2. Metodologia applicata 24
2.1 Web usability: le dieci euristiche di Nielsen 26
ISSUU e la rassegna stampa, che oltre ad aver integrato delle informazioni con le interviste ai responsabili dei progetti, ha favorito un controllo incrociato dei dati.
Per quanto riguarda Europeana alcune informazioni sono state ottenute direttamente dallo staff del progetto.
Prima di procedere ai risultati della presente tesi, si deve dedicare un punto alla metodologia applicata per l’analisi della web usability, uno degli aspetti di Europeana e Google Cultural Institute considerati in sede di confronto.
2.1 Web usability: le dieci euristiche di Nielsen
La web usability corrisponde a quanto efficacemente ed efficientemente l’utente può interagire con l’interfaccia di un sito web. Digital [42].
Per analizzare questo aspetto dei casi studio, si è fatto ricorso ad una serie di regole generali derivanti da princìpi o linee guida generalmente accettati dagli esperti di usabilità. In letteratura sono presenti diversi esempi di queste regole, chiamate euristiche, che possono variare sensibilmente in termini di numero e complessità. Per questa tesi è stato adottato un sistema di valutazione dal carattere generico che può adattarsi ad un’analisi condotta da un valutatore non esperto: le dieci euristiche di Jakob Nielsen, un accreditato specialista in web usability.
Le regole di Nielsen possono inoltre trovare una corrispondenza con i princìpi di dialogo previsti dalla norma ISO 9241-‐ 11 “Ergonomics of human-‐system interaction – Guidance on usability”, uno standard sviluppato dall’International Organization for Standardization1 dove l’usabilità è descritta come il grado in cui un prodotto può essere usato da specifici utenti per raggiungere specifici obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione in uno specifico contesto d'uso[43].
La corrispondenza suggerita da Roberto Polillo, docente all’Università degli studi di Milano, è riassunta nello schema riportato nell’Immagine 2.1.
Immagine 2.1. Confronto fra i principi del dialogo dell’ISO 9241-‐11 e le euristiche di Nielsen
Alla luce di questi ulteriori suggerimenti, le euristiche di Nielsen sono state ritenute lo strumento più adatto per perseguire gli obiettivi di questa tesi.
Di seguito si riportano le regole di Nielsen tradotte da Polillo[44]:
1. Visibilità dello stato del sistema. Il sistema dovrebbe sempre informare gli utenti su ciò che sta accadendo, mediante feedback appropriati in un tempo ragionevole.
2. Corrispondenza fra il mondo reale e il sistema. Il sistema dovrebbe sempre informare gli utenti su ciò che sta accadendo, mediante feedback appropriati in un tempo ragionevole.
3. Libertà e controllo da parte degli utenti. Gli utenti spesso selezionano delle funzioni del sistema per errore e hanno bisogno di una “uscita di emergenza” segnalata con chiarezza per uscire da uno stato non desiderato senza dover passare attraverso un lungo dialogo. Fornire all’utente le funzioni di undo e redo.
4. Consistenza e standard. Gli utenti non dovrebbero aver bisogno di chiedersi se parole, situazioni o azioni differenti hanno lo stesso significato. Seguire le convenzioni della piattaforma di calcolo utilizzata.
5. Prevenzione degli errori. Ancora meglio di buoni messaggi di errore è un’attenta progettazione che eviti innanzitutto l’insorgere del problema. Eliminare le situazioni che possono provocare errori da parte dell’utente, e chiedergli conferma prima di eseguire le azioni richieste.
6. Riconoscere piuttosto che ricordare. Minimizzare il ricorso alla memoria dell’utente, rendendo visibili gli oggetti, le azioni e le opzioni. L’utente non dovrebbe aver bisogno di ricordare delle informazioni, nel passare da una fase del dialogo a un’altra. Le istruzioni per l’uso del sistema dovrebbero essere visibili o facilmente recuperabili quando servono.
7. Flessibilità ed efficienza d’uso. Acceleratori – invisibili all’utente novizio – possono spesso rendere veloce l’interazione dell’utente esperto, in modo che il sistema possa soddisfare sia l’utente esperto sia quello inesperto. Permettere all’utente di personalizzare le azioni frequenti.
8. Design minimalista ed estetico. I dialoghi non dovrebbero contenere informazioni irrilevanti o necessarie solo di rado. Ogni informazione aggiuntiva in un dialogo compete con le unità di informazione rilevanti e diminuisce la loro visibilità relativa.
9. Aiutare gli utenti a riconoscere gli errori, diagnosticarli e correggerli. I messaggi di errore dovrebbero essere espressi in linguaggio semplice (senza codici), indicare il problema con precisione e suggerire una soluzione in modo costruttivo.
10. Guida e documentazione. Anche se è preferibile che il sistema sia utilizzabile senza documentazione, può essere necessario fornire aiuto e documentazione. Ogni tale informazione dovrebbe essere facilmente raggiungibile, focalizzata sul compito dell’utente, e dovrebbe elencare i passi concreti da fare, senza essere troppo ampia.
Cultural Institute: header e footer, home page, browse page, exhibition page, artwork page, e area riservata
Ai punti 4.4 e 5.4 ciascuno di questi elementi è analizzato alla luce delle caratteristiche elencate dalle euristiche di Nielsen; i risultati sono poi riportati in una tabella riassuntiva in grado di suggerire un giudizio complessivo sulla web usability per ciascuno dei due aggregate cultural portals.
2.2 La prospettiva degli utenti e dei data providers
Nell’elaborazione di questa tesi due aspetti si sono rivelati particolarmente critici da affrontare: la rilevazione dell’opinione degli utenti finali e quella del valore percepito dai partner.
Per quanto riguarda gli utenti finali, Europeana ha pubblicato nel marzo del 2014 i risultati di un questionario completato da circa 2400 rispondenti; i punti della ricerca riguardano macro temi come la frequenza delle visite al portale di Europeana, l’utilizzo del sito, le alternative percepite dall’utenza e gli sviluppi futuri del portale.
Google Cultural Institute al momento non ha pubblicato né fornito alcun documento simile; è stato individuato un questionario relativo agli utenti finali di Google Cultural Institute curato dall’azienda Harris Interactive, ma non è stato possibile ottenere i risultati. Data la mancata disponibilità di informazioni per entrambi gli aggregate cultural portals, si è preferito non trattare il tema in sede di confronto, tuttavia vale la pena riportare un dato relativo alle alternative percepite dagli utenti di Europeana: quasi la metà degli utenti indica Wikipedia come sito alternativo ad Europeana, pur specificando che l’enciclopedia non garantisce la stessa qualità delle informazioni, il 13% degli utenti ha indicato il Progetto Gutenberg e il 12,4% Google Books: entrambi progetti focalizzati sul patrimonio librario. Google Art Project viene indicato dal 5,5% dei rispondenti, screditando in parte l’ipotesi che gli utenti percepiscano i due aggregate cultural portals come competitors[45].
In merito al valore percepito dai partner, cioè i data providers di entrambi i progetti, si è deciso di distribuire un questionario per poter ricavare dei dati altrimenti non disponibili.