2. Metodologia applicata 24
2.2 La prospettiva degli utenti e dei data providers 29
page, e area riservata
Ai punti 4.4 e 5.4 ciascuno di questi elementi è analizzato alla luce delle caratteristiche elencate dalle euristiche di Nielsen; i risultati sono poi riportati in una tabella riassuntiva in grado di suggerire un giudizio complessivo sulla web usability per ciascuno dei due aggregate cultural portals.
2.2 La prospettiva degli utenti e dei data providers
Nell’elaborazione di questa tesi due aspetti si sono rivelati particolarmente critici da affrontare: la rilevazione dell’opinione degli utenti finali e quella del valore percepito dai partner.
Per quanto riguarda gli utenti finali, Europeana ha pubblicato nel marzo del 2014 i risultati di un questionario completato da circa 2400 rispondenti; i punti della ricerca riguardano macro temi come la frequenza delle visite al portale di Europeana, l’utilizzo del sito, le alternative percepite dall’utenza e gli sviluppi futuri del portale.
Google Cultural Institute al momento non ha pubblicato né fornito alcun documento simile; è stato individuato un questionario relativo agli utenti finali di Google Cultural Institute curato dall’azienda Harris Interactive, ma non è stato possibile ottenere i risultati. Data la mancata disponibilità di informazioni per entrambi gli aggregate cultural portals, si è preferito non trattare il tema in sede di confronto, tuttavia vale la pena riportare un dato relativo alle alternative percepite dagli utenti di Europeana: quasi la metà degli utenti indica Wikipedia come sito alternativo ad Europeana, pur specificando che l’enciclopedia non garantisce la stessa qualità delle informazioni, il 13% degli utenti ha indicato il Progetto Gutenberg e il 12,4% Google Books: entrambi progetti focalizzati sul patrimonio librario. Google Art Project viene indicato dal 5,5% dei rispondenti, screditando in parte l’ipotesi che gli utenti percepiscano i due aggregate cultural portals come competitors[45].
In merito al valore percepito dai partner, cioè i data providers di entrambi i progetti, si è deciso di distribuire un questionario per poter ricavare dei dati altrimenti non disponibili.
Il questionario è stato pensato per cercare di capire la percezione generale dei progetti da parte delle istituzioni culturali, quindi poter tracciare le caratteristiche dei contratti, le aspettative e la relativa soddisfazione.
Inoltre si è voluto indagare sull’attenzione che le istituzioni culturali riservano al monitoraggio dei dati sulle iniziative che comprendono la digitalizzazione del patrimonio, e, più in generale, l’attenzione spesa ad analizzare le proprie performance relative alla presenza online.
Questionario Europeana Questionario Google Cultural Institute
Periodo di attività 7/01/2015 – 24/01/2015 24/11/2014-‐ 24/01/2014
Numero di invii totale 360 360
Di cui a: musei 284 140
biblioteche 39 109
archivi e archivi audiovisivi -‐ 111
gallerie 15 -‐
associazioni 22 -‐
Numero di questionari compilati 116 133
Di cui completi 71 64
Tabella 2.1. Riepilogo dello stato dei questionari inviati ai data providers di Europeana e Google Cultural Institute.
Il questionario è stato distribuito in quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo) a 360 partner per ciascun progetto. Né Google né Europeana hanno fornito una lista di contatti dei partner, pertanto si è dovuto procedere alla ricerca degli indirizzi mail nei siti ufficiali delle istituzioni culturali. Al netto degli indirizzi sbagliati, indirizzi corrispondenti a più realtà culturali e mancanza di informazioni, il numero raggiunto nella ricerca relativa a Google è 360 contatti, cifra che ha stabilito il numero di contatti di Europeana. Quest’ultimo annovera più di 2500 data providers, pertanto i 360 contatti sono stati scelti per essere un campione in grado di rispecchiare la
composizione della totalità dei partner. Lo staff di Europeana ha fornito le percentuali di ciascuna tipologia di istituzione partner e si potuto in questo modo ricavare il campione al quale distribuire il questionario.
La tabella 2.1 mostra i principali dati sullo stato dei questionari e permette di evidenziare le criticità che hanno reso i risultati relativamente significativi.
Innanzitutto si può notare che il questionario di Europeana ha avuto un periodo di attività nettamente inferiore a quello di Google Cultural Institute, questo perché lo staff di Europeana ha trattenuto il questionario per ottenere i permessi necessari dai responsabili del progetto.
La seconda criticità evidente è la mancanza di risposte: i questionari completi corrispondono a circa il 20% dei questionari inviati ai partner di Google e a circa il 18% di quelli inviati ai partner di Europeana.
A causa del basso numero di questionari completi, le osservazioni presentate al punto 6 considerano le risposte in forma aggregata, poiché l’isolamento dei dati perfettamente omogenei comporterebbe un confronto tra pochi questionari e di conseguenza le osservazioni dedotte potrebbero risultare falsate.
Al capitolo 6 verranno illustrati brevemente risultati dei questionari, che completeranno
3. Aggregate cultural portal: definizione e criteri
Nel capitolo 1 sono stati selezionati i contributi più significativi per delineare le caratteristiche dell’aggregate cultural portal, con lo scopo ultimo di proporre un’ipotesi di definizione.
Le riflessioni che più si avvicinano a descrivere questa tipologia di portale sono quelle proposte dal progetto Cultural Materials Initiative (p.19) e da Rossella Caffo (p. 23). Il primo comprende nel suo concept alcuni dei princìpi chiave come l’affidabilità delle informazioni ospitate nel portale e la ricchezza dei contenuti, oltre all’omogeneità degli standard relativi ai dati; le riflessioni di Caffo sottolineano l’eterogeneità dei contenuti, il multilinguismo della piattaforma e l’innovazione di un modello in grado di liberare il patrimonio culturale dai vincoli spazio-‐temporali che caratterizzano la fruizione tradizionale.
Sommando queste riflessioni alle altre sfumature individuate nei diversi contributi raccolti al capitolo 1, si è costruita la seguente definizione:
“L’aggregate cultural portal è una piattaforma che aggrega contenuti multimediali (siano questi oggetti digitali o surrogati) forniti da istituzioni culturali di diversa tipologia e provenienza geografica. Strumento di ricerca per l’utente, il portale garantisce la standardizzazione dei dati, l’interoperabilità e un supporto multilinguistico.”
Si può inoltre specificare che “Attraverso un sistema di ingestione dati che ne prevede l’arricchimento, l’aggregate cultural portal permette all’utente di esplorare i contenuti culturali che nella loro forma analogica non sono fruibili nello stesso momento e nello stesso luogo, che non sono accessibili per motivi conservazione o per mancanza di spazi espositivi”.
Cercando un compromesso tra completezza e genericità, dalla definizione sopra riportata sono stati omessi dei dettagli che hanno permesso l’individuazione dei due casi studio confrontati in questa tesi. Pertanto di seguito si propone una versione della definizione strutturata in otto punti, in modo tale da evidenziare le caratteristiche peculiari che contraddistinguono gli aggregate cultural portals dagli altri portali e musei virtuali: