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Il Rapporto 2016 dedicava ampio spazio all’analisi degli effetti delle

P ARTE SECONDA

IL RUOLO DELLA POLITICA FISCALE: UN DECENNIO DI MANOVRE

11. Il Rapporto 2016 dedicava ampio spazio all’analisi degli effetti delle

modifiche legislative di questi ultimi anni sulla spesa previdenziale dell’INPS (ed ex-Inpdap) attraverso l’esame dei dati sulle pensioni vigenti e sui flussi di nuove pensioni liquidate negli ultimi anni. In questo paragrafo aggiorniamo quell’esame (alle pensioni in essere ad inizio 2016 e liquidate nel triennio 2013-15) soprattutto con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sul ruolo che giocano gli istituti che integrano i trattamenti previdenziali ritenuti inadeguati e hanno dunque finalità assistenziale.

TAVOLA 3

TRATTAMENTI PENSIONISTICI 2014 2015

(milioni di euro) Spesa Numero Spesa Numero

Trattamenti complessivi 277.066 23.198.474 280.283 23.095.567 IVS 250.505 18.089.748 253.565 17.962.816 - Invalidità 15.399 1.389.526 14.885 1.310.378 - Vecchiaia 193.866 11.894.355 197.256 11.881.798 - Superstiti 41.240 4.805.867 41.424 4.770.640 Indennitarie 4.495 786.059 4.402 767.844 Assistenziali 22.066 4.322.667 22.316 4.364.907 - Invalidità civile 15.965 3.233.228 16.265 3.293.725 - Pensioni sociali 4.657 856.882 4.751 868.358 - Pensioni di guerra 1.444 232.557 1.299 202.824

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati Eurostat

Prima di concentrare l’attenzione su questo aspetto è utile però sottolineare il rapporto tra alcune delle grandezze fin qui menzionate con riguardo alle prestazioni pensionistiche. Si è prima visto che nel conto PA delle prestazioni di protezione sociale per arrivare ad un aggregato pensioni che inglobi componenti previdenziali e assistenziali bisogna sommare pensioni e rendite, sottrarre queste ultime che, come si osservava, rappresentano circa un 2 per cento dei 258 miliardi (dato 2015), ed aggiungere poi l’aggregato assistenza al netto degli “altri assegni e sussidi”: una tale operazione porta, su dati 2015, a poco meno di 280 miliardi di euro.

154 Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2017 Sezioni riunite in sede di controllo CORTE DEI CONTI Questo importo rappresenta una stima abbastanza in linea con il dato ufficiale, non di contabilità nazionale, che viene fornito da INPS ed ISTAT in materia di prestazioni e trattamenti pensionistici e che viene riportato nella Tavola 3. Secondo questi dati, nel 2015 il complesso delle prestazioni raggiungeva i 280 miliardi, in crescita dell’1,1 per cento rispetto al 2014 (poco più di 3 miliardi). In tale aggregato l’INPS si inserisce soprattutto come erogatore della quasi totalità delle pensioni IVS ed in secondo luogo come erogatore di una parte di trattamenti di carattere assistenziale (pensioni e assegni sociali, invalidità civile, ecc.). Nei prossimi paragrafi si darà conto dei dettagli di tali prestazioni e trattamenti.

12. Gestione Dipendenti Pubblici: pensioni vigenti all’1.1.2016. Caratteri distinti

sembrano presentare le prestazioni del settore pubblico rispetto a quelle del settore privato. Appare dunque opportuno procedere su questi due fronti separatamente. Già nell’approfondimento offerto nel Rapporto 2016 erano emersi con chiarezza alcuni dei tratti che distinguono i due comparti: essi vengono confermati dai dati relativi alle pensioni vigenti ad inizio 2016 e liquidate nel triennio 2013-15.

I dati in questione fanno riferimento al complesso della Gestione Dipendenti Pubblici (GDP) la quale include cinque ex casse pensionistiche: CPDEL (Cassa Pensioni Dipendenti Enti Locali), CPI (Cassa Pensioni Insegnanti), CPS (Cassa Pensioni Sanitarie), CPUG (Cassa Pensioni Uffici Giudiziari) e CTPS (Cassa Trattamenti Pensionistici dei dipendenti dello Stato).

13. Ad inizio 2016 le pensioni vigenti in capo alla GDP erano 2.841.815. Si tratta,

come mostra il Grafico 6, di pensioni afferenti prevalentemente al comparto della CTPS e in ordine di peso a quello della ex CPDEL. Le altre tre casse hanno un ruolo residuale in termini di numero. Come viene mostrato nella Tavola 4 e nei Grafici 6-8, al di là della composizione della GDP, i dati relativi alle prestazioni in essere a inizio 2016 si evidenziano soprattutto per i seguenti elementi:

 un numero di pensioni maggiore, in tutti i comparti tranne che nella CPS, nel segmento delle femmine rispetto ai maschi; trattandosi di un dato di stock di trattamenti in essere che risente quindi degli andamenti storici, l’eccezione della CPS sembra potersi ascrivere al fatto che le professioni sanitarie hanno visto prevalere per lungo tempo personale di sesso maschile

 un importo medio della pensione significativamente più elevato rispetto al settore privato: si tratta infatti di circa 1.800 euro mensili valore più che doppio rispetto agli 839 (intorno a 1.000 euro senza componenti assistenziali) che si riscontrano per il complesso del settore privato (e valore comunque significativamente più elevato anche a confronto con l’importo medio che si riscontra in comparti più avvantaggiati del settore privato (vd oltre);

 un importo medio della pensione degli uomini più elevato di quella delle donne (con l’eccezione della CPI) e con un rapporto particolarmente alto nel comparto sanitario (CPS), dove la prestazione media supera i 4.100 euro mensili, valore

CORTE DEI CONTI Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 155

Sezioni riunite in sede di controllo 2017

più che doppio, dunque, rispetto alla media del settore pubblico e la pensione dei maschi si ragguaglia a 5.100 euro contro i 2.800 delle donne.

GRAFICO 6 GESTIONE DIPENDENTI PUBBLICI – PENSIONI VIGENTI ALL’1.1.2016

COMPOSIZIONE NUMERO

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS

 una prevalenza delle pensioni di anzianità. Oltre il 50 per cento dei trattamenti (circa 1.600.000 su 2.850.000 sono relativi a pensioni di anzianità; rilevante è anche il numero delle pensioni al superstite (circa 650 mila complessive) di cui la grande maggioranza al superstite da pensionato; seguono poi le pensioni di vecchiaia ed infine quelle di inabilità.

TAVOLA 4 GDP – PENSIONI VIGENTI ALL’1.1.2016 PER COMPARTO (ex casse) E CATEGORIA

COMPARTO Numero medio mensImporto CATEGORIA Numero medio mensImporto

C.P.D.E.L. 1.065.456 1.488 Anzianità 1.573.377 1.983 C.P.I. 15.372 1.366 Vecchiaia 391.799 2.222 C.P.S. 70.598 4.186 Pensione di inabilità 232.572 1.821 C.P.U.G. 2.936 1.476 Superstite da assicurato 141.590 939 C.T.P.S. 1.687.453 1.893 Superstite da pensionato 502.477 1.102

Totale comparto 2.841.815 1.795 Totale categoria 2.841.815 1.795

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS

 una differenziazione tra generi: il rapporto tra femmine e maschi è maggiore di 1 per quanto riguarda il numero (1,5 circa) ed inferiore ad 1, di contro, per quanto riguarda l’importo il quale pari a 1.500 euro mensili nel caso delle donne supera il 2.200 nel caso degli uomini. Il rapporto si inverte, sia sul fronte del numero che dell’importo medio, con riferimento alle pensioni ai superstiti, rispetto alle quali prevale nettamente il genere femminile in virtù della maggiore longevità delle femmine rispetto ai maschi.

156 Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2017 Sezioni riunite in sede di controllo CORTE DEI CONTI 1. un importo delle pensioni di vecchiaia più alto di quello delle pensioni di

anzianità per assenza di discontinuità di carriera, dal che consegue che coloro i quali decidono di non andare in pensione dopo la maturazione dei requisiti di anzianità lo fanno perché beneficiano di un trattamento migliore;

2. un rapporto, tuttavia, tra numero di pensioni di vecchiaia e di anzianità nettamente a favore di queste ultime (circa 1 a 4).

GRAFICO 7 GDP PENSIONI VIGENTI ALL’1.1.2016

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS

GRAFICO 8 GDP PENSIONI VIGENTI ALL’1.1.2016

RAPPORTI FEMMINE/MASCHI

CORTE DEI CONTI Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 157

Sezioni riunite in sede di controllo 2017

Gestione Dipendenti Pubblici: pensioni liquidate nel triennio 2013-2015 14. Passando dallo stock ai nuovi flussi, come evidenziato nel Grafico 9, i dati

relativi all’ultimo triennio, testimoniano di una tendenziale crescita con flussi annui di nuove liquidazioni che nel 2015 sono tornati al di sopra delle 100 mila unità. L’aumento trova il suo impulso determinante nelle pensioni di anzianità che nel 2015 hanno superato le 60 mila unità liquidate (rispetto alle 40 mila circa del 2014 e alle 35 mila del 2013). Su tale fronte si è presumibilmente registrato un “effetto rimbalzo” ricollegabile al repentino blocco che l’entrata in vigore della legge Fornero aveva determinato nei piani di uscita sulla base delle norme ante legge 214/2011.

GRAFICO 9 GDP – NUMERO PENSIONI LIQUIDATE 2013-15

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS

GRAFICO 10 GDP – PENSIONI LIQUIDATE

158 Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2017 Sezioni riunite in sede di controllo CORTE DEI CONTI Accanto alla crescita dei nuovi flussi di liquidazione si osserva un incremento dell’importo medio che fa seguito ad una leggera riduzione osservata nel 2014; l’incremento non si osserva, come mostra il Grafico 11, nel caso delle pensioni di anzianità/anticipate.

GRAFICO 11 GDP – IMPORTO MEDIO PENSIONI LIQUIDATE 2013-15 (euro)

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati INPS

15. I dati fin qui commentati, nel confermare le indicazioni già emerse nel