commercializzazione si è aperta per le pesche con prezzi in linea con quelli dell’anno preceden-te, mentre per le nettarine le quotazioni sono risultate inferiori (tab.

9.2). In questa prima fase non si sono infatti registrati carenze in rela-zione agli afflussi di merce proveniente dall’Italia meridionale. Inoltre il maltempo, che ha investito l’Italia e l’Europa fino alla prima decade di luglio, ha condizionato negativamente i consumi di frutta. Successi-vamente il ridursi delle disponibilità e la ripresa della domanda hanno portato ad una immediata risalita dei prezzi. La crescita delle quota-zioni è stata poi particolarmente ampia nella seconda e terza decade di agosto. Infatti, contrariamente a quando avvenuto negli anni preceden-ti, il perdurare della buona stagione ha stimolato gli acquisti e in rela-zione alla scarsità di prodotto le quotazioni si sono mantenute elevate fino al termine della campagna. Gli apprezzamenti più ampi sono stati quelli fatti registrare dalle nettarine a maturazione tardiva i cui prezzi sono più che triplicati, rispetto ai bassi livelli dell’anno precedente.

Tra le drupacee minori la coltura che ha subito i cali produttivi più rilevanti è stata quella del susino. Gli abbassamenti termici primaverili hanno causato una abbondante cascola dei frutticini dopo l’allegagione e la produzione si è più che dimezzata, rispetto al 1996, collocandosi a circa 320 mila quintali. Pur in presenza di quantitativi ridotti il collo-camento della merce non è sempre stato agevole e i prezzi non hanno raggiunto i livelli che ci si attendeva. Le produzioni nostrane sono ap-parse poco competitive, soprattutto sui mercati esteri dove si è eviden-ziata la concorrenza di susine provenienti dai paesi dell’Est, esitate a prezzi contenuti in relazione alla buona qualità. Inoltre, il già precario assortimento dell’offerta, caratterizzato da un eccesso di varietà pre-senti, è stato ulteriormente penalizzato dalle carenze produttive, che hanno reso più problematico l’allestimento di partite di merce

omoge-Tab. 9.2 - Prezzi di alcuni prodotti ortofrutticoli rilevati in Emilia-Romagna (lire/kg) (a)

Produzioni 1996 1997 Var. %

1997/96

Produzioni 1996 1997 Var. % 1997/96

Pesche: a pasta gialla, precoci 950 975 3 Albicocche: 1.075 1.200 12 a pasta gialla, medie 400 850 113 Susine: Stanley 350 900 157 a pasta gialla, tardive 350 800 129 President 500 800 60 Nettarine: precoci 1.250 1.050 -16 Gruppo Black 600 800 33 medie 400 1.100 175 Ciliegie: Durone Nero I 4.950 5.500 11 tardive 350 1.150 229

Pere: William 400 640 60 Kiwi: 600 1.200 100 Max Red Bartlett 400 800 100

Abate Fetel 700 1.100 57 Meloni: 300 450 50 Conference 450 750 67 Cocomeri: 130 350 169 Decana del Comizio 700 1.100 57 Fragole: in cestini 2.670 2.300 -14 Mele: Ozark Gold 550 500 -9

Delicious Rosse 600 625 4 Cipolle: Ibridi 110 550 400 Golden Delicious 525 465 -11 Dorata 230 330 43 Imperatore 500 377 -25 Patate: in natura 273 355 30 (a) Prezzi alla produzione, franco azienda produttore per merce di 1° scelta selezionata in casse del compratore.

nee per colore e pezzatura. Pur diminuendo rispetto al 1996 le rese produttive dell’albicocco sono risultate più elevate rispetto ai minimi toccati nel 1995. I danni causati dal gelo, risultati più consistenti nei terreni di fondovalle e per le varietà precoci, hanno portato ad un calo del raccolto pari al 31,4%. Superata una prima fase in cui si è riscon-trata la concorrenza della produzione spagnola, la campagna di com-mercializzazione ha avuto un esito nel complesso positivo. I prezzi si sono posizionati in media al disopra delle 1.000 lire/kg con una cresci-ta di circa il 12% rispetto al 1996. Il ciliegio nella fase di fioritura non è stato colpito dai ritorni di freddo e l’allegagione è avvenuta in modo regolare. La produzione, pur risultando in calo rispetto allo scorso an-no (-15,6%), si è collocata intoran-no a valori an-normali. La campagna di commercializzazione ha avuto un buon avvio con prezzi di oltre il 10% più alti rispetto allo scorso anno. Successivamente le piogge della terza decade di giugno hanno causato un deprezzamento della merce per la comparsa di spaccature sull’epicarpo. Superata questa fase la campagna si è conclusa favorevolmente.

L’offerta di mele ha toccato un nuovo minimo storico scendendo sotto gli 1,6 milioni di quintali (-23,4%). Il calo è da attribuire alla ri-duzione delle superfici in prori-duzione scese nel 1997 di un ulteriore 5,2% e delle rese unitarie scese del 19% rispetto all’anno precedente.

Dai rilievi effettuati dal COO è emerso che tra i diversi gruppi varietali la produzione di mele estive si è ridotta del 10% e quella delle autun-no-invernali del 6%. Tra di esse si sono incrementati i raccolti di “Im-peratore” (+28%), mentre sono diminuite in maniera consistente le

“Red Delicious” (–23%) le “Stayman” 24%) e le “Granny Smith” (-16%). La campagna di vendita avviatasi con il collocamento delle me-le estive non è stata favorita dal clima caldo che non ha stimolato la domanda. Le quotazioni spuntate dalle “Ozark Gold”, contrattate in a-zienda, si sono collocate intorno alle 500 lire/kg (-9%). Successiva-mente la commercializzazione delle mele autunno-invernali ha incon-trato difficoltà crescenti di collocamento, nonostante i bassi prezzi pra-ticati. Gli operatori a fine anno confidavano comunque nell’avvio di una fase di mercato favorevole in relazione alla contrazione delle scor-te.

Il raccolto regionale di pere, con un calo del 45,4%, si è collocato ampiamente al disotto della media del quinquennio precedente (-39%).

Oltre che alle basse temperature primaverili la flessione è da imputare

Nel documento Volume Rapporto 1997 (.pdf 2.1mb) (pagine 195-200)